Re: Grande Tserim!
[POSTQUOTE][QUOTE:111785120=tserim kang, 20/06/2011 19.22]Sabato 18 e lunedi 19 il programma è il Similaun.
Prima che degli amici mi dicessero: andiamo sul Similaun, vieni anche tu, io il Similaun lo conoscevo solo per la scoperta della mummia di 5000 anni.
Comunque ok, andiamo pure a vedere questo monte di confine fra il Sud Tirolo e l'Austria. E' una montagna alta, di circa 3.600 metri. C'è un rifugio con lo stesso nome del monte, che consente di dividere in due tappe un dislivello che altrimenti sarebbe impressionante:dai 1.700 metri del paesino di Vernago dove si parcheggia ai 3.600 metri della cima.
Partenza da Reggio Emilia alle 6,00; arrivo a Vernago in Val Senales intorno alle 9,30. Parcheggiamo lungo il lago e cominciamo ad incamminarci seguendo la cartelloniostica solo in tedesco che ci indica il Similaunhutte.
Il sentiero inizia con un ripido prato, per poi entrare in una valle aperta piena di sorgenti ed acqua. Il rifugio è a 3.019 metri, occorre percorrere 1.300 metri prima di goderci la meritata birra.
La valle termina piuttosto bruscamente, ora dobbiamo risalire delle ripide roccette. C'è anche un cavo di ferro che aiuta il percorso, ma ci sembra, adesso, abbastanza inutile.
Finalmente arriviamo al rifugio, ma nel frattempo il tempo è peggiorato, c'è una gran nebbia e comincia a piovere.
Dopo qualche ora che eravamo al Similaun hutte, comincia a nevicare, fuori c'è 1 grado. Le speranze di fare la cima il giorno dopo sono scarse.
La mattina della domenica sveglia alle 5,30.
Il cielo non è azzurro, ma lascia bene sperare.
Ci prepariamo per la cordata, insieme ad un numeroso gruppo di comaschi.
I ramponi e la picozza sono già indossati a 20 metri dal rifugio, ma il ghiacciaio sembra un grosso nevaio: c'è tanta neve e si fa una gran fatica a salire perchè si sprofonda. Sarebbe stato meglio il ghiaccio. Proseguiamo per il ghiacciaio legati di conserva: potrebbero esserci dei crepacci sotto i nostri piedi. Superiamo 3 cordate un po' avanti con gli anni, sopratutto una cordata composta da un uomo e due signore ci appare in grossa difficoltà aerobica.
Arriviamo a 3.500 metri, la cima è vicinissima. Siamo con un piede in Italia ed uno in Austria. Ma nel nostro gruppo c'è chi esprime preoccupazione a fare il crestino finale: si decide insieme che non ha senso dividersi e si torna tutti indietro per il rifugio.
Dal rifugio si prosegue per Vernago. Le roccette che apparivano elementari il sabato mattina, ora sono piene di neve e ghiaccio. Quel cavetto di ferro che all'andata ci sembrava inutile, adesso è fondamentale per non finire 200 metri di sotto.
Dopo le roccette, riprendiamo la valle sino ad arrivare al nostro furgone che ci attende al lago.
In sintesi è stata una bella esperienza, un po' faticosa per la quota e il dislivello. Sicuramente è da rifare, stavolta raggiungendo la cima.
Le foto dell'escursione:
www.flickr.com/photos/danielemazzoni/sets/72157626879441031/
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