download illegale...

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rootshighway
00mercoledì 21 febbraio 2007 15:14
Molto, molto, molto, e ancora molto interessante:

http://www.kwmusica.kataweb.it/kwmusica/news_scheda.jsp?idContent=162476&idCategory=2022

quasi quasi mi verrebbe da dire: io lo sapevo, e voi?<p><font class='xsmall'>[<i>Modificato da rootshighway 21/02/2007&nbsp;15.14</i>]</font></p>
lovis
00mercoledì 21 febbraio 2007 19:53
fabio,io anni fà avevo letto che addirittura erano aumentate
le vendite dei CD,secondo me chi li acquista regoralmente addirittura usa il p2p come un "preascolto" [SM=g27816] ed acquista senza prendere fregature."Almeno nel mio caso".
decemberist
00giovedì 22 febbraio 2007 23:08
cvd
+ng+
00lunedì 19 marzo 2007 14:43
eppure......
LINK:
Bergamo: Finanza chiude rete peer to peer


Modificato da +ng+ 19/03/2007 15.00
rootshighway
00lunedì 19 marzo 2007 15:47
Re: eppure......

Scritto da: +ng+ 19/03/2007 14.43
LINK:
Bergamo: Finanza chiude rete peer to peer


Modificato da +ng+ 19/03/2007 15.00



Si, in effetti è tutto molto aleatorio e le situazioni cambiano di settimana in settimana. Io stesso, dopo avere rintracciato la prima notizia che ho linkato in questo messaggio ho scoperto che le cose non stavano esattamente così. Sarebbe da scriverci sopra un trattato. Al momento sembra che le indagini vadano più nella direzione di smantellare certe reti di pirataggio illegale e vendita.
Comunque resta valido un principio di fondo: la tutela dei diritti d'autore è sacrosanta, ed ogni smercio e produzione illegale di cd vanno perseguiti...ma il ripensamento totale del mercato discografico e dei comportamenti delle majors è altrettanto ineludibile. Una guerra ad ogni p2p e la denuncia di ogni singolo utente di internet che ne usufruisce è impensabile e illogica. Una guerra persa insomma.
Il problema è complesso e ci sono tanti fattori da tenere in considerazione, ma bisognerà pur chiedersi perchè di fronte ad un calo vertiginoso della qualità musicale offerta e ad un consumo sempre più "usa e getta" della musica (singoli che durano lo spazio di mezza stagione, suonerie per i telefonini che impazzano ecc.) l'utente medio si sente in dovere di "fregare" tutti e scaricare gratis
O no? [SM=g27818]
Potrei sbagliarmi, ma credo che se qualcuno anche in questo forum e tra gli utenti del nostro sito scaricasse dalla rete un cd, utilizerebbe quella modalità più per arricchimento e conoscenza, andando poi regolarmente a comprare il cd in questione se gli dovesse essere piaciuto. E' anche una questione di cultura musicale e di passione...credo


+ng+
00lunedì 19 marzo 2007 18:18
Re: Re: eppure......

Scritto da: rootshighway 19/03/2007 15.47



Potrei sbagliarmi, ma credo che se qualcuno anche in questo forum e tra gli utenti del nostro sito scaricasse dalla rete un cd, utilizerebbe quella modalità più per arricchimento e conoscenza, andando poi regolarmente a comprare il cd in questione se gli dovesse essere piaciuto. E' anche una questione di cultura musicale e di passione...credo






...per gli appassionati come quelli che girano in questo forum è sicuramente così, se no non staremmo a piangere sulla morte degli album e delle copertine e non ci esalteremmo per i booklet da 52 pagine di Ry Cooder.....

ma anche allargando il discorso a tutto il mondo WEB io ho sempre avuto la sensazione che il 95% della musica scaricata in internet non è presa INVECE DI COMPRARLA, ma solo perchè è facile da avere e raggiungere...

