intervista: Francesca : " i duri hanno due cuori"

Maredinotte
mercoledì 6 maggio 2009 13:35
ehm... la citazione è dal grande Liga!

dopo aver risposto in lungo e in largo alle vostre domanduzze e dopo aver a lungo meditato sulla prossima cavia, ho pensato di concludere il giro degli "anziani" del forum... my darling, resti solo tu! [SM=g27991] ...sei contenta?!...no?!


poco importa! [SM=g27990] saranno felici tutti gli altri! hihihihi ed io sarò perfida!!! [SM=g27997]


parto:


il titolo della tua intervista mette in luce l'idea che ho di te: una persona con una duplice faccia, una dura, diretta, talmente schietta da risultare fastidiosa, ed una dolcissima, che si commuove davanti ad una piccola sorpresa, ad un dono, ad una poesia.

Francesca com'è veramente? è la dura che ogni tanto vacilla, oppure è la tenera che si accartoccia nella sua corazza?

Ripercorrendo il tempo, dal momento in cui hai avuto l'esigenza non solo di scrivere, ma anche di condividere i tuoi pensieri a livello più ampio, cosa è cambiato in te, dal punto di vista umano?



su su... rispondi!!! [SM=g27987]


Francesca Coppola
mercoledì 6 maggio 2009 14:33

Francesca com'è veramente? è la dura che ogni tanto vacilla, oppure è la tenera che si accartoccia nella sua corazza?



Francesca è dura, diretta, antipatica ma anche sensibile, dolce generosa. Tutto dipende dai casi. La mia sincerità talvolta diventa un'arma a doppio taglio, più per me che per gli altri. Nel dire la mia, quasi sempre appaio arrogante e sentenziosa, aspra, una che non ammette repliche. Non è così.

La mia onestà fa di me una persona apprezzabile solo quando non colpisce direttamente le persone cui si riferisce. Questo è quello che accade solitamente. Più raro è il ringraziare, incassare e pensarci su, se non in senso ironico.
Non per forza quello che dico è vero in senso assoluto, ma è quello che penso in un dato momento, quindi, opinabile, anche da me stessa, perchè posso anche cambiare idea.

E vacillo spesso nelle mie incertezze, nelle mie contraddizioni, talvolta abbastanza evidenti. E credo di avere una sensibilità estrema che mi porta a rinchiudermi in una fortezza.

Ci sono poche cose a cui credo e sono quei -valori- che porto fino in fondo, a costo di scontrarmi con il mondo. Ecco sono determinata, quando parto, parto e nessuno mi ferma. Ma poi spesso capita pure che mi fermo e rifletto, credimi potrei stare ore lì ad un punto a pensare, meditare, osservare, così di contro sono dinamica, iperattiva, tesa.

Poi molti dicono io sia misteriosa, e questo mi fa sorridere; quando ci ripenso poi mi vedo sirena ammaliante... ma non so perchè.

La verità è che tu hai messo in luce una mia caratteristica fondamentale, ho un doppio viso, una doppia anima ma non per falsità. Difficilmente mi apro realmente. E avendomi conosciuta anche di persona sai, che rido e sono una persona solare all'apparenza.

Sono una miscela di contraddizioni e dentro ho un mondo troppo inquieto fatto di strani pensieri che è solo mio. Perchè voglio sia così.





mmmmm che dici ti ho risposta? [SM=g7831]



(ah grazie! per aver pensato a me! [SM=g28003] [SM=g27998] )

Francesca Coppola
mercoledì 6 maggio 2009 14:57

Ripercorrendo il tempo, dal momento in cui hai avuto l'esigenza non solo di scrivere, ma anche di condividere i tuoi pensieri a livello più ampio, cosa è cambiato in te, dal punto di vista umano?



cosa è cambiato? beh meglio dire cosa non è cambiato... [SM=g27987]

Tre anni fa, mia sorella mi regalò il pc, con la sua prima liquidazione... che euforia! io non lo avevo mai avuto, sebbene lo avessi desiderato. Allacciato l'adsl, la prima parola che digitai su google fu Scrivere, poi uscirono un sacco di siti di poesia e racconti: mi innamorai!

presi tutto quello che avevo scritto anni addietro sui diari di scuola e li pubblicai. Quante critiche... [SM=g27987]
Non me la presi, perchè erano testi vecchi da lì dovevo ripartire. Stranamente però notai che per due anni non avevo scritto neanche un'acca.

Perchè? ehehhe mi ero innamorata e fidanzata: ero felice! di lì nessuna esigenza di scrivere. Perchè dico questo?
perchè per scrivere -sul serio- avevo bisogno di scavare dentro me.

