la nostra storia dolce amara

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iulia
00domenica 30 agosto 2009 20:31
E' difficile incominciare ma il bisogno di parlarci con qualcuno è forte e necessario. volevamo scrivere insieme la nostra storia. Purtoppo Ale, mio marito non è ancora pronto... ma io sì, allora ho deciso oggi di scrivere.
la nostra storia è come quelle delle fiabe, con inizio dolcissimo, con un amore che ci ha fatto incontrare lontano dall'Italia, a 2000 km. ci siamo conosciuti in Romania in 2001 e fin dall'inizio abbiamo sentito quel richiamo strano e dolce del cuore che ci diceva che eravamo destinati uno ad altro. e dall'inizio che il più importante desiderio era di avere un bimbo. abbiamo sfidato tutti i nostri cari mettendoci insieme e sposarci, in più io ho lasciato il mio paese in un periodo di piena ascensione professionale e non solo..Ma l'amore era più forte. Abbiamo provato a ottenre il frutto di questo forte amore ma... niente. Ci siamo affidati ad un centro di inseminazione che ci aveva inseriti per la procedura artificiale. in 2004 e 2005 mi sopponevo a terapie innutile e non riusivamo neanche ad arrivare a produrre un embrione. Però a dicembre del 2005 scopriamo che sono incinta in modo naturale e per momento consideriamo tutto un miracolo di Babbo Natale. va tutto bene fino a febbraio quando in una mattina mi alzo con delle pedite di sangue. chiamando il dottore mi dice che devo stare tranquilla che succede e.. "comunque la natura scglie il migliore". Andiamo l stesso in ospedale e purtroppo il cuoricino del nostro piccolo regalo di Babbo Natale si era fermato. Tutto andava bene fino allora...non si sa perchè è successo tutto e non lo sapremo mai perche in Italia per avere accesso ad investigazioni sull'embrione o materiale di un aborto deve avere "almeno tre"!!!! aborti! Che assurdità!
cosi abbiamo perso a febraio il nostro primo bambino,...
abbiamo sofferto tanto, senza trovare solievo, purtroppo, ai nostri cari.
sono stati giorni di tristezza i giorni di Natale, i compleanni della nostra nipotina, la notizia che la sorella del mio marito era rimasta incinta. Con lacrime abbiamo affrontato le gioie degli altri che non hanno mai voluto sapere quanto soffrivamo e consideravano che una volta passato il momento dovevamo esserci come prima.
ma come prima non è mai stato. Abbiamo continuato a lottare e pregare e fare di tutto per avere il nostro bambino.
altre tre fertilizzazioni in vitro, stavolta con embrioni formati, belli e buoni ma....niente.Anche questi cinque embrioni sarebbero delle stelline ...abbiamo sofferto dopo ogni ciclo de fecondazione fallito come per un lutto.infatti quei embrioni erano anche loro parte di noi che se ne andava via ...lasciandoci soli e tristi..
poi..a dicembre del 2008 volevamo andare via in montagna. volevvamo evitare un altro Natale in sofferenza accanto alle pance e mamme felici. ma è succeso di nuovo il miracolo...ero incinta di Alessia...
Domani racconterò di lei...adesso non ce la faccio più!
un abbraccio a tutti.
iulia





loryelory
00lunedì 31 agosto 2009 14:23
Mammina coraggiosa...
