I redditi degli italiani finiscono on line. Bufera sul Fisco, il Garante dice stop
redazione Mercoledì 30 Aprile 2008 alle 11:27
7 commenti
Il muro a protezione del segreto su quanto ogni cittadino dichiara e guadagna, prima caduto, ora è tornato. A rimetterlo in piedi il Garante dela Privacy che ha detto stop alla pubblicazione online sul sito dell’Agenzia delle entrate, di tutti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi degli italiani.
L’occasione di poter scoprire con un clic quanto guadagna (o meglio guadagnava visto che i dati sono relativi al 2005), un amico, un vicino di casa, il capoufficio, o qualche personaggio celebre, per gli amanti del gossip, si era mostrata molto ghiotta. E infatti, grazie a un passaparola fulmineo, dopo poche ore il sito dell’Agenzia era già collassato. Tutti a cliccare per soddisfare la curiosità di sapere, la voglia di curiosare tra le cartelle fiscali degli altri.
Dal sito
www.agenziaentrate.gov.it, si cliccava sul link Uffici (in alto a destra), quindi su “elenco uffici”, da qui su “elenchi nominativi dei contribuenti” e infine, su “consultazioni elenchi dichiarazioni”, scegliere la regione della persona che si sta cercando, sulla provincia e sul comune e, dopo aver inserito un codice di sicurezza presente sulla pagina stessa, si poteva scaricare il file contenente i dati richiesti.
Gli elenchi, in ordine alfabetico e suddivisi in base al comune di appartenenza, sono formati sulla base del domicilio fiscale e riguardano le dichiarazioni presentate da persone fisiche, società, associazioni tra artisti e dagli enti non commerciali. Tutte le informazioni sono desunte dall’Anagrafe Tributaria e oltre al reddito era possibile sapere per ognuno l’età, il volume d’affari, cioè l’IVA, e il modello con cui la dichiarazione dei redditi è stata presentata: Cud, 730 o modello Unico. Tutto pubblico, tutto free: la categoria prevalente di reddito, l’ammontare del reddito imponibile, l’imposta netta e (per chi ce l’ha) l’ammontare del reddito d’impresa.
Il provvedimento di pubblicazione pare rispondesse a un’esigenza di trasparenza tra Agenzia delle entrate, Comuni e cittadini. Infatti, il primo commento all’archivio on line era del viceministro all’Economia Vincenzo Visco che ha avuto un ruolo determinante per la sua creazione: “È un fatto di trasparenza, di democrazia, non vedo problemi: c’è in tutto il mondo, basta vedere qualsiasi telefilm americano. Era già pronto per gennaio, ma per evitare le polemiche in campagna elettorale ho chiesto di pubblicarle più tardi”.
E la privacy? Appunto, proprio in nome della riservatezza, si è scatenata la protesta e la bufera sull’Agenzia. Oltre che la paura. L’Adoc afferma di aver ricevuto migliaia di telefonate da parte di cittadini preoccupati e impauriti: “È una palese violazione della legge sulla privacy, la 196/2003, e un pericolo per l’aumento della criminalità e della violenza, dato che sono stati pubblicati dati sensibili sui redditi, ghiotta fonte d’informazione per i criminali” commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori. “Tra l’altro” continua Pileri “nella modulistica di dichiarazione dei redditi non risulta prevista nè un’informativa riguardo la pubblicazione di tali dati né una clausola specifica di autorizzazione alla pubblicazione che costituisce ulteriore violazione della legge stessa”.
Da parte dell’Agenzia, ribatteva il direttore Massimo Romano: “L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha autorizzato la pubblicazione degli elenchi con decisioni del 17 gennaio 2001 e del 2 luglio 2003″. La privacy, insomma, non è stata violata: “È tutto regolare” ha detto Romano, “è un normale adempimento di legge”.