.in soldoni: SE ELIMINANO LA POSSIBILITA' DI SCARICARE MUSICA, NON SONO AFFATTO CONVINTO CHE TUTTI QUESTI "PIRATI" SI FIONDERANNO NEI NEGOZI A COMPRARE QUELLO CHE NON POSSONO PIU' SCARICARE

semplicemente o se ne fregano e non ascoltano niente, o si torna come ai vecchi tempi che quando uno compra un cd lo passa a 7890 persone...........a gratis, per uso personale.....ecc ecc
decemberist
00lunedì 19 marzo 2007 18:42
argomento complesso, soprattutto perché non esistono dati affidabili in Italia sulle vendite, ma non è che neppure in giro per il mondo vi sia tutta 'sta chiarezza.. certo è che ogni politica delle major si sta rivelando deficitaria, ergo si fottano.
Io so solo che da quando esiste il file sharing acquisto più musica di prima, che parecchi gruppi o artisti non si sarebbero potuti non dico affermare, ma neppure farsi conoscere, che l'avvento del pc nel mondo della musica ha allargato in maniera esponenziale l'offerta (e questo, spesso, non ha comportato aumento della qualità, diciamo che che la qualità si mantiene più o meno uguale, solo che per trovarla occorre faticare un po' di più in mezzo alle migliaia di uscite), che sono convinto che se le novità costassero dieci euro così come avviene in Usa sicuramente il mercato ne guadagnerebbe, che..boh, tante cose, l'unica cosa certa è che sono solo contento quando mi scarico un album e poi vedo se mi piace o meno.
Seminole
00lunedì 19 marzo 2007 20:15
Come tutti gli strumenti sprovvisti di una qualche forma di (auto)regolamentazione, anche la rete può essere usata in maniera sensata o meno. Che l'atteggiamento di chiusura apodittica delle major non avesse alcun senso siamo tutti d'accordo (del resto, che altro ci si poteva aspettare?), che il download sia uno strumento formidabile di conoscenza e selezione preliminare per i veri appassionati - quelli che inseguono ogni ristampa e danno la caccia a tutte le edizioni limitate - suppongo anche. Non bisogna però dimenticare che accanto a questo segmento di pubblico (storicamente non il più importante in termini di vendite) c'è, o meglio, dovrebbe essercene un altro: la fascia dei consumatori occasionali, la moltitudine degli acquirenti accidentali, magari eterodiretti da mode, singoli a presa rapida, massicce campagne promozionali o quant'altro, eppure fondamentali, in sinergia con l'altra categoria citata poc'anzi, per decretare aluni successi multimilionari e, in estrema sintesi, mandare avanti la baracca. Il mio timore riguarda il fatto che il download abbia potuto impigrire in modo irreversibile gli utenti del secondo gruppo sufficientemente alfabetizzati da un punto di vista informatico; consumatori a tutti gli effetti persi per sempre, che un disco in vita loro non lo compreranno più.

Altri problemi? Sicuramente, tra gli altri, il fatto che le major non abbiano cambiato di una virgola o quasi le loro strategie, continuando a buttare quantità allucinanti di denaro in gruppi che dureranno il soffio di un pomeriggio: pensate al flop borsistico subito quest'anno dalla Emi, che probabilmente porterà all'acquisto della suddetta da parte del gruppo Warner (possibile che i titoli di punta del Natale targato Emi fossero ancora Beatles, Pink Floyd e Depeche Mode?).

Infine. Ho sempre pensato che l'idea stessa del download fosse buona e giusta, anche solo per buttarlo al culo delle major, che davvero altro non meritano se non lunghi e dolorosi decessi con milioni di vermi a consumarne le carcasse. Ho sempre pensat, inoltre, che il download, il libero scambio del prodotto, siti-vetrina come MySpace etc. fossero straordinarie opportunità promozionali soprattutto per gli artisti indipendenti, alcuni dei quali, attraverso il "buzz" della rete, sono letteralmente esplosi dappertutto. Tuttavia, negli ultimi tempi ho notato l'apparizione di lunghe pappardelle anti-download e anti-masterizzazione ANCHE e SOPRATTUTTO negli album di artisti indipendenti (nell'ultimo Michelle Malone, per esempio, c'è una vera e propria preghiera da disperato terminale). E allora vi confesso che non ho più le idee tanto chiare.
rootshighway
00lunedì 19 marzo 2007 20:56

Scritto da: Seminole 19/03/2007 20.15
Il mio timore riguarda il fatto che il download abbia potuto impigrire in modo irreversibile gli utenti del secondo gruppo sufficientemente alfabetizzati da un punto di vista informatico; consumatori a tutti gli effetti persi per sempre, che un disco in vita loro non lo compreranno più.