Dai Iulia, affronta il dolore così...Va bene anche così, a piccoli passi, so che è faticoso come scalare una montagna ma l'amore che avevi pronto nel cuore per i tuoi figli può tramutarsi nella forza di affrontare la risalita. Ci vuole coraggio e tanta forza e se tutto questo è capitato a te, non so perchè, ma sicuramente te ce la puoi fare...Troverai il modo per uscirne e ricominciare a credere alla vita a sperare e riprovare...Ne sono sicura perchè sei una mamma speciale come tutte noi, il dolore ci rende più forti e più sensibili, i primi tempi più fragili ma la tua forza devi sentirla arrivare dal cielo, le lacrime possono aiutarti a tirar fuori tutta la rabbia ma l'amore perduto di una mamma credici, può renderti diversa ...Con l'amore nel cuore si può ancora credere a un Babbo Natale e al miracolo della vita e se ci credi, arriverà anche per te. Un abbraccio Lory [SM=g7430]
Ilaria
00lunedì 31 agosto 2009 14:56
Cara Iulia, so che non è facile raccontare qualcosa che ci provoca ancora tanto dolore, ma piano piano tutto questo verrà fuori e nel momento in cui riesci ad aprirti agli altri, a condividere la tua sofferenza con altre mamme che ti capiscono, troverai il tuo cuore un pizzichino più leggero. Non preoccuparti, il tempo del tuo racconto arriverà, ma come ha detto Loredana, noi siamo state scelte come mamme speciali e questi figli lasciano una immensa forza nel nostro cuore, forse ora è difficile vederla, ma credimi che prima o poi la tirerai fuori! E' la forza di rialzarsi e non arrendersi, le nostre storie sono quì, non solo per condividere il momento di dolore, ma anche per dire a tutte le mamme che si può tornare ad essere felici, qualunque sia la strada.
Un abbraccio.
Ilaria [SM=g9433]
iulia
00lunedì 31 agosto 2009 18:27
la nostra storia dolce amara 2. ALESSIA
grazie a voi, mamme dolcissime e provate dal dolore...
ho trovato la forza di scrivere....per Alessia
non ho scritto del motivo della morte che ci hanno detto.. sarà in un altro giorno. Vi lo devo proprio dire, è importante per me...
Scusa per gli evntuali errori linguistici...


Alessia

A dicembre del 2008 abbiamo deciso di andare in vacanza in montagna, proprio per i giorni di Natale. Volevamo evitare così incontri di famiglia con nipotini e regali di Natale, con la gioia che a noi mancava e ad altri non interessava che a noi questa gioia non esisteva. Importante per gli altri era sempre “partecipare”anche noi a loro “spettacolo felice” anche se non avevamo voglia, anche se non ce la sentivamo, dovevamo per forza partecipare, senno era brutto da parte nostra. Stavolta abbiamo detto “basta, ce ne andiamo via”, facciamo qualcosa di bello per noi. Abbiamo scelto un posto bellissimo, un albergo a 4 stelle con zona benessere e relax. Volevamo essere coccolati anche noi. Il 23 di dicembre volevamo partire. Ma da qualche giorno che aspettavo le mestruazioni e nessun segno. Avevo solo due giorni di ritardo – per me che sono regolarissima di solito. Non dovevo preoccuparmi ma siccome dovevamo andare via in un posto benessere, con saune e tutto quanto, non era proprio il massimo andare con mestruazioni. Così decidiamo di andare dal mio dottore e gli raccontiamo tutto. Ci fa subito un test semplice con lo stick e viene positivo. Ci dice che 90% ero incinta ma per la certezza dobbiamo ritornare fra una settimana. Ci consiglia di andare in montagna lo stesso e di fare di tutto come “una persona normale”. Torniamo a casa stupiti della felicità ma anche pieni di ansia. Decidiamo di andare in montagna. Prepariamo i bagagli e giorno dopo partiamo. Trascorriamo un Natale ansioso ma felice. Inizio ad avere nausea e vomito e siamo i più felici del mondo quando mi viene di vomitare. Facciamo delle passeggiate sulla neve. Niente saune e massaggi per me. Ma sto bene lo stesso. Mi tocco la pancia e sento che “c’è”. Non possiamo più restare in montagna. Torniamo a casa tre giorni prima del previsto senza dire a nessuno. Ci chiudiamo in casa e aspettiamo il giorno della visita il 29 di dicembre. Il cuore batte forte, mi spacca il petto. Facciamo l’ecografia.. eccolo lì il miracolo di Natale (ancora di Natale!..)- il puntino più bello del mondo, al centro del mio utero!
