la circostanza

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valeriovda
00lunedì 20 gennaio 2003 22:49
Data l'attuale impossibilità di riuscire a vedere il film
in questione (che non è mai uscito ufficialmente in vhs)
trascrivo un pò di notizie che ho trovato a riguardo.

Film prodotto dalla Rai,che ebbe scarso riscontro di pubblico
e una distribuzione a livello regionale.
La "prima" si tenne a Napoli il 11/4/1974.
Regia,soggetto,sceneggiatura,fotografia,motaggio di E.Olmi
Scenografia:Ettore Lombardi
Musiche di Battisti/Cicco/Lorenzi/Radius/Tempera e il Notturno
in Fa maggiore di Haydn
con:
Ada Savorelli(Laura,la madre)/Gaetano Porro(il padre)
Raffaella Bianchi(Silvia,la terzogenita)/Massimo Tabak (Tommaso,
il secondogenito)/Mario Sirieci (il primogenito)
Barbara Pezzuto(Anna,la nuora)/Giorgio Roncaglia(il ragazzo ferito).
La trama in poche righe:
Sul finire dell'estate i membri di una ricca famiglia alto-borghese sono sparsi nelle diverse case di loro proprietà.
La madre,giunge in macchina casualmente sul luogo di un incidente
e porta in ospedale un ragazzo ferito e ustionato.Inizierà a prendersi cura di lui come fosse la madre,riscoprendo il senso
del suo legame con la vita e con gli affetti.
Un giorno,tornando,per l'ennesima volta,in vista all'ospedale trova il letto vuoto.
Lei entrerà in crisi,crisi che colpirà tutti i membri della famiglia.
In pratica:
l'impossibilità della borghesia di riuscire ad agire concretamente sul reale e di riuscire a cogliere un occasione
di riscatto offerta all'improvviso da una "circostanza" nella
quale ci si viene a trovare.
Film dalla struttura narrativa frammentaria,con molti personaggi
e storie parallele.Il montaggio riflette e moltiplica il frammentarsi della famiglia che Olmi osserva con occhio pessimista e nostalgico per i nuclei famigliari del passato.
Olmi parte da una trama(e con intenti)molto vicini a Teorema
di Pasolini per criticare la famiglia borghese e per rimandare alla famiglia unita di altri tempi (espressa nel successivo
Albero degli Zoccoli del 197[SM=g27778]
La costruzione narrativa frammentaria è tale da far meritare a questo film l'attributo di opera più complessa e oscura della
fimografia di Olmi.
(si passa molto velocemente da una situazione all'altra,da
un personaggio all'altro confondendo l'andamento temporale della
vicenda)
L'ultima immagine del film è con Tommaso che,salito in macchina,
oltrepassa un camion di vitelli destinati al macello.

Per chi ne volesse sapere di più:
Rivista del cinematografo n°9-1974
Cineforum nov/dic-1974
Variety ago-1974
Il castoro cinema de La Nuova Italia n°116
Il Mattino 12-4-1974

Per essere sinceri,in nessuno degli articoli/riviste che ho
consultato si fa il benchè minimo cenno alla colonna sonora![SM=g27783]
Dal "gruppo di lavoro" (come ha detto Michele) verrebbe davvero
di pensare ad estratti di Sognando e Risognando e all'Omonimo
di Radius.
Andrea latino
00mercoledì 22 gennaio 2003 00:13
Visto che citi "Teorema" vorrei postare questa recenzione raccolta in uno dei tanti siti dedicati al cinema di Pasolini (l'url non me lo ricordo proprio!):

Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini; Fotografia Giuseppe Ruzzolini; scenografia Luciano Puccini; costumi Marcella De Marchis; musica originale Ennio Morricone; musiche curate dal Pier Paolo Pasolini; montaggio Nino Baragli; aiuto alla regia Sergio Citti.
Interpreti e personaggi Luigi Barbini (il ragazzo della stazione); Laura Betti (Emilia, la serva); Adele Cambria (l'altra serva); Ninetto Davoli (Angelino il postino); Carlo De Mejo (un ragazzo); Cesare Garboli (l'intervistatore del prologo); Alfonso Gatto (il medico); Massimo Girotti (Paolo, il Padre); Silvano Mangano (Lucia, la Madre); Susanna Pasolini (la vecchia contadina); Andrès José Cruz Soublette (Pietro, il Figlio), Terence Stamp (l'Ospite); Anne Wiazemsky (Odetta, la Figlia). E inoltre: Ivan Scratuglia.
Produzione Aeros Film (Roma); produttori Franco Rossellini, Mauro Bolognini; pellicola Kodak Eastmancolor; formato 35 mm, colore; macchine da ripresa Arriflex; sviluppo, stampa, effetti ottici SPES; sonorizzazione NIS Film; missaggio Fausto Ancillai; distribuzione Euro International Films; Riprese marzo-maggio 1968; teatri di posa Elios Film, Roma; esterni Milano, Lainate, cascina Torre Bianca (Pavia), Roma, valle dell'Etna; durata 98 minuti.
Prima proiezione XXIX Mostra di Venezia, 4 settembre 1968; premi Coppa Volpi (XXIX Mostra di Venezia) per la migliore interpretazione femminile a Laura Betti; Navicella d'oro, Premio OCIC (XXIX Mostra di Venezia).


