la balestra nel mediterraneo

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Archita
00mercoledì 13 febbraio 2013 20:28
si sa che l'esercito romano ha utilizzato le baliste e simili ordigni di più vario uso ma sembra che non hanno adottato la balestra invece come arma portatile individuale di origine siracusanao comunque del mondo greco. Va da sè che la balestra che stava nascendo nel mondo mediterraneo era già in uso parecchi secoli prima in Cina. La balestra forse era considerata inutile per il più efficace sistema dei pilum e dell'arco indubbiamente più pratici e veloci?

Tutto sommato la balestra non è stata adottata nemmeno dai cartaginesi ( le frombole delle baleari erano le armi da tiro predilette di Annibale ) e pare che anche nel mondo greco se ne è fatto comunque poco cenno preferendo,come i romani,balestre pesanti per mare e per terra.
Xostantinou
00mercoledì 13 febbraio 2013 20:58
I romani abbandonarono il gastraphetes in quanto l'arco romano e la frombola erano decisamente più efficaci.
La balestra scomparve, restando latente nel mondo bizantino, e riapparve solo verso il IX secolo d.C. quando si svilupparono evoluzioni tecnologiche tali da renderla competitiva con l'arco lungo e l'arco composito.
Archita
00mercoledì 13 febbraio 2013 22:08
mi domando,ma il dardo della balestra di tipo greco aveva abbastanza potenza di penetrazione per le corazze e scudi ? non ci sono resoconti storici di uso contro falangi e si può solo ipotizzare se una salva di dardi avrebbe almeno generato uno scompaginamento del muro di scudi degli opliti o no?
Xostantinou
00mercoledì 13 febbraio 2013 22:20
penso sia stata un'arma troppo leggera, altrimenti non sarebbe stata accantonata a favore di fionde, giavellotti ed archi
AlessandroHD
00giovedì 14 febbraio 2013 10:55
In più gli equipaggiamenti erano piuttosto leggeri e non penso che il potere di penetrazione di una balestra primitiva e delle eventuali evoluzioni fosse necessario...
Xostantinou
00giovedì 14 febbraio 2013 10:59
Proprio il contrario, la gastraphetes non aveva la forza di superare le corazze dell'epoca e, come tutte le balestre, non poteva variare il proprio uso cambiando angolo di tiro.
Che te ne fai di un'arma che spara solo orizzontale e non penetra le difese, quindi?
AlessandroHD
00giovedì 14 febbraio 2013 13:48
Si scusa dal contesto sembra che io parli degli opliti, pensavo più che altro, in una schermaglia di arcieri, tra l'altro frequentissime, un'arma del genere si rendeva inutile. Probabilmente aveva una certa utilità negli assedi... Aiutata dalla gravita...
Xostantinou
00giovedì 14 febbraio 2013 14:07
L'arco, soprattutto quello scitico, era molto più potente, poteva tirare a parabola, ed aveva un rateo di fuoco notevolmente superiore.
Negli assedi c'erano le balestre "pesanti", quelle che poi si evolveranno nelle baliste.
Augusto.Carducci
00giovedì 14 febbraio 2013 14:59
la balestra diventa importante (neanche fondamentale) nel medioevo perchè la sua evoluzione la rese molto potente e capace di sfondare scudi e perforare corazze laminate.
tuttavia non divenna mai l'arma definitiva pochè a potenza corrispondeva pesantezza, costo e rateo lentissimo.
Altra nota a grande vantaggio della sua diffusione l'utilizzo semplicissimo rispetto agli archi.
un balestriere che tira da 2 settimane centra l'obiettivo, un arcere ancora si taglia le guance allo scoccare.
Xostantinou
00giovedì 14 febbraio 2013 15:33
tratto dal "Toxofilus" (1545) di Roger Ascham:

"Il motivo per il quale nessuno finora ha scritto un libro sul tiro con l'arco […] credo che sia il seguente: coloro che sono più esperti nel tiro e che lo conoscono bene, non sono istruiti; coloro che sono istruiti, invece, sono poco esperti nel tiro, e sono ignoranti in tale campo, in tal modo pochi sono stati finora in grado di scrivere su questo argomento.

