luoghi magici

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corax
00martedì 21 gennaio 2003 16:39
Visto che se ne sta parlando ingiro qui e li .....che ne dite di elencare in questa sezione i luoghi magici che conoscete ? , almeno anche noi della Trivi tour possiamo organizzarci e richiedere dei preventivi!![SM=g27828] [SM=g27822]

Io abito in una zona abbastanza caratteristica il Varesotto, nel paese dove vivo si è svolto uno dei più grandi processi d'inquisizione alle streghe italiane , non lontano si possono visitare delle tombe celtiche .... e inoltre ci sono anche molte altre testimonianze pagane con le loro leggende e le loro magie ....

un abbraccio
Fabio
artemisia 17
00martedì 21 gennaio 2003 16:50
Siete pronti itinerario di Torino...[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
visto come sono stata veloce!!!!

Per definire Torino magica bisogna prima dire che il luogo dove sorge una città e il suo orientamento non sono mai scelti per caso, ma il fattore magico-religioso costituisce una parte importante per la nascita dell’insediamento. Torino ha una pianta romana, con il tracciato che apriva le quattro porte d’accesso sui quattro punti cardinali, mentre la via principale seguiva la linea ascendente del sole. La tradizione esoterica vuole Torino come uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione, ma anche come punta di un altro triangolo, quello della magia nera, che tocca Londra e San Francisco. Non dimentichiamo che Torino è costruita sul 45° parallelo, segnalato dall’obelisco con in cima l’astrolabio situato in piazza Statuto (uno uguale si trova ad undici chilometri di distanza alla fine di corso Francia). Torino sorge anche alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora, che formano un anello d’acque attorno alla città. Il Po rappresenta il Sole, e quindi la parte maschile, la Dora è la Luna, quella femminile.
Proprio da piazza Statuto, a due passi dalla stazione di Porta Susa, parte il nostro viaggio nei misteri magici di Torino. Questa zona rappresenta il "cuore nero" della città per due motivi: perché si trova ad occidente e quindi, secondo i romani, in posizione infausta per il tramonto del sole, confine tra il Bene e il Male; e perché qui vi era la "vallis occisorum" (da cui prese il nome l’attuale quartiere Valdocco), luogo di uccisione e di sepoltura. La necropoli potrebbe essere vastissima ed estendersi sotto corso Francia, corso Principe Eugenio, via Cibrario e via San Donato, che si diramano a raggiera dalla piazza. Il patibolo rimase per secoli in piazza Statuto, poi i francesi lo spostarono dove ora c’è l’incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, soprannominato " ‘l rondò dla forca". Coincidenza vuole che dall’aiuola centrale di piazza Statuto si acceda alla sala di comando dell’intero sistema di fogna nera della città; e leggenda vuole che proprio lì si trovi la cosiddetta Porta dell’Inferno.
Da piazza Statuto si percorre via Garibaldi fino all’incrocio con via degli Stampatori e dopo un isolato si raggiunge via Barbaroux, dove sotto la chiesa della Misericordia si racconta ci siano molte salme di giustiziati; da lì si arriva al vicolo Santa Maria, un altro luogo legato alla sacralità. Nella chiesa di Santa Maria di Piazza c’è un quadro della Madonna dipinto molto probabilmente da San Luca, dato che la tecnica pittorica è in stile di quella pompeiana, e se così fosse sarebbe l’unico ritratto della Vergine. In un palazzo vicino, di cui non si conosce l’esatta ubicazione per motivi di segretezza, si dice sia addirittura custodito il Velo della Madonna, un semplice panno nero come era di uso allora.
La parte opposta di via Stampatori è via Sant’Agostino; percorrendola si raggiunge via Bonelli, una strada stretta e quasi mai assolata dove abitava il boia di Torino che, sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i suoi "ferri del mestiere". Dopo le ristrutturazioni è impossibile riconoscere l’edificio esatto, ma basta chiudere gli occhi per vivere una strana sensazione di inquietudine.
Da via Bonelli si prende via Bellezia, che dopo via Garibaldi diventa via Botero, alla fine della quale si entra in una delle piazze di Torino, piazza Solferino. Al margine dell’aiuola alberata si trova la Fontana Angelica, luogo magico e misterioso ricco di significati allegorici, che rappresenterebbe la Porta verso l’Infinito.
Imboccando via San Tommaso si arriva poi alla piccola piazzetta del Corpus Domini, sede dell’omonima chiesa, dove è ancora conservato il calice protagonista del miracolo più famoso avvenuto a Torino. La tradizione narra di un ladro che aveva rubato l’ostensorio nella chiesa di Exilles; il calice uscì dal sacco dove era stato nascosto e si librò in aria fino a che il vescovo non lo pregò di scendere. Una lapide all’interno della chiesa ricorda l’avvenimento.
Dalla piccola piazza a piazza Castello la distanza è minima. Qui ci troviamo proprio al centro di Torino, il suo "cuore bianco", che gli studiosi dell’argomento localizzano tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare attorno alla fontana dei Tritoni. Il luogo è considerato tale anche perché non bisogna dimenticare che vicino sono custodite preziose reliquie, prima fra tutte per importanza la Santa Sindone, racchiusa nel Duomo. Un esoterista ha spiegato che essa "racchiude in sé i quattro elementi che compongono l’Universo: Terra, Fuoco, Aria e Acqua. E’ nata dalla Terra come un fiore di lino, è stata tessuta dall’uomo, ha viaggiato attraverso l’Acqua, attraverso l’Aria, ossia il tempo, mentre il Fuoco è Cristo medesimo, è la luce, la conoscenza... Nessun incendio potrà mai distruggerla, perché il fuoco è già in essa. Tante volte il fuoco l’ha sfiorata, ma la Sindone ha sempre vinto".
La tradizione vuole che chi possiede una reliquia del Cristo le possegga tutte, così nei sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice si trova una croce fatta con il legno di quella su cui Gesù fu crocifisso, e la leggenda vuole che in un punto della collina torinese sia sepolto il Sacro Graal.
Per restare nella zona di piazza Castello, gli esperti individuano altri due motivi che accrescono la magia di Torino: la presenza del Museo Egizio e delle Grotte Alchemiche sotto Palazzo Madama, dove i Savoia avrebbero protetto chi fabbricava l’oro, meta in passato di maghi e di alchimisti molto famosi.
Nella piazza è segnato anche il punto magico assoluto della città: la cancellata di Palazzo Reale, nello spazio compreso tra le due statue equestri dei Dioscuri, Castore e Polluce, che alcuni vedono come la divisione tra la Torino sacra e la Torino diabolica.
Da piazza Castello ci si incammina lungo via Po fino a piazza Vittorio. Oltrepassato il ponte Vittorio Emanuele I sul fiume Po si giunge alla chiesa della Gran Madre di Dio, sotto la quale la tradizione esoterica vuole ci sia sepolto il Sacro Graal. I due gruppi di statue di fronte all’entrata nascondono un significato riservato a pochi, che tante volte e in tanti modi si è cercato di interpretare e che alcuni collegano alle profezie di Nostradamus. Questo personaggio visse per qualche tempo a Torino, in un luogo che si sposta molto dal nostro itinerario e per trovare il quale dobbiamo tornare in piazza Statuto. Da qui si percorre tutta via Cibrario fino a corso Svizzera; piegando leggermente sulla sinistra si imbocca via Michele Lessona, al cui inizio si trovava la "Domus Morozzo", residenza di Nostradamus per tutto il tempo che si fermò a Torino, abbattuta qualche anno fa e di cui non è rimasto nulla; sull’area sorge ora un giardino pubblico.

