scricchiolii nella maggioranza

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DarkWalker
00venerdì 2 aprile 2010 14:30
La maggioranza si spacca sulla Ru486
Il ministro Fazio: «C'è una legge, se la leggano». Tosi si smarca da Zaia che ribadisce: no a pillola come a Ogm

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dopo le dichiarazioni dei neo governatori leghisti cota e zaia

La maggioranza si spacca sulla Ru486

Il ministro Fazio: «C'è una legge, se la leggano». Tosi si smarca da Zaia che ribadisce: no a pillola come a Ogm

La Ru486 (Ansa)
La Ru486 (Ansa)
MILANO - All'indomani delle elezioni regionali la maggioranza trova un primo grosso ostacolo: la pillola abortiva. Dopo le dichiarazioni dei neo governatori leghisti Cota e Zaia, che hanno annunciato di non voler distribuire il farmaco, dal governo si levano diverse voci fortemente critiche. In primo luogo quella del ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ricorda: «C'è una legge, se la leggano. E, anche se sembra ovvio dirlo, tutte le leggi vanno rispettate». In un'intervista a Repubblica il ministro invita tutte le Regioni ad «attenersi alle indicazioni del Consiglio superiore di sanità che prevedono, nel rispetto della legge 194, che la pillola Ru486 venga data in ricovero ordinario fino all'avvenuto aborto».

PRESTIGIACOMO - Sulla stessa linea la collega dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, secondo cui «quando si assumono ruoli da governatore bisogna rispettare la legge. Nessuna Regione può pensare di poter proibire ciò che è concesso e regolato dalla 194. Le dichiarazioni di Zaia e Cota? Euforia da vittoria elettorale». Anche Alessandra Mussolini (Pdl), intervistata dal quotidiano Affaritaliani.it, ricorda che «abbiamo una legge che deve essere rispettata. Su questa questione rischiamo di diventare guelfi e ghibellini». Ma una critica arriva anche dall'interno della Lega, e in particolare dal sindaco di Verona Flavio Tosi, che si smarca dal governatore veneto Luca Zaia: «Non sono d'accordo né con chi sbandiera la Ru486 come un rimedio a problemi legati a rapporti sessuali facili, ma neanche con chi dice che non bisogna assolutamente utilizzarla». Un'altra voce fortemente contraria è quella del deputato pidiellino Benedetto Della Vedova: «Inseguire la Lega nelle crociate propagandistiche sulla Ru486 significa consegnare al Carroccio l'egemonia culturale della coalizione». Ironica Margherita Boniver (Pdl): «Ignoravo che Cota e Zaia fossero anche ginecologi».

«ASSE LEGA-CHIESA» - La polemica è scoppiata mercoledì, quando Roberto Cota ha detto che le scorte ordinate dall'ex presidente piemontese Mercedes Bresso potranno «benissimo restare nei magazzini». Il giorno dopo è arrivato il duro intervento di Luca Zaia: «Studieremo il modo per non farla arrivare negli ospedali veneti». Posizioni che hanno incassato il plauso di monsignor Rino Fisichella, tanto che diversi quotidiani parlano di "asse Lega-Chiesa". Fisichella ha precisato poi su Avvenire che «sui temi etici non si tratta di essere cattolici o non cattolici, ma di riscoprire il valore fondamentale che è scritto in quella legge naturale che non è un'invenzione né della Chiesa cattolica né dei cristiani». Sempre sul quotidiano della Cei il giurista Alberto Gambino, ordinario di diritto privato all'Università Europea, spiega che «il monitoraggio delle tecniche abortive rientra pienamente nei poteri delle Regioni».

ZAIA: NO PILLOLA COME OGM - Nonostante le polemiche e il "fuoco amico", Zaia non sembra avere ripensamenti. «Nell'ambito della 194 abbiamo delle grosse perplessità rispetto alla sperimentazione perché ci sono stati dei morti - ha detto venerdì ad Affaritaliani.it -. Resto contrario dal punto di vista etico. Stiamo talmente banalizzando la questione che la Ru486 rischia di diventare l'aspirina delle minorenni. Interpreto appieno le parole del Papa, al di là della legge c'è anche una questione etica. L'ho fatto con gli Ogm, lo faccio anche con questa pillola». Di banalizzazione parla anche il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, che in un'intervista a Repubblica tv sottolinea come la Ru486 «non è un farmaco miracoloso, anzi ha molte ombre, basti pensare alle 29 morti, 5 in Gran Bretagna, di cui non si è scritta una riga. C'è il rischio di una banalizzazione dell'aborto - continua -, non sul piano personale ma sociale, a causa di questo continuum chimico che sarà proposto alle donne, con l'idea di poter tornare a casa subito dopo l'aborto». Ma la pillola, spiega, «ha molti più effetti collaterali e più eventi avversi dell'aborto chirurgico». Roccella si dice «favorevole a un protocollo unitario, possibilmente condiviso con le Regioni, per l'utilizzo della Ru486».

PARTITE LE PRIME SCATOLE - Intanto le prime confezioni di Ru486 sono partite alla volta della Puglia. «La prima consegna dovrebbe essere effettuata al Policlinico di Bari, ma alcune scatole stanno raggiungendo anche la Toscana» spiega Marco Durini, direttore medico della Nordic Pharma, distributore esclusivo della pillola per l'Italia. Durini si è detto «molto preoccupato per il clima esasperato che si è creato» e annuncia il silenzio stampa: «Non daremo informazioni su ordinativi e consegne». In Puglia sono circa 200 le donne che hanno abortito con la pillola Ru486 nelle due strutture in cui è stata compiuta la sperimentazione, il Policlinico di Bari e l'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Alcuni quotidiani locali scrivono che un altro quantitativo di farmaci è stato richiesto con il beneplacito del governatore rieletto Nichi Vendola e dell'assessore regionale alla Sanità uscente Tommaso Fiore. La disciplina dell'uso della Ru486 negli ospedali pugliesi sarà uno dei primi appuntamenti all'esame del nuovo esecutivo.


ma dove era la lega quando è stata approvata la legge?
Cmq, è evidente che è un polverone tirato su per acchiappare consensi, sopratutto dall'inetto Cota che ha vinto per un soffio. L'unico motivo per cui il pdl non si aggrega alla sceneggiata è che così si sconfesserebbe da solo.
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