diritto alla salute. Oggi è possibile ?

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freedoc
00mercoledì 10 marzo 2004 19:45
Bene, ringrazio Dani x avere accolto il mio invito e apro il confronto su un'argomento che, credo, non soltanto ci tocca tutti ma che è in questi giorni fra i + scottanti che la società italiana, e non solo, si trova ad affrontare. Partirei ponendo 2 interrogativi che, ritengo, si possono porre alla base della nostra discussione: cos'è la salute? ed è essa uguale x tutti? Qualche anno fa, durante un raptus di delirio da senescenza, mi è venuta la voglia di studiare di nuovo e mi sono iscritto al corso di laurea di sociologia dellUniversità di Urbino dove ho discusso la tesi di laurea dal titolo:
SALUTE E MALATTIA TRA CORPO E SOCIETA'E' POSSIBILE PROMUOVERE LA SALUTE? In questo lavoro partivo dall'assunto che non sempre la salute e la malattia hanno dei confini netti e ben distinti e non sempre vengono recepiti e di conseguenza contestualizzati allo stesso modo, sia all'interno del proprio corpo che in riferimento al sistema sociale in cui si agisce. Certo il concetto di salute che abbiamo noi popoli occidentali non è lo stesso delle genti del terzo mondo, e ci sono notevoli differenze anche tra gli stessi paesi industrializzati. Il punto da cui partire, a mio avviso, quando si comincia a parlare di diritti che dovrebbereo avere un principio di universalità è quello di definire la centralità dell'individuo nei vari contesti sociali in cui egli vive. E' uguale x tutti il concetto di individuo nel mondo? C'è ancora da qualche parte una forma di umanesimo che sopravvive al dominio oramai quasi totale del sistema economico in tutti i settori del vivere e dell'agire ? Vogliamo partire da qui? A voi cari amici,

doc[SM=g27816]


























'
blueshot
00giovedì 11 marzo 2004 17:28
...
*********** POST TRASFERITO NELLA RELATIVA SEZIONE ************

Solo un aggiunta, l'argomento è vasto ed interessante e sono talmente tante le sfaccettature e le implicazione che è difficile darne un inizio concreto e soprattutto una fine.
Cmq io penso che finche si fara una netta distinzione tra corpo e mente, finchè smetteremo di operare come se queste fossero due entità distinte tanti problemi non potranno essere risolvibili.

Scusate il poco tempo dedicato e la superficialità dell'intervento.

H.S.

D.
rezgit
00sabato 13 marzo 2004 09:56




ciao doc (semper magister) e ciao a tutti

Come al solito , Ci butti nella complessità più nera..
Credo però che l'importante stia nell'iniziare;speriamo di chiarire .

1 )--L'Umanesimo , anzi no, *una forma di umanesimo* se oggi esiste., nei "vari settori del vivere e dell'agire"

2 )--" Se è uguale per tutti il concetto di individuo"

Me lo son chiesto e ci ho pensato pure, per me ,la forma di umanesimo cui ti riferisci ,non esiste.

E non esiste proprio perchè è interessato il fattore economico.

Se gli uomini vivessero in - STATI IDEALI - forse la cosa sarebbe diversa.

Ma , da che mondo è mondo,nessuno STATO è mai stato ideale (neppure quelli prima della caduta degli dei ) e non lo sono neppure quelli in cui siamo circoscritti noi.

Chiediamoci invece chi è l' "individuo".
Secondo Mitchell...
"L'uomo è un animale biologicamente carente. Affidato alle sue sole capacità biologiche, ben difficilmente saprebbe sopravvivere. La sua stessa sopravvivenza fisica richiede, e fin da subito, l'intervento della cultura. L'individuo è un essere che si costruisce in un contesto di relazioni sociali. I legami sociali perciò non risultano aggiuntivi ma immediatamente essenziali e decisivi. Le questioni del "chi è l'altro, che cosa fa l'altro e come l'altro considerà ciò che avviene" risultano subito fondamentali per la vita dell'individuo."
Senza andare a scavare altre definizioni , risulta chiaro che l'individuo, riconosce "di fondamentale importanza " la legge che lo obbliga ad essere un animale sociale, e quindi ad assumere comportamenti che lo portano a sacrificare alcuni suoi valori ,sempre nell'intento di conseguire forme sempre più perfezionate di civiltà.

