ancora lui!
E' tornato! Ormai per me sta diventando un appuntamento fisso con la comicità, un po' come Zelig il venerdì sera. I suoi sono monologhi di livello altissimo. Questa volta ha tirato fuori dal cilindro (cioè dalla sua testa a cilindro) un articolo che sembra il tema di un bambino delle elementari (o ancora meglio una raccolta di PENSIERINI.... ve li ricordate?). E poi.... IL GRAN FINALE DA NON PERDERE !!!!!!! Un epilogo completamente scollegato da tutto il discorso.... QUI SIAMO AL PURO DELIRIO! Non perdetevelo!
Mi permetto di mettere in grassetto l'epilogo delirante.... buona lettura!
PIÙ POTERE AI DOCENTI E MENO AGLI STUDENTI !
La scuola italiana è in crisi da diversi anni, le continue richieste di libertà, di tolleranza e di clemenza da parte dei ragazzi, hanno condotto al diploma generazioni di ciucci, fra i quali ci sono anch’io con le mie spaventose lacune in alcune materie, nonostante abbia frequentato il Liceo Classico.
Tutto ciò ha portato una progressiva svalutazione del lavoro dei docenti, che oltre ad essere mal pagati devono anche subire la forte frustrazione derivante dall’impossibilità di poter bocciare chi non merita di essere promosso, o, al limite, di assegnare qualche materia da recuperare agli allievi più sfaticati.
Quando c’erano gli esami di riparazione a Settembre, i meno bravi come me studiavano per tutto il secondo quadrimestre in modo tale da raccogliere almeno quel sudatissimo sei, utile per proseguire la carriera scolastica senza macchie; da qualche anno non si rimanda più e gli effetti sono stati devastanti, perché lo studente non è più costretto a sbattere la testa sui libri neanche durante il famigerato mese di maggio, quello delle ultime interrogazioni.
Dunque nessun rimandato e nessun bocciato, una linea sciagurata che ha rovinato allievi e docenti, i primi perché arrivano all’università scrivendo “Io o un bel gatto”, i secondi perché ormai si sentono completamente inutili, in quanto non hanno un minimo di voce in capitolo.
Proprio così, il professore ha perso ogni potere a casa sua, ossia a scuola, e ciò ha determinato il crollo di questa istituzione, la più importante che una nazione possa avere, perché a scuola si formano i cittadini del futuro.
L’eccessiva tolleranza nel rapporto docente-allievo, privo oramai di qualsiasi forma di rispetto, ha portato all’esasperazione tutti quei docenti che per carattere non sono autoritari; non appena si verificano battibecchi tra studenti e professori, subito intervengono associazioni di genitori in protesta contro “l’orco cattivo” seduto dietro la cattedra.
Nemmeno l’attività didattica è stata risparmiata dalla crisi: il docente infatti deve svolgere un programma per il quale sono necessari 200 giorni impiegando la metà del tempo, perché almeno mezzo anno scolastico si perde tra scioperi per i termosifoni, autogestioni (rivolgersi alla sinistra italiana), feste varie, assenze di massa, entrate a terza ora, ed assemblee.
Già, le famose “Assemblee d’istituto”, l’apoteosi dell’inutilità, quelle buffonate dove la partecipazione degli allievi è vicina al 30% (sono buono) nella prima ora (gli altri sono a casa a dormire), e scende al 10% nelle ore successive, tant’è vero che spesso e volentieri la seduta si scioglie molto prima del dovuto.
E della frase ”Professó posso andà al bagno” vogliamo parlare?
da una classe escono in media 6-8 persone ogni ora, spesso in coppia, per andare a comprare la colazione ai distributori automatici, per fumare una sigaretta (quando va bene), o per chiacchierare con gli studenti delle altre classi nei corridoi (ci si incontra mettendosi d’accordo via sms), il tutto mentre il professore parla ai pochi intimi rimasti in aula di Kirchoff, D’Annunzio e Cesare.
Dulcis in fundo le interrogazioni:
oggi il docente non ha più il diritto di interrogare quando e come vuole, ma deve accettare solo ed esclusivamente dei volontari, stilando un programma delle interrogazioni insieme agli studenti, in modo tale che questi ultimi possano studiare circa 15 giorni su 200 e non essere “oppressi” dai libri!
In altre parole, lo studente sa perfettamente quando verrà interrogato e sceglie gli argomenti da studiare concordando con il professore persino le domande!!!
A queste condizioni, ossia senza poter rimproverare, rimandare, bocciare e interrogare, mi spiegate cosa cavolo sta a fare un professore in classe?
Continuando di questo passo tra pochi anni avremo una classe dirigente composta totalmente da persone senza ordine ne disciplina, che lavorano con il cellulare in mano, trascorrono 4 delle 8 ore di servizio davanti alla macchinetta del caffè, conoscono uno per uno i divi della TV e non sanno come si chiama il Presidente della Camera.
Vi sembra bello? Assolutamente no.
Come al solito, però, la via d’uscita esiste, perché solo alla morte non c’è rimedio:
BISOGNA DARE PIÙ POTERE AI DOCENTI E TOGLIERNE A STUDENTI E GENITORI.
Se oggi si approda all’università con un diploma di scuola superiore che non vale la seconda elementare degli anni ’50, la colpa è di chi ha permesso agli studenti di mettere i piedi in testa ai professori.
I docenti dietro la cattedra sono dipendenti Statali, quindi rappresentano lo Stato, giusto? Bene, allora gli allievi DEVONO rispettarli e i cittadini DEVONO tutelarli e sostenerli.
A scuola bisogna tornare a rispettare le regole, altrimenti l’Italia non ha futuro!
Ai docenti dico solo questo: avvicinatevi alla DESTRA, perché essa è in grado di restituirvi tutta la considerazione che vi spetta.
LORENZO MASCOLO
01 Giugno 2005
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