ferrari in bianco e nero

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della red
00lunedì 16 maggio 2005 18:34
Ferrari
in bianco e nero

Il mito della rossa attraverso cento foto in bianco e nero, scattate da Rodolfo Mailander - oggi nel pieno dei suoi ottantadue anni - all'epoca in cui era un intraprendente fotoreporter di "Auto mobile Revue". Cento scatti racchiusi in una mosdtra, "Ferrari by Mailander. Le origini di un mito", che da oggi al 4 settembre sarà possibile visitare all' interno della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino.

Enzo Ferrari, Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Nino Farina e Luigi Villoresi sono alcuni dei volti dei "miti delle quattro ruote" impressi dalla macchina fotografica di Mailander, la cui storia personale passa anche attraverso Torino e la Fiat per la quale nel 1960 ha lavorato alle relazioni esterne e più tardi come assistente di Giovanni e Umberto Agnelli.

"Rodolfo Mailander - commenta Marella Caracciolo Agnelli, presidente della Pinacoteca - è stato parte della storia della Fiat, come molti ricorderanno, ma è stato anche un formidabile fotoreporter. E' riuscito a riprodurre con la sua Leica l' emozione e la frenesia delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta. Ha ritratto un mondo che adesso non esiste più, dove, dalla messa a punto delle auto da corsa, all' allenamento dei piloti, alle gare vere e proprie, si respirava un' atmosfera eccitante".

Emozioni e frenesie che Mailander cerca ancora nella Formula 1 ("Se volete telefonarmi a casa, per favore non fatelo mentre c' è un Gran Premio in tv" dice sempre agli amici), ma che, consapevolmente, rimangono un sogno. "Scattare fotografie sui circuiti di gara negli anni '50 e '60' - spiega oggi Rodolfo Mailander - è stata una grande avventura. Non esistevano i divieti di oggi, non c' erano ufficiali attorno; potevi andare dove volevi, sistemarti nelle posizioni più spettacolari e pericolose del circuito, o ai box, dove c' erano tutti gli ingredienti per un buono scatto. Tutto ciò non è possibile oggi in Formula 1: niente più sudore, macchie d' olio ovunque, piloti stremati in t-shirt, i volti anneriti dai fumi dei tubi di scappamento, moglie e fidanzate a cronometrare i tempi con gli orologi appesi al collo, persone che vivevano ogni gara in uno stato costante di tensione e ansia, sbirciando nervosamente alla fine di ogni giro per controllare se la loro auto era ancora in gara. Senza i computer, la telemetria e la televisione, tutto era molto più semplice, più umano e forse, per coloro che ancora ricordano quell' esperienza, più affascinante".

Le fotografie che caratterizzano la mostra sono tratte dal volume "Ferrari by Mailander. The dramatic early years of spectacular creativity and intoxicating success'" scritto da Karl Ludvigsen (pluripremiato giornalista e attuale proprietario dell' archivio Mailander) ed edito da Dalton Watson negli Stati Uniti. In occasione della mostra nei locali della Pinacoteca sono anche esposte la Ferrari F1 2003GA, la Lancia D50 (utilizzata da Ascari nel 1955) che rappresentò la transizione tra Lancia e Ferrari e che porta i due marchi, e la Ferrari 246 F1 con cui Mike Hawthorn vinse il campionato del mondo nel 1958.
E' stata anche organizzata sulla pista sul tetto del Lingotto una sfilata di 25 "rosse".

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