Teoricamente dovrebbe diventare un " cittadino ideale " (nella società che lui stesso fonda ) ed impegnarsi a progredire fino a raggiungere la perfezione. Di conseguenza , dovrebbe poi trovarsi di fronte a sistemi "di vivere e d'agire" direi quasi perfetti .
Ma...
Praticamente, nella realtà muoiono anche gli dei, perchè quella "società" che lui crea non è altro che l'insieme di tutti i "cittadini ideali",che ideali non lo sono più,perchè nell'insieme ,essendo uomini e soggetti a tutte le debolezze del caso, essi costituiscono la " massa".

E qui succede il -conquibus- ,perchè nella massa ognuno si sente privo di ogni vincolo e assolto dall'anonimato e dalla responsabilità.
E' a questo punto che il singolo si distacca e non esita a ricorrere alla violenza , al ricatto e a tutte le altre forme di egoismo ad esse collegate sempre e solo nel suo interesse.

E' qui che il cittadino dimentica che la libertà è un patrimonio comune da salvoguardare e diventa " liberticida", staccandosi dal contesto sociale ed affermando i suoi interessi particolari.

Chissà perchè mi viene in mente " La città ideale " e anche "Emilio".

So che questo non ha niente a che fare col problema proposto.
Forse sicuramente sono uscita fuori,ma ....se così fosse non tenetene conto .O no?




Madil
00sabato 13 marzo 2004 16:53
Il diritto alla salute
Argomento vasto e interessante...

Che cos'è la salute?
Le nostre risposte sono condizionate dalla nostra cultura, dall'educazione che abbiamo ricevuto, dalle nostre convinzioni personali, dall'attività lavorativa che svolgiamo e dal contesto sociale in cui viviamo. E' ovvio quindi che possiamo trovare diverse definizioni di salute, ma probabilmente la maggior parte di noi direbbe che la salute è uno stato di assenza di malattia e che, quindi, essere sano (cioè essere "in salute") vuol dire non avere malattie. Questo in parte è vero, perché di certo chi soffre per una malattia non è in salute! Ma possiamo dire che una persona che non ha una casa o un lavoro, o che è seriamente preoccupata per il proprio futuro, o che affronta una situazione familiare stressante viva veramente in salute solo perché non è malata? Certamente no! Il concetto di salute, infatti, è molto più ampio e abbraccia diversi aspetti della nostra vita.
La definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità può aiutarci a capire meglio: secondo l’O.M.S. la salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità". Questa definizione risale al 1948 ma ha incontrato molte difficoltà a diffondersi o meglio a tradursi in politiche di salute che coprano il suo intero significato. Fino ad oggi, infatti, la maggior parte degli interventi per migliorare la salute si è concentrata principalmente sul benessere fisico, senza tenere conto che per ottenere un buon livello di salute non basta combattere le malattie attraverso le cure e l'assistenza sanitaria. Servono invece anche altri "requisiti" fondamentali fra cui la pace, il cibo, l'istruzione, il reddito, un'adeguata abitazione in cui vivere, un ecosistema stabile, un uso sostenibile delle risorse, la giustizia e l'equità sociale. La nostra salute dipende, infatti, da diversi fattori che, in modo diretto o indiretto, possono proteggerci dalle malattie o al contrario causarle. Bisogna tenere presente poi che questi fattori non agiscono singolarmente, ma si intrecciano tra di loro, rendendo così il quadro ancora più complicato.

Fatta questa premessa, possiamo affermare che la Salute è un diritto fondamentale, un diritto sociale e come tale universale e non mercificabile e rappresenta una risorsa per la vita quotidiana che va difesa e sostenuta. La salute dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini, senza se e senza ma.

Purtroppo i “ma” ci sono perchè abbiamo una situazione disastrosa per quanto riguarda le condizioni di salute della popolazione mondiale. Le statistiche parlano chiaro: sta peggio chi è affamato, chi è più povero, chi soffre una situazione di sfruttamento da lavoro, chi è in guerra.

In Italia il 23 dicembre del 1978 è stata approvata le legge n. 833 istitutiva del servizio sanitario nazionale.
Un successo delle lotte dei lavoratori e dei cittadini che vollero la legge di riforma: un importante atto legislativo a favore di tutte e tutti.
Sono passati 25 anni dalla riforma, ma invece di celebrare un anniversario dobbiamo rimetterci in movimento per ottenere sistemi sanitari pubblici, fondati sulla prevenzione e basati sulla partecipazione democratica.