Siamo felicissimi, io piango per l’emozione e anche per i ricordi dell’altra “stellina”. Torniamo a casa felici. Trascorriamo un capodanno a casa nostra solo con mia sorella e suo fidanzato. Mia sorella è allegra vuole divertirsi, noi siamo ansiosi ma felici. Non diciamo niente a nessuno fino la prossima ecografia. Dopo la prima settimana di gennaio decidiamo di dare la notizia ai genitori del mio marito. In famiglia si stava già aspettando per fine gennaio un altro nipotino e così facciamo la coppietta. Lo diciamo ai suoceri. Notizia bellissima, ma ci ha colpito che non ho sentito lo stupore o quel entusiasmo che si era visto quando la notizia è stata data dalla gravidanza della loro figlia. Non facciamo tanto caso, cosa importa se si manifestano così, noi siamo felici lo stesso. Diamo la notizia anche la sorella del mio marito incinta nel nonno mese. Si commuove e ci abbraccia. Stavolta sentiamo davvero il calore e non proviamo più invidia per la creatura che sta per arrivare. Anzi, non vediamo l’ora di vederlo!
I giorni del gennaio iniziano a pesare invece. Un giorno mi alzo con tremore e tachicardia. Andiamo a pronto soccorso- ho il battito cardiaco 150! Mi fanno prelievi, tutto ok. Anche il bimbo ok. “E’ l’ansia” mi dicono. Prova bere camomilla. Torniamo a casa, bevo camomilla ma la tachicardia mi torna di nuovo. Non ho l’ansia dico, sento che c’è qualcos’altro ma non so cosa. Di nuovo a pronto soccorso e di nuovo torno a casa con camomilla. Vado avanti cosi fino il 7 di febbraio quando ho di nuovo un’altra crisi. Di nuovo in pronto soccorso. Tremo forte e ho il battito alle stelle. Mi ricordo che da piccola facevo così per mancanza di calcio. Chiedo al dottore di misurarmi il valore del calcio. Arrivano i risultati: avevo una grossa mancanza di calcio e di magnesio. Altro che ansia! Bravi dottori, medici di famiglia e altri…! Con quanta facilità ti danno terapie con ansiolitici! E non fanno mai analisi più semplici. Mai visto il valore del calcio tra gli analisi previsti in gravidanza!
Insomma, mi danno il calcio e smetto di tremare. Continuo a prenderlo sempre e non faccio più crisi. Sto benissimo e la pancia cresce. Ad aprile facciamo un ‘ecografia “pre-morfologica” da un amico del mio marito. Scopriamo che è femmina. La vediamo- sta con il braccio sotto la testa e muove i piedi – proprio come me. Dal profilo si vede la forma del naso del mio marito. A delle linee morbide, si vede che è bambina e anche il dottore resta colpito della forma perfetta. Ci dà il cd. Lo guardiamo a casa felici.
Dopo la pasqua in un centro privato super attrezzato facciamo la morfologica. La vediamo a colori, è bellissima, come una bambola. Ma la dottoressa si ferma tanto sul cuore. C’è qualcosa che la preoccupa. Ci fa ritornare fra qualche ora e ripete l’eco. Ci fa paura, chiediamo cosa c’è che non va. Ci dice che il cuore non si vede bene , che forse non ci sono le 4 camere. Ci casca il mondo addosso. Ci manda a Milano per eco di terzo livello. Fra due giorni siamo li con i cuori a pezzi. Stiamo diventando matti. No, non può essere niente, ci diciamo. Facciamo un’altra morfologica con la più esperta dott-ssa del reparto. Ci dice che non c’è niente da preoccuparci, si tratta solo di una vena in più che doveva scomparire ma scomparirà dopo la nascita. Questo non incide sullo sviluppo, dunque la bambina è sana. Ci chiama anche la cardiologa che esamina le foto dell’eco e ci conferma che è tutto ok. Torniamo a casa felici.
I giorni passano. Tutto sta andando bene. La sento muovendosi ancora dall’inizio del 4 mese, come una farfallina, come un pesciolino! Ogni sera vuole giocare. Sono felicissima. Ringrazio Dio ogni giorno per questo miracolo. Siamo finalmente felici. Il nipotino è nato, lo teniamo tra le braccia e lo coccoliamo. Ci sta bene come mamma e papà!gli vogliamo un gran bene. Non vediamo l’ora di regalargli la sua compagna di gioco.