Purtroppo, caro Seminole, questi consumatori li abbiamo persi da anni...o no? Per me si
Siamo sinceri, questo pubblico a cui fai riferimento e che, sono d'accordo con te, tiene in piedi la baracca con i "grandi volumi" è stato da tempo (per me da decenni) modificato geneticamente da campagne, strategie e il ultima analisi da vera e propria musica che li ha svuotati di qualsiasi passione e persino raziocinio
E in fondo, consapevole che è un male (per quello che tu stesso hai fatto notare) non riesco a dispiacermi. Che vada tutto a puttane, magari dalle ceneri risorgerà qualcosa [SM=g27822]

Seminole
00lunedì 19 marzo 2007 22:00
Re:

Scritto da: rootshighway 19/03/2007 20.56


Purtroppo, caro Seminole, questi consumatori li abbiamo persi da anni...o no? Per me si
Siamo sinceri, questo pubblico a cui fai riferimento e che, sono d'accordo con te, tiene in piedi la baracca con i "grandi volumi" è stato da tempo (per me da decenni) modificato geneticamente da campagne, strategie e il ultima analisi da vera e propria musica che li ha svuotati di qualsiasi passione e persino raziocinio
E in fondo, consapevole che è un male (per quello che tu stesso hai fatto notare) non riesco a dispiacermi. Che vada tutto a puttane, magari dalle ceneri risorgerà qualcosa [SM=g27822]





Ma li abbiamo persi, semmai, non perchè ascoltassero musica di merda o perché le major sono brutte e cattive (anche se entrambe le considerazioni sono vere), bensì perché la musica ha perso quasi del tutto, perlomeno presso un certo tipo di pubblico, la sua funzione aggregante, il suo motore di socialità, la sua importanza (soprattutto) nel contesto dei consumi casuali di un qualsiasi adolescente.

E' un dato di fatto: se negli anni '70 era "hip" avere i vinili, oggi lo è possedere l'iPod, magari senza mai aver comprato un disco che sia uno. Il problema, insomma, non è la smaterializzazione della musica, non la scomparsa (che credo non avverrà mai) del supporto: la radice del problema è culturale, attiene alla sensibilità di un paese nei confronti di un certo argomento, alle medie salariali, a ciò che viene considerato formativo o meno.

Ancora: vada per un bel rogo purificatore (chi non ha ma pensato che l'intero music-biz lo meritasse?), ma davvero credi sia possibile lo sviluppo di un'industria basata esclusivamente sulla ricercatezza del prodotto? Lo è, sì, ma a una condizione, quella di stabilire il valore di un oggetto PAGANDONE un prezzo adeguato. Se adesso si trova materiale in origine assai costoso a prezzi da svendita, lo si deve alla maionese impazzita di una concorrenza dove tutti tirano al ribasso; quando il mercato si sarà irreversibilmente "atomizzato", e il consumatore occasionale scomparso del tutto, temo che tutte le leccornie che oggi possiamo sperare di rintracciare con esborsi ragionevoli (per dire: il catalogo della Rhino Handmade) saremo costretti a pagarle cifre esorbitanti.