Ritengo necessaria una riorganizzazione dei servizi sanitari nazionali; credo che debbano essere adeguatamente finanziati per garantire a tutti, senza discriminazione, la promozione della salute, la protezione sociale, il rispetto per le problematiche di genere, la prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita, la cura, l’attenzione ai problemi psichiatrici, la riabilitazione ed il reinserimento sociale di tutti gli stati di infermità, l’umanizzazione dei processi di cura ed il rispetto dell’individuo in tutte le fasi di relazione tra sistema sanitario e cittadino.
L’accesso a tali servizi dovrebbe essere gratuito e rispondente al fabbisogno di salute delle popolazioni, sganciato da ogni forma di aziendalizzazione e di profitto. Ritengo grave che la salute, quale diritto fondamentale, abbia vincoli di compatibilità economica.

E' chiaro, quindi, che la tutela della salute richiede il contributo non solo del settore sanitario, ma anche di tutti i sistemi, le organizzazioni e le strutture che con il loro agire influenzano il benessere dell'individuo e della comunità.

Cat [SM=g27818]
dadauuumpa
00domenica 14 marzo 2004 13:08
interessante questione, Doc
la centralità dell'individuo?? Potremmo discuisire per ore sull'argomento dal punto di vista umanistico ................
Da quello politico, invece, il discorso è bell' e che risolto. Nella mia regione, la Lombardia, la centralità dell'individuo non interessa per nulla all' attuale amministrazione politica, che di fatto, sta smantellando, gradualmente, ma risolutamente, il welfare.
Gli ospedali e le ASL sono aziende, e come tali agiscono. Il progetto sui servizi che erogano prestazioni, e soprattutto sul sociale, è quello di privatizzare ulteriormente. Perciò, si stanno impoverendo risorse e personale, con l'obiettivo di smantellare. Quello che rimane dei servizi, verrà quindi venduto al privato, con le conseguenze del caso sui cittadini.
Premetto che, per carattere e per fede io non penso mai che NON SI POSSA FARE PIù NULLA.
Basta soltanto che tutti quanti meditiamo sullo stato delle cose, e che facciamo le scelte giuste quando in democrazia ci verrà chiesto di nuovo di scegliere di essere rappresentati nelle sedi dove avvengono i giochi.
Welfare smantellato e privatizzazione della scuola...........
E nonostante tutto, non riesco a trovare uno che l'abbia votato, manco a pagarlo..
Scusa Doc di questa parentesi politica, ma purtroppo tale cornice non può esere estranea al contesto che tu richiamavi.

con stima
[SM=g27838] Nina
freedoc
00lunedì 15 marzo 2004 20:42
diritto alla salute. Oggi è possibile ?
Cari amici, grazie x le vostre risposte. Come prevedevo, anche se il problema è vasto e fa paura, a volte, solo pensarlo, com'è evidente ci investe tutti direttamente senza distinzione di ceto, di razza o di status. Io ho appena finito e devo confessarvi che è da stamattina che vedo malati ( a parte una pausa verso le 12 di stamattina ma solo x un problema personale)e sono abbastanza stanco. Nonostante il contratto dei medici sia scaduto da + di 2 anni, io oggi non mi sono sottratto al mio dovere nei confronti dei miei pazienti ricevendone la quaotidiana dose di gratificazione e/o di delusione. Ho detto questo intanto x giustificare il fatto che non sarò molto esteso stasera nella risposta alle v/s argomentazioni, che vedo molto pertinenti e puntuali, e anche x porre il punto su di un fatto che non è x niente trascurabile e cioè che, nonostante tutto e nonostante le varie sfaccettature che un sistema sociale ha al suo interno nel suo processo di autopoiesi funzionale, quello del sistema sanitario ha una peculiarità che lo pone al di fuori del modo usuale di agire degli altri sistemi e cioè " Io nonostante tutto Agisco ". Ho detto ciò non xchè voglia fare una apologetica esaltazine del medico ma xchè questo aspetto peculiare della professione medica ci pone nelle condizioni di essere rimasti, forse, gli unici difensori di un diritto alla salutè che abbia i connotati di universalismo che sempre di + si vanno perdendo e che, invece, io ritengo, debbano essere al centro di un concetto di dignità dell'individuo umano senza il quale cadremmo in una forma di barbarie antropofaga. Cara Nina, conosco la situazione della Lombardia x vicinanza di confini e so come stanno girando lì le cose da te. Vi dirò nel mio prossimo intervento delle mie esperienze negli Enti Locali allorchè ho svolto l'incarico di Assessore ai servizi sociali nel mio Comune e vi racconterò come allora quando si parla va di servizi noi dell'emilia eravamo avanti anni luce rispetto agli altri. Ma erano altri tempi in Emilia c'erano i " comunisti " !! e al centro c'era l'uomo.[SM=g27819]
Adesso mi scuso con voi tutti ma ho proprio voglia di andare a casa e di riposarmi ascoltando un pò di buona musica
A presto freedoc [SM=g27816]
rezgit
00giovedì 1 aprile 2004 00:26


ALL'ATTENZIONE DI DOC



Teacher,
Aspettavamo altri interventi sulla questione da te proposta, a delucidare gli aspetti più conflittuati che da soli non riusciamo a capire.