Tra i cittadini romani (qui inteso come bizantini), che superavano tutti gli altri in virtù, nobiltà e potenza, una scarsa menzione è fatta del tiro con l'arco, non perché sia stato poco usato tra loro, ma piuttosto perché esso era così necessario e comune, che sarebbe stato ritenuto cosa inutile o superflua per ognuno; così come uno che descriva un grande banchetto […] non reputi importante nominare il pane, sebbene esso sia l'ingrediente più comune e necessario."


I romani (sta volta "de Roma")si accorsero a loro spese delle potenzialità dell'arma e della inadeguatezza della vecchia concezione della legione in quella che viene giustamente ricordata come la prima disfatta dell'impero romano, quella di Crasso a Carre (53 a. C.) contro i Parti, veri “inventori” dell'arco "moderno". In quell'occasione si riporta che i legionari vennero letteralmente inchiodati al suolo dalle frecce della cavalleria catafratta (corazzata), abili arcieri sia in fase offensiva che difensiva. Ad un'analisi approfondita non sfuggirà poi che la tattica dei Parti verrà imitata e perfezionata dai Romani, ma mantenuta nei tratti essenziali pressoché identica.
Scrive Plutarco in proposito:
"I Parti avevano archi potenti e grandi, curvi in modo da scagliare la freccia con impeto, e i colpi sibilavano con inaudita violenza […]. I Parti scagliano dardi anche in fuga e lo sanno fare meglio di qualunque altro popolo, dopo gli Sciti […]. Le frecce conficcate nelle membra si spezzavano dentro le ferite […]. Quando Publio esortò i Romani a lanciarsi sui catafratti, essi gli mostrarono le mani inchiodate agli scudi, e i piedi confitti al suolo da una freccia che li passava da parte a parte."
A tale inadeguatezza si cercò di sopperire con la creazione di speciali corpi ausiliari (auxilia), arruolati in Tracia e nelle province orientali, tra cui spiccavano le formazioni di arcieri a piedi e a cavallo (equites sagittarii). Questo fu il primo passo di un processo che vide gli imperatori e i generali susseguirsi nel tentativo di “modernizzare” (o più che altro adattare) l'esercito romano alla nuova prassi bellica, contro cui si erano tristemente scontrati.
Tale scelta si volse inevitabilmente verso un perfezionamento delle tecniche d'arco da sfruttare in battaglia: gli strateghi bizantini fondarono definitivamente la forza delle loro armi sulla cavalleria sagittaria reclutata fra le genti dell'impero.
La consacrazione ufficiale si ebbe sotto il regno di Giustiniano, dove grazie alle guerre di riconquista, l'impero di Costantinopoli raggiunse la sua massima espansione territoriale. Nel frattempo le truppe venivano progressivamente addestrate all'uso dell'arco, tanto che, alla fine, il semplice fante poteva diventare un esperto arciere a seconda delle necessità. I Bizantini mutuarono dai Persiani la cavalleria catafratta, mentre dagli Unni e dagli Avari l'impiego dell'arco composito e le tecniche di tiro dalla sella. In questo, le popolazioni citate erano avvezzi in virtù dell'invenzione della staffa, strumento sconosciuto al mondo greco-romano, che consentiva all'arciere di mantenersi ben saldo in sella e di tirare anche in sella al cavallo lanciato al galoppo. Il connubio arco-cavallo dei popoli nomadi divenne l'arma per eccellenza dell'esercito bizantino. Anche gli arcieri appiedati svolsero comunque un ruolo importante nell'apparato bellico di Bisanzio: nella battaglia di Busta Gallorum (Gualdo Tadino), ad esempio, la cavalleria gota fu attirata in un sacca, circondata da 4000 fanti, che deposero le lance per imbracciare gli archi, e decimata dalle frecce.
Gli eserciti di Belisario prima e Narsete poi, ebbero la meglio non solo sul fronte occidentale, tradizionalmente meno avvezzo all'uso dell'arco, ma anche sul fronte orientale contro i Persiani, i cui arcieri erano considerati i più forti al mondo in quanto a rapidità di tiro, ma il cui limite, come riportato da Procopio, era di essere dotati di archi meno potenti rispetto a quelli sciti adottati dai romani.
Alla fase di addestramento per un uso corretto e micidiale dell'arco veniva generalmente dedicato molto tempo, che variava a seconda del reparto di appartenenza. E' risaputo che l'esercito regolare obbligava il soldato a impratichirsi con esercizi giornalieri nell'utilizzo di tutte le armi, compreso, ovviamente, anche l'arco; è tuttavia tra i bucellarii che si riscontra il periodo di tempo più lungo di esercizio costante dedicato all'uso di quest'arma, che si stima sui due-tre anni, tale da consentire quell'abilità nel suo impiego che è tipico dell'esercito bizantino, ovvero lo scopo di fare del soldato non solo un abile arciere ma anche un abile arciere a cavallo.