Facciamo un esempio. Riesci a immaginare un mercato librario dove i Federico Moccia o i Paulo Cohelo scompaiono del tutto, non perché soppiantati da Giorgio Agamben e Thomas Pynchon ma perché ormai privi di lettori, provocando quindi una decimazione delle case editrici e una susseguente sopravvivenza dei soli prodotti più raffinati? Io non la immagino perché é semplicemente inimmaginabile, non c'è nessuna teoria economica che possa, a lungo termine, sostenere un calo dei costi (e quindi dei prezzi) a fronte di una drastica diminuzione dell'utenza. Le librerie potrebbero sì vivacchiare proponendo lussuose ristampe dei classici della filosofia, sempre ragionando per assurdo, ma è certo che li farebbero pagare a prezzo d'oro. Questo, da consumatore incallito, è uno scenario che mi spaventa. E' ovvio che si gridi "in culo alle major"! Grazie al cazzo, se la meritano, questa penetrazione posteriore, se possibile perpetrata da un membro grosso e nodoso. Eppure ho il sospetto che prima o poi finiremo col rimetterci anche noi.

Comunque, inutile, per adesso, ipotizzare il futuro: assistiamo allo sgretolarsi dell'industria discografica, godiamocela finché é possibile. Poi si vedrà. Tanto il rock'n'roll non morirà mai, poco ma sicuro.

Modificato da Seminole 19/03/2007 22.03
decemberist
00lunedì 19 marzo 2007 22:56
L'unica certezza che abbiamo è il progresso dell'informatica, ogni volta che si tenta di mettere freno a qualche programma o intuizione digitale, puntualmente se ne trova la scappatoia, e cioè qualsiasi sia la legge o le precauzioni che si possano prendere, il fenomeno del file sharing è difficilmente contenibile.
Ora, stando ai dati riferiti al 2005, il sistema musicale italiano nel 2005 ha fatturato 3,1 miliardi di euro, con una crescita del 3,6% rispetto ai 2,99 miliardi del 2004.
Il mercato nel suo complesso è dunque sostanzialmente stabile, in linea con la tendenza dei principali mercati mondiali. Si notano invece variazioni nei diversi segmenti. Mentre la discografia cala del 4,9%, la distribuzione digitale di musica (comprese le suonerie truetone, monofoniche e polifoniche) cresce del 101%. Aumentano i diritti discografici, stabili i mercati degli strumenti musicali e gli spettacoli dal vivo, il ballo subisce invece una flessione del 10%.

Nel 2005 il mercato discografico ha registrato un fatturato di 397 milioni di euro, con una contrazione del 4,9% rispetto al 2004. Un trend che si ripropone e che sottolinea la progressiva sostituzione delle forme di fruizioni tradizionali di musica con quelle legate alle tecnologie digitali. Il fatturato di musica in formato digitale distribuita attraverso i nuovi media (comprese le suonerie truetone, ovvero costituite da brani master originali, e monofoniche e polifoniche, che generano diritti prevalentemente editoriali) nel 2005, è stato infatti 283,2 milioni di euro, +101% rispetto al 2004. Il valore dei brani venduti attraverso Internet è cresciuto del 427%. Il fatturato puro della discografia italiana, connesso ai nuovi media, è stato nel 2005 di 11,6 milioni di euro (sell in)

Per quanto riguarda la fruizione di eventi e spettacoli (concerti, lirica, balletto), la spesa del pubblico è stata pari a 345,4 milioni di euro, stazionaria rispetto al 2004. Il segmento del ballo, invece, mette in evidenza un valore complessivo di 428 milioni di euro, con una flessione di circa il 10%. Il valore del mercato degli strumenti musicali ammonta a 347,9 milioni di euro, +2,1% rispetto al 2004.

Una comparazione internazionale focalizzata sul settore discografico mette l’Italia all’ottavo posto nel mondo per valori generati, con un fatturato 18 volte inferiore agli Usa e cinque al Regno Unito (primo in Europa). Per quanto riguarda il mercato dei prodotti digitali discografici, invece, l’Italia si colloca al quarto posto in Europa e comunque davanti a mercati come Canada e Australia


Tutta questa pappardella non me lo sono ovviamente inventata [SM=g27828] , ma è tratta da uno studio della Bocconi, il punto fondamentale è che complessivamente il mercato tiene, varia nella fruizione, ma sostanzilamente il tracollo tanto paventato non c'è.