( mi scusino gli altri utenti, ma doc sa già che io sono elementare, nel senso che ho bisogno di spiegazioni.)

Ma siamo al 31 marzo e domani è il 1° APRILE.

Non è che ci fai la sorpresa proprio domani ... che non ce l'aspettiamo?.

Ad ogni buon conto , noi siamo qui, perchè l'argomento ci interessa .

Che ne dici? Possiamo sperare?



regit



abaccuc
00giovedì 1 aprile 2004 09:36


Anche a me interessa l'argomento. Grazie.

abaccuc

freedoc
00venerdì 2 aprile 2004 20:30
diritto alla salute. Oggi è possibile ?
Cari amici, scusatemi se non ho aggiunto altre considerazioni alla mia ultima del 15-03, ma ho creduto ( vista la mancanza di altri interventi dopo il mio ultimo ) che l'argomento fosse un pò indigesto e che non ci fosse molto interesse a proposito. Poi devo confessare che sono stato preso da una strana forma di " euforia da dissociazione " dovuta alle recenti affermazioni del nostro attuale capo di governo il quale ci assicura che vivremo presto tutti meglio, senza tasse, con i servizi sociali e la sanità x tutti e con il campionato di calcio ( il nostro il + bello del mondo ) salvato...e allora mi sono detto: " ma che mi lamento a fare ? e perchè angosciare gli amici con discorsi tristi e non corrispondenti alla realtà ? Poi, però, grazie al mio quotidiano lavoro sono rinsavito e mi sono accorto, ancora una volta e purtroppo, che le cose non stanno come le racconta il Cavaliere di Arcore e che tutti i giorni i miei pazienti vengono a lamentarsi con me xchè le medicine non sono + prescrivibili, perchè x fare gli esami e le visite specialistiche c'è da aspettare tanto che " uno fa in tempo a morire " come dicono da queste parti e perchè dall'ospedale ti dimettono che sei ancora ammalato!! Vi dicevo nel mio precedente intervento della mia esperienza negli Enti locali nell'ambito della sanità. Ebbene vi dirò alcune poche cose iniziali sulla loro organizzazione.Già 15 anni fa in Emilia si parlava di integrazione dei servizi socio-sanitari rivolti alla popolazione e in particolare alle persone anziane che, anche se non + inserite nel " ciclo produttivo ", continuavano ad essere considerate " persone e coinvolte in un contesto sociale che ne valorizzava anche le capacità residue, inoltre erano già state attivate dal consorzio dei comuni l'assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti e il servizio infermieristico a domicilio. Noi medici poi assistevamo già i malati terminali a domicilio co i gruppi NODO.
Ho accennato a queste attività non per farne un resoconto stringato e neanche x dire che eravami i + bravi, ma semplicemente x mettere in evidenza come una forma di associazione di comuni riusciva a gestire e a destinare le risorse che venivano dal governo centrale in modo razionale, funzionale e rivolto ai bisognosi. Adesso, purtroppo, non è più così!! Le poche risorse che arrivano dalle regioni sono parcellizate in intervento a volte + di facciata che di contenuto e noi tutti dai cittadini ai medici e agli oiperatori sanitari in genere, dobbiamo attivarci al solo scopo di risparmiare quanto + possibile su tutto e continuare a fornire, possibilmente, gli stessi servizi di modo che il manager di turno possa poi farsi bello con i rispettivi referenti politici e intascare il " dovuto lauto premio ". Cari amici, scusate questo sfogo, ma oggi ero veramente incazzato [SM=g27826] e non riuscivo a " volare alto ". La prossima puntata vi parlerò su una base + teorica e cercherò di affrontare il problema del dualismo salute-malattia alla luce del senso che adesso la ricerca sociologica e medica ne da. Aspetto comunque vostre sollecitazioni perchè è soltanto attraverso il confronto che nascono le idee [SM=g27811] altrimenti il mi diventa un monologo [SM=g27825] e non mi sembra proprio il caso[SM=g27833]
un caro saluto e a presto dal vostro
freedoc[SM=g27816]
rezgit
00domenica 4 aprile 2004 11:32


