gegya854ever
00giovedì 29 settembre 2005 23:36
forse voi mi direte-ma cs ci fa una discussione sui gay in religione?-e forse nn avrò molte risposte,ma volevo sottoporvi questo articolo per farvi riflettere e capire cose ne pensate voi di quello ke scriverò ora:
Da "D - La repubblica delle donne"
Quando i gay sono fedeli
Inchiesta su D di Repubblica: "La Chiesa li tiene ancora lontani. Ma molti omosessuali hanno fede. E rivendicano un posto vicino a Dio"
Ambra Radaelli, 18 settembre 2005
Che la Chiesa cattolica non sia tenera con gli omosessuali è cosa nota. No al corrispettivo italiano dei Pacs, no matrimonio, meno che mai l'adozione. Quando era ancora cardinale, Joseph Ratzinger richiamò i politici del mondo affinché non avallassero le unioni civili. Diventato Papa, non è certo tornato sulle sue posizioni. Wojtyla aveva escluso dal sacerdozio don Franco Barbero, il prete piemontese che benedice le unioni gay.
Di recente, l'arcivescovo di Québec City, il cardinale Marc Ouellet, ha annunciato la decisione della Conferenza episcopale cattolica: i figli dei genitori dello stesso sesso non saranno battezzati se entrambi i padri o entrambe le madri vorranno firmare l'atto di battesimo. In Usa esistono varie associazioni, sedicenti cristiane, che hanno tra gli obiettivi quello di rimettere i gay sulla retta via (per altre notizie su omosessualità e discriminazione: http://village.splinder.com/).
Ciò nonostante molti gay continuano a credere, a frequentare le parrocchie, alcuni si fanno preti. Ci siamo chiesti il perché. Perché stare in una istituzione che li disprezza e nega i loro diritti? Abbiamo girato la domanda a loro e la risposta è stata: noi non siamo nell'istituzione. Quella è la gerarchia, il Vaticano, e non ci appartiene. Noi siamo parte della Chiesa, ovvero del popolo di Dio.
Gianni Geraci è portavoce del Coci, Coordinamento dei gruppi di omosessuali credenti, ce ne sono una decina in tutta Italia (l'elenco si trova nel sito http://it.gay.com/coci/ oppure www.gruppolafonte.it, cliccando su Amici). Lo incontriamo nella sede milanese di Il Guado, un sotterraneo umido e freddo dove si fanno feste e riunioni. In queste occasioni sono state scattate le foto dei soci: uomini per la maggior parte maturi. Per il resto, l'ambiente è un curioso mix: alle pareti convivono il ritratto del cardinale martini e il calendario sexy di Luca del Grande Fratello 3; una vetrinetta custodisce le statuette del presepe mentre il pritariviste propone Pride e Babilonia. "Nel Vangelo, Gesù dice che quando qualcuno si ritrova nel suo nome, lui è presente" dice geraci. "E' questa la Chiesa, ed è una forzatura dire che non ami gli omosessuali: tanti credenti mostrano attenzione nei nostri confronti. Crediamo nella Chiesa, non nlla gerarchia che, quando rifiuta i gay ma anche i divorziati e le donne nel ministero, non è fedele al Vangelo, non è popolo di Dio".
L'ufficio stampa del Vaticano dichiara che, al di là del Catechismo, la pratica pastorale può essere più morbida. "Il vescovo di Como, Alessandro Maggiolini, afferma che la Chiesa deve essere dura sui pulpiti e comprensiva nei confessionali. Spesso è così. Ma la durezza pubblica può portare alcuni fedeli all'omofobia. Pochi anni fa un gruppo cattolica Usa ha fatto autocritica: alcune espressioni usate potevano avere alimentato il clima che ha portato, nel 1998, all'uccisione del 21enne gay Matthew Shepard. Inoltre una dissonanza tra teoria e prassi può creare personalità schizofreniche: se gli si instilla il senso di colpa, è facile che il credente gay cerchi di espiare attraverso rapporti non protetti o una promiscuità nevrotica. Si rischia di cadere nello stereotipo tipico dei cattolici: saltare una continenza che non si cerca e condannare una promiscuità che si pratica. Vorrei portare a esempio le parole del teologo monsignor Luigi Serenthà: una fede che non può essere proposta a tutti non è una fede cattolica".