Imamginando, mantenendo sempre i piedi di piombo, un ipotetico scenario futuro, quale dovrebbe essere, ad esempio, un giusto prezzo per un cd? quali strade dovrebbero essere intraprese per tornare ad una buona diffusione del prodotto cd? è ipotizzabile un ritrono del beato mondo del negozietto o siamo destinati ad acquistare musica solo nei supermercati o nella grande distribuzione? quanto inciderà l'acquisto online negli anni a venire?

A mio avviso la situazione è meno tragica di come ci venga dipinta, appunto perché ai giorni nostri il modo di venire in possesso di un cd sono veramente tanti, e parecchi di questi non vengono neppure conteggiati, e quidi si torna al solito prblema di mancanza di dati di fondo.
Se è vero che la povera Malone dispera innanzi al file sharing, c'è un Joseph Arthur che decide di far scaricare gratuitamente un proprio album dal suo sito, boh, chi avrà ragione?
Certi artisti si sono resi conto che per vendere il proprio prodotto è cosa buona e giusta tornare all'antico, e cioè farsi conoscere tramite mille concerti, vendita di supporti direttamente al fan, magliette, gadget e cazzate varie.
Il citato myspace è stato un'altra piccola rivoluzione, fornendo uan vetrina aperta e costante per chiunque avesse volgia di pubblicizzarsi. Gratis.
Insomma, urge trovare vie nuove, e smettere di sentirsi in pace piazzando per l'ennesima volta i soliti cd in offerta, occorre affrontare radicalmente il nuovo orizzonte.
A meno che non vada tutto sommato bene lo stesso, e quindi perché cambiare le cose?

rootshighway
00martedì 20 marzo 2007 01:06

la radice del problema è culturale, attiene alla sensibilità di un paese nei confronti di un certo argomento, alle medie salariali, a ciò che viene considerato formativo o meno



Su questo sono assolutamente d'accordo


ma davvero credi sia possibile lo sviluppo di un'industria basata esclusivamente sulla ricercatezza del prodotto?



Non lo so, ma diciamo che non disdegnmo l'idea...anche se le mie nozioni di economia si fermano ad un esame all'università al primo anno [SM=g27828]
Comunque è quel "esclusivamente" che non sta in piedi, sono d'accordo anche qui

C'è da dire poi, molto banalmente, che se facciamo riferimento al mercato italiano la situazione è davvero disastrosa, soprattutto per quei motivi culturali a cui facevi riferimento sopra
Fenomeni però come myspace, ma anche siti di vendita come cdbaby o altri canali di distribuzione indipendente negli States sono la dimostrazione che vie alternative esistono e forse esiste anche un pubblico ancora disposto a seguirle...certo questo pubblico va anche "preparato" (e spero di non essere frainteso) a diventare più ricettivo, appassionato, per ritornare proprio a quelle funzioni di aggregazione, di socialità che citavi nel tuo intervento


p.s. ma dico io, dopo i dati snocciolati da decemberists, dopo le disamine sociologiche di seminole e del sottoscritto...ma perchè non ci facciamo assumere direttamente al ministero della cultura [SM=g27828] Magari ne approfittiamo per tirare anche un simpatico calcio nel sedere al ciccio bello nazionale Rutelli e alla insopportabile consorte [SM=g27830]