Scusami doc,
ma se le cose stanno così, vuol dire che non dobbiamo certamente meravigliarci di tutto quello che succede.
Ma allora, che significa " diritto alla salute " per il cittadino, che per questo paga anche le tasse? E come se le paga !
Io non voglio entrare in merito , però gradirei sapere se il "DIRITTO alla SALUTE " non sia inteso come "ASSICURAZIONE per la MORTE ",
Grazie , sono sicura che mi deluciderai.
A presto--reg





freedoc
00mercoledì 7 aprile 2004 20:21
diritto alla salute. Oggi è possibile ?
Cara Regit, non è propro così! Anche se il famoso " welfare-state " è quasi ovunque fallito ( anche negli stati socialmente più avanzati e più ricchi) a causa dele diminuite risorse sociali ( meno lavoro + precariato e soldi indirizzati in ambiti non socialmente utili " armi " ecc.) c'è ancora un margine x il diritto alla salute ( almeno nei paesi occidentali) grazie alla presenza di forme di aggregazione e di organizzazioni sociali che tutelano i diritti dei cittadini tra i quali quello alla salute. Certo è anche vero che oggi + di ieri chi ha i soldi si cura meglio e prima ma un certo livello di assistenza di base ( i famosi recenti LEA ), sono assicurati a tutti i cittadini. Purtroppo adesso devo andare e non mi posso prolungare nella discusssione ne approfitto però x fare a te e a tutti gli amici della grotta i + sinceri auguri di buona Pasqua e attendo altri interventi.
vostro freedoc [SM=g27816]
soffio68
00giovedì 8 aprile 2004 11:12


AUGURI FREEDOC A TE E A TUTTI I TUOI CARI...



Non sparire...ho qualcosa da sottoporti,una mia esperienza personale con la malasanità...potresti darmi un consiglio [SM=g27813]
a presto

katia

Caleidos
00giovedì 8 aprile 2004 11:31
Buona Pasqua


E si Doc, il discorso è spinoso e parecchio indigesto però di sociale importanza, magari dopo la colomba pasquale, più dolce da digerire, affronteremo meglio la tematica che ti sta a cuore.

Grazie degli AUGURI che ricambio con sincera Amicizia!

Caleidos[SM=g27822]
reggit
00giovedì 8 aprile 2004 19:57






regit



freedoc
00venerdì 9 aprile 2004 12:17
diritto alla salute. Oggi è possibile ?
Ah, il mare :Sm19:

Grazie Regit,

tuo freedoc semper magister
[SM=g27836]
rezgit
00martedì 13 aprile 2004 22:16




.... e chi ha detto che è sparitaaaaa?

ECCOLA...

............ regit

rezgit
00mercoledì 14 aprile 2004 09:31


...la pagina,

basta cercarla.

E' sempre qui.

regit


Caleidos
00mercoledì 14 aprile 2004 16:49
Carta di Ottawa per la promozione della salute (Ottawa Charter for Health Promotion)

Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute
Ottawa, Canada, 7-21 novembre 1986

II primo Congresso Internazionale sulla Promozione della salute, riunitosi a Ottava il 21 novembre 1986, ha presentato questa CARTA propositiva per il conseguimento della Strategia della Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre.
La Conferenza è stata soprattutto una risposta all’esigenza sempre più diffusa di un nuovo movimento mondiale per la salute. La discussione si è incentrata sui bisogni dei paesi industrializzati, senza però trascurare le situazioni consimili nel resto del mondo. Punto di partenza sono stati i progressi registrati grazie alla "Dichiarazione di Alma Ata sull’Assistenza Sanitaria di Base", al documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla "Strategia della Salute per Tutti" e al recente dibattito dell’Assemblea Mondiale della Sanità sull’intervento intersettoriale per la salute.

Promozione della salute

Per promozione della salute si intende il processo che consente alla gente di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per conseguire uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente o di adattarvisi. La salute vista, dunque, come risorsa di vita quotidiana, non come obiettivo di vita: un concetto positivo, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Di conseguenza, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma supera anche la mera proposta di modelli di vita più sani, per aspirare al benessere.

Requisiti per la salute
Condizioni e risorse fondamentali della salute sono: la pace, la casa, l’istruzione, il cibo, il reddito, un eco-sistema stabile, la continuità delle risorse, la giustizia e l’equità sociale. Ogni progresso sul piano della salute dove essere necessariamente e saldamente ancorato a questi requisiti.

Sensibilizzare
La salute è un bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale, ed è aspetto fondamentale della qualità della vita. I fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorirla così come possono lederla. L’azione di promozione si propone di indirizzarli in senso positivo attraverso un’intensa campagna di sensibilizzazione.

