consolazione

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olga
00mercoledì 20 giugno 2007 10:10
Carissime,
anche questa volta avete tutte centrato il bersaglio con le vostre risposte. Parlare con voi mi fa piangere, sfogare e riflettere e mi da molta consolazione e forza. A proposito del pianto è così strano trovarmi a piangere davanti ad un monitor ma in realtà e davanti a voi e alla vostra sensibilità che piango e questo mi fa sentire meglio. La poesia poi mi ha fatto pensare che attraverso me la mia creaturina vivrà per sempre anche se non sembra essere esistita per nessuno.
Per quanto riguarda il capitolo ospedaliero più che di assistenza parlerei di spettatori in quanto ho partorito sola nel mio letto e poi alla fine hanno deciso di intervenire per sicurezza anche con un raschiamento. Ma di questo parlerei in altro momento poichè ancora mi fa tanto male ripensare al trattamento subito. In riferimento a ciò mi sembra molto importante lo scopo di questa associazione cioè sensibilizzare gli operatori a questo problema. Io sono di Cosenza e nel nostro ospedale non c'è la benchè minima coscienza e preparazione ad affrontare queste problematiche.
Ho parlato di questo sito a mio marito anche perchè in realtà non mi ha mai esternato i suoi sentimenti e quanto apro l'argomento lui lascia cadere la conversazione forse per paura di riaprire una ferita.Premetto che questo bambino è stato fortemente voluto anche da lui (forse di +)pensate che nell'immediatezza dei fatti se ne è fatto una colpa pensando di essere stato lui ad aver trasmesso geni malati.
Chissà se riuscirà ad affrontarlo prima o poi.
Non so come fare. Mi date qualche consiglio?
Grazie come sempre.
Olga
Fiammetta
00mercoledì 20 giugno 2007 22:21
Cara Olga, ti avevo risposto stamattina, ma a causa di problemi tecnici, la mia lunga risposta è andata persa...
Innanzitutto volevo dirti che anche mio marito è della provincia di Cosenza (Diamante) o meglio, i suoi genitori!
Detto questo, volevo anche scusarmi per averti chiesto dettagli sulla tua dolorosa esperienza, so che fa molto male, ed è giusto che ognuna ne parli quando si sente pronta. Scusami ancora.
Per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera, anche qui nella provincia di Milano non sono messi molto bene nell'affrontare situazioni come le nostre, il personale è impreparato e a volte indelicato. Io personalmente ho avuto un grande sostegno dal mio ginecologo e da una ostetrica, perchè anche loro segnati da esperienze simili alle nostre, quindi più che di preparazione professionale si è trattato di genuina umanità. Eppure le strutture ospedaliere, i reparti di ostetricia e ginecologia dovrebbero essere organizzati in modo da offrire un aiuto a genitori come noi che nel giro di qualche ora vengono brutalmente catapultati in una straziante e dolorosa realtà, come la perdita di un figlio. Io avevo chiesto un aiuto immediato, almeno durante il ricovero, invece intorno a me solo sguardi di compassione. Non sapevamo dove e a chi aggrapparci.
Ora grazie al mio ginecologo ci siamo messi in contatto con una psicologa che ha aperto un ambulatorio nel reparto di ostetricia di un ospedale della zona, la quale si occupa esclusivamente di dare supporto a genitori come noi. Però siccome non ho partorito in quell'ospedale, dobbiamo rispettare i tempi e abbiamo appuntamento la settimana prossima, a più di due mesi dalla morte di Viola.. e io in questi due mesi ho dovuto fare tanto da sola, facendo appello a tutte le mie forze, sia fisiche che mentali, per riuscire ad avere un sorriso per l'altra mia figlia, Sara di 6 anni, e per trovare parole di conforto per mio marito, che piano piano si stava lasciando andare. Devo molto anche a questa splendida Associazione, (e a tutte le "mamme speciali"!!) che giorno dopo giorno è riuscita a tirare fuori il meglio di me, regalandomi una improvvisa e magica energia!
Il fatto è che noi, come genitori (già provati) ci siamo trovati anche a