quello che mi dici, Fiorella, è un grande complimento per me, poichè nella poesia ho sempre cercato, più che il sentimento dell'autore che pure è importante, la possibilità di sentire i suoi versi come miei. da questo punto di vista, l'univocità del sentimento poetico mi è sempre andata stretta, mentre prediligo la possibilità di interpretare secondo la mia sensibilità ed è anche quello che cerco nello scrivere.
di solito l'espressione di un sentimento certamente unico può essere ricondotto poi a varie sfere del pensiero e della vita e allora per me è bene che ognuno riesca ad immedesimarsi e a trasporre la propria esperienza dentro i versi altrui. questo ci slega dalla storia dell'autore che partendo dalla sua esperienza riesce a rendere universale le sue parole e, nel momento storico in cui viviamo, a me sembra abbastanza importante.
oggi scrivono in molti, la poesia si propaga attraverso la rete e così ognuno può fruirne liberamente. a parte i classici, infatti, nessuno conosce la storia di chi scrive, nè ha possibilità di studiarla. nella rete siamo libero pensiero, essenza immateriale e leggere specificamente di un amore concluso o incompiuto è molto frequente ma anche poco interessante, a mio modesto parere.
certo conoscere le mie origini ed in particolare uno scritto che risale alla mia adolescenza, sarebbe importante per comprendere la valenza associata al Libro, si scoprirebbe cosa significa per me e si potrebbe dare forse una giusta interpretazione, ma non è fondamentale al fine di "sentire" la posia.
per ciò che riguarda l'analisi del testo, è senz'altro corretta. le molte ripetizioni, l'uso/abuso di congiunzioni e preposizioni funge allo scopo di fissare i concetti e anche la tua sensazione di avere davanti un'opera non limata è giusta. anche voluta: infatti non ho cambiato una virgola dalla prima stesura e si vede.
perchè? perchè questo testo ha i connotati di una discussione parlata, di una comunicazione verbale più che scritta. come quando stai interloquendo con qualcuno a voce e tenti di spiegargli quello che senti con la consapevolezza di non riuscire a farlo perfettamente a causa dell'inesaustività della parola.
mi sto focalizzando molto su questo tema perchè lo sento fortemente... e così molte delle mie "poesie" in realtà sono più che altro flussi liberi di coscienza esternalizzati, grezzi, credendo che nella parola grezza possa racchiudersi un po' di quella componente di sincerità che il verbo curato e limato nasconde o cancella.
sarà così?
mi piacerebbe sapere la vostra...