Offrire i mezzi
La promozione della salute mira soprattutto all’equità nella salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell’attuale stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute. Questo comprende: un saldo radicamento in un ambiente accogliente, l’accesso alle informazioni, le abilità necessarie alla vita, la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la propria salute. Non è possibile conquistare il massimo potenziale di salute se non si è in grado di controllare tutto ciò che la determina: questo vale in eguale misura per le donne e per gli uomini.

Mediare
I requisiti e le potenzialità della salute non possono essere garantiti dal solo settore sanitario. Non soltanto: la promozione della salute impone il coordinamento dell’azione di tutti gli organismi interessati: i governi, i settori sanitari, sociali e economici, le organizzazioni non governative, le autorità locali, l’industria e i mezzi di comunicazione. Il problema riguarda tutti - indipendentemente dalla loro condizione - sul piano individuale, familiare e comunitario. Compito imprescindibile dei gruppi professionali e sociali, e del personale sanitario, è la mediazione dei diversi interessi presenti nella società ai fini della promozione della salute.
Le strategie e i programmi di promozione della salute devono adattarsi alle condizioni e alle esigenze locali dei singoli paesi o regioni, tenendo conto dei diversi sistemi sociali, culturali ed economici.

Promuovere la salute significa:

Costruire una politica pubblica per la tutela della salute
La promozione della salute va oltre la mera assistenza sanitaria. Essa porta il problema all’attenzione dei responsabili delle scelte in tutti i settori, a tutti i livelli, invitandoli alla piena consapevolezza delle conseguenze, sul piano della salute, di ogni loro decisione e a una precisa assunzione di responsabilità in merito. Nella politica di promozione della salute si fondono componenti diverse ma complementari, quali la legislazione, i provvedimenti fiscali e la modifica dei criteri organizzativi, in un’azione coordinata diretta a imporre politiche sanitarie, sociali e dei redditi ispirate ad una maggiore equità. L’azione comune contribuisce a garantire prodotti e servizi più salubri e sicuri, servizi pubblici più sani e ambienti più igienici e accoglienti. La politica di promozione della salute richiede di individuare gli ostacoli che impediscono l’adozione di una politica pubblica che tuteli la salute in tutti i settori non sanitari e i modi migliori per rimuoverli. Occorre far sì che anche per i responsabili politici la scelta della tutela della salute divenga la scelta più vantaggiosa.

Creare ambienti capaci di offrire sostegno
Le società contemporanee sono complesse e interdipendenti. La salute non può essere un obiettivo isolato. Il legame inestricabile tra l’uomo e l’ambiente costituisce la base di un approccio socio-ecologico al problema della salute. Si tratti del mondo intero, di una nazione, di una regione o di una comunità, il principio informatore generale deve tendere sempre al sostegno reciproco - dobbiamo aver cura gli uni degli altri, della nostra comunità e dell’ambiente naturale. La tutela delle risorse naturali in tutto il mondo va ribadita come responsabilità globale.
Il mutare dei modelli di vita, del lavoro e del tempo libero influisce in modo decisivo sulla salute. Lavoro e tempo libero devono divenire fonti di benessere per tutti. Il modo stesso in cui la società organizza il lavoro deve contribuire a renderla più sana. Dalla promozione della salute derivano condizioni di vita e di lavoro più sicure, stimolanti, gratificanti e piacevoli. Una valutazione sistematica dell’incidenza sulla salute di un ambiente di vita in rapida trasformazione - in particolare nei settori della tecnologia, del lavoro, della produzione di energia e dell’urbanizzazione - risulta indispensabile e ad essa deve seguire un’azione tesa a garantire sicuri benefici per la salute di tutti. Ogni strategia di promozione della salute deve tener conto della tutela dell’ambiente naturale e degli insediamenti, nonché della conservazione delle risorse naturali.

Rafforzare l’azione della comunità
È attraverso l’azione comunitaria concreta ed efficace che la promozione della salute può stabilire priorità, prendere decisioni e progettare e realizzare strategie tese al miglioramento della salute. Momento centrale di questo processo è il potenziamento della comunità, per renderla veramente padrona e arbitro delle sue aspirazioni e del suo destino.
Lo sviluppo della comunità attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per favorire l’autosufficienza e la solidarietà sociale e per elaborare sistemi flessibili diretti al rafforzamento della partecipazione e della gestione diretta per quanto riguarda i problemi relativi alla salute. Per questo occorre garantire l’accesso libero e costante a tutte le informazioni e opportunità di conoscenza in tema di salute, nonché un adeguato supporto finanziario.