Il 1 maggio andiamo al mare. Mi scopro la pancia con orgoglio. Al sentire del mare si muove. Chissà, magari sta nuotando! Siamo felicissimi!
Adesso che scrivo mi sembra di essere stato ieri. E’ tutto così vivo ancora! Come può girasi la vita, come può cambiarsi…?!.
Il 14 di maggio mi alzo e mi sento un po’ strana. Mi sembra che la pancia e più in basso e più piccola. Mi peso - ho un kilo di meno. Faccio notare al mio marito e lui mi dice che forse è la ritenzione idrica che va e viene. Vado a farmi il prelievo per testo di glicemia e toxoplasmosi. Mentre aspetto il turno mi guardo di continuo la pancia e mi sembra davvero più piccola. Divento preoccupata. In più non sento più i movimenti come prima. Torno a casa e tutto il giorno che aspetto il “saluto” ma..niente. sono spaventata. Mio marito dice di stare calma. Aspettiamo fino alla sera. Alle 20 sento il “calcetto”! poi altri…Ben tornata, piccola mia! Sono felicissima. Mi addormento serena. La sento muoversi anche il 15 di maggio e una piccola sensazione di movimento anche sabato mattina, 16 maggio. Poi fino alla sera niente. Ho aspettato tutta la notte un segno e poi tutto il giorno dopo (il 17 di maggio), Niente. La chiamavo per il nome, accarezzavo la pancia, mi mettevo al sole per farle vedere la luce…inutile. Stavo in giardino distesa sul lettino. Il nostro cagnolino si mette a zappare un buco grande quanto un bambino sotto il melo senza motivo. Mi fa paura. Nella mia cultura questo è un segno cattivo. Sono sempre più ansiosa. Mio marito anche. Decidiamo di chiamare il mio dottore. Gli racconto e quasi ridendo mi dice che devo stare tranquilla e che posso andare in farmacia a comprare un apparecchio che fa sentire i battiti fetali. Mi dice che succede a sei mesi non sentire movimenti per un po’. Che risposta tranquillizzante, no? Risposta di un primario, il mio medico privato, a pagamento (in nero…)! Quanta sensibilità e interesse!...
Non ci siamo tranquillizzati. Sono ancora più spaventata. Ho trasmesso il mio stato anche al mio marito. Non ce la fa più neanche lui. Decidiamo di andare all’ ospedale. Tremo. Adesso sì che ho l’ansia. Andiamo in reparto. Mi fa l’ecografia. La dottoressa cambia l’espressione del viso. Mio marito guarda il monitor e chiede alla dott-ssa di fare vedere il battito. La dott.-sa dice che proprio questa cercava ma…non c’è più e neanche il liquido amniotico… non voglio credere, le chiedo di riguardare, lei non ha parole… inizio a gridare come una bestia…No, non anche questa volta….no, non può essere di nuovo uno scherzo del Babbo Natale!...
Mi dicono che purtroppo la bimba se n’era andata e che dovevo partorirla naturale perché meglio. Piango, piangiamo abbracciati…abbiamo il cuore a pezzi, ci viene buttarci dalla finestra. Un’infirmiera ci porta in una stanza da soli. Vuole farmi un calmante per dormire. Rifiuto. Voglio essere sveglia. Voglio sentire questi ultimi momenti con la bimba dentro di me. Mi provocano il parto. Il colo è chiusissimo. Il mio corpo si rifiuta a lasciare la nostra bimba. Aspetto tutta la notte, niente…giorno dopo viene a trovarmi mia sorella, piange e mi da coraggio. Dice che importante restare sana! Per lei è importante la mia salute…il resto non importa. Invece a me non importa più niente, potrei anche morire…non mi serve più questa vita! Viene a trovarmi anche la mia suocera, vestita di estate, un vestito colorato, allegro che mi dava fastidio. Mi abbraccia e mi dice di essere forte. Ha portato con sé una rivista di parole crociate! Vuole restare in sala di attesa ad aspettare che Alessia nasca!
