Teniamolo segreto, questo tavolo e il paralume
a ricette che furono di un film sul mare
quando vendetti l’anima al castello
per comprare argenteria e cibarie
Ivi sfogliavo quadri ai capostipiti
quasi pagine di diario
allo shioccar di dita op, tra la polvere e una telefonata
Il verde fuori galleria i bachi e i gelsi
messi di grumo all’aia.
lega la fascia
legala sul mento, taglia, taglia lega
inganniamoci le messi
con le conigliette e un bacio del fattore
che le sfoglia sul lunario come macchie di ketchùp
e dividi i colori, metti le ombre, acchiappa
acchiappa farfalle a Vivaldi, come i violini sulle scale
op, ballano le dita dal premio ai pulcinelli
ancora a guardarmi tra le punte e la stiva
i colli delle quaglie in piedi sul vassoio
tra il ribes e un golfo di vento
È tempo per la piena, che trascini via i quaderni
lo zaino vuoto anche di sigarette quelle
che seppi al lago tra i rosmarini e i tuoi occhi spenti
Mi son sempre chiesta dei bracieri, delle donne
e i fazzoletti , delle pergamene o i pesci, se il greto sia di cenere
se si nasconda lì la luna
teniamola segreta questa notte, che sia
la nostra notte dei segreti
che poi ci pagheremo
le lucciole nei campi fuori casa
-una notte successe-
una notte,
successe al tramonto
che successe al giorno in cui
-successe così,
inconsapevolmente- ops
ho lasciato il mosto a riposare
domani sarà carico d'odio
contratto_malumòre di
una stupida attesa- ops
tutto questo non è
che un panorama vuoto
e davanti al Dio dell'Abbondanza
restiamo chini,
a chiedere colore
è tempo per la piena,
che faccia di noi quello che vuole
-nel fondo
siamo noi,
che ci spegnamo-
.
.
.
mi sono sempre chiesto degli odori
di come sarebbe,
per un momento nell'eternità
sentirsi estate,
volare come rondine
in quello sconosciuto azzurro
che nasce dai miei occhi