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Le vicende narrate nel film

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Milano, primavera del '68. Un postino dal significativo nome di Angelo (interpretato da Ninetto Davoli) porta un telegramma nella villa di un industriale, in cui si annuncia la visita imminente di un Ospite inatteso. L'Ospite (Terence Stamp) giunge il giorno successivo. E' un ragazzo senza particolari qualità, forse uno studente in ingegneria, schivo, riservato, assorto in se stesso, che rimane intatto dagli schemi e dalle convenzioni che vigono nella famiglia, e passa la maggior parte del suo tempo a leggere l'opera omnia di Rimbaud.
Questa sua angelicità, cioè la sua naturalezza ed estraneità a tutto ciò che lo circonda, attrae irrsistibilmente, uno ad uno, tutti i membri della famiglia: a cominciare dalla serva Emilia (Laura Betti), che, letteralmente folgorata dalla sua presenza, nel timore di non poterlo avere, tenta di suicidarsi, ma viene salvata e amata dall'Ospite.
Poi è la volta di Pietro, studente con inclinazioni artistiche, coetaneo del giovane Ospite, che prenderà coscienza della sua diversità sessuale; quindi di Lucia (Silvana Mangano) moglie e madre di famiglia perbene, fino ad allora trincerata nel cattolico principio di fedeltà coniugale; poi è la volta di Odetta, studentessa introversa e adoratrice della famiglia e dell'autorità paterna; in ultimo, la stessa irrefrenabile smania di condivisione sessuale ghermisce il Padre (Massimo Girotti), l'uomo borghese per eccellenza, padrone dei propri mezzi di produzione (è un industriale) e paterfamilias.
Tutti hanno rapporti sessuali con l'Ospite, che, come l'Adorabile descritto da Rimbaud per bocca dell'Ospite stesso "E' venuto, se ne è andato, e forse non tornerà mai più". L'Ospite, infatti, così come era giunto, senza alcun motivo, viene richiamato da un telegramma (portato in casa sempre dallo stesso postino-angelo), e parte il giorno successivo. Tutti i membri della famiglia, ormai rivelatisi a se stessi, cercano di ovviare l'assenza del loro oggetto d'amore percorrendo fino in fondo la strada che, nella loro visione individualistica, porta verso il raggiungimento dell'Altro, Altro di cui l'Ospite era portatore. Emilia, l'unica a legare questa presenza alla sacralità (chiede perdono a Dio per aver fatto l'amore con l'Ospite), prende la strada dell'ascesi: gradualmente si distacca dalla famiglia in cui lavora, torna nel borgo rurale da cui proviene, siede accanto ad un muro e si ciba solo di ortiche, aspettando il ritorno dell'Ospite, compiendo il sacrificio di sé perché si compia questo ritorno. I veri e propri membri della famiglia borghese, invece, percorrono la strada opposta, cercando il senso della propria individualità, invece di sacrificarla: Odetta si chiude in una paralisi isterica, recidendo i rapporti con il mondo, facendosi autisticamente essa stessa mondo di sé, e finisce in un manicomio; Pietro cerca la sua liberazione tramite il gesto artistico, attraverso la pittura, vivendo lo strazio e l'impotenza della gratuità sociale, della perdita del senso delle proprie azioni, nella coscienza che un artista, un creatore, è qualcuno che "non vale niente, che è un essere inferiore, un verme che si contorce e striscia per sopravvivere" ma continua a vivere e a dipingere, incolpando il mondo del deserto in cui si trova; Lucia, donna rigorosamente monogama fino all'arrivo dell'Ospite, percorre la strada della gratuità sessuale, del non senso delle relazioni affettive: prende a vivere una sequela di rapporti occasionali con giovani coetanei dell'Ospite, cercando di rinnovare individualmente, senza uscire da se stessa, dalle proprie forze e determinazioni, il miracolo della naturalezza sessuale che aveva vissuto; ma invano, e permeata da una tristezza profonda.
A parte Emilia, dunque, tutti gli altri hanno sostituito il mondo che hanno abbandonato dopo la venuta dell'Ospite con il dilagare della propria individualità, facendosi mondo essi stessi, senza affatto rinunciare alla propria identità, ma anzi eliminando tutto il resto; solo il Padre, la cui "illuminazione" richiama, attraverso la citazione dell'autore, quella del tolstoiano Ivan Ilic, che a partire da un incidente apparentemente insignificante vive il senso della propria morte, percorre fino in fondo la strada della perdita della propria identità: sarà infatti lui a raggiungere quel deserto di cui, di tanto in tanto, nel film si vedono inquietanti immagini tra una scena e l'altra.
Come un nuovo Francesco d'Assisi, nella Stazione Centrale di Milano egli si spoglia completamente nudo, si districa dalla folla-società, dopodiché lo vediamo percorrere il deserto disperato, senza una direzione, barcollante: ha rinunciato alla sua identità, ma, come egli stesso ha detto, questa è per lui la morte civile, la nullificazione di sé. A lui si contrappone, con un montaggio alternato, la vicenda di Emilia: essa percorre altrettanto fino in fondo la strada della perdita di sé, ma non avendo un'identità borghese da salvaguardare il suo gesto sfocia in donazione totale di se stessa al mondo: dopo un'estasi che l'ha portata a sollevarsi sui tetti delle case, liberata dalla costrizione del sé, Emilia fa dono delle sue lacrime: si fa sotterrare viva, e rimette alla terra, rimbaudianamente intesa come carne e fonte della vita, le sue lacrime di amore e sofferenza, avendo rinunciato finanche all'idea del ritorno dell'Ospite: è diventata lei stessa l'Ospite, ne ha incarnato il distacco dal mondo delle concretezze. Accompagnato dalle note strazianti del Requiem mozartiano, l'uomo vaga nel deserto, e, messosi di fronte alla propria nudità, si scioglie in un urlo di impotenza, un urlo fermo, l'urlo della consapevolezza di non essere, l'urlo del nulla.