Quindi, innanzitutto la volontà di confrontarmi mi fece rispolverare una mia passione, la più grande passione mai avuta e in più ricercare le motivazioni giuste per farlo.

A livello umano, ho imparato a conoscermi di più e almeno cercare la risposta a quelle domande che mi affliggevano attraverso la scrittura. I commenti ricevuti mi hanno aiutato a vedere aldilà delle parole e del significato apparente. Ho imparato a confrontarmi, cosa che prima di allora non era mai andata a genio, a dire la mia quasi sempre, e questo mi faceva stare bene. Sono diventata più paziente, più riflessiva, più profonda.

Mi sono così tanto arricchita, che potrei farti la lista della spesa. [SM=g27989]




Maredinotte
giovedì 7 maggio 2009 13:23
te le faccio passare come risposte esaustive... ma solo per generosità! [SM=g27990]

in realtà, vedi, io apprezzo tantissimo la tua schiettezza, anche se a volte ti ucciderei per quanto sei "dura"! quando però ci si sente chiamati in causa l'angolo di osservazione cambia e si rivolge su noi stessi, che ci sentiamo feriti. da parte di una persona intelligente, lo sgomento è momentaneo e si dilegua prima o poi, quelli che fanno paura sono gli stupidi, che accumulano rancore su rancore... capita! [SM=g27988]

nella lista della spesa... mi ci metti?! [SM=g27995] [SM=g27998] [SM=g27987]


grazie checcina cuppulella...
e avanti il prossimo!!! [SM=g27989]
Francesca Coppola
giovedì 7 maggio 2009 16:17


Roby ma in quale lista della spesa vuoi metterti?
tu no...

per me quello relazionale è un altro discorso. I contatti umani acquisiti sono indefinibili e inquantificabili.

Se intendevi quello con la tua domanda, allora non ci ho preso! [SM=g27988]


Dimmi se c'entro il punto o no...
mi perdo nelle mie riflessioni cavoli! [SM=g27987]


Ariel_AltaMarea
giovedì 7 maggio 2009 20:00
Non ci conosciamo, ma questa può essere del resto un'occasione per iniziare a farlo, no? [SM=g27987]

Allora anche io ti lascio due domande...


1) "I veri, i soli veri pensatori, gli uomini di ardente immaginazione!"
E' una citazione di Edgar Allan Poe (mi è preso con lui! [SM=g27987] ) , come la interpreti?

2) Domanda bastarda e un po' paradossale: se per il resto della tua vita potessi fare un'unica cosa fra scrivere e leggere, cosa sceglieresti? (è ovvio che le cose che scrivi tu le puoi leggere! [SM=g27990] solo quelle!)

Ciao ciao [SM=g27985]
Maredinotte
venerdì 8 maggio 2009 08:29
Re:
Francesca Coppola, 07/05/2009 16.17:



Roby ma in quale lista della spesa vuoi metterti?
tu no...

per me quello relazionale è un altro discorso. I contatti umani acquisiti sono indefinibili e inquantificabili.

Se intendevi quello con la tua domanda, allora non ci ho preso! [SM=g27988]


Dimmi se c'entro il punto o no...
mi perdo nelle mie riflessioni cavoli! [SM=g27987]






dicevo: tra le cose che ti hanno arricchito, c'è di certo la mia conoscenza! [SM=g27995] ahahahahaahahhah!!!!!!!

ma dai, era una battuta! [SM=g27988] lo sai che vi-mi prendo in giro!

Francesca Coppola
venerdì 8 maggio 2009 10:01
Ciao! si sono davvero d'accordo, quale miglior modo di conoscersi...
[SM=g27987]



I veri, i soli veri pensatori, gli uomini di ardente immaginazione!"
E' una citazione di Edgar Allan Poe (mi è preso con lui! ) , come la interpreti?


beh non potevi scegliere, frase più calzante di questa e scrittore da me molto amato. Io adoro Poe, il suo stile, i suoi racconti. Quarant'anni di vita mortale per diventare immortale. Una sensibilità estranea ai più, un mondo interiore pazzesco, visionario, allusivo, illusivo, tormentato.
Devi sapere che io ho una fervida immaginazione. Riesco ad immaginarmi tutto quello che potrebbe succedere di lì ad un secondo o anche a più lungo termine. Mi piace fare questo, mi fa rendere conto di quello che vorrei accadesse, anche rispetto a quello che non ammetterei mai a me stessa. [SM=g27987]
Ti spiego questo, per farti capire dal punto di vista dal quale ti do la mia interpretazione, una tipa molto vicina al Poe [SM=g27987] :

1 interpretazione (comune):

Credo che Allan con questa frase voglia intendere il fatto che i veri pensatori sono quelli che ragionano, discutono, scrivono, pensano su cose non accadute, su fatti originali che si distaccano dalla convenzionalità, dal realismo a tutti i costi. Lui scrive quello che fa paura ai più, oscilla tra mistero e incomprensione, tra quello che si vede e non si vorrebbe sapere.