corax
00martedì 21 gennaio 2003 16:58
ma la tenevi pronta nel cassetto???
ammazza che siluro che sei , la tastiera fuma !!!
un abbraccio
Fabio ..

artemisia
00martedì 21 gennaio 2003 17:05
[SM=g27823] più o meno...stavo facendo già delle ricerche anzi se qualcuno ne sa di più mi faccia sapere...
Un abbraccio
Artemisia
ti ho già risposto in ffz
corax
00martedì 21 gennaio 2003 17:09
non spaventarti!!!!
ho censurato il messaggio per motivi amministrativi , appena posso lo riattivo ...
avrei bisogno di chiederti alcune cose in merito , siccome abbiamo un giornale vorrei chiederti se per te va bene trasformare questo tuo post in un articolo del nosro giornale , logicamente redatto da te , e in merito mi piacerebbe chiedere la tua disponibilità di scrivere articoli come questo per la nostra associazione ....
ti scriverò in serata alcuni dettagli , e dopo aver parlato con alcune persone tolgo la censura .
un abbraccio
Fabio

artemisia 17
00martedì 21 gennaio 2003 17:10
[SM=g27818] [SM=g27813] [SM=g27818] [SM=g27813] mi avete censurato!!!???
artemisia 17
00martedì 21 gennaio 2003 17:13
Hai preceduto la mia reazione!!! Sarei onorata e spero di essere all'altezza dell'arduo compito... comunque ho tratto tutto da una guida di Torino...se non sbaglio dovrebbe esserci anche il sito...stasera controllo
Un mega abbraccio
Artemisia[SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]
corax
00martedì 21 gennaio 2003 17:17
tutto ok ....
riportato tutto alla normalità ! ...
ti scriverò in mail , almeno ti spiego chi siamo dove siamo e cosa facciamo [SM=g27828]
un abbraccio e grazie a te !
Fabio

