ma in Iraq c'è ancora qualcuno?

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Lux-86
00lunedì 14 agosto 2006 13:47
ho sentito al telegiornale che oggi un'autobomba ha fatto sessanta morti, siccome è da due anni che ogni giorno è sempre così mi sembra che ci sarà anche la democrazia in Iraq ma fra un po' non ci saranno più gli iracheni ed anche lo stesos iraq mi sembra lì lì per dividersi (almeno così dice l'ex amabsciote inglese)
DarkWalker
00lunedì 14 agosto 2006 16:10
acqua iraq, ricca di democrazia, povera di demos...
Lux-86
00lunedì 14 agosto 2006 20:14
Re:

Scritto da: DarkWalker 14/08/2006 16.10
acqua iraq, ricca di democrazia, povera di demos...



^^

purtroppo è proprio così
Lux-86
00mercoledì 11 ottobre 2006 19:51

Iraq, Lancet accusa gli Stati Uniti
"Nella guerra 655mila morti"


Un funerale a Baghdad
LONDRA - Una cifra impressionante: 655mila i morti iracheni a causa dell'invasione anglo-americana dal marzo 2003. E' la stima fatta in uno studio statunitense che sarà pubblicato domani dalla rivista medica britannica "The Lancet". L'ha fatta un gruppo di ricercatori della Scuola medica Bloomberg dell'Università John Hopkins di Baltimora. George W. Bush ha subito bollato questi risultati come "non credibili".

La ricerca è stata condotta tra il 20 maggio e il 10 luglio. Otto medici dell'università di Bagdad, collaboratori dei ricercatori americani, hanno visitato 1.849 famiglie scelte a caso e con una media di sette membri ciascuna. In ogni casa è stato chiesto quante persone erano morte nel nucleo famigliare nei 14 mesi prima dell'invasione e quante dopo. Una volta elaborati i dati, è emerso che il tasso di mortalità prima della guerra era del 5,5 per mille, mentre dopo l'invasione è salito al 13,3 per mille. La differenza è servita a calcolare i morti "in eccesso", ovvero i decessi che presumibilmente non sarebbero avvenuti se non vi fosse stato l'intervento americano.

Lo studio di Lancet descrive una vera e propria emergenza umanitaria. Le vittime del conflitto sarebbero state 654.965 e cioè il 2,5% della popolazione dell'Iraq. In poche parole, un iracheno su 40 sarebbe morto in seguito all'invasione. In particolare, circa 601mila persone sarebbero state uccise in modo violento e metà di questi decessi sarebbero stati causati da armi da fuoco.

Lancet aveva già denunciato la situazione nell'ottobre 2004, quando aveva parlato di 112mila morti ogni anno a causa dell'invasione. Questa ricerca sembra confermare lo scenario drammatico descritto due anni fa. Sebbene, dicono gli autori del lavoro, questi tassi di mortalità siano prevedibili in tempo di guerra, la sua durata e il numero di persone coinvolte ha fatto di questo conflitto il più mortale del ventunesimo secolo, "e questo dovrebbe preoccupare tutti noi".

I risultati della ricerca sono stati accolti con molto scetticismo dalla Casa Bianca. George W. Bush, che in passato aveva stimato in 30mila le vittime del conflitto in Iraq, ha criticato lo studio dei ricercatori americani e lo ha definito "non credibile".

(11 ottobre 2006)
crocino
00giovedì 12 ottobre 2006 07:28
Re:

Scritto da: Lux-86 11/10/2006 19.51

Iraq, Lancet accusa gli Stati Uniti
"Nella guerra 655mila morti"


Un funerale a Baghdad
LONDRA - Una cifra impressionante: 655mila i morti iracheni a causa dell'invasione anglo-americana dal marzo 2003. E' la stima fatta in uno studio statunitense che sarà pubblicato domani dalla rivista medica britannica "The Lancet". L'ha fatta un gruppo di ricercatori della Scuola medica Bloomberg dell'Università John Hopkins di Baltimora. George W. Bush ha subito bollato questi risultati come "non credibili".

La ricerca è stata condotta tra il 20 maggio e il 10 luglio. Otto medici dell'università di Bagdad, collaboratori dei ricercatori americani, hanno visitato 1.849 famiglie scelte a caso e con una media di sette membri ciascuna. In ogni casa è stato chiesto quante persone erano morte nel nucleo famigliare nei 14 mesi prima dell'invasione e quante dopo. Una volta elaborati i dati, è emerso che il tasso di mortalità prima della guerra era del 5,5 per mille, mentre dopo l'invasione è salito al 13,3 per mille. La differenza è servita a calcolare i morti "in eccesso", ovvero i decessi che presumibilmente non sarebbero avvenuti se non vi fosse stato l'intervento americano.

Lo studio di Lancet descrive una vera e propria emergenza umanitaria. Le vittime del conflitto sarebbero state 654.965 e cioè il 2,5% della popolazione dell'Iraq. In poche parole, un iracheno su 40 sarebbe morto in seguito all'invasione. In particolare, circa 601mila persone sarebbero state uccise in modo violento e metà di questi decessi sarebbero stati causati da armi da fuoco.

Lancet aveva già denunciato la situazione nell'ottobre 2004, quando aveva parlato di 112mila morti ogni anno a causa dell'invasione. Questa ricerca sembra confermare lo scenario drammatico descritto due anni fa. Sebbene, dicono gli autori del lavoro, questi tassi di mortalità siano prevedibili in tempo di guerra, la sua durata e il numero di persone coinvolte ha fatto di questo conflitto il più mortale del ventunesimo secolo, "e questo dovrebbe preoccupare tutti noi".

I risultati della ricerca sono stati accolti con molto scetticismo dalla Casa Bianca. George W. Bush, che in passato aveva stimato in 30mila le vittime del conflitto in Iraq, ha criticato lo studio dei ricercatori americani e lo ha definito "non credibile".

(11 ottobre 2006)



Lancet e' in assoluto la piu' prestigiosa rivista di medicina...
Pet Cemetery
00venerdì 13 ottobre 2006 17:38
Notare che l'Iraq allo scoppio della guerra aveva 8.000.000 di abitanti... 1 su 16 è oggi morto da allora.

Però bisogna dire che gli altri c'hanno la democrazia... almeno finchè non crepano anche loro.

[Modificato da Pet Cemetery 13/10/2006 17.39]

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