secondo me, è una ragione di principio.
come per il comando dato ad Adamo ed Eva di non mangiare dal frutto proibito: grazie a quel comando i due avrebbero potuto dimostrare fedeltà al Padre, o meno.
per me la questione del divieto sul sangue è simbolica, non ontologica.
ho sentito dirmi che nel sangue c'è l'anima della persona, dell'animale, del vivente...
non mi ha convinto.
all'origine, il comando si applica dal momento che un'essere umano uccide una bestia per nutrirsene. La vita è preziosa, è un dono di Dio. Anche la vita di un animale è preziosa, ogni creatura appartiene al Creatore. Il cibo è vitale, cibarsi di animali ci è stato concesso... tardivamente, all'origine l'uomo non era preposto per nutrirsi di carne.
Nutrirsi di carne è lecito solo a certe condizioni: rispettare gli animali, rispettare la sacralità della vita e rispettare il Creatore che ci fa questi doni.
il sangue rappresenta la vita, è simbolo della vita. Il sangue è prezioso. Come la vita appartiene a Dio. Dio concede delle vite animali per nutrirci, ma richiede che in
segno di rispetto il sangue dell'animale ucciso venga restituito alla Terra, e così simbolicamente a Dio.
quindi è una questione di principio.
lo stesso vale per la trasfusione.
rifiutando coscientemente una trasfusione, l'essere umano ha l'opportunità di rispettare un comando divino e mostrare che tiene più alla fedeltà verso il Creatore, che alla propria vita.
sono questi, che alla fine, si salveranno. Gli altri periranno.
Marco 8:35
Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà.