le fasi dell omicidio secondo Joel Norris

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Lilith Blood
00martedì 26 ottobre 2004 11:15
Joel Norris, psicologo americano, autore di un fondamentale studio sui serial killer, sostiene che essi sono dei soggetti fisicamente e psicologicamente danneggiati in modo irreparabile; danni all'ipotalamo, se sono il risultato di ripetuti traumi alla testa o difetti di nascita, possono destabilizzare il sistema ormonale ed alterare la capacità del cervello di misurare le emozioni.

Scrive Norris: "se con il termine sano s'intende la capacità di esercitare un controllo volontario sulle proprie azioni, questi individui non possono in nessuna caso esser definiti sani. Eredità biologica ed ambiente sono un fatto ineluttabile".

Il punto di vista di Norris è che il serial killer passa attraverso delle fasi:

1)fase aurorale, in cui si manifestano fantasie compulsive dove l'omicida è un motore biologico guidato da un istinto primario nella soddisfazione dei propri intimi desideri;
2)fase di puntamento, in cui si manifestano comportamenti di tipo paraniode; nel cervello dell'assassino seriale avviene una sorta di incendio neuronale, che provoca una turbolenza delle memorie e delle emozioni primarie nella recezione dei dati sensoriali;
3)fase della seduzione, in cui avviene l'approccio con la vittima;
4)fase della cattura, in cui il serial killer riesce a avere il controllo della vittima e può realizzare i suoi scopi;
5)fase omicidiaria; è quella c'è il sollievo orgasmico provocato dall'intrappolare ed uccidere la vittima;
6)fase totemica caratterizzata dall'asportazione degli organi, da atti di cannibalismo cui segue, immancabilmente, la depressione;
7)fase depressiva; quando l'assassino seriale leggerà sui giornali di aver ucciso un padre di famiglia, proverà un atroce senso di colpa; tuttavia non cercherà affatto ammenda attraverso la costituzione alle forze dell'ordine, ma continuerà a fuggire. Resta quindi in una solitudine buia, perversa e lacerante e si rifugia in quelle fantasie primarie che sono alla base delle sue gesta. La notte non dorme e riflette, non riesce più a dimenticare quella persona moribonda, i rantoli, il sangue che scorre (debriefing). Lentamente scivola in una sorta di ambivalenza fatta di orrore e piacere ed ecco diffondersi la nostalgia della morte; i sentimenti ed i ricordi non si possono più negare né trascurare; qualsiasi cosa faccia per uscire da questa esperienza, gli ripropone il desiderio spasmodico di continuare ad uccidere. Per cui, a differenza di altri criminale, il serial killer si muove in un vissuto irrefrenabile di pulsioni omicide.
La riabilitazione, per Norris, è impossibile.
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