Aspettare compilando parole crociate! Mi dava fastidio pensare questo. Che il nostro dolore restava così indifferente , che le persone si possono comportare così davanti a questo tipo di sofferenza. Così come degli spettatori. Non potevo sopportare nessuno che aspettava la nascita della nostra figlia come uno spettatore. Ho chiesto alla suocera e mia sorella di andare via. Tanto non si sapeva quando nasceva e comunque non mi potevano aiutare. Erano lontane dalla nostra sofferenza. Iniziavo a odiare…dentro di me c’era tantissima rabbia.
Mi sentivo sola…una solitudine senza misura…Volevo la mia mamma che mi avrebbe abbracciato forte e non sarebbe andata in sala di attesa a leggere riviste ma in Chiesa a pregare e ad accendere una candelina per la piccola…
Piangevo tra le braccia del mio amatissimo marito. Non si sapeva più da chi venivano le lacrime, eravamo uniti anche in sofferenza per sempre. In questi momenti sentivo l’amore più profondo del mio marito che non mi ha lasciato mai. E’ rimasto sempre con me, abbiamo aspettato Alessia insieme sullo stesso letto, tutto il giorno e un’altra notte. Le infermiere, le dottoresse ci sono state vicino. Ci hanno dato tanto affetto e attenzione. Grazie loro siamo riusciti a guardare con altri occhi quei bruttissimi e amari momenti. Abbiamo aspettato la nascita di Alessia per 42 ore. Il 19 maggio alle 12 iniziano le contrazioni. Mi fanno una flebo con anestesia per non sentire tanto dolore. Il dolore lo sento lo stesso ma non importa. Voglio sentire almeno il dolore. E’ il dolore che mi ricorderà che ho fatto nascere Alessia. Inizia anche la dilatazione. L’ostetrica mi dice che è arrivato il momento. Mi dice di spingere piano. Io spingo forte. Non voglio farla soffrire, non voglio tenerla bloccata. Mio marito piange. Piangiamo tutti …io spingo, si vede la testa. Mio marito piange più forte, Alessia esce, con la manina sotto la testa, cosi come era in tutte le ecografie! Alle ore 13 e 5 Alessia era nata.
L’ostetrica ci la fa vedere, dopo averla pesata ci la da. Ci tratta come dei genitori e parla di Alessia come se fosse viva. Ci dice che è bella e che sarebbe diventata alta. E’ lunga come un bambino di 9 mesi! Ci lasciano soli con Alessia e ci dicono di stare quanto ce la sentiamo. E’ il nostro momento e dobbiamo viverlo fino al fondo. Davvero umani quelli del personale medico, soprattutto l’ostetrica! Non capita sempre trovare delle persone così.
Restiamo soli con Alessia. Arriva anche la mamma del mio marito, la guarda e dice che è come una bambola. Le diciamo di lasciarci soli. E’ il nostro momento… Finalmente noi tre. Piangiamo, la abbracciamo, la accarezziamo piangendo. Mio marito scatta una decina di foto con il telefonino. E’ una bimba bellissima, una bambolina, come quella della mia infanzia. Assomiglia tanto al suo papà. Gli stessi piedi (che ancora oggi quando gli guardo mi ricordano tanto Alessia), le orecchiette, il nasino, capelli neri, la bocca…del suo papà. Da me solo la lunghezza, il mio padre era molto alto, aveva preso da lui. La guardiamo in tutti i dettagli, mio marito la bacia, vuole riempirsi il respiro di lei…piangiamo…Io non riesco a baciarla, mi fermo solo a coccolarla. Vorrei tanto scaldarla, ridarle la vita… Impossibile….Non e giusto..”Non doveva andare così” ripete mio marito. …piangiamo. Stiamo distesi sul letto abbracciati con la piccola in mezzo a noi…così come se stesse dormendo…Voliamo restare così per sempre…in questo UNO assurdo. Ma purtroppo dobbiamo svegliarci e ….darla.