S. Murri, Pier Paolo Pasolini, Il Castoro-L'Unità 1995



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I commenti

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Per Teorema, presentato alla Mostra di Venezia nel 1968, piovvero su Pasolini critiche feroci sia da parte della sinistra, che sostenne che si trattava di un film reazionario, oltre ad accusare Pasolini di misticismo, sia dalla destra, che proclamò il suo disgusto per il modo in cui nel film si affrontava il tema della sessualità.
La verità era che né la destra né la sinistra compresero allora, neppure marginalmente, gli intenti dell’autore: rappresentare la totale e irrimediabile perdita di identità della borghesia nel momento in cui essa (la borghesia) si avvia – dopo essere entrata in contatto con un "Altro", del tutto estraneo alle certezze prefabbricate, indelebili e indistruttibili dalla "ragione dominante" – a una presa di coscienza che non può che svelare drammaticamente il "vuoto", l’impotenza, la "non esistenza" che costituiscono l’essenza stessa della borghesia. Una perdita d’identità, d’altronde, che non offre alla borghesia alcun motivo di riscatto, ma che le crea intorno soltanto il "deserto", il nulla.
"Lo sforzo espressivo di Pasolini è tutt’altro che irrazionalista, tutt’altro che reazionario o mistico", scrive il sopracitato critico Serafino Murri. "Infatti, va a toccare le basi concettuali di una cultura che del proprio mezzo, la ragione illuministica, aveva fatto la gabbia in cui imbalsamare definitivamente, con tutto il carico di ingiustizia presente, la società nei suoi schemi irremovibili, nei suoi antagonismi tutti interni ad essa."
Teorema era nato come tragedia in versi, si era trasformato poi in un libro (romanzo / racconto) molto frammentario che mantiene alcuni capitoli, o meglio "frammenti" in versi, per raggiungere infine la forma della sceneggiatura cinematografica nella quale Pasolini riduce drasticamente la presenza del "parlato", cioè dei dialoghi o della narrazione per mezzo di una voce fuori campo, riservando principalmente alle immagini, e secondariamente alla musica – qui incentrata su citazioni dal Requiem di Mozart – la narrazione degli eventi e delle mutazioni dei propri personaggi.
L’Ospite che giunge nella villa della famiglia borghese, e che determina in ciascuno dei componenti di quella famiglia una crisi profonda, una totale perdita di identità, appunto, non ha qualità sovrumane, tanto meno rappresenta un’allegoria divina come qualche commentatore ha voluto sostenere. È semplicemente il suo essere "Altro" rispetto alla logica borghese su cui si fonda il teorema dell’autoperpetuazione della borghesia stessa, che conduce alla perdita di identità tutti i membri della suddetta famiglia, e all’irrecuperabile "deserto" che ne consegue.