Sviluppare le capacità personali
La promozione della salute favorisce lo sviluppo personale e sociale fornendo informazione, istruzione sul problema della salute e preparazione generale. Aumenteranno così per tutti le possibilità di esercitare maggiore controllo, e di operare scelte precise, riguardo alla propria salute e all’ambiente.
È essenziale fare in modo che tutti possano continuare ad apprendere per tutto il corso della vita, preparandosi ad affrontarne le diverse fasi e l’eventualità di malattie o invalidità croniche, apprendimento che dovrà essere favorito dalla scuola, dall’ambiente di lavoro e dalle associazioni comunitarie. Occorre intervenire sugli organismi scolastici, professionali e commerciali, e su quelli del volontariato, nonché sulle istituzioni stesse.

Riorientare i servizi sanitari
La responsabilità per la promozione della salute all’interno dei servizi sanitari ricade ad un tempo sugli individui, sui gruppi comunitari, sugli operatori della sanità, sulle istituzioni del servizio sanitario e sui governi. Solo dalla loro collaborazione potrà nascere un sistema di assistenza capace di contribuire al conseguimento degli obiettivi di salute.
Il settore sanitario dovrà agire in misura sempre maggiore nella prospettiva della promozione della salute, al di là della mera offerta di servizi clinici e curativi. Il mandato dei servizi sanitari dovrà estendersi a comprendere la ricettività e la sensibilità alle esigenze culturali, rispondendo al bisogno individuale e comunitario di una vita più sana, e aprendo canali di comunicazione tra il settore sanitario e le più vaste componenti sociali, politiche, economiche e ambientali.
Riorientamento dei servizi sanitari significa anche più attenzione per la ricerca e per l’innovazione nella preparazione e nell’addestramento professionale. L’atteggiamento e l’organizzazione dei servizi sanitari dovranno cambiare, restituendo la priorità ai bisogni globali della persona intesa nella sua totalità.

Verso il futuro

La salute viene creata e vissuta da tutti nella sfera della quotidianità: là dove si impara, si lavora, si gioca, si ama. La salute si crea avendo cura di se stessi e degli altri, acquisendo la capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo delle circostanze della vita, e facendo in modo che la società in cui si vive consenta la conquista della salute per tutti i suoi membri.
L’impegno, una strategia organica di supporto e l’attenzione all’ecologia sono fattori essenziali allo sviluppo della promozione della salute. Per chi se ne occupa, il principio ispiratore dovrà dunque essere che in ogni fase della progettazione, della realizzazione e della valutazione della promozione della salute uomini e donne devono agire insieme su un piano di assoluta parità.

L’impegno per la promozione della salute
I partecipanti al Congresso si impegnano:

a scendere in campo nella battaglia per una politica pubblica di tutela della salute, chiedendo un esplicito impegno politico per la salute e la giustizia in tutti i settori;
a reagire alle pressioni che favoriscono prodotti dannosi, spreco delle risorse, condizioni di vita e ambientali malsane e cattiva alimentazione; a richiamare l’attenzione delle istituzioni su questioni di tutela della salute attinenti l’inquinamento, i lavori nocivi, i problemi dell’alloggio e dei nuovi insediamenti;
a colmare le disparità sul piano della salute all’interno di ogni società, e tra una società e l’altra, lottando contro le diseguaglianze nella salute create dalle norme e dalle consuetudini delle società stesse;
a riconoscere le persone come la maggiore risorsa per la salute; ad aiutarle e incoraggiarle a tutelare la salute propria, quella della famiglia e dei conoscenti, attraverso finanziamenti ed altro; ad accettare la comunità come principale interlocutore per quanto concerne la salute, le condizioni di vita e di benessere;
a riorientare i servizi sanitari e le loro risorse in direzione della promozione della salute e a condividere il potere decisionale con altri settori, altre discipline e, in particolare, con gli stessi utenti dei servizi;
a riconoscere nella salute e nella sua tutela un fondamentale investimento sociale e una sfida decisiva nonché ad affrontare in modo globale il problema ecologico del nostro modo di vita.
Il Congresso invita tutti gli interessati ad aderire al suo impegno in una solida alleanza per la salute.

