le persone che emanano luce

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stereoff
00lunedì 14 settembre 2009 12:13
Mi piacerebbe approfondire i casi delle persone che emanano luce partendo dal caso più famoso quello italiano di Anna Monaro.


Conteso fra interpretazioni scientifiche e arcane fantasie il fenomeno della "donna luminosa"piranese. Oggi si darebbe la colpa all'elettrosmog, ai telefonini e ai Radioamatori, ma allora l'elettrosmog e i telefonini non erano ancora stati inventati e i Radioamatori erano pochini rispetto agli attuali!


Attorno al 1935 era in voga a Pirano una filastrocca che veniva anche cantata, della quale una parte recitava circa così

"Se a Piran ghe manca el faro, metaremo la Monaro con la pansa per in su"

Io non aveva mai capito il senso dei versi, fino a quando mesi or sono in un locale del carso triestino non ebbi l'occasione di incontrare una signora polacca che si presento' come Monaro (il cognome del marito) e parlando del piu'e del meno aveva accennato a poteri particolari che erano stati posseduti dalla sua defunta suocera.

Ora scopro l'arcano: allego un articolo di Aldo Cherini pubblicato sulla Voce Giuliana del 16 maggio 1977, che racconta con dovizia di particolari la storia della "donna luminosa" piranese. Pietro Valente, 6 settembre 2002]

Nei primi giorni di marzo del 1934 si spargeva la notizia – presa sul momento come la trovata dei soliti buontemponi – che una donna di Pirano emetteva luminosissimi raggi di luce

Il ripetersi dell’incredibile fatto e la testimonianza di persone degne di fede richiamavano sul fenomeno l’interesse di noti medici di Trieste, con ampio spazio sulla stampa nazionale ed estera, sicchè finiva per occuparsene anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

L’ 8 marzo 1934, infatti, i degenti nell’ospedale di Pirano si erano disposti a passare la notte come al solito e tutto sembrava trascorrere tranquillamente allorché una paziente insonne, Maria Gherardi, che si trovava in una stanza assieme ad altre sette donne, vedeva partire dal letto d’una di esse un vivido raggio di luce, tanto da spingerla a chiamare l’infermiera di turno. L’inspiegabile fenomeno si ripeteva più volte nelle notti tra il 9 e il 19 marzo alla presenza, oltrechè delle donne ricoverate nella stanza, di madre Ferdinanda, di madre Cira e delle altre suore di turno, dell’infermiere Giorgio, del medico dell’ospedale dott. Domenico Sambo, il quale anzi, constatato che non si trattava di una mistificazione, aveva chiamato a testimoni il dott. Contento, il dott. Parenzan, il prof. Mulino, preside della scuola di avviamento commerciale, il pretore Genovesi, il conte Bruno de Furgoni.

Cosa stava succedendo, chi era la donna inconsapevole e involontaria causa di tanto scompiglio? Anna Monaro era una semplice popolana di 42 anni, moglie di un pescatore e madre di molti figli, una donna piuttosto piccola di statura, segaligna, dai tratti del viso rigidi e marcati, assai poco emotiva e per lo più impassibile, quasi sempre vestita di nero con attorno al collo il contrassegno di un ordine religioso. Era da parecchio tempo sofferente di difficoltà di respiro a tipo asmatico, tanto che non di rado accompagnava il marito in barca, anche di notte, per respirare meglio.

In quell’epoca Anna Monaro si trovava ricoverata all’ospedale a seguito di una recrudescenza del suo male e questo fatto rendeva possibili osservazioni del fenomeno dell’emissione luminosa su base scientifica da parte di persone qualificate. Allorché la donna si assopiva, veniva a formarsi in corrispondenza della zona toracica anteriore una luminescenza, a forma di cono o globo, che attraversava le coperte del letto e partiva verso l’alto dividendosi, a volte in più raggi. La Monaco non avvertiva nulla del fenomeno, ma la si sentiva talvolta gemere e, svegliandosi bruscamente, denunciava un senso di spossatezza.

Il fenomeno nuovo e mai udito attirava l’interesse scientifico del dott. Saiz, noto neurologo di Trieste e del dott. Bastognoni di Milano, che con l’aiuto del dott. Sambo collocava nella stanza una serie di apparecchiature di rilevazioni e di misurazioni fisiche.

Mentre la gente comune non fece difficoltà a parlare di eventi miracolosi dando la stura ad ogni genere di fantasie, nulla riusciva spiegare la scienza medica, che tentava di collegare il fenomeno a quello dei “raggi mitogenici” descritti dal prof. Gurvic di Leningrado, il quale dal 1926 stava approfondendo gli studi sul cancro.