Secondo lo stesso Pasolini, è proprio nel sovvertimento della logica che sorregge l’ideologia (o la totale assenza di ideologia) della società borghese capitalistica che consiste l’unica possibilità di una rivoluzione.Pasolini stesso presentò Teorema sulla rivista francese “Quinzaine littéraire” dicendo di esso fra l'altro: “Dio è lo scandalo. Il Cristo, se tornasse, sarebbe lo scandalo; lo è stato ai suoi tempi e lo sarebbe oggi. Il mio sconosciuto – interpretato da Terence Stamp, esplicitato dalla presenza della sua bellezza – non è Gesù inserito in un contesto attuale, non è neppure Eros identificato con Gesù; è il messaggero del Dio impietoso, di Jehovah che attraverso un segno concreto, una presenza misteriosa, toglie i mortali dalla loro falsa sicurezza. È il Dio che distrugge la buona coscienza, acquisita a poco prezzo, al riparo della quale vivono o piuttosto vegetano i benpensanti, i borghesi, in una falsa idea di se stessi”.
Una notazione della curatrice del sito: "Teorema (il libro) è stato per me il 'primo incontro' con Pasolini scrittore e poeta: un incontro che ha rappresentato una vera e propria 'scossa' spirituale; un messaggio che ancora oggi considero prezioso, se non fondante, per prendere coscienza dei problemi e degli squilibri sociali e politici, che può fortemente aiutare a scoprire regioni e ragioni inesplorate dell’animo e del pensiero umano".

raffy44gatti
00mercoledì 22 gennaio 2003 14:31
Re:

Scritto da: valeriovda 20/01/2003 22.49
Data l'attuale impossibilità di riuscire a vedere il film
in questione (che non è mai uscito ufficialmente in vhs)
trascrivo un pò di notizie che ho trovato a riguardo.




Io e non vorrei sbagliare, ho visto due cassette a casa di Icio (hey ragazzo ci sei?) e anche da Gnocchi, mi sembra che Icio le abbia trovate ad un mercato o ad una fiera se non ricordo male.
Italo non so, richiederò, ma se tu mi parli di ufficiale non so che dire. Comunque la locandina porta la dicitura: musiche scritte da LB e dal gruppo della Formula 3, visto con i miei occhi!

Raffaella

valeriovda
00mercoledì 22 gennaio 2003 23:37
Re: Re:

Scritto da: raffy44gatti 22/01/2003 14.31


Io e non vorrei sbagliare, ho visto due cassette a casa di Icio (hey ragazzo ci sei?) e anche da Gnocchi, mi sembra che Icio le abbia trovate ad un mercato o ad una fiera se non ricordo male.
Italo non so, richiederò, ma se tu mi parli di ufficiale non so che dire. Comunque la locandina porta la dicitura: musiche scritte da LB e dal gruppo della Formula 3, visto con i miei occhi!

Raffaella



Sarei felicissimo di essere smentito,ma mi hanno detto così![SM=g27774]
(a parte per LB,ora sono molto curioso di vederlo)
Se Icio e Gnocchi ti/ci fanno sapere la casa che lo ha pubblicato
si può provare a richiedelo...
Per la dicitura hai visto bene,su quella pubblicata dal
Mattino di Napoli c'era anche "Vincenzo Tempera".


Il sito dovrebbe essere www.pasolini.net
A me Teorema è piaciuto...capisco che possa essere ostico a molti
se vi dovesse capitare provateci!
raffy44gatti
00venerdì 24 gennaio 2003 21:35
Re: Re: Re:

Scritto da: valeriovda 22/01/2003 23.37

Sarei felicissimo di essere smentito,ma mi hanno detto così![SM=g27774]
(a parte per LB,ora sono molto curioso di vederlo)
Se Icio e Gnocchi ti/ci fanno sapere la casa che lo ha pubblicato
si può provare a richiedelo...
Per la dicitura hai visto bene,su quella pubblicata dal
Mattino di Napoli c'era anche "Vincenzo Tempera".





