MarcoPalermo83, 19/06/2010 13.13:
Comunque non nego che mentre leggevo il primo post con la notizia mi è salito su un fremito che mi ha fatto accapponare la pelle. Per un istante, per un solo istante ho sperato che diversi sistemi stellari ci stessero contattando tutti insieme, che sarebbe stata tral'altro la prova che esiste una cosidetta confederazione di sistemi planetari.
Sarebbe stato un bellissimo scenario da film di fantascienza.
Però dopo quest'istante mi sono soffermato appunto sulla storia degli ultravioletti....
il sogno per come era iniziato è subito svanito
Si anche a me sarebbe piaciuto. Però una cosa simile accadde veramente alla scoperta delle Pulsar. Appena ho letto la notizia la memoria mi è andata a quell' evento.
it.wikipedia.org/wiki/Pulsar
Cito questo pezzo sulla storia delle Pulsar da Wikipedia perché è troppo bello:
"Le pulsar furono scoperte da Jocelyn Bell e Antony Hewish nel 1967, mentre stavano usando un array radio per studiare la scintillazione delle quasar. Trovarono invece un segnale molto regolare, consistente di un impulso di radiazione ogni pochi secondi. L'origine terrestre del segnale fu esclusa, perché il tempo che l'oggetto impiegava ad apparire era in sincronia con il giorno siderale invece che con il giorno solare.
Il nome originale dell'oggetto fu "LGM" (Little Green Men, piccoli omini verdi in inglese), perché qualcuno scherzò sul fatto che, essendo così regolari, potessero essere segnali trasmessi da una qualche civiltà extraterrestre. Dopo molte speculazioni, una spiegazione più prosaica fu trovata in una stella di neutroni, un oggetto fino ad allora solo ipotizzato.
Negli anni ottanta, fu scoperta una nuova categoria di pulsar: le pulsar superveloci, o pulsar millisecondo che, come indica il loro nome, hanno un periodo di pochi millisecondi invece che di secondi o più e risultano essere molto antiche, frutto di un processo evolutivo lungo.
Nel 2004 viene individuata la prima "pulsar doppia" ovvero due stelle pulsar che orbitano una attorno all'altra, in un sistema binario. La scoperta è opera di un gruppo di ricercatori internazionali, a cui partecipano anche italiani dell'Università di Cagliari, dell'Università di Bologna e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) [2].
In quest'ultimo caso, la grandissima precisione degli impulsi ha permesso agli astronomi di calcolare la perdita di energia orbitale del sistema, si pensa dovuta all'emissione di onde gravitazionali. L'esatto ammontare di questa perdita di energia è in buon accordo con le equazioni della Relatività generale di Einstein."