Appello all’azione internazionale
Il Congresso esorta l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri organismi internazionali a sostenere la promozione della salute in tutte le sedi interessate, e ad aiutare i singoli paesi a elaborare e realizzare strategie e programmi di promozione della salute.
II Congresso è fermamente convinto che se la gente di ogni condizione, le organizzazioni non governative e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e ogni altro organismo interessato uniranno le loro forze per realizzare strategie di promozione della salute, nel rispetto dei valori morali e sociali che costituiscono la base di questa CARTA, la Salute per Tutti entro l’anno 2000 diventerà una realtà.

Tratto da: Punto Omega Anno II/2000, numero 2-3
Rivista quadrimestrale del Servizio Sanitario del Trentino
Riprodotto con l'autorizzazione della Provincia Autonoma di Trento



freedoc
00mercoledì 14 aprile 2004 20:13
diritto alla salute. Oggi è possibile ?
Ok. Grazie. Ho ritrovato la mia discussione! Scusate![SM=g27829] Ho visto il lungo intervento di Caleidos ma purtroppo oggi è stata una giornata dura ed ho appena finito di lavorare[SM=g27818] . Domani la leggerò con calma e vedrò di che si tratta[SM=g27811] Buona serata a tutti [SM=g27822]
freedoc
freedoc
00giovedì 15 aprile 2004 20:52
E' vero! Confermo tutto e conosco anch'io la carta di Ottawa.

Ma questo l'Eden!! C' poi la realt con tutte le sue

variazioni sul tema. Non si capirebbe altrimenti, infatti,

perch: 1) a proposito dell'ambiente diversi stati nazionali

(con gli Stati Uniti in testa),non abbiano aderito al patto di

Kioto sull'emissione dei gas serra, infischiandosene del buco

dell'ozono;2) L'alfabetizzazione pressoch assente in met

del mondo;3)il lavoro manca anche nei paesi cosiddetti

industrializzati, come l'Italia;4) nei paesi del terzo mondo (

definizione che mi fa arrabbiare )gli individui, e i bambini

fra tutti, muoiono ancora oggi di salmonellosi, di malaria, di

tubercolosi nonch di Aids, solo xch le multinazionali del

farmaco non erogano i farmaci a prezzo ridotto e il debito di

questi paesi verso l'occidente inestinguibile( mentre i soldi

x le armi ci sono, eccome!);5)si parla tanto di promuovere la

salute ma, quasi in tutti i paesi del mondo( compresi alcuni

del cosiddetto mondo avanzato come il nostro), mancano quasi

completamente programmi di epidemiologia e di prevenzione a

largo spettro( la medicina ancora oggi cura la malattia e non

certamente la salute perch in questo caso, cos come tutti i

sottosistemi " funzionalmente differenziati", del sistema

sociale, x dirla con Luhmann, non avrebbe "cosa curare" e non

avrebbe motivo di esistere come sistema!!). Ecco perch,

allora, la medicina ha sanitarizzato anche ci che non doveva o

che doveva rimanere come un evento del tutto naturale come il

parto( sino a poco tempo fa erano di gran lunga + numerosi i

parti che avvenivano tramite intervento cesareo rispetto a

quelli naturali e raramente x cause organiche), oppure facendo

diventare malattia tramite la psichiatria e i manicomi

una "devianza" rispetto alla " norma ?". Certo nei paesi

occidentali una certa forma di "salute"? c', ma oggi io ho

ricevuto da parte della mia Ausl il resoconto trimestrale del

budget che avrei fatto spendere con tutti gli scostamenti

rispetto ai parametri regionali e con la raccomandazione di

stare + dentro la spesa preventivata, e pensate, non x

vantarmi, ma sono uno dei + bravi!! Potrei continuare ancora ma

preferisco fermarmi qu x evitare, come mi ha consigliato una

mia amica, di stancarvi con interventi troppo lunghi.Vorrei

finire oggi il mio intervento,per,affermando che possiamo

consolarci pensando che il dilemma del rapporto tra la salute e

la malattia era gi presente un p di tempo fa ai tempi di

Esiodo il quale affermava che:

"Viveva sulla terra, lontana dai mali, la stirpe mortale,

senza il morbo crudele che trae gli umani alla morte.. Vivevano

come dei, avendo il cuore tranquillo, liberi da fatiche e da

sventure; n loro incombeva la miseranda vecchiaia, ma sempre

fiorenti di forza nelle mani e nei piedi, si rallegravano nei

conviti, lungi da tutti i malanni."

Ma quello che per Esiodo era la perdita di uno stato di grazia,

ha assunto, nella societ contemporanea, lo status di ruolo

sociale x cui essere ammalati, oggi, nella nostra contingenza

storica, pu essere l'anticamera della emarginazione sociale ed

individuale.


A presto,
il vostro Freedoc.















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