artemisia 17
00martedì 21 gennaio 2003 17:23
[SM=g27813] ...e io fino a domani non potrò vedere la mail...ora vado a lavorare se no posso chiudere bottega...faccio un saltino più tardi prima di andare a casa...[SM=g27822]
Artemisia
ilfalco
00mercoledì 22 gennaio 2003 09:07
Anche Triora, situata nel ponente Ligure, palcoscenico della, probabilmente, più famosa e discussa caccia alle Streghe in Italia, soprattutto perché sono rimasti tutti gli atti. Poi c'è pian del Tivano, praticamente in Valtellina (Lombardia), dove si racconta si riunissero le Streghe della Lombardia per celebrare i Sabba.

ho problemi con un H-D del mio pc, altrimenti postavo un pò di materiale.

Benedizioni
Falco
Brigit
00mercoledì 22 gennaio 2003 15:11
Sto raccogliendo nateriale su Roma e dintorni..appena ho un attimo lo organizzo e ve lo mando.Senti Corax, puoi dire qualcosa in più sul giornale di cui parli??Si lo so, sono troppo curiosa, ma che ci vuoi fare...
Brigit
ilfalco
00mercoledì 22 gennaio 2003 15:17
Ma ci mancherebbe, il giornale si chiama Athame, è l'organo interno della prima associazione italiana di volontari di Wicca e Stregoneria, l'associazione si chiama "Circolo dei Trivi". Presto sarà on-line un sito internet in cui c'è spiegato molto meglio ogni cosa. Comunque lascio a Corax, in qualità di socio fondatore, il compito di approfondire.

Benedizioni
Falco
Brigit
00mercoledì 22 gennaio 2003 15:22
ma dove si trova questo giornale?? Capirai, mi parli di giornali esco matta...Io sono una di quelle che lo stipendio lo lascia per metà in edicola e per metà in libreria!!
ilfalco
00mercoledì 22 gennaio 2003 15:28
Sta per uscire il secondo numero, è riservato ai membri dell'associazione, ma poi ti faccio mandare una e-mail con le specifiche. Oppure lo scriverà qui Corax.

Benedizioni
Falco
Brigit
00mercoledì 22 gennaio 2003 15:35
Bello, bellissimo...Grazie grazie, Benedizioni
Brigit
corax
00mercoledì 22 gennaio 2003 17:30
ciao
per il giornale .... che dire , anche se non fossi un socio devo ammettere che è davvero fatto bene e soprattutto interessante , il primo numero è stato distribuito nella zona Milanese ,vi dico i titoli ... Stregoneria ieri,Cosa accade nel regno stregato, Il mondo del teologo e la danza degli Dei,,Breve viaggio nel SEIDR,Nel cerchio con Phyllis Curott, Il cosmo delle Rune, La metafisica della Magia, La psicologia tra Wicca e Paganesimo, Tessere incantesimi. Ci sarà comunque la possibilità di richiedere numeri arretrati , appena possibile Cronos lincherà il sito anche qui , comunque l'indirizzo è WWW.athame.it , è ancora in costruzione , qui potrete trovare le spiegazioni sull'associazione , lo statuto e tutto ciò che può interessare , agli associati viene spedito a casa il giornalino periodico , al quale tutti gli associati e non possono partecipare con ricerche o informazioni storiche , gli articoli verranno visionati e se ritenuti inerenti , comprensivi e curiosi verranno pubblicati nel numero prossimo all'uscita , la quota di associazione è di 15 euro all'anno , appena possibile vedremo di organizzarci anche per la Trivi tour di cui ho gia parlato[SM=g27822]
spero che per ora possa bastare.....
per associarsi se vuoi ti mando il modulo via mail , che dovrai rispedirmi firmato con i dati necessari ...
Un abbraccio
Fabio

corax
00mercoledì 22 gennaio 2003 17:32
dimenticavo ,
la mail dell'associazione "Circolo dei Trivi"è : circolodeitrivi@virgilio.it
un abbraccio
Fabio