2 interpretazione (provocatoria):

Ma poi mi viene un'interpretazione anche più ironica se vuoi [SM=g27987] : magari questa frase per lui era solo una provocazione.
Sappiamo che è l'inventore del racconto poliziesco e del giallo psicologico.
Diciamo che con questa frase si inseriva nella lista dei pensatori e quindi, nella cerchia ristretta degli eletti. Il che non sarebbe difficile, visto che nonostante Poe sia universalmente conosciuto come scrittore di storie di mistero, di introspezione - spesso dolorosa - e di morte, fu anche autore di racconti satirici e spesso comici molti dei quali tesi ad una feroce critica di certa letteratura popolare del suo tempo. La sua fervida immaginazione così la mette al capo di tutto e ne fa carattere distintivo.



mmm che dici può bastare?

[SM=g27988]





Francesca Coppola
venerdì 8 maggio 2009 10:09

Domanda bastarda e un po' paradossale: se per il resto della tua vita potessi fare un'unica cosa fra scrivere e leggere, cosa sceglieresti? (è ovvio che le cose che scrivi tu le puoi leggere! solo quelle!)

Scrivere, scrivere, scrivere... ehehhe per me è indispensabile. Una malattia cronica, uno stato catartico, l'alfa e l'omega, la notte e il giorno, la mia vita!

Io sono niente se non scrivo, se non fisso quello che penso e non vedo, quello che amo o m'infastidisce, quello che mi provoca dolore. Scrivere è per me un paio di occhi in più sul passato, sul presente e sul futuro.

[SM=g27989]








Francesca Coppola
venerdì 8 maggio 2009 10:16
Re: Re:

Non sei una cosa Robbbby!!! [SM=j7823] [SM=g7760] [SM=g27990] [SM=g7760] [SM=j7823]
sei una splendida persona che mi ha arricchito, sicuramente.
Tu mi hai ascoltato, abbiamo discusso, parlato di tutto, ci siamo confrontate. Con te ho scritto il mio primo duetto ( e chi se lo dimentica [SM=g27987] ) Tra tutto ciò che la scrittura mi poteva donare, persone come te, Dani, Seb, Leo sono di quanto di meglio mi potessi mai aspettare!


vi voglio bene! [SM=g27998]




al_qantar
domenica 10 maggio 2009 21:22
Buona sera Francesca, intanto grazie per avermi inserito nella lista del quanto di meglio ti "potessi aspettare" [SM=g7831] (gongolo)

Ed ora parliamo di te.

Io personalmente ti conosco attraverso le poesie ma soprattutto attraverso i duetti che spesso abbiamo impostato ed in questo senso penso di conoscerti sufficientemente. Ultimamente ho notato, però, che spesso spingi i duetti verso direzioni opposte alle mie, cioè,
tendi a mostrare uno stato d'animo differente a quello che invece dovrebbe essere il controcanto o la risposta. Ti conosco e quindi sò per certo che non è casuale ne si tratta di perdita tematica, ma ti mostri repulsiva, arrabbiata, sfiduciata (l'ultimo tuo aggancio su "L'abbraccio" mi sembra molto evidente) ed è già da qualche tempo che hai questo atteggiamento. Leggo poi le tue e vi trovo dentro le stesse cose e mi domando perché e mi viene di chiederlo anche a te.
Perché Francesca Coppola è così arrabbiata? Perché lo è per fatti suoi (e questi sono fatti privati per cui puoi non rispondere) oppure perche in questo genere di scrittura spazia meglio e/o realizza il suo modo d'essere? E' una nuova F. C. quella che leggiamo ultimamente oppure è solo un momento?
Ovviamente sei sempre gande Fra e mi piaci comunque nelle due versioni ma vorrei capire se c'è qualcosa in più o in meno che vuoi trasmetterci.


Avrei tante cose da chiederti ma per adesso questo lo ritengo importante per conoscerti meglio. Ma ti proporrò l'altra domanda aspettando il prossimo turno.

Bacio

Sebastiano
Francesca Coppola
lunedì 11 maggio 2009 14:33


bella domanda! diretta... [SM=g27989]

vediamo se ti/mi riesco a dare anche un'adeguata risposta! [SM=g27987]


Potrei risponderti che è solo un periodo, perchè fatti personali incidono ovviamente su di me e quello che scrivo di conseguenza. In effetti, è più evidente ultimamente, sebbene nella vita di tutti i giorni sia una persona che tira molto su il morale agli altri, che è propositiva, che è -ottimista- (non lo sono di natura) e diciamo che mi sforzo in questo senso perchè le persone che mi circondano hanno bisogno di questo. Perchè è nel mio carattere, aiutare chi mi sta affianco e quindi, mi do dei pizzicotti per fare questo.

