sto scrivendo una storia fantasy con un'ambientazione originale, ma ho alcuni problemi di ambientazione.
Il mondo che sto scrivendo è diviso in due categorie: una, quella dei popolani senza alcuna capacità e quella della "corte" in cui le persone hanno capacità particolari. Ogni anno i popolani meritevoli vengono reclutati dalla corte, addestrati e infine inseriti nella corte una volta adulti.
Dipende se queste qualità particolari siano di tipo normale, quale la decisione o l'intelligenza, o di tipo magico. Se sono di tipo normale, può essere necessario che le persone crescano un bel po' di anni affinché queste capacità siano notate, e nel frattempo queste persone acquisiscono la mentalità dei popolani, per cui i due mondi non potrebbero essere così distinti come usi.
Se invece sono di tipo magico, allora potrebbero essere rivelate da qualche esame fatto in tenera età, e quindi i bambini cooptati verrebbero cresciuti con una mentalità diversa.
Però vedo problematica una distinzione così netta. I potenti avranno certamente dei domestici che vivono con loro: sono popolani o nobili? Inoltre la società ha bisogno di quadri intermedi nella catena di comando, andrebbe definito a quale delle due categorie appartengano.
Per quanto riguarda la suddivisione dei ruoli nella classe popolare, mi sembra verosimile una forma intermedia in cui alcuni ruoli, la maternità in primis, sono esclusivamente femminili, altri preferenzialmente femminili, altri indifferenti, altri prevalentemente maschili. Questo non significa necessariamente che uno dei due generi abbia una superiorità gerarchica sull'altro.
Teniamo però conto che, con standard sanitari medievali e una mortalità infantile prossima al 50%, ciascuna donna fertile dovrebbe fare in media 6 figli per vederne sopravvivere 3, il minimo per mantenere stabili o crescenti i livelli demografici tenendo conto che non tutte le donne facciano figli.
Inoltre la mortalità per parto, verosimilmente attorno al 3% per ogni parto, farebbe sì che una donna su 6 muoia nel dare alla luce uno dei suoi 6 figli. Per questa stessa ragione, ci sarebbe una forte pressione sociale sulle donne per fare figli: quelli che non fanno loro, li devono fare le altre, con tutto il peso che comporta.
Perciò lo spazio per donne che fanno qualcosa di diverso dalle madri o casalinghe è limitato perlopiù a donne anziane che hanno esaurito l'età fertile (in un mondo medievale, attorno a 35 anni), o a donne sterili, o a poche altre.
Ovviamente questi numeri potrebbero essere un po' addomesticati presupponendo condizioni sanitarie più decenti, che portino a 4-5 figli per madre; sotto, è poco verosimile che si vada.
La possibilità di una società del genere paritaria o matriarcale dipende molto dal supporto, anche economico, ricevuto alle donne con figli da parte della società; è pienamente possibile che questa consideri i figli come un bene comune e supporti le madri con figli anche in assenza di un marito che si prenda carico di lavorare per mantenerli; però questo richiede un alto grado di organizzazione sociale, che richiede leader popolari e non solo dei nobili indifferenti. In assenza di questo, le donne con figli dipenderebbero dal loro uomo per il mantenimento.
Resta qualche domanda relativa alla casta dei nobili: avrebbero figli anche loro? Questi figli sarebbero automaticamente ammessi alla casta dei nobili? Se sì, le cooptazioni di popolani dovrebbero essere numericamente molto limitate per lasciare spazio ai figli dei nobili.
Spero che queste considerazioni possano esserti utile per modellare la società della tua storia.