punta san matteo- mantello
A volte capita di aver dei sogni
A volte restano nel cassetto una vita
A volte trovi la persona giusta nel momento giusto e li realizzi...
questo giro è andata cosi...
siam saliti al Biv BAt Ortles sabato... perlustrazione dei dintorni,notte da sogno, luna piena più unica che rara
L'alba ci invita a partire. Pizzo di VAllumbrina,protetto dal suo fortino e dal filo spinato,cresta sassosa e cima di Villaocrna. Qui compaiono i resti del baluardo difensivo che fu... filo spinato ancora sui cavalletti, trincee di sassi, ferro ovunque , schegge di granata in quantità...
poi la cresta prosegue, sempre più affilata, sempre più difficile. strapiombi paurosi, che precipitano nella terminale del Dosegù. E ti chiedi come fosse possibile percorrerla armato, carico di cose,
bersagliato dal tiro nemico... e ti senti piccolo e impotente...
la sagoma nera e severa del san Matteo ci domina ormai vicina, e raggiungiamo la nostra meta: Monte Mantello, 3517 mt. Qui il 3 settembre 1918 calarono gli assaltatori austriaci, dopo la cruenta conquista del San Matteo. Aiutati dalla nebbia sorpendono il presidio di alpini, mettono a tacere le mitragliatrici, cercano di proseguire verso il Villacorna ma desistono e si fermano li...
si cammina su un tappeto di caricatori, austriaci e italiani frammischiati, a testimonianza dell'avvenuto scontro ravvicinato.
Ovunque rottami, schegge, granate, bombe a mano, scatolame. MA ciò che più colpisce son i resti del bivacco austriaco presso la vetta, coperte e teli tenda, concentrati in una buca defilata. Ci immaginiamo cosi gli assaltatori rannicchiati in questa scomoda posizione, bersagliati dai tiri rabbiosi dell'artiglieria italiana, in attesa di rinforzi e pronti a resistere a eventuali contrattacchi.
Ogni pietra trasuda storia, si sente ancora l'odore di chi qui combattè, morì, visse...
vaghiamo alcune ore in quelle poche centinaia di metri quadri che costituiscono il campo di battaglia... un viaggio nel tempo, toccando la storia...
poi ci fermiamo, accendiamo il fornelletto, e sciogliendo un po di neve ci facciamo un thè... caldo, dissetante... assorti nei pensieri che qui viaggiano alla velocità della luce.
poi il ghiacciao, rotto, insidioso, che impone concentrazione e passo fermo, ci riaccompagna alla realtà e al nostro tempo...
grazie Fabri,alla prossima..