artemisia 17
00giovedì 23 gennaio 2003 15:50
La leggenda del ponte di Roch
Definito anche il ponte del Diavolo e si dice fu proprio il diavolo in persona a costruirlo...
...la leggenda narra che le valli di Lanzo fossero infestate di demoni alla ricerca di anime...un giorno un sant'uomo trovatosi sulle rive della Stura incontrò il diavolo in persona e vennero a patti...il santo gli chiese di costruire un ponte che facilitasse i valligiani nell'attraversamento del fiume in cambio il diavolo avrebbe potuto prendersi il corpo e l'anima del primo essere vivente che avrebbe attraversato il ponte.
Il diavolo accettò e in una sola notte costruì il ponte ma venne burlato dal santo...l'alba arrivò, si udirono in lontananza dei passi che pian piano divenivano più marcati e vicini ma il diavolo si ritrovò di fronte ad un semplice vitello...beffato allora se ne andò...oggi si dice che le coppiette vergini che si accampano in quel luogo vengono tentateda Belzebù che non volle aver lavorato invano
(tratto dal sito vallidilanzo.it)
Un forte abbraccio a tutti
Artemisia
Abrazoth
00sabato 25 gennaio 2003 22:43
Beh, io essendo di Napoli, vi elenco una legenda ambientata a Palazzo donn'Anna a Posillipo. Buona lettura [SM=g27835]


Palazzo Donn'Anna

Palazzo Donn'Anna è un grosso palazzo grigio che si erge nel mare di Posillipo.
Non è diroccato, ma non è stato mai finito, le sue finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senz'anima.
Di notte il palazzo diventa nero e cupo e sotto le sue volte s'ode solo il fragore del mare.
Tanti anni fa, invece, da quelle finestre splendevano le vivide luci di una festa, attorno al palazzo erano ormeggiate tante barchette adorne di velluti e di lampioncini colorati. Tutta la nobiltà spagnola e napoletana accorreva ad una delle magnifiche feste che, l'altera Donna Anna Carafa, moglie del duca di Medina Coeli, dava nel suo palazzo.
Nelle sale andavano e venivano i servi, i paggi dai colori rosa e grigio, i maggiordomi; giungevano continuamente bellissime signore dagli strascichi di broccato e riccamente ingioiellate, arrivavano accompagnate dai mariti o dai fratelli, qualcuna, più audace, arrivava con l'amante.
Sulla soglia aspettava i suoi ospiti Donna Anna di Medina Coeli nel suo ricchissimo abito rosso tessuto in lamine d'argento. Era sprezzante ed orgogliosa, godeva senza fine nel ricevere tutti quegli omaggi, tutte le adulazioni. Era lei la più ricca, la più nobile, la più potente, rispettata e temuta.
In fondo al grande salone era montato un teatrino per lo spettacolo. Tutta quella eletta schiera d'invitati doveva assistere prima alla rappresentazione di una commedia, poi ad una danza moresca ed infine avrebbero avuto inizio le danze che si sarebbero protratte fino all'alba. La curiosità era data dal fatto che, secondo la moda francese in voga in quei tempi, gli attori sarebbero stati dei nobili, tra i quali vi era Donna Mercede de las Torres, nipote spagnola della duchessa.
Donna Mercede era bella, giovane, aveva grandi occhi, neri, come i suoi lunghi capelli. Rappresentava la parte di una schiava innamorata del suo padrone, fedele fino alla morte avvenuta per salvare la vita del suo amato.
La fanciulla recitò con trasporto così come Gaetano di Casapesenna che interpretava la parte del cavaliere, anzi quest'ultimo fu così veritiero nella sua recitazione che, quando nell'ultima scena doveva baciare par l'ultima volta il suo sfortunato amore lo fece con tale slancio che la sala intera scoppiò in applausi.
Tutti applaudirono, tranne Donn'Anna, che impallidiva mortalmente e si mordeva le labbra per la gelosia.
Gaetano di Casapesenna era stato, infatti, l'amante di Donn'Anna.
Nei giorni che seguirono le due donne si ingiuriarono più volte violentemente a causa della gelosia di Donn'Anna e del furore giovanile di Donna Mercede.
Un giorno Donna Mercede scomparve, si diceva che fosse stata presa da improvvisa vocazione religiosa e si fosse chiusa in convento.
Gaetano di Casapesenna la cercò invano in Italia, Francia, Spagna ed Ungheria, invano pregò, supplicò e pianse ma non la rivide mai più fino a che morì, giovane, in battaglia come si conviene ad un cavaliere.
A palazzo seguirono altre feste ed altri omaggi alla potente duchessa che, però, sedeva sul suo trono con l'anima avvelenata dal fiele e col suo cuore arido e solitario.

Tratto da "Leggende napoletane" di Matilde Serao






















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