Quando scrivo no... sono io, anche se criptica, simbolica, ermetica, sono me stessa, dico quello che provo, sento, vedo...
alla fine è tutto quello che hai detto:

- perchè sono incazzata per fatti miei. Nel bene, ma soprattutto nel male quest'ultimo anno e mezzo per me non potrà mai avere fine. Sulle conseguenze che mi ha provocato, su quello che mi ha lasciato, sui ricordi che al mio solito faranno capolino (come da copione) gettando sale sulle ferite.

- perchè in questo genere di scrittura spazio meglio e realizzo il mio modo d'essere, sai non mi rendo conto quando scrivo che esprimo quella sensazione, di cui si parla. La verità è che io sono nata arrabbiata con il mondo. Mi repelle quello che i miei occhi sono costretti a vedere, le mie orecchie sono sfiduciate ad ogni ascolto e per questo che la mia bocca e le mani tremano di ira. Sono inquieta e niente mi sta bene. Vedo tutto al contrario o forse lo è? ma soprattutto non so bene, se mi calza a pennello. Avevo 8 anni e scrivevo già del mio disagio esistenziale.

- perchè sono una Francesca Nuova, si... se riesco a tirarlo fuori e se qualcuno lo capisce sono a metà dell'opera. [SM=g27987]

- perchè è solo un momento. Me lo auguro.




Che dici, ti ho risposto?
[SM=g7831] alla prossima Seb, magari aggiungiamo qualche altro tassello! [SM=g28003]

Maredinotte
lunedì 11 maggio 2009 16:56
e allora?
quale sarà la prossima domanda per Francesca l'incazzata?! [SM=g27990]

wewewe, domande che non la facciano arrabbiare, o sono ca(ehm)voli vostri!!! [SM=g27989]
anumamundi.
mercoledì 13 maggio 2009 17:33
Non riesco a fare domante "intelligenti" quindi perdonatemi se abbasso il livello [SM=g27995] .

Francesca, dalle risposte alle domande che ti sono state rivolte si evince una tua posizione fortemente critica verso la vita e uno scetticismo di fondo unito ad una scarsa fiducia verso la società in generale.
Fermo restando che è mia convinzione che le persone come te hanno dentro la capacità di sperare e di rinfocolare continuamente questa speranza e, quando cadono, di risollevarsi infinite volte e con sempre più foga e rabbia, ti chiedo come si possa conciliare la contraddizione fra le due massime che recitano:

"la speranza è l'ultima a morire" e "chi di speranza vive disperato muore"?

Si può vivere di speranza nella contezza che la disperazione è intimamente connessa con la morte della speranza stessa, anzi di questa è proprio l'epilogo?



Chissà se mi sono capito? [SM=g27993]
Francesca Coppola
mercoledì 13 maggio 2009 18:13
Azz! Ci sei andato giù pesante! [SM=g27993]


Ti potrei rispondere ironicamente e molto brevemente che la corrispondenza si trova solo nel fatto che entrambe le massime contengono il termine –speranza-! [SM=g27987]

Ok. Ok. Seriamente allora o almeno ci provo.

Entrambe le massime sono vere nel loro piccolo ed entrambe ci servono per andare avanti, ci tirano su, certo in maniera diversa. Come?
Sembra una contraddizione ed invece non lo è (o non trova una grinza nel mio ragionamento).

La vita è così strana, per certi versi così lunga, per altri così breve ed è controversa, arrabbiata, indecisa o determinata, crudele ed estremamente generosa, ineluttabile ma così mutevole che queste due massime a seconda dei casi trovano una ragione di esistere.

"La speranza è l'ultima a morire"

Già. Come si potrebbe vivere senza la speranza?
Se ogni giorno non fossimo convinti del risveglio, come potremmo mai posare mente e cuore su un cuscino?
E se pensassimo invece che dopo una caduta, non ci potremmo mai rialzare, come potremmo continuare a sbagliare, inciampare, soffrire, tradire?
Se non idealizzassimo, se non immaginassimo, anche quello fa parte di speranza.
La speranza fa parte di noi, fa parte della vita con le sue mille sfaccettature. La speranza non è dei deboli, ma dei forti, coloro i quali credono ad un futuro migliore. I deboli si arrendono. I forti combattono, resistono.
La speranza non muore nemmeno con la morte.


