provate ad immaginare di essere un ape

essenzanotturna
00venerdì 30 giugno 2006 15:42
Prova un pò ad immaginare di essere un’ape. E’ una bella mattina di primavera, ti svegli di buon ora e sai che ci sono tanti splendidi fiori che si scaldano ai primi raggi del sole per allontanare il gelo notturno. Ti aggiri per i campi in cerca del prato migliore, da lassù sembra tutto così bello...così vasto. Ma non hai ancora trovato quello che cerchi finché...finché non scorgi nuove piante in fiore. "Menomale" pensi, perchè il cibo che ha nutrito le migliaia di api della tua colonia aveva iniziato a scarseggiare. Così, piombi a capofitto sul morbido polline, senti un lieve solletico sotto alle zampette. Finalmente puoi riempire la tua sacca con dolcissimo nettare e volare fino al tuo alveare. Le altre api vorranno sapere, loro non conoscono i fiori che tu hai scoperto. La tua testa è piccola piccola, grossa appena un puntino. Ma ragioni, hai bisogno d’aiuto per trasportare tutto quel nettare. La tua colonia, d’altronde, prima dell’estate raggiungerà una dimensione notevole. Non puoi fare tutto da sola, con la piccola porzione di bollicine e nettare che riesci a trasportare...non riusciresti a farlo in tempo. Come comunicare con le altre api? Improvvisamente ricordi che esiste un modo. Tu e le altre avete imparato una lingua comune, la danza. Ecco come potrai parlare con loro. Anche se questo sembra un racconto fiabesco, uno di quelli che si narrano ai bambini per farli addormentare, come la storia di Pollicino...beh, vi giuro che non lo è. Le api per parlare tra di loro, ballano. Si signori, ve lo assicuro! Per identificare una fonte di cibo troppo distante dall’alveare l’ape viaggiatrice ed esploratrice compie una danza. Le altre attratte dai suoi movimenti si raggruppano intorno, la imitano...e percepiscono la fragranza dei fiori, come una dolce melodia. Se la fonte è vicina l’ape compie una danza circolare. Altrimenti balla disegnando una specie di otto. Certo ogni colonia poi ha le sue tradizioni! Esse possono ricavare la distanza di una fonte di cibo dal numero di volte che la danzatrice gira in un certo arco di tempo, ed anche dai movimenti dell’addome. Più grande è la distanza, più lentamente l’ape si muove. Mentre la direzione del cibo è indicata dalla direzione e dall’angolo che l’ape danzante compie nel cerchio. E’ affascinante sapere che insetti così minuscoli, all’inizio del 900 (quando qualcuno decise di studiarli) abbiano un pò sbriciolato in un certo senso la visione monolitica della dura roccia chiamata "evoluzionismo". E’ appurato, infatti, che la lingua delle api non si è potuta evolvere - non sono di certo andate a scuola di ballo, su! - il loro linguaggio danzante è nato con loro stesse. Senza dover per forza scomodare Darwin – non mi pare il caso - questa storia pare essere la dimostrazione che per quanto noi uomini ci teniamo stetti a teorie e paradigmi, regole e paletti...ci sarà sempre un puntino colorato in una tela scura. Ci sarà sempre un pò di mistero che ci porterà a dubitare qualche volta...Niente può essere dato per certo.
Aries2006
00venerdì 30 giugno 2006 21:34

L'intero universo è un puntino colorato su di una tela scura.
Al di là di quanto scientificamente teorizzato e al di là delle
convinzioni religiose...la nostra nascita è un mistero...

Daniela [SM=x142921]
Geneshys
00sabato 1 luglio 2006 12:38
Re:

Scritto da: Aries2006 30/06/2006 21.34

L'intero universo è un puntino colorato su di una tela scura.
Al di là di quanto scientificamente teorizzato e al di là delle
convinzioni religiose...la nostra nascita è un mistero...

Daniela [SM=x142921]



Ma non siamo nati tutti da grembo materno? Qual'è dunque questo insondabile mistero? [SM=x142839] [SM=x142839]
Lasciamo che i misteri nutrano i misteri, noi nutriamo la nostra vita di quell'amore che questo presunto mistero ci ha donato...

[SM=g27822]

[SM=x142887]

Gae

Cobite
00domenica 2 luglio 2006 08:36

Carissimo Essenza, l'ape non è la sola specie che usa la parola dei gesti del corpo oltre che a quella dei suoni (vibrazioni) per comunicare. Lo fa anche il cane, il gatto, la scimmia e tanti altri animali, l'uomo compreso.
Una sola precisazione: meno una cosa è tramandata con l'insegnamento e più fa parte del codice genetico più si dà consistenza alla teoria di Dawin. L'evoluzione della specie infatti si basa sulla mutazione dovuta alla selezione naturale.

Se capitava ai giorni nostri fose al naturale aggiungeva un "o artificiale"

[SM=x142848] Giancarlo




fiordineve
00lunedì 31 luglio 2006 00:05


Nessuna dissertazione filosofica.

Trovo questa una storiella simile ad una favola da raccontare ai piccini, tipo l'Ape Maia.



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