souldeep
00martedì 20 marzo 2007 09:06
dopo tante dotte elucubrazioni alla cui altezza mai potro' avvicinarmi [SM=g27823] , aggiungo solo un dettaglio :
ormai i cd nuovi costano attorno ai 22 Euro, se acquistati nei negozi 'di dischi', come ormai a RE ne rimangono pochi (a mente me ne ricordo 3).
Vado a mente, perche' sono ANNI che non acquisto un cd NUOVO in un negozio 'di dischi'.
Fino a circa 5 anni fa, quando volevo acquistare un cd andavo nel mio negozio di riferimento, stavo in giro magari un'ora (se non avevo un'idea precisa di cosa acquistare) poi me ne uscivo con una cosa di cui avevo magari letto sul Busca o sul Mucchio o letture simili...
Ora, avendo la possibilita' di ordinare sul web cd a un prezzo che e' quasi la meta' (a volte meno della meta') di quanto pagherei nel famoso negozio, e trovando anche cose impossibili da trovare nel negozio stesso (salvo richiederle espressamente, sborsando spesso cifre iperboliche) non vedo proprio il motivo di continuare a foraggiarli.
D'altra parte, se leggo di un cd che potrebbe essere interessante ma non mi fido totalmente, lo cerco su emule, lo trovo (nel 90% dei casi), me lo scarico, lo ascolto e se mi piace POI lo compero.
Così facendo, nonostante il mio normale stipendio da impiegato, con una famiglia da mantenere, ho incrementato esponenzialmente il numero di cd acquistati negli ultimi 5 anni rispetto a prima, potendo godere di artisti o gruppi di cui altrimenti avrei dovuto fare a meno.
Certo la mia vita non ne sarebbe uscita distrutta, ma cosi' e meglio [SM=g27827]:
Insomma, il web ed il dl di files musicali ha drasticamente cambiato il mio modo di usufruire del mezzo musicale (ohibò [SM=g27819] ) e temo che se anche tutti gli altri frequentatori del famoso negozio facessero come me (cosa che non accade perche' il suddetto continua a prosperare, per loro fortuna) la prosperita' sparirebbe, e perlomeno il negoziante dovrebbe rivedere la sua posizione.
Chiarisco che non ho NULLA contro il negoziante in questione, anzi, sono sicuro che anche lui e' una vittima del mercato italiano, da un certo punto di vista..
Ok, ho esagerato con la lunghezza e chiudo... e' ora che faccia qualcosa anche al lavoro [SM=g27828] [SM=g27828]
+ng+
00mercoledì 21 marzo 2007 00:26
Tra l'altro dobbiamo anche considerare una cosa: IL PUBBLICO CHE SEGUE (anche distrattamente) LA MUSICA POP O ROCK E' ESPONENZIALMENTE AUMENTATO.

Cioè siamo in una situazione in cui gli acquirenti hanno dai 10 ai 60 anni. In aumento esponenziale. Per cui l'industria discografica anche se perde per i downloads guadagna in bacino di utenza ogni anno che passa

UNA DIMOSTRAZIONE?

ce li avete quegli interessanti libretti divisi per decennio con i 100 album + venduti (50-60-70-80-90)? Interessantissimi, un giorno tiro giù le classifiche e ci facciamo una bella discussione/analisi/sega mentale da forum (a richiesta e solo se promettete tutti di dire la vostra!)

Per ora vi faccio notare le vendite della 100a posizione di 4 decenni

ANNI 60: 100o POSTO: BOB NEWHART - THE BUTTON-DOWN MIND OF - 500.000 COPIE VENDUTE (lui era un noto cabarettista tipo Bill Cosby)

ANNI 70: 100o POSTO: L.A. WOMAN - DOORS 2.000.000 COPIE VENDUTE

ANNI 80: 100o POSTO : BLIZZARD OF OZZ - OZZY OSBORNE - 4.100.000 COPIE VENDUTE

ANNI 90: 100o POSTO: PURE COUNTRY - GEORGE STRAIT - 6.000.000 COPIE VENDUTE

anni 2000??????????????????????

Faccio lo statistico: potremmo dire che il pubblico che compra dischi cresce di circa 2.000.0OO di persone a decennio....la crescita è regolare ed esponenziale

che ne pensate??? CONTINUERA'??? o , come penso io, le giovani generazioni faranno scendere la curva? e il picco forse lo abbiamo appena passato?? [SM=g27833]


