xdefcon
00giovedì 6 gennaio 2005 18:03
Sai Dana, credo che l'aspetto apogrifo sia quello meno presente in questo contesto, non perchè non me ne freghi nulla, ma analizzando la serie di pitture, che la maggior parte di quelli che le hanno create, le giudica Arti Grafiche, credo che la maggior parte delle persone, nel loro immaginario tende a sdramattizzare la cosa.
Del resto ironizzarli, è come un pò accettare la situazione delle cose, da una parte il Governo e gli Organi Militari che negano l'evidenza delle loro scoperte sospette (scusa il gioco di parole) dall'altra gente comune (come noi), che si domanda il perchè di tanti segreti, eliminando la menzogna che provocherebbe caos e incidenti.
Secondo me ironizzando la loro presenza, goliardicamente e commercialmente, è come se nel nostro io, vorremmo allontanare la paura di ritrovarceli faccia a faccia.
A risentirci bye xdefcon.
xdefcon
00venerdì 7 gennaio 2005 14:48
L'ufologia non può essere considerata una scienza, nè tanto meno una facciata di quello che si vorrebbe che fosse, un modo come un altro per rappresentare una realtà speculare.
Credo che Ironbeast tu ti faccia troppo "coccolare" dalle decine di menzogne, bugie e mille recondità, di chi afferma di credere a queste bellissime favole, negli ufo e nella tecnologia che rappresentano ci sono mezze verità, molti riscontri, ma pensare che sia una scienza credo che sia utopistico.
Galileo, Leonardo da Vinci, Fermi ... questi sono gli esponenti di quelli che tu potresti alla lontana (non viventi) racchiudere in quella bacheca di grandi invenzioni, in cui il genere umano si è ... emancipato dalle credenze popolari.
Meditare sempre quello che si scrive, l'ufologia è l'astrattismo del pensiero, dipende da chi viene privilegiato, il caso "Chiumento" poi tramite la mia ricerca e l'incrocio dei dati raccolti, ti dice che a volte c'è di mezzo il vile denaro ... di chi propugna queste mezze verità.
A risentirci bye xdefcon.
[Modificato da xdefcon 07/01/2005 14.49]
xdefcon
00lunedì 17 gennaio 2005 15:42
CISU - Musica, pubblicità e UFO in Italia:
stato di avanzamento di due cataloghi socio-ufologici
di Paolo Toselli
Questo breve testo vuole rappresentare, seppur nella sua sommarietà, lo stato dell'arte del progetto "UFO e Pubblicità" avviato da numerosi anni, ma purtroppo carente di documentazione prodotta. Risale infatti a oltre dieci anni fa la pubblicazione a cura del CISU del primo e unico catalogo in lingua inglese che elencava il materiale raccolto.
Di fatto, il progetto riguarda uno dei tanti aspetti sociali con cui, secondo noi, trattando di fenomeni UFO, ci si deve anche confrontare, ovvero l'uso di concetti e immagini derivanti dalle tematiche ufologiche ed extraterrestri nella comunicazione pubblicitaria attraverso giornali, TV, radio, manifesti, ecc., e più in generale nel commercio, sino ai nomi-marchio attribuiti a prodotti di vario genere, attività commerciali e giocattoli.
Sin dall'inizio i pubblicitari hanno compreso la potenzialità che l'argomento poteva offrire tant'è che dall'estate 1947 negli USA il termine "disco volante" (flying disk alternato a flying saucer) è stato utilizzato per pubblicizzare i prodotti più disparati con l'intento di colpire l'immaginario della popolazione statunitense.
In Italia dobbiamo attendere il 1950 - anno della prima grande ondata di avvistamenti UFO - per riscontrare esempi di questo genere, che ritroviamo, anche se in numero minore, sempre sulla carta stampata, nel 1952 e '54. La prima pubblicità in assoluto è quella apparsa sul Corriere della Sera il primo aprile 1950: un marziano "cubista" reclamizza un noto lassativo.
Questo il testo: "Un disco volante è finalmente atterrato! Il marziano che n'è disceso ha subito chiesto un confetto Falqui. Provate anche voi questo delizioso lassativo alla frutta".
Minimo, per non dire quasi nullo, l'uso di simili tematiche in ambito pubblicitario negli anni '60. Un'apprezzabile presenza, invece, si riscontra a partire dal 1978 - anno eccezionale per i fenomeni UFO in Italia - e sino al 1981.
Un significativo incremento di UFO, dischi volanti ed extraterrestri interagenti con le nostre faccende quotidiane si ha nel triennio 1988-1990. Poco però in paragone al più recente periodo 1995-2000 a cui si riferisce quasi il 70% del materiale italiano raccolto e schedato.