Papa Innocenzo II, durante il Concilio Laterano II del 1139, la bandì in quanto arma "ignobile" poiché permetteva anche ad un villano di uccidere senza sforzo e senza onore un nobile cavaliere.

La storia della balestra e del suo rapporto con l'arco ricalca inoltre il rapporto che vi sarà in seguito tra le armi da fuoco e l'arco.
Archita
00giovedì 14 febbraio 2013 17:15
le balestre automatiche dei cinesi erano i primi congegni basati sul lavoro meccanico per le armi individuali ma la potenza di penetrazione era calibrata sulle armature in uso dai cinesi in sostanza basati su cuoio e scaglie di pietra unite con cordame ( per la massa di fanteria )senza dubbio nulla di paragonabile alle corazze anatomiche di bronzo o alle maglie di ferro degli eserciti di tipo mediterraneo...
AlessandroHD
00giovedì 14 febbraio 2013 17:20
Abbasso la balestra!
Xostantinou
00giovedì 14 febbraio 2013 17:20
non di pietra, le scaglie erano di rame, bronzo, ferro, corno, osso, legno...e come armature non erano disprezzabili, in occidente equivalevano una lorica squamata
Archita
00giovedì 14 febbraio 2013 19:35
Re:
Xostantinou, 14/02/2013 17:20:

non di pietra, le scaglie erano di rame, bronzo, ferro, corno, osso, legno...e come armature non erano disprezzabili, in occidente equivalevano una lorica squamata



hai ragione mi ero confuso con l'armatura di pietra che è stata rinvenuta però per funzioni cerimoniali. Però ancora le armature erano o a scaglie di bronzo o anche solo cuoio o semplici tessuti poichè gli eserciti erano molto grandi e non si poteva ovviamente fornire un equipaggiamento uniforme,va considerato che avevano già un avanzata tecnologia siderurgica per le spade fra cui un certo quantitativo di esse è stato rinvenuto in buono stato a distanza di millenni e usavano gli scudi per potenziare la difesa personale e sviluppare complesse formazioni più alla maniera dei romani che degli opliti greci. Però credo che l'equipaggiamento individuale romano o greco del II-I sec a.c ( stesso periodo dell'esercito di terracotta ) caratterizzato da corazze di bronzo o ferro fosse comunque superiore unito sopratutto con le formazioni falangitiche che i cinesi non conoscevano adottando invece formazioni che ricordano per certi aspetti i romani ( ma senza i micidiali giavelotti ).


Xostantinou
00giovedì 14 febbraio 2013 20:18
quelle armature erano adatte al grado di pericolosità delle armi con cui avevano a che fare...comunque le vesti in feltro o seta erano preferite proprio perché queste fibre erano particolarmente efficaci nel fermare le frecce
AlessandroHD
00giovedì 14 febbraio 2013 20:50
Esatto,come il sistema dei "palloni" di seta dei generali giapponesi che servivano per proteggerli dalle frecce durante la ritirata
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