Gianni Geraci accetta di raccontare qualcosa di sé: "Da ragazzo ho cercato di seguire le indicazioni del mio confessore: niente rapporti sessuali, né amicizie con altri gay, per non cadere in tentazione. Prima mi sono condannato a una solitudine devastante e poi ho intrapreso una terapia, fallita, per cambiare il mio orientamento. Risultato: ho perso la fede. Ora, di nuovo credente, considero la mia omosessualità come una grazia particolare: da giovane ero più integralista, oggi capisco l'esigenza della Chiesa di aprirsi a tutte le diversità. Anche nella liturgia: i fratelli africani, per esempio, chiedono che l'eucaristia venga celebrata con il pane di miglio e il vino di palma. Il vaticano è impreparato a tutto questo. ma se queste tensioni ci sono è la volontà dello Spirito Santo".
Ma come vivono la fede di questi gay gli altri gay, quelli più politicizzati, in genere laici che chiedono diritti e non risparmiano critiche a una Chiesa nemica? "Da qualche anno, la nostra esperienza di credenti è più capita", afferma Geraci. "Un tempo questo posto era chiamato 'la catacomba': perché era un sotterraneo ma soprattutto perché nessuno lo conosceva. Ci sentivamo isolati da entrambe le parti: la Chiesa cattolica ufficiale e il movimento omosessuale. Lo scorso giugno aprivamo la sfilata del Pride milanese". Conferma Aurelio Mancuso, segretario generale Arcigay: "Abbiamo migliaia di soci credenti, io stesso lo sono. All'interno del movimento, fino a qualche anno fa, c'era una grossa diffidenza. I militanti laici e atei ci chiedevano: come potete credere mentre la Chiesa vi bastona? Inoltre, se per la Chiesa l'omosessualità è male, l'Arcigay è un male ancora più grande, perché fa emergere ciò che dovrebbe restare in ombra. Ora, però, all'interno del movimento la diffidenza ha lasciato il posto a un grande interesse verso omosessualità e fede. Perché se davvero l'uomo è a immagine e somiglianza di Dio, anche l'omosessualità deve far parte del Suo progetto".
Un'idea condivisa da don Franco Barbero, che nella sua comunità Viottoli (www.viottoli.it) a Pinerolo (Torino) "sposa" le coppie gay e quelle formate da un religioso e un laico. "Ho cominciato nel 1978, con un'unione tra uomini. Ogni tanto vengono a trovarmi, hanno festeggiato i 25 anni a casa mia; sono ancora felicissimi insieme". Si tratta di benedizioni, perché né lo Stato italiano né tanto meno la Chiesa ammettono i matrimoni tra persone dello stesso sesso. "Ma per la coppia, ha valore sacramentale". E' facile immaginare con quale entusiasmo il Vaticano abbia preso l'attività di don Barbero. Il quale, però, non se ne fa un cruccio: "Sono stato sanzionato da un decreto personale di Papa Wojtyla, nel marzo 2003, C'era scritto che con quella sentenza, infallibile e inappellabile, venivo 'dimesso' dallo stato clericale e ridotto allo stato laicale. ma uno dei dogmi della Chiesa prevede che chi è sacerdote rimanga tale per sempre. Quindi, certo che posso celebrare i sacramenti. Vorrà dire che me la vedrò con Dio. Comunque, il decreto è stato un'ottima pubblicità: non ho mai lavorato come quest'anno". Barbero respinge l'accusa di andare contro le sacre scritture che, dice, "rendono lecito qualsiasi matrimonio, purché due persone si amino. Ogni forma d'amore vive sotto il sorriso di Dio. Gesù non ha dato un modello: i modelli venivano in base alle culture. Ha dato un orizzonte. Se vogliono sposarsi due eterosessuali, li si facilita con corsi di preparazione accelerati che fanno passare tutti, fede o non fede. Per gli omosessuali, c'è una proibizione assoluta. Il fatto è che ancora si pensa al gay come a un affamato di sesso. Del resto, il sospetto verso il corpo e il piacere nel cristianesimo ha una storia che parte dalla metà del II secolo d. C., quando le donne furono estromesse dal ministero". Cosa pensa del Catechismo? "E' ridicolo: si riconosce un'inclinazione m non il suo esercizio. Come si può chiedere a qualcuno di non vivere ciò che è? Questa è induzione alla patologia. E poi, quel linguaggio uno e bisunto di misericordia: 'ci vuole misericordia, noi che siamo i buoni'... Se fossi un gay, nulla per me sarebbe più offensivo". Franco Barbero si rifà alla teologia della liberazione, "la riflessione, da quarant'anni a questa parte, su una fede che porta libertà. E che è imparentata con il femminismo, il meticciato, i movimenti politici in America Latina e in Africa. Che mette in discussione il patriarcato e le gerarchie del Vaticano". Quali lettere riceve questo sacerdote? "Spesso di ragazzi gay che cercano un prete in grado di ascoltare. Anche i colleghi mi scrivono a migliaia, omosessuali e no". E questo è un grande capitolo. "Alcuni preti gay hanno trovato un amore felice e lo vivono. Ma moltissimi vivono nlla paura di essere scoperti e messi ai margini".