Alla fine diamo la piccola all’ostetrica accarezzandola per l’ultima volta. Aveva la morbidezza di un petalo di rosa!...
I funerali sono stati il 23 maggio. Abbiamo fatto partecipare solo i parenti più stretti. Abbiamo portato la cassettina tra le braccia dal cancello fino al loculo. Volevamo sentirla così per l’ultima volta. Sulla lapide abbiamo messo al posto della foto una copia di un’icone che io avevo dipinto nel 2006 dopo la perdita del fratellino di Alessia. Era l’unico regalo personale che potevo farle. Il prete l’ha benedetta e domenica dopo l’ha ricordata con una preghiera in chiesa. Carino da parte sua…
Siamo tornati soli a casa. Non abbiamo accettato nessuno che ci accompagnassi. Abbiamo chiuso le finestre. Era tanto buio. Ci siamo messi sul letto della cameretta che doveva essere di Alessia e abbiamo iniziato a piangere e urlare…un fiume di lacrime…
Da allora siamo rimasti nella solitudine, la nostra casa sembra una tomba e noi moriamo un po’ ogni giorno…Solo il pianto ci ricorda che siamo vivi. Basta vedere una lacrima negli occhi dell’altro e subito diventa un unico pianto. Non ci tratteniamo e non ascondiamo il dolore, non facciamo finta che siamo forti. No, adesso siamo deboli, tristi, con il cuore a pezzi. E’ giusto che sia così penso. E’ un periodo di lutto ed e “normale” essere così .Gli altri non capiscono questo. I nostri parenti non riescono entrare in risonanza con noi e hanno anche rinunciato a provare ad aiutarci. E’ anche comodo per loro non portare addosso la nostra sofferenza. Tanto in famiglia ci sono due nipotini, una bimba da 4 anni e un maschietto nato a gennaio. Sono la gioia dei nonni e dei loro genitori. Noi siamo gli “sfigati”. Passano giorni e settimane che non sentiamo più nessuno, neanche per telefono. Tutti aspettano da noi il primo passo: Che un giorno torni tutto come prima. Non possono capire che come prima non può mai essere…
Giovanna
00martedì 1 settembre 2009 16:49

Carissima Iulia,
ti abbraccio forte forte anch’io e mi dispiace immensamente per il vostro dolore, che è quello di tutti noi. La maternità e la paternità desiderate sono fatte degli stessi istinti, degli stessi gesti: il voler far finta di averle realmente con noi, vivendo pochi attimi di “famiglia sulla terra”, cercando di imprimerle a fuoco nella nostra memoria e in quella del nostro cellulare, accompagnarle a braccia per l’ultimo saluto, poiché il posto di ogni bimbo è nelle braccia dei propri genitori, sempre e comunque.
E’ ancora presto per poter star meglio, ma è certo arrivato il momento per cercare di riaprire le imposte di casa, e non solo fisicamente. Chiudersi a riccio nei confronti del mondo non aiuta a star meglio. Ricordo tante frasi spiacevoli e tanti atteggiamenti irritanti che anche le persone più vicine mi hanno riservato. E’ stata dura, ma mi sono imposta di non provare rabbia…non per aspirazione di santità, ma solo perché era già così difficile gestire la nuova vita con questo lutto che non ce la facevo a sopportare il peso ulteriore di rancori o litigi “collaterali”. Prova magari a fare lo stesso, non tanto per gli altri, ma per te stessa e per tuo marito, che vi meritate un futuro felice, e per Alessia stessa, che non vuole certo vedere i propri genitori arrabbiati e incupiti nei confronti della vita e del mondo. Lei, e il suo fratellino prima di lei, sono stati e continueranno ad essere un elemento d’AMORE nella vostra vita, e questo Amore deve rimanere anche dopo il loro passaggio. Chiedete ad Alessia la forza e la chiave per far diventare questo sacrificio un momento di crescita, ancorché doloroso, e chiedetele il miracolo di trasformarlo pian piano in nuovo amore, per la famiglia che vi meritate e la coppia magnifica che già siete. Con un po’ di sforzo, cerca anche di sorridere a tua suocera e d’interpretare i suoi atteggiamenti infelici come incapacità di reagire in maniera consona di fronte a un evento troppo grande, di fronte al quale non tutti reagiscono sempre al meglio. Alessia, dal suo osservatorio privilegiato, vede nel cuore di sua nonna e di sicuro ci vedrà amore, mal manifestato, ma non per questo inesistente. Mia suocera ci disse “piuttosto che cieca, meglio che sia andata così”…ma lo diceva con lo sguardo disperato di chi non sapeva le parole da trovare per calmare i nostri cuori e ripescando nel bagaglio di frasi fatte che erano state dette a sua madre nel momento in cui le era morta la figlioletta di tre mesi. Ora che non c’è più, mi manca quel suo sguardo ingenuo e rimpiango la possibilità di poterla ripagare della sofferenza che provava, e mal esprimeva, con i sorrisi di suo nipote.
