contro Evola

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Lpoz
00lunedì 18 dicembre 2006 17:25

di Miro Renzaglia

Si può essere fascisti ed evoliani da un punto di vista squisitamente “politico”?

(Prego prendere nota che ho inteso circoscrivere il mio intervento all’ambito “politico”. Grazie…).

Per non lasciare adito a dubbi ed equivoci, do subito la mia risposta:

no, non si può.

Politicamente parlando, o si è fascisti o si è evoliani (ovvero: “di destra”).

Sento già levarsi alto il canto funebre degli epigoni/allievi/fascisti-di-destra del Maestro:

- Si vuole forse negare che Evola sia stato fascista?

- Si vuole forse negare quel che il neo-fascismo deve ad Evola (e sottolineo con forza il “neo”, ché il fascismo storico, ad Evola, dovette proprio un bel nulla..)?

- Si vuole forse negare l’identità di sguardo che Evola colse fra la Tradizione Perenne e il fascismo?

- Si vuole forse negare eccetera eccetera eccetera…?

No, non si vuole negare niente: si preferisce affermare.

- Si preferisce affermare, per esempio, che Evola lesse il fascismo con gli occhi dell’aristocrate sette-ottocentesco, anziché con quelli di un rivoluzionario del ‘900, proletario e già socialista, come Benito Mussolini… Ma si dà il caso, e fu un caso felice, che fu proprio quest’ultimo a concepire e realizzare il fascismo, non Evola…

- Si preferisce affermare che delle istanze sociali, primarie nel fascismo, Evola non condivise niente: né di quelle che realizzò durante il Ventennio né, tanto meno, in quella che fu l’esperienza di estremo compimento rivoluzionario della Repubblica sociale (la quale, anzi, gli fu del tutto invisa…).

- Si preferisce affermare che, nell’ottica del Kaly Yuga, luminosamente vista da Evola attraverso studi altrui (Guénon, p.e., ma non solo…), l’unica istanza possibile è quella dell’accelerare la crisi nichilista, anziché fronteggiarla e convertirla (la crisi…) in una prassi politica che mirasse al suo superamento senza predicare annientamenti, aurorali di chissà quali nuovi Satya Yuga. Esattamente come fece, al contrario degli auspici evoliani, il fascismo.

Evola, al massimo del suo splendore, è stato un buon (nemmeno ottimo…) divulgatore di seconda mano nicciana (e, aggiungerei: michelstaedteriana…) di quel temperamento umano che permeò l’esperienza fascista. Ma da qui a farne un caposaldo dell’unica rivoluzione concepita e realizzata in Italia, ce ne corre. Come si dice a Roma: “È entrato in casa e c’ha messo er cappello…”, pur storcendo l’aristocraticissimo naso, e fremendo dal monocolo per il popolarissimo odore di frittata di cipolla che trasudava dai muri…

Invito tutti ad andare a rileggere “Il fascismo visto da destra” del Maestro e a trarne le debite conseguenze. È alla “destra”, non al fascismo (e nemmeno, e forse tanto meno, al nazional-socialismo…), che Evola assegna qualsiasi primato. Il fallimento “politico” del fascismo, nella sua interpretazione elementare, fu tutta nel NON essere stato sufficientemente “di destra”. E, fallimento o non fallimento, meno male che non lo sia stato. “Di destra”, intendo…

Voglio aggiungere, a sua discarica di responsabilità, che non è Evola ad essere responsabile di aver introdotto l’equivoco della similitudine destra = fascismo. Di questo equivoco sono responsabili gli evoliani che, nonostante la chiara esposizione del Maestro, hanno continuato a credere e a sostenere l’idea, assai inappropriata, di un Evola fascista in quanto di destra e di destra in quanto fascista. Se mai lo fu (fascista…), lo fu perché s’illuse di convertire la rivoluzione fascista in una reazione antistorica e in una visione immobile della società. Aspettandosi, “in piedi sulle rovine”, che alle ore 24,00 del 31 dicembre dell’Età del Ferro sorgesse, d’incanto meta-storico, il mezzogiorno della nuova Età dell’Oro…

Tutt’altro, insomma, da quel che intese, concepì, realizzò e fu, storicamente, il fascismo…

luc@s87
00lunedì 18 dicembre 2006 18:02
Giusta interpretazione a mio modesto parere: evola era quasi un santone, diversissimo ad esempio dal duce.
daetil
00mercoledì 27 dicembre 2006 15:29
Ho già detto più volte che secondo me Evola e Fascismo hanno poco a che spartire. Come continuo a dire che tra Neo-fascismo e Fascismo ci corre parecchio. Il neo-fascismo del presunto predecessore ha solo il nome. Questo non significa che mi sento più vicino al primo che non al secondo. Partendo dal concetto che secondo me l'esperienza fascista è troppo legata al suo periodo storico e quindi non può essere ne ripetuta in unn contesto come il nostro. Sono idee chiaramente personali e quindi opinabili.

saluti
Daetil
Granduca di Milano
00giovedì 28 dicembre 2006 08:34
Evola come altri erano un contorno filosofico ad una ideologia nuova per l'epoca di conseguenza applicava una visione antecedente, destra , fascismo e sinistra sono stati interpretati da parecchi studiosi e ideologi sempre con conclusioni diverse o di comodo. [SM=x751524]
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