nucleo63
00martedì 4 ottobre 2005 14:08
carissima Gessi
credo che sia normale come ha detto precedentemente Sasa vivere la propria spiritualità e non è certo un divieto della chiesa a fare in modo che questa venga meno come dimostra il tuo articolo.
Effettivamente credo la misericordia di Dio sia più grande ma se si permette a tutti di fare quello che si vuole sai che pasticcio per quelli che credono??
Non si sa più cosa sia bene o male e quale sia il vero messaggio per questo forse la chiesa è cosi ristretta a livello mentale perchè essendo fatta di uomini con un
non sempre disposto a capire quando si fanno eccezioni si crea gran confusione. Secondo me fanno benissimo i gay a credere e frequentare la chiesa e anche i sacerdoti anche se non possono usare i sacramenti perchè cmq la loro vita interiore viene arricchita.
Ma non possiamo chiedere ad una chiesa che ha come obiettivo l'amore tra un uomo e una donna (il primo amore Adamo ed Eva) capace di essere fecondo perchè così voluto da Dio non da noi (uomini)di considerare "normali" anche gli altri amori.
Li deve accettare e rispettare ma non condividere secondo quanto Gesù ci ha insegnato. Sicuramente in cielo c'è una misericordia e un giudizio molto più ampio che magari comprende anche questo ma non ci è dato di saperlo per cui...se vuoi... possiamo sperarci insieme...ma non chiedere di cambiare le regole della natura.
Un
e un
per avermi letta: Spero di non averti delusa condividendoti il mio pensiero e che la nostra amicizia non ne risenta perchè tu lo sai che
e ti rispetto per la persona che sei senza eccezione alcuna OKK??
sasalvatore
00martedì 4 ottobre 2005 22:08
riflessione .... con affetto
intanto grazie a nucleo che con l'ormai abituale equilibrio ha saputo "inquadrare" il problema ...
Cara Gegia ... so che ci tieni a sentire la mia opinione .... ed eccomi qua, con l'abituale schiettezza che ormai penso mi riconosci amche tu:
Vedi, io ho un enorme rispetto per la tua scelta di vita come rispetto due miei cari amici romani che hanno il tuo stesso problema e due amiche anch'esse della capitale che vivono insieme ...: li ho conosciuti in Egitto in un viaggio di qualche anno fà, in cui loro -- che viaggiavano per conto loro - mi hanno chiesto di aggregarsi al mio Gruppo "guidato da un prete" e ... siamo diventati amici la sera della "festa mascherata sulla nave" quando mi hanno detto la loro situazione e siamo rimasti amici ... sono anche stati tutt'e quattro a casa mia in Calabria ....
Con loro ogni tanto parliamo di queste cose e però sempre con il massimo rispetto reciproco. Rispetto significa - per me e per loro - che ognuno di noi vive la sua vita con le sue scelte e la sua spiritualità ... ma nessuno di noi cerca di "imporre agli altri" la sua condizione o "cerca l'approvazione" o la "condivisione". Loro "credono" e "pregano" .... ma non hanno mai preteso che la Chiesa - e quindi io in quanto prete di questa chiesa - accettassi e condividessi o ... benedicessi la loro unione ... io non mi sono mai permesso di "scomunicare" la loro situazione, preferendo "lasciare a Dio" il giudizio in una situazione in cui, certo, LUI che conosce l'intimo di ognuno ... sa fare molto meglio di me - per fortuna !