Ti abbraccio forte forte e spero che la luce cominci presto a filtrare dalle vostre finestre.
[SM=g9433]
Giovanna
iulia
00martedì 1 settembre 2009 20:40
a Giovanna
grazie,
sei di sicuro una brava persona, e ti sento molto vicino.
a presto,
un abbraccio, Iulia
aleandre
00domenica 6 settembre 2009 11:04
Cara Iulia,per prima cosa,ti abbraccio forte forte e poi bè che dire solo ti capisco,purtroppo ti capisco fin troppo bene.
Anche io come te ho cercato disperatamente un bimbo e quando dopo tre anni è arrivato....è volato via subito;poi è arrivato Niccolò una gioia immensa e tanti problemi fin dall'inizio ma mai e poi mai avrei pensato che anche lui mi potesse lasciare,ma così è stato purtroppo.
Mi sono chiusa anche io a riccio,non volevo vedere nessuno,parlare con nessuno ma avevo sempre tutti addosso,parenti amici e conoscenti,mi davano persino fastidio ma loro non capivano;quante frasi stupide e parole senza senso ho sentito e continuo sentire tutt'ora,ormai sono passati sette mesi e Niccolò sembra non sia mai esistito non per tutti ma per la maggior parte della gente,che dolore all'inizio ora....mi ci sono abituata.
Come ti dicevo anche io all'inizio ero chiusa in casa e non uscivo neppure per comprare le sigarette,andavo dalla favolosa psicologa che mi ha seguito e tornavo a casa col terrore che prima o poi avrei dovuto tornare al lavoro,preferibilmente prima visto che non avendo terminato il sesto mese non avevo neppure diritto alla maternità!
Così piano piano con l'aiuto della psicologa e con tantissima forza di volontà ho rialzato la testa ed ho ricominciato a guardarmi attorno....ho scoperto un mondo meraviglioso che mi aspettava e che ho tanta,tanta voglia di vivere!
Ognuno ha i suoi tempi per elaborare il lutto,prenditi tutto il tempo che ti serve,ne hai bisogno e diritto,ma ricordati che dentro di te c'è la forza per riprendere in mano la tua vita e sono sicura che in questo Alessia ti sarà molto d'aiuto,lei vuole vedere la sua MAMMA sorridente non distrutta dal dolore e ricordati che lei è e sarà sempre con te in qualsiasi cosa tu faccia,in qualsiasi momento della tua vita.
Un abbraccio a te ed un bacione con il soffio alla tua piccola Alessia.
Con affetto Alessia
iulia
00domenica 6 settembre 2009 14:12
per ...aleandre
grazie,
solo "noi" che abbiamo assaggiato questo "sapore" amaro della perdita di quello che consideri più caro capiamo quanto dolore si trova dietro le righe di quello che sta scrivendo..
ancora grazie, mille volte grazie perchè almeno con voi, "amici invisibili" ma sinceri e onnipresenti, riesco a capire che non sono così sola e che il dolore, per quanto sia grande ha la sua discesa.
un abbraccio...
Iulia
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