La “donna luminosa” di Pirano veniva fatta oggetto di una comunicazione del prof. Giocondo Protti alla Società medico chirurgica di Padova, presso quell’ateneo. Dopo aver illustrato le condizioni fisiche della Monaco, l’illustre docente descriveva l’aspetto della luce da lui osservata la sera dell’11 aprile, fortunatamente ripresa dallo scatto automatico di una macchina cinematografica. Presentava il film di 54 fotogrammi della durata di 3 secondi, quant’era durata la curva luminosa, debole all’apparire, viva in corrispondenza dei fotogrammi centrali fino a sparire. L’immediato e rigoroso controllo del corpo della paziente toglieva ogni dubbio sulla realtà del fenomeno. Un apparecchio di misura galvanometrico idoneo a rilevare un decimilionesimo di ampère, rendeva possibile chiarire che la luce non era di natura elettrica. Negative apparivano anche le prove di elettrizzazione eseguite nelle vicinanze mediante elettroscopio, anche quando la donna veniva introdotta nella “gabbia di Farady”. La costituzione psichica della Monaro rivelava un’intensa vita affettiva interiore di carattere religioso con idee immanenti, che si intensificavano durante il periodo della Quaresima, da lei trascorso con frequenti digiuni. Ciò provocava stimoli energicamente psicotraumatizzanti secondo meccanismi noti in patologia, capaci di creare modifiche e alterazioni nelle funzioni viscerali e vegetative. In coincidenza con l’apparizione del fenomeno luminoso, il battito cardiaco raddoppiava di ritmo, il respiro accelerava e veniva osservata un’abbondante sudorazione. Ciò era causato dall’improvvisa immissione nel sangue di sostanze ormoniche atte ad eccitare queste funzioni. Si sarebbero determinate – secondo il parere del prof. Protti – condizioni favorevoli alla formazione di eccessi di solfuri, che hanno la proprietà di illuminarsi se eccitati da radiazioni ultraviolette (presenti nel sangue) e possedute dalla Monaro in misura più elevata del normale. La localizzazione della fonte luminosa in corrispondenza del petto poteva essere spiegata dalla presenza in tale zona viscerale di concentrazioni saline dei solfuri. Sulla base di tale teoria, il prof. Protti si proponeva di riprodurre il fenomeno su animali di laboratorio a conferma sperimentale del meccanismo sopradescritto.

Lasciato cadere per opposizione del marito un invito da parte di medici e scienziati a recarsi in America, Anna Monaro veniva chiamata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma, dove rimaneva in clinica dal 20 aprile al 2 giugno, sottoposta ad accurate indagini cliniche, radiografiche e psicologiche a cura dei proff. F. Vitali, G:C: Trabacchi e S. De Santis; veniva esaminata persino dal celebre fisico Enrico Fermi.

Ma il fenomeno, più che raro per la sua intensità, non si ripeteva più e non avremo mai la spiegazione oggettiva di quanto avvenuto a Pirano la primavera del 1934. Nel settembre successivo veniva pubblicata un’accurata relazione di 52 pagine contenente gli esiti degli esami, delle osservazioni e delle esperienze condotte sulla Monaro nella clinica romana (Supplemento de “La ricerca scientifica”, anno V, vol. II, n. 5-6). Se ne ricava quantomeno il quadro della personalità fisica e psichica della Monaco e molte notizie sulla vita sua e delle famiglia nell’ambiente di Capodistria, dov’era nata nel 1892. Una donna somaticamente normale, non psicopatica ma con predisposizioni fantastico – allucinanti manifestatisi in visioni a contenuto per lo più religioso.

Nei colloqui con i medici, tra i quali anche un sacerdote, la donna raccontava, con semplice efficacia, fatti e ricordi risalenti fino all’infanzia. Si è saputo così che da bambina, intorno ai 6 o 7 anni aveva sentito dire dai genitori che una notte “essa aveva fatto luce e che bisognava farla visitare da un medico”. Una notte di cattivo tempo la bambina s’era rifugiata con la madre sotto il portico della chiesetta di Semedella, dove entrambe s’erano addormentate. Ad un tratto la bambina aveva visto attraverso una delle finestre illuminarsi l’interno della chiesetta ed un sacerdote celebrare messa in paramenti neri. Tutte le candele dell’altare erano accese, lei vedeva il sacerdote muoversi e ne sentiva le parole, tanto che rispondeva, finchè tutto scomparve in una nuvola di fumo.

Ma le visioni non erano solo di tipo religioso. Nei primi anni della guerra (1915 e 1916) essa si recava dove erano visibili le fiammate delle esplosioni durante le battaglie sul carso di Monfalcone: vedeva da vicino le cose lontane e distingueva le sembianze di uomini, da lei conosciuti, che poi si veniva a sapere essere morti al fronte. Alla quarta gravidanza, che ebbe esito con un bambino non vitale di 6 mesi, aveva emesso un vero cuore per forma e colore, che “faceva fiamma viva” o “sangue vivo”, dal dott. Perco conservato per anni sotto alcool. La visione del cuore con la fiamma, chiaro simbolo religioso, era divenuta poi frequente non solo di notte, ma anche di giorno, durante le funzioni religiose.

Anna Monaro, in conclusione, a parte l’affezione bronchiale, è stata una donna clinicamente e psichicamente normale, di intelligenza comune, ma ricca di immaginazione e soggetta a visioni del tipo sensorio – intellettuale, non tossico o patologico, con la mente dominata da due poli: la famiglia e la religione nelle forma devozionali più comuni tra il popolo dei piccoli centri di allora.

Essa non è apparsa molto interessata al fenomeno della luminosità, dal quale non ha ricavato nulla.
enrico_61
00lunedì 14 settembre 2009 14:36
E' molto interessante questo caso che non conoscevo, una mia cara amica addotta per molti anni in modo violento dai grigi poteva avere stesse manifestazioni dopo un rapimento, io pensavo sempre alla presenza di parassitismo.
UniversalMan
00lunedì 14 settembre 2009 16:19
Un caso affascinante come quello dell'autocombustione spontanea mai spiegato completamente. Però le ragioni possono essere molteplici non solo di natura paranormale. Esistono persone che hanno delle patologie o delle peculiarità straordinarie nel senso stretto del termine " fuori dall'ordinario".
Come i fachiri che fanno cose assurde. Ci sono stati casi di persone che conducono elettricità nel corpo senza subire danni e addirittura accendono lampadine con le mani. Con questo intendo dire che non conosciamo il 99% delle possibilità del nostro corpo, e della nostra mente, con gli anni riusciremo a capirle meglio.
Mistero-74
00lunedì 14 settembre 2009 18:26
Ci sono cose che non verranno mai spiegate dalla scienza,come i miracoli di lourdes ecc per il semplice fatto che non hanno niente a che fare con la scienza
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