Modificato da +ng+ 21/03/2007 0.28
jimmygenoa
00mercoledì 21 marzo 2007 09:59
Sull'acquisto fisico del cd come supporto nutro qualche dubbio purtroppo,come già detto,sara' lo zoccolo duro a mantenere il proprio standard di acquisto,e' pur vero che a questi potrebbero aggiungersi nuovi collezionisti,viste le statistiche credo che per la famosa legge dei grandi numeri potrebbero esserci delle crescite in questo senso.Inoltre c'è da considerare anche i futuri nuovi fruitori di musica,il mercato cino/indiano soprattutto, che potrebbero essere arruolati a possibili acquirenti di cd,anche se il download legale o meno temo sia la fonte alla quale si disseteranno i piu'.La musica in generale ed il r'n'r in particolare potrebbe e dovrebbe atecchire anche in quelle zone in forte crescita purchè sia data loro la possibilità di conoscere certa musica,quindi,forse,il picco potrebbe diventare un altopiano... almeno spero per i più giovani. [SM=g27833]
... Ora vado,devo visitare un ragazzo,l'ho visto entrare,ha l'Ipod,chiederò cosa ascolta. Sia per dovere professionale(tranqulizzare e mettere a proprio agio il paziente) sia per mera curiosità [SM=g27823]
+ng+
00lunedì 2 aprile 2007 15:41
...vuoi vedere che ci arrivano?.....
...forse qualcuno sta cominciando a capire che i lucchetti "inibiscono le vendite....

http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/scienza_e_tecnologia/mondomac/emi-jobs/emi-jobs.html


che poi a farlo sia la Emi che è al tracollo è un altro discorso......
Corpse Bride
00giovedì 5 aprile 2007 00:14
+ng+
00giovedì 26 aprile 2007 14:00
...nuova puntata sulla telenovela download....

http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/scienza_e_tecnologia/p2p2/sanzioni-download/sanzioni-download.html


...tenendo conto che sulle canne dopo 40 anni ancora si discute di quanto sia la dose per "uso personale" mi sa che la storia sarà ancora mooolto lunga [SM=g27825]
jimmygenoa
00giovedì 17 maggio 2007 12:08
Date un occhio anche qui dal mio illustre concittadino
sezione "Otto Vasken e il P2P"

http://www.beppegrillo.it/

Modificato da jimmygenoa 17/05/2007 12.09
jeremiah johnson
00giovedì 17 maggio 2007 19:27
Re:

Scritto da: jimmygenoa 17/05/2007 12.08
Date un occhio anche qui dal mio illustre concittadino
sezione "Otto Vasken e il P2P"

http://www.beppegrillo.it/

Modificato da jimmygenoa 17/05/2007 12.09



Sì, l'ho sentita anch'io questa storia della multa a casa... per fortuna, la Peppermint records è un'etichetta tedesca specializzata in dance e techno, gli utenti di questo forum possono tirare un sospiro di sollievo [SM=g27828]
Pensate se un'iniziativa del genere l'avesse avuta che ne so, la Lost Highway! [SM=g27825]
rootshighway
00giovedì 17 maggio 2007 20:35

Scritto da: jeremiah johnson 17/05/2007 19.27


Sì, l'ho sentita anch'io questa storia della multa a casa... per fortuna, la Peppermint records è un'etichetta tedesca specializzata in dance e techno, gli utenti di questo forum possono tirare un sospiro di sollievo [SM=g27828]



[SM=g27828]

Si, in effetti è stata la prima cosa che sono andato a curiosare...volevo capire quale lungimirante etichetta era reposnsabile dell'azione...sbirciato il loro catalogo ho capito molte cose [SM=g27825]

Comunque sarà una battaglia lunga, una soap opera direi ormai e so già chi uscirà sconfitto, guarda un po' [SM=g27822]




+ng+
00venerdì 18 maggio 2007 18:28
ANCHE GLI MP3 PIANGONO - TELENOVELAS
CONTROFFENSIVA E SPIEGAZIONI SUL CASO


interessante, l'IP di un pc non è legalmente riconducibile a persona
+ng+
00martedì 5 giugno 2007 22:58
nuova puntata: un po' di dati , un italiano su 4 scarica illegalmente, e altri spunti di discussione

Il 25% dei surfer nostrani usa il P2p per musica e film

MA CI DIRANNO MAI QUANTO PERDE UN ARTISTA VERAMENTE DA QUANDO C'E' INTERNET?

AVANZO UN IPOTESI: E SE FORSE ADESSO GUADAGNANO UN POCO UN PO' TUTTI? [SM=g27833]
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