Un discorso a parte meriterebbe l'"esplosione" dello sfruttamento "UFO e alieni" da parte di pubblicitari e creativi occorso nel 1998, ma volutamente non la trattiamo in attesa di aver catalogato tutto il materiale in nostro possesso.
Delle 869 entrate ad oggi catalogate nel database specifico, 638 si riferiscono ad un uso diretto ed esplicito dell'immaginario UFO/ET (tipo A), 86 a riferimenti più sottili e meno espliciti (tipo B), ma pur sempre riconoscibili, e 166 a prodotti, ditte, negozi, attività commerciali, ecc. che hanno utilizzato o utilizzano la sigla "UFO" (OVNI per la Francia e i paesi di lingua spagnola e portoghese), il termine "disco volante" o, ad esempio, il più recente "Area 51" come nome-marchio (tipo C).
La somma delle tre tipologie è superiore al totale solo perché alcune entrate sono classificate doppie (ad esempio A + C).
Siamo comunque in possesso di una certa quantità di materiale, in particolare estero, che deve essere ancora catalogato e pertanto i numeri di cui sopra si devono considerare provvisori, in attesa del completamento dell'aggiornamento del database.
Da tali cifre è escluso inoltre tutto quanto riguarda il periodo 2001-2002 che attende di essere registrato, e di cui si può dire che soffre di un leggero decremento nell'utilizzo della "mitologia" extraterrestre rispetto al biennio precedente.
Sul totale delle entrate, 678 si riferiscono all'Italia, di cui il 74% attribuibili al tipo A, il 19% al tipo C, e solo l'8% al tipo B.
Gli altri Stati con maggior ricorrenza sono Francia, Inghilterra, USA, Svizzera, Germania, ma probabilmente solo a causa dell'esistenza di collaboratori al progetto ivi residenti.
Inoltre, sempre per il nostro paese, la maggioranza delle entrate (279) hanno come mezzo di diffusione i giornali, 110 la TV (di cui per la metà si è in possesso della videoregistrazione degli spot) e 289 altro (manifesti, packaging, radio, cataloghi, ecc.).
Intere campagne pubblicitarie sono state centrate sul tema, vedasi gli esempi degli orologi Zenith, dello yogurt Yomo, delle videocamere Hitachi, dei negozi InSip, dei componenti elettronici Siemens, e più recentemente della compagnia area Air Europe e della regione Emilia Romagna.
Dal 1978 l'abbinamento di due termini con la creazione del neologismo "incontro ravvicinato" - ripreso dal film di Spielberg che a sua volta ha utilizzato l'espressione close encounter coniata da Hynek per l'ufologia - è divenuto d'uso comune.
Più recente è invece la comparsa anche nel nostro paese di immagini collegate allo stereotipo tutto statunitense del Grigio. Malgrado i primi libri di ufologia col "faccione" a uovo e due grandi occhi neri siano stati pubblicati in Italia nel 1988 (fra tutti Communion di Strieber) bisogna aspettare il 1996 per trovare in vendita anche da noi le prime magliette con effigiato il volto del nuovo alieno.
L'anno seguente, l'immagine del "grigio" ha iniziato ad essere utilizzata per reclamizzare eventi (pomeriggi in discoteca), negozi e altri prodotti indirizzati sempre ad un target molto giovane.
Ma è nel 1998 che esplode la "grigio-mania" tant'è che saremmo quasi tentati di paragonare l'incisività e la semplicità di questa immagine ad un'altra icona famosa, ovvero il più classico smile, la faccina sorridente degli anni '80.
Sovente, è comunque l'ironia a fare da sottofondo all'utilizzo dell'immaginario ufologico nella pubblicità. E contrariamente a chi si ostina a scorgere sempre e ovunque trame oscure di abituazione al "contatto/scontro" con altre razze aliene, riteniamo che più semplicemente, accantonando generalizzazioni apocalittiche, la pubblicità interpreti, traduca e proponga creativamente ciò che è già socialmente presente e accettato.
Obiettivo a breve termine del progetto è la pubblicazione di un catalogo commentato dei primi 50 anni di "contaminazione" ufologica ed extraterrestre del mondo pubblicitario italiano.
Nell'attesa della stesura di un testo che analizzi più capillarmente l'utilizzo nella comunicazione pubblicitaria delle nostre tematiche, vorrei lanciare un appello alla collaborazione, in modo da recuperare materiale utile al progetto che altrimenti potrebbe andare disperso o rimanere sconosciuto.
Chiunque rintracci pubblicità, anche vecchie, o prodotti connessi all'immaginario UFO/ET può segnalarle mettendosi in contatto con il curatore del progetto all'indirizzo e-mail ptoselli@tin.it