A risolvere il giallo, ci hanno pensato gli uffici del Garante una volta scoperta la pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi. E dopo una riunione straordinaria di due ore e mezza l’organismo presieduto da Francesco Pizzetti ha dato lo stop alla pubblicazione, chiedendo “formalmente e con urgenza ulteriori delucidazioni all’agenzia” e l’ha invitata “a sospendere nel frattempo la diffusione dei dati in Internet” si legge nella nota diffusa dagli uffici dell’autorità per la privacy. “Per tale forma di diffusione sussistono allo stato evidenti e rilevanti problemi di conformità con il quadro normativo in materia. L’Autorità ha invitato i mezzi di informazione a non divulgare i dati estratti dagli elenchi resi disponibili in internet dall’agenzia”.
A dire il vero a rendere inaccessibili, nel giro di poche ore, le pagine interne del sito che permettevano di accedere agli elenchi dei contribuenti, ci avevano già pensato i troppi contatti: ai contemporanei tentativi di accedere al sito compariva un’unica risposa: “Impossibile visualizzare la pagina”. Successivamente - non è ancora chiaro se a causa della bufera che si è scatenata sull’iniziativa - i link sono stati eliminati.
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Il sito dell’Agenzia delle entrate ha pubblicato le cifre dichiarate e le tasse pagate da ogni cittadino nel 2005. Secondo voi è giusto?
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RSS 2.0 CommentiCi sono 7 commenti a I redditi degli italiani
finiscono on line. Bufera sul Fisco, il Garante dice stop
Il 30 Aprile 2008 alle 15:43 natale63 ha scritto:
Penso che sia una cosa positiva. Sia un mezzo di contrasto all’evasione. Una sorta di gogna mediatica per gli evasori. Chi, dipedente, paga sino all’ultima lira non ha nulla da temere - neanche i sequesti come afferma Beppe Grillo, perchè i disonesti ne sanno più del Fisco -, ma autonomi e professionisti dovranno spiegare alla gente perchè hanno villa e bmw ma guadagnano meno di me.
Il 30 Aprile 2008 alle 15:59 meni1940 ha scritto:
Non è una novità, già 10 anni fa era possibile consultare i tabulati nell’ufficio di Via Manin (per i non milanesi ufficio delle tasse).
E’ bene che tutti sappiano con certezza
quanto sono fiscalmente ‘Cittadini Onesti’ tanti predicatori televisivi,politici,sindacalisti,confindustriali,professionisti celebri o meno.
Per questa volta dico bravo a Visco, però mi assale un dubbio perchè ha aspettato la sconfitta?
Il 30 Aprile 2008 alle 16:16 natale63 ha scritto:
Evidentemnete perchè sapeva che era una misura impopolare (specie nel nord-est degli evasori…) e non voleva perdere voti pure per questo …
Il 30 Aprile 2008 alle 16:54 grisostomo ha scritto:
E’ una solenne porcheria, che scatenerà la gente nello sport della delazione e dell’odio.
Solo uno sporco comunista (ma abusivista edilizio), un ladro ed un vampiro come Visco poteva pensarla. Maledetto lui e maledetto Prodi.
Bisogna fare qualcosa, e io la farò: non farò più dichiarazioni dei redditi.
Maledetti!
Il 30 Aprile 2008 alle 16:59 grisostomo ha scritto: “STOP A ELENCHI ONLINE DEI REDDITI”
Lo ha deciso il Garante della Privacy.
Il 30 Aprile 2008 alle 17:45 ppx ha scritto:
ultima (speriamo) prodiata
Il 30 Aprile 2008 alle 18:09 bepiro ha scritto:
Siamo alle solite: ennesima manifestazione di odio e di astio dei frustrati di sinistra nei confronti dei ricchi.
La profonda differenza tra un uomo di destra e uno di sinistra è che il primo non odia il ricco ma anzi lo ammira e si dà da fare per cercare di diventare come lui; il secondo invece lo odia e si dà da fare per fargli del male.
Non cambieranno mai, purtroppo per noi e per loro, insomma purtroppo per questa povera Italia.
Il 30 Aprile 2008 alle 19:35 tode75 ha scritto:
l'ultimo commento è il piu bello hahhahhaa