degrado del costume

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Firenze - Due giovani fanno sesso sotto la statua di Dante in piazza Santa Croce, a Firenze. Passanti, per lo più altri giovani, osservano, ridono, alcuni riprendono la scena `hard´ con i telefonini, fotografano, forse c’è chi ha girato un breve video. È successo la sera del 23 giugno scorso ma oggi il Corriere Fiorentino riporta l’episodio in base al racconto di due militanti della Lega Nord, Mario Razzanelli, consigliere comunale, e Federico Bussolin, che se ne sono accorti durante una passeggiata nel centro storico e che hanno scattato foto mandate via Twitter al sindaco Matteo Renzi.

A terra, fra una fila di motorini in sosta, ad avere un rapporto sessuale sono un ragazzo e una ragazza, stranieri, probabilmente ubriachi. L’orario è intorno alle 22.30 e la piazza è molto frequentata d’estate.

«Piazza Santa Croce è ormai un bordello all’aperto - commenta il leghista Razzanelli - Non bastava più lo spaccio di droga e di alcol, ci mancava anche il sesso libero. La piazza è ormai fuori controllo, una delle piazze più belle d’Italia». «Quella sera - prosegue - abbiamo visto persone vicino alla statua di Dante. Ci siamo avvicinati ed abbiamo assistito ad una scena degna di locali porno-hardcore. Due ragazzi stranieri, probabilmente ubriachi o drogati, nonostante almeno 20 persone li stessero filmando e fotografando, hanno proseguito come se nulla fosse la loro attività sessuale. La polizia municipale ha brillato per la propria assenza».

Interviene sull’episodio anche l’onorevole Gabriele Toccafondi, coordinatore cittadino del Pdl: «Leggendo la notizia dei due giovani che dietro la statua di Dante, in piazza Santa Croce, facevano sesso alle 10 della sera, la cosa che mi ha lasciato più sconcertato non è solo il fatto in sé, visto che è evidente che questi due erano almeno ubriachi, ma leggere che intorno la gente rideva, faceva foto, filmava la scena: e oggi la notizia è ripresa con lo stesso tono. Tutto questo, forse, è ancora peggio».

«Noi verificheremo quello che è accaduto». Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi, riferendosi all’episodio. Ma per il primo cittadino non è un «aiuto al decoro» mettersi a fare le foto invece di avvertire la polizia municipale. Il riferimento è, in particolare, La ai due esponenti della Lega Nord che hanno anche inviato, via Twitter, gli scatti al sindaco. «Se ci sono due persone ubriache che si mettono a fare sesso in pubblico - ha osservato Renzi, rispondendo alle domande dei giornalisti - il consigliere della Lega che li vede ha due alternative: prendere il telefonino e chiamare i vigili urbani, il 113 o il 112, oppure fare le foto con il telefonino ai due che, ubriachi, fanno sesso in piazza. Personalmente - ha proseguito - se mi trovassi in una situazione del genere, chiamerei i vigili urbani perché possa esserci un intervento e di conseguenza si possa riportare l’ordine e il decoro». «Vedo che in tanti - ha concluso il sindaco - anche il consigliere comunale della Lega, hanno deciso di tirar fuori il cellulare e fare le foto: avranno scatti molti belli su internet, ma forse non hanno aiutato molto il decoro per il quale vorrebbero combattere».
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Genova - «Ma quali amanti e atti osceni, noi siamo per il sesso libero, anche e soprattutto nei luoghi pubblici: parchi, spiagge, piazze e treni. Oggi è una pratica che si chiama “dogging”, ma può essere confusa con l’esibizionismo e il voyeurismo».

Non sarebbe stata la passione sfrenata, né la voglia di mostrarsi a muovere una ricercatrice universitaria genovese di 40 anni, bensì, evidentemente, il desiderio di una nuova rivoluzione sessual-culturale. Una rivolta che evidentemente stenta a far presa se è vero che nei confronti della “calda” quarantenne e del suo occasionale compagno, un operaio di 61 anni, è pronto un decreto penale di condanna per atti osceni in luogo pubblico. I due potrebbero pure decidere di opporsi alla decisione della magistratura, ma nel qual caso sarebbero chiamati a discutere il loro caso in un’aula di giustizia, in un’udienza di fatto pubblica. E allora addio alla riservatezza: perché lottare per il sesso libero può pure andar bene, ma far sapere a tutti d’essersi concessa un’avventura su un treno regionale non è annotazione che valga la pena inserire in un curriculum universitario.

È accaduto in Veneto, tra le province di Venezia e Vicenza. A sorprendere nelle loro inequivocabili effusioni i due viaggiatori, sono stati gli agenti della polizia ferroviaria. In verità, i poliziotti, come riferito dai cronisti del Giornale di Vicenza, cercavano un solo esibizionista e quando sono saliti sul convoglio partito da Mestre e diretto nel Vicentino non hanno trovato traccia del singolo presunto maniaco. In compenso hanno pizzicato, in uno scompartimento, un uomo e una donna mentre consumavano un rapporto sessuale completo. Non baci e coccole, né palpeggiamenti: sesso. Passionale. Identificati, è saltato fuori che l’uomo era un operaio di 61 anni di Milano e la donna, una ricercatrice universitaria genovese, 40 anni: si sarebbero dati appuntamento sulle carrozze, dopo un breve scambio epistolare-informatico. Nei loro confronti è scattata la denuncia per oscenità in pubblico.

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