Francesca Coppola
00venerdì 25 maggio 2012 12:27
negami, se vuoi negami
ma non pronuncerò il tuo nome
in monologhi ormai sordi
avrai comunque le tue schiene da incastrare
a quelle noi che non hanno abbastanza voci
a quelle che rispondono a finali dal tono invitante
a quelle che ai ponti non credono –se non toccano-
e di fame prosciugano
dimmi quando è stato a scegliermi lo sbaglio
dove ho costruito torri con giocattoli rotti
se il silenzio è davvero un albero muto
che si dilania per non morire
a prescindere che potremmo salvare i paesaggi
da tutto questo niente che s'affaccia vasto
a rubare minacce e poi irrompe in un pianeta
troppo stanco per pettinarsi giorno
Maredinotte
00sabato 26 maggio 2012 19:01
sa di amicizie finite e delusioni...
una sensazione che conosco bene, che in quel cuneo doloroso sempre mi piace.
e mi piace la poesia, come è scritta. non mi piace solo quell' "a prescindere" che cercherei di sostituire con qualcos'altro.
Francesca Coppola
00mercoledì 30 maggio 2012 13:14
Cia Robby!
sì, hai perfettamente ragione, anche se è da quel "a precsindere" che parte tutto!
un abbraccio