"Chi di speranza vive, disperato muore"

Questa massima è molto conosciuta a Napoli. E’ un modo per tirarsi su anch’esso. Non puoi fare appello sempre alla speranza, fai in modo da essere tu, la tua speranza.

Che vuol dire?

A Napoli lo si dice spesso, rincorrendo una fantomatica vincita al superenalotto o al gratta e vinci. Se campi di speranza in quel senso, di sicuro muori disperato, solo il lavoro nobilita l’uomo.
O lo si dice aspettando che qualcosa si realizzi, è anche un rito scaramantico se vuoi.
Quindi per lo più si riferisce alle chimere e non alla vita di tutti i giorni, fai vivere sempre la speranza, senza saremmo persi.






Francesca Coppola
mercoledì 13 maggio 2009 18:22



Si può vivere di speranza nella certezza che la disperazione è intimamente connessa con la morte della speranza stessa, anzi di questa è proprio l'epilogo?

Questa mi mette in crisi, sembra uno scioglilingua. [SM=g27991]


Ovviamente la disperazione arriva con l’assenza della speranza. Quando si chiudono tutte le porte, quando manca uno spiraglio di luce, nasce l’angoscia, quasi il diniego di ogni situazione e tutto ci pare irreale e solo il dolore la rende tangibile. La disperazione deve essere un attimo, non può durare in eterno, non deve surclassare la vita e la speranza con essa.

Non può e non deve esistere connessione, nessuna convinzione intima.

Non si potrebbe vivere alcuna vita, se solo fossimo convinti di questo. A volte dovremmo smettere di pensare, per vivere meglio e non farci tante seghe mentali, ah! e te lo dice una che se le fa di continuo! [SM=g27987]




anumamundi.
giovedì 14 maggio 2009 14:50
Francesca l'ultima risposta apre le porte ad un discorso che potrebbe andare avanti per ore o giorni(visto che siamo in un forum). Non mi sembra il caso di farlo in questa sede perchè in una intervista non è indicato, ma sarebbe interessante poter discutere di questi aspetti in uno spazio più acconcio.

[SM=g27987]



Ariel_AltaMarea
venerdì 15 maggio 2009 23:48
Re:
Francesca Coppola, 08/05/2009 10.01:


mmm che dici può bastare?

[SM=g27988]








Direi di sì, risposte molto interessanti e non scontate! [SM=g27985]
Mi fa piacere aver centrato autore e frase! [SM=g27988]


Maredinotte
domenica 17 maggio 2009 19:15
ok... in attesa che altri formulino le loro domande...
e riprendendo una parte della risposta che hai dato ad Al

Francesca Coppola, 11/05/2009 14.33:


La verità è che io sono nata arrabbiata con il mondo. Mi repelle quello che i miei occhi sono costretti a vedere, le mie orecchie sono sfiduciate ad ogni ascolto e per questo che la mia bocca e le mani tremano di ira. Sono inquieta e niente mi sta bene. Vedo tutto al contrario o forse lo è? ma soprattutto non so bene, se mi calza a pennello. Avevo 8 anni e scrivevo già del mio disagio esistenziale.




è evidente che la tua scrittura è espressione di un disagio esistenziale, quel maldivivere che ha accomunato tanti poeti e che continua a legare anche noi.
il mondo va storto, ma non dimentichiamoci che il mondo lo facciamo noi...

la mia domanda è:
a parte la rabbia e lo sdegno che provi per le storture del mondo, in che atteggiamento ti poni nei suoi confronti? sei passiva, ti senti semplicemente fuori da tutto ciò che non ti rappresenta o credi di poter fare/fai qualcosa di concreto per cambiare le cose?

e poi, se dovessi trasmettere un messaggio positivo [SM=g27987] ai posteri, o agli altri abitanti dell'universo, incapsularlo e spedirlo nello spazio, cosa vorresti che leggessero?

Francesca Coppola
lunedì 18 maggio 2009 13:51
a parte la rabbia e lo sdegno che provi per le storture del mondo, in che atteggiamento ti poni nei suoi confronti? sei passiva, ti senti semplicemente fuori da tutto ciò che non ti rappresenta o credi di poter fare/fai qualcosa di concreto per cambiare le cose?

