i vecchi

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gioiaedolore
00venerdì 13 marzo 2009 00:51
canzoni d'autore


“I vecchi”
I vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire
i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria
i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non
chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da
matti
i vecchi che non sono mai cresciuti
i vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica
i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se
ne vanno via
i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori
bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di
nostalgia
i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da
buttare via
ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da
caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio
tutti quanti
sedia sediola... oggi si vola... e attenti a non sudare

Claudio Baglioni




Il vecchio e il bambino


Un vecchio e un bambino
si presero per mano
e andarono insieme
incontro alla sera;
la polvere rossa
si alzava lontano
e il sole brillava
di luce non vera;
l'immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo
poteva guardare
e tutto d'intorno non c'era nessuno
solo il tetro contorno di torri di fumo
i due camminavano,
il giorno cadeva,
il vecchio parlava
e piano piangeva
con l'anima assente,
con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo
di miti passati.
I vecchi subiscon
l'ingiuria degli anni
non sanno distinguere
il vero dai sogni
i vecchi non sanno
nel loro pensiero
distinguer nei sogni
il falso dal vero.
E il vecchio diceva
guardando lontano
immagina questo
coperto di grano
immagina i frutti
e immagina i fiori
e pensa alle voci
e pensa ai colori.
E in questa pianura
fin dove si perde
crescevano gli alberi
e tutto era verde;
cadeva la pioggia
segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni.
Il bimbo ristette
lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano
cose mai viste;
e poi disse al vecchio,
con voce sognante:
"Mi piaccio le fiabe
raccontane altre"

Nomadi - autore Guccini



VECCHI
di Nigel Mansell
( ex pilota di formula uno )

E' presto, ma il tempo par terminato
din don campana è tardi, loro vanno
con far lento nel traffico sguaiato.

Li ascoltano i bimbi ch'ancora sanno,
mentre i grandi rinuncian a capire
chi sconfitto s'arrende senz'inganno.

Vecchi libri che non possiam sentire,
storie che loro non voglion narrare,
anni ormai lontani da maledire.

Per strada con il cane a passeggiare,
tic tac, il tempo è diventato ingrato
vivon in allerta come per andare.

Saggi sanno che niente va gettato,
conservan i giorni che noi sprechiamo,
siam ciechi, domani è già passato.

I vecchi, che distratti dimentichiamo,
le foto sbiadite dei loro tempi,
son i figli che forse più non amiamo.









bottega gang.
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