Nessuno può chiedere alla Chiesa in quanto "istituzione fondata sul vangelo" di .... cambiare la sua posizione sul matrimonio etero ... che poi era l'unico di cui si occupa Gesù nel vangelo e mi dispiace che il don Franco Barbero di cui tu parli .... abbia voluto "costringere" il Vangelo a condividere le sue idee al di là della dottrina della Chiesa di cui Lui .... pretende di fare ancora parte dopo averla però trasformata a modo suo:
se ognuno si fa una chiesa "ad uso e consumo privato" non ha più senso poi pretendere di "far parte della Chiesa" e di avere "l'approvazione della Chiesa": di quale chiesa si parla se .... ognuno se la costruisce a modo suo ? E ... - scusate la mia "presunzione" - perchè io dovrei "condividere" l'interpretazione biblica di don ... Barbero (?) e invece dovrei .... sconfessare quella di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e dei Padri della Chiesa ? In base a che cosa io "pinco pallino" pretendo di cambiare le carte in tavola accusando gli altri - tutti gli altri - di non aver capito niente, mentre ... io solo avrei la luce dello Spirito Santo ?
Ecco .... forse se ognuno di noi sceglie la propria vita - in buona fede, senza malignità e cattiveria, senza pretesti e presunzioni di... saperne più del Padreterno - può anche pensare e sperare di trovare "comprensione" dal Signore che - ricordiamocelo - dice di essere venuto per i peccatori non per i giusti, per i malati non per i sani,.... che ha voluto un bene dell'anima alla peccatrice a cui però ha detto "va e non peccare più" come ha fatto festa per il Prodigo "tornato" e l'ha accolto in casa ... nonostante il fratello maggiore .... che ha aspettato che Pietro "piangesse amaramente" per poi farlo "Capo" della sua chiesa ... che è quel Gran Signore che è, e ci invita tutti al pranzo di nozze del suo Figlio (andate a Messa e ascoltate il vangelo di domenica prossima 9 ottobre !) ma che ..... pretende però "la veste nuziale" ...(vedete sempre la parabola del Vangelo di domenica 9 ) .... Vivere la propria vita scegliere o "capire" la propria vocazione, e la propria spiritualità sapendo che ... il Signore mi ama e come ama me ... ama anche gli altri ... ognuno con i suoi "problemi" o i suoi "carismi" e rispettare e accettare le "regole" quelle poche che ci sono e che ..... dicono, per esempio, che se io voglio far parte "a pieno" di una "Istituzione" .... sono io che devo accogliere le sue regole e non l'Istituzione che deve "cambiare" solo perchè io ... pretendo!!!!!
Non so aggiungere altro: ti chiedo scusa Gegia se ... ti dò l'impressione di essere "duro".... ti assicuro che per me non si tratta di..... durezza, bensì di chiarezza e di rispetto: anche questo per me è un modo per dirti che TVB, come sei, senza pretendere che tu diventi come magari io preferirei che tu fossi .... Tu sei Tu, e sei UNICA e ... basta. CIAO E SCUSAMI .... non ti vorrei bene se per farti piacere facessi finta di .... "cambiare le carte in tavola"
gegya854ever
00mercoledì 5 ottobre 2005 22:02
stai tranquilla qst è un forum ed è fatto x discutere civilmente e dire la propria parola.
cmq se la gente iniziasse a rispettare la gente x quello ke è sarebbe un mondo migliore e nn dico sl in kiesa ma anke x strada a scuola,in autobus,invece nn lo fanno devono sempre criticare e basta.io credo ke si formano delle kiese x loro x stare tranquilli e anke xkè molti li escudono e li considerano diversi allora loro si creano una loro chiesa ma molti di loro credono in dio ma ci crediamo noi,perche allora nn possiamo fare una chiesa solo con dentro èersone di tt le razze e scielte sessuali?xkè magari un trans deve cambiare il suo modo di essre x non essere giuducato dalla chiesa e dalle persone che la frequentano?io non vado anke in chiesa perche ogni volta che ci vado sento i commentini delle pettegole del paese ke raccontano i fatti degl'altrio e criticano le gente x come è vestita o per come si comporta,allora preferisco seguire la messa da casa opp pregare x conto mio.
si ok capisco il perke si comporta cosi,ma perche viviamo in un paese dove si fanno distinzioni per colore di pelle,scelte di vita,e cs varie?perche la gente nn impara a guardarsi dentro ed a mettersi al posto delle gente ke offende cn i loro giudizzi del cavolo?molti preti la pensano diversamente da noi su chi è "diverso" ma allora perchè molti preti la pensano come noi?perche nn possono esistere preti che nn pensano sl al colore di pelle ed alle scelte di vita delle gente invece pensano e fanno come vuole veramente dio?cioè dio vuole che noi ci rispettimo l'uni gli'altri x colore di pelle razza religione e scelte di vita,invece qst nn accade,c'è il razzismo in qst mondo del cavolo e nn mi va x nulla ma io n dico razzismo x gli omosex ma x tt le persone "diverse"