Ho sentito Gnocchi nel pomeriggio e mi ha confermato che lui ha la cassetta naturalmente originale (cacchio non ho chiesto la casa !)procuratagli da un tale, insomma un cinefilo!
Il fatto che ora non sia in catalogo non significa che non sia esistita a suo tempo, le non richieste visto lo scarso successo l'hanno fatta togliere dalla lista.
Di contro posso aggiungere che è prassi normale non editare prodotti ormai vecchi ma anche notevoli..esempio:
il cd LE ORIGINI E LE ORIGINI 2 di Battisti
sono fuori catalogo da mò!!!
ma esistono visto che io ho il primo dei due!

eh certe circostanze!

Raffaella
valeriovda
00domenica 26 gennaio 2003 22:16
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: raffy44gatti 24/01/2003 21.35


Ho sentito Gnocchi nel pomeriggio e mi ha confermato che lui ha la cassetta naturalmente originale (cacchio non ho chiesto la casa !)procuratagli da un tale, insomma un cinefilo!
Il fatto che ora non sia in catalogo non significa che non sia esistita a suo tempo, le non richieste visto lo scarso successo l'hanno fatta togliere dalla lista.
Di contro posso aggiungere che è prassi normale non editare prodotti ormai vecchi ma anche notevoli..esempio:
il cd LE ORIGINI E LE ORIGINI 2 di Battisti
sono fuori catalogo da mò!!!
ma esistono visto che io ho il primo dei due!

eh certe circostanze!

Raffaella


Il conquibus è:
che l'ho chiesta in 4 posti a Roma dove ce la dovrebbero avere
per il fatto che sono "videoteche d'autore" e,spece una,pur
di recuperare i titoli introvabili si affitta i film
registrati in tv (il che è palesemente illegale,ma è
l'unico modo per recuperare molti titoli che non stò ad elecare).
Quindi,anche se ora è fuori catalogo,se avesse avuto
una sua regolare uscita,loro l'avrebbero avuta in quanto
atti a mantenere disponibili nastri oggi fuori catalogo.
Poi c'è sempre l'imponderabile...l'importante è sapere l'editore.

Quelli disponibili sono:
-I Fidanzati
-Il Segreto del bosco vecchio
-La Leggenda del santo bevitore
-Il Posto
-L'Albero degli zoccoli
-Lunga vita alla signora
raffy44gatti
00giovedì 30 gennaio 2003 23:11
ecco alcuni dati

Scritto da: valeriovda 26/01/2003 22.16

Il conquibus è:
che l'ho chiesta in 4 posti a Roma dove ce la dovrebbero avere
per il fatto che sono "videoteche d'autore" e,spece una,pur
di recuperare i titoli introvabili si affitta i film
registrati in tv (il che è palesemente illegale,ma è
l'unico modo per recuperare molti titoli che non stò ad elecare).
Quindi,anche se ora è fuori catalogo,se avesse avuto
una sua regolare uscita,loro l'avrebbero avuta in quanto
atti a mantenere disponibili nastri oggi fuori catalogo.
Poi c'è sempre l'imponderabile...l'importante è sapere l'editore.

Quelli disponibili sono:
-I Fidanzati
-Il Segreto del bosco vecchio
-La Leggenda del santo bevitore
-Il Posto
-L'Albero degli zoccoli
-Lunga vita alla signora



LA CIRCOSTANZA:
VHS univideo 1991 DELTAVIDEO
LUCE (CASA DI PRODUZIONE credo)
Milano tel 02 29514953
numero di serie DVJ2303

Un grazie a Icio Benedetti che un computer diventa per l'occasione..anche perchè ne ha due sottomano di cassette..comprate a Bergamo, se sei interesato può richiederle al negozio.
Raffaella

valeriovda
00sabato 1 febbraio 2003 00:27
Re: ecco alcuni dati

Scritto da: raffy44gatti 30/01/2003 23.11


LA CIRCOSTANZA:
VHS univideo 1991 DELTAVIDEO
LUCE (CASA DI PRODUZIONE credo)
Milano tel 02 29514953
numero di serie DVJ2303

Un grazie a Icio Benedetti che un computer diventa per l'occasione..anche perchè ne ha due sottomano di cassette..comprate a Bergamo, se sei interesato può richiederle al negozio.
Raffaella



merci!
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