Bella domanda!
In effetti, Artemide, hai fatto una domandona!
Come dichiarare a qualcuno che le cose in cui crede sono
delle bugie?
Il problema e' davvero molto molto sottile.
Se Tizio dice che le cose in cui crede Caio sono delle bugie,
bisogna distinguere: Tizio dice cosi' solo perche' non ci
"crede", e crede in altre cose, oppure perche' la sua
esperienza gli dimostra che sono false?
Spesso infatti capita cosi': sia Tizio che Caio non hanno
alcuna esperienza concreta delle cose in cui credono,
e dunque, entrambi sono sullo stesso piano, e nessuno
dei due ha qualcosa da insegnare all'altro, perche' entrambi
"credono" in un insieme di concetti, seppur diversi,
pero' manca ogni esperienza pratica genuina. Mi spiego?
(E poi, diciamolo qua, possiamo sempre dire di avere
delle esperienze davvero genuine, ossia prive di anche
inconsapevole auto-inganno?).
E poi, Caio crede in queste cose davvero, oppure vuole
imbrogliare Tizio? Nel primo caso, se le cose credute da Caio
non si dimostrano vere, si tratta di illusioni, nel secondo
caso si tratta invece di bugie.
Ma non possiamo sempre dire che sono vere e proprie bugie.
Questo discorso di applica ben al di la' del problema dei
demoni e delle sedute spiritiche...
E allora?
La mia conclusione e': dimostrare a parole che una certa
posizione e' falsa (cioe' che noi crediamo falsa), e' sempre
difficile, soprattutto in questo campo, che non e'
proprio come la matematica...
L'unico modo che io vedo e' far conoscere a queste persone
la propria tradizione ed incoraggiarli a seguire il nostro
percorso in pratica, per vedere se poi l'esperienza li
aiutera' a vedere le cose come le vediamo noi.
Che il Divino, comunque lo percepisci, ti benedica.
Altair