io non sono mai passiva, figurati nei confronti del mondo! [SM=g27987]
il mondo è arrabbiato con me ed io con lui, in questo c'è molta dinamicità. Nel bene e nel male, faccio parte del mondo e sebbene non mi rappresenti non mi tiro indietro. E poi cerco costantemente di modificarlo, ovviamente nel mio piccolo. Non ci riesco o almeno al momento non vedo risultati importanti.
Ognuno di noi può fare molto per cambiare le cose. A volte basta davvero poco, come un sorriso, un tentato consiglio, una carezza e il binario si raddrizza dal lato giusto. Non sono cose scontate. Ho provato sulla mia pelle come un parola al punto giusto possa NON scatenare qualcosa di irreparabile. Ho aiutato, certo senza farmi vedere, persone che hanno reso la mia vita un inferno. E credimi sto sempre lì a dipensarmi in fiumi di parole, azioni, occasioni, situazioni.
Io faccio sempre qualcosa per cambiare le cose e credo di poter fare molto di più. Almeno per rendere meno pesante, e non sentirmi fuoriposto in quel microcosmo che vivo.
Francesca Coppola
lunedì 18 maggio 2009 14:13
e poi, se dovessi trasmettere un messaggio positivo ai posteri, o agli altri abitanti dell'universo, incapsularlo e spedirlo nello spazio, cosa vorresti che leggessero?


farei le fotocopie rimpicciolite di tutto quello che ho scritto e le ficcherei nella bottiglia! sono megalomane... [SM=g27987]
tanto è inutile, potrebbero parlare un'altra lingua fino alla riscoperta dei messaggini e allora mi toglierei lo sfizio di essere immortale e magari vedere dall'alto i miei scritti sotto un vetro, esposti in qualche museo... [SM=g7910]

Scusami ma non riesco ad essere obiettiva e seria in questa risposta, potrei inserirti qui mille frasi ad effetto speciale ( combatti la tua battaglia, non arrenderti mai, fai di ogni giorno il tuo sole principale ecc...) passare per la saggia della situazione, ma non mi va...
La verità è che ognuno dentro di sè, dovrebbe trovare un pensiero positivo, che gli faccia da guida. Le cose dette dagli altri non valgono per noi. La vita è così breve, che deve essere vissuta necessariamente in modo intenso ed ognuno di noi deve trovare quegli imput giusti, capaci di farci stare bene e realizzarci.

filodiseta--
venerdì 29 maggio 2009 08:33
duecuori e dueanime
Francesca Coppola, 08/05/2009 9.33:


e raccontiamoci nel giornale
che cambia nome ad ogni piazza
in quell'abbraccio scomodo e
nel non sapore di niente se
tu non sei chiunque, ovunque
per sempre

diciamolo ai tetti, versanti
di incontri incompiuti o ai
folletti, redentori di sogni
Si, anche a quei colombi senza
palma dai, raccontiamo questo
circolo di pelle e rabbia




Francesca Coppola, 12/05/2009 19.16:



non si diverte a stringere nodi ai parapetti
lui aspetta e mi gira coi piedi, quasi fossi
una farfalla, ma le ali le perdo ad ogni goccia
poi al segno di qualche inutile logica

mi spinge ad amante restituendo disegni fatti
di carne e non cede al credo di gesta eroiche
ma calpesta silenzi inciampando fra le carte
Lui prende caligine, risparmia promesse

e no, non inneggia paese. Io, il suo mare che
accavalla gambe e vento poi sul prato respirando
perdono e mi risveglio nel sole, correggo la neve
risplendo tempeste conservando comete

e di buono c'è la salsedine, il dormiveglia
di stazioni mai in partenza, riflessi di sereno



(è da parecchio che giro attorno al primo testo che riporto qui. secondo me uno dei tuoi più belli)



ti chiedo di commentare da te i due testi che ho scelto, perché li ritengo significativi per estrapolare la dualità del tuo cuore e della tua anima. in breve, gli stati d'animo e le situazioni, che generano, a parer mio, due poetiche e stili così distanti tra loro. e se mi sbaglio, come senti che invece i tuoi cuori o le tue anime sono "uno", in entrambe gli stili.


ti abbraccio [SM=g7831]
Francesca Coppola
venerdì 29 maggio 2009 14:17
D’accordo Daniela, ti racconto tutto, ma dopo vorrei che tu mi dicessi cosa ci vedi o leggi tu in questi due testi e cosa ti fa pensare alla dualità di cuori ed anime e ovviamente le somme che tiri da tutto ciò che ti dirò. [SM=g27987]

Innanzitutto se li leggo ora a distanza di un po’ di tempo, ci ritrovo me e probabilmente questi due testi non sono agli antipodi, anzi. Ci sono tanti altri testi che fanno ribalzare la contraddizione di anche più di due componenti in me.


e raccontiamoci nel giornale
che cambia nome ad ogni piazza
in quell'abbraccio scomodo e
nel non sapore di niente se
tu non sei chiunque, ovunque
per sempre

diciamolo ai tetti, versanti
di incontri incompiuti o ai
folletti, redentori di sogni
Si, anche a quei colombi senza
palma dai, raccontiamo questo
circolo di pelle e rabbia

Questa nasce da un duetto con Al: L’abbraccio. Per me il titolo è stato più che mai esplicativo, indicativo, ho pensato all’abbraccio, al modo dolcissimo in cui ne parlava Seb. Lui utilizzava parole incisive, ma volte ad esprimere un sentimento straripante, ambito.
Io pensavo solo all’abbraccio, all’unione, al racconto di una storia. E’ stato un attimo, credimi, che mi riesce pure difficile motivarti. So solo che probabilmente ho esternato un sentimento molto intimo. Per spiegarmi e spiegarti devo farti necessariamente una premessa, che poi è anche una sorta di spiegazione.
Io non ho un buon rapporto con mio padre. Su 365 giorni, più della metà li passo a litigarci, un quarto a non parlarci, i restanti trascorrono sulla base di una convivenza forzata. Come ben sai, io sono fidanzata da molto tempo, parliamo di più di 6 anni. E non ti nascondo che riverso su lui e ricerco in lui un affetto sincero, che non sia intrecciato di ignoranza e menefreghismo. Leggi l’abbraccio come condizione interiore di delusione e speranza, voglia di dolcezza ed attimi altamente sentimentali, ma anche di durezza esagerata, violenza psicologica, ricordi macchiati di inquietudine.

La mia versione de L’abbraccio si muove nella ricerca di un qualcosa, che non conosco, ma che mi rende insoddisfatta, sempre. Quando apparentemente tutto va bene, io riesco a vederci sempre il marcio. Il mio non sentirmi mai nel posto giusto, al momento giusto. Sono fuori posto soprattutto in me e questo lo trasporto all’esterno su tutto ciò che mi circonda, comprese le persone, sulle quali spesso scarico questa mia rabbia.

L’abbraccio di cui parlo è quello conosciuto, intimo e confortevole, quello inventato, sognato, ambito, quello falso e svenduto, quello riappacificante. L’abbraccio come circolo di pelle e rabbia, ecco le due componenti: materialità e spiritualità, dolcezza e ira, tristezza e sensualità, contraddizione su/vs contraddizione = io!


Come avrai capito la prima si diffonde su note malinconiche, tristi, miste a rabbia su quello che non si è avuto e si vorrebbe, ma soprattutto ciò che si desidera.




Francesca Coppola
venerdì 29 maggio 2009 14:39
non si diverte a stringere nodi ai parapetti
lui aspetta e mi gira coi piedi, quasi fossi
una farfalla, ma le ali le perdo ad ogni goccia
poi al segno di qualche inutile logica

mi spinge ad amante restituendo disegni fatti
di carne e non cede al credo di gesta eroiche
ma calpesta silenzi inciampando fra le carte
Lui prende caligine, risparmia promesse

e no, non inneggia paese. Io, il suo mare che
accavalla gambe e vento poi sul prato respirando
perdono e mi risveglio nel sole, correggo la neve
risplendo tempeste conservando comete

e di buono c'è la salsedine, il dormiveglia
di stazioni mai in partenza, riflessi di sereno





Il titolo è irrisorio. "Di buono". La chiusa è esplicativa.
Parlo del mio amore, quello che stringo e dal quale mi faccio avvinghiare, quello che ho ricercato a lungo, che ho desiderato, al quale mi sono sottomessa e che a volte penso mi limiti.

Dovresti leggere quello che scrivo alla luce delle contraddizioni che legano ogni rapporto. Ci sono momenti si ed altri non. Ci sono le cose che vanno bene e quelle che ammazzano lentamente. Ci sono sorrisi da soffocare il sole e lacrime che invecchiano i giorni. Quando vivi un rapporto, lo vivi a 360°(o almeno io) e mi ci fiondo e allo stesso tempo ci vado coi piedi di piombo.
Già ho accennato al mio ultimo anno e più un po’ drastico e qui traccio il mio bilancio, di una vita, di un rapporto, di un momento. E’ una sorta di auto consolazione alla domanda: Cosa c’è di buono?” se leggi bene, in ogni immagine viene esplicata dolcezza, ma poi include anche una parte malinconia, restia.

Evidente qui:

lui aspetta e mi gira coi piedi, quasi fossi
una farfalla, ma le ali le perdo ad ogni goccia
poi al segno di qualche inutile logica


E parlo di lui e come mi appare, mi sento protettiva nei suoi confronti e nella vita di tutti i giorni cerco di non fargli pesare più del dovuto delle cose. Lui così per me, io per lui: una caverna, un riparo, l’acqua, lo scombussolamento dei sensi. Io mi sento il centro del suo mondo, lui è il centro del mio mondo, ma mi basta?

Nella chiusa non c’è nulla di buono, leggi tra le righe:

e di buono c'è la salsedine, il dormiveglia
di stazioni mai in partenza, riflessi di sereno


La salsedine è buona? Stazioni da cui non partono treni? E i riflessi di sereno sono appunto riflessi, quindi illusori.





La prima nasce da un parallelismo rabbia - amore.
La seconda da un bilancio, un pò triste. A quanti capita di non vedere via d'uscita? di sentirsi stanchi e mai appagati realmente? a quanti capita per un attimo di posare le armature?


Il mio dualismo, vive in me, parte da me e ritorna a me.
C'è sempre una parte più torbida in noi, inquieta ed inquietante, quella che non vorremmo mai uscisse fuori e ce la custodiamo col lucchetto. La mia, mio malgrado fuoriesce quando scrivo e la rendo simbolica, poco eloquente per mascherarla.
L’altra è solo una facciata di apparenza o è davvero parte di me? È un po’ tutte e due.






filodiseta--
lunedì 1 giugno 2009 14:31
Re:
Francesca Coppola, 29/05/2009 14.17:

ma dopo vorrei che tu mi dicessi cosa ci vedi o leggi tu in questi due testi e cosa ti fa pensare alla dualità di cuori ed anime e ovviamente le somme che tiri da tutto ciò che ti dirò. [SM=g27987]






Sì, ti premetto che si tratta di una questione di linguaggio e di suoni non solo di temi. ma proverò ad approfondire in un momento di solitudine, così difficile da trovare tra questa mura


ti abbraccio stretto [SM=g7831]

Francesca Coppola
lunedì 1 giugno 2009 14:37


eheheh. Io non essendo cultrice della materia, mi posso solo soffermare sulle tematiche e come esse scaturiscano da me. Per tutto ciò che riguarda il suono, il linguaggio lascio a te l'armeggio.

Ti aspetto e ti abbraccio [SM=g7831]


[SM=g28003] [SM=g28003] [SM=g28003] [SM=g28003]

Ecat Mel
martedì 2 giugno 2009 09:51
Del silenzio e del suo potere molti hanno scritto... in un antico frammento un autore sconosciuto così evoca il suo fascino e il mistero:

"Conchiglia, da dove viene il tuo prezioso contenuto? Dal Silenzio; per anni e anni le mie labbra sono state chiuse"

e tu come lo interpreteresti?

Francesca Coppola
giovedì 4 giugno 2009 14:39
Scusami innanzitutto per il ritardo, ma lo studio mi tiene spesso impegnata, per cui pur avendo letto la tua domanda non trovavo il momento giusto per maturare una risposta degna e non sono convinta neanche ora che lo sia... [SM=g27989]



Mi chiedi come interpeto questo passo, in realtà non riesco a trovargli precisa collocazione in me. Io che sono abituata al dibattito continuo, non posso pensare alla bocca come vegetale. Non so interpretarlo probabilmente perchè non lo capisco o non lo condivido.

Il silenzio non può mai avere l'oro in bocca, non può celare tesori e meraviglie. Il silenzio genera altro silenzio che diventa freddezza e incomprensione.


Se penso alle cose non dette, non posso credere a nulla di positivo. Certo, la frase che canta: se devi dire una str.... è meglio che stai zitto!" quella sì, la approvo decisamente. Perchè molto spesso il cervello non ha un filo diretto con le labbra! [SM=g27987]

Ti faccio vari esempi, banali se vuoi ma che comunque possono spiegare il mio punto di vista:


* Silenzio come omertà: cosa può apportare? la corsa libera delle menzogne, magari ti salva la vita in quel momento sì, ma a quale prezzo? costruendo argini già crepati di fiumi in piena.

* Silenzio in amicizia: un amico comprende sempre e capisce anche il tuo silenzio. Fattelo dire è una grande sciocchezza. Se ci è stata donata la parola, un motivo ci deve pur essere, altrimenti comunicavamo con la forza del pensiero. Il silenzio in questo caso, quando le cose non sono chiare genera il sospetto, fa crescere la situazione magari più del dovuto.

* Silenzio in amore: quant'è bello comunicare col proprio partner a questo sto pensando ora!
al mio scandagliare ogni particolare, ogni movenza, ogni sguardo perchè sebbene potremmo dire che, in questo caso, si potrebbe omettere la parola e farsi trascinare dall'intensità dei momenti, beh! questo non può essere in eterno.


Il silenzio mi fa paura, io lo lego al concetto di solitudine. Non avere la forza di parlare, la voglia, la motivazione...
La potenza del silenzio? no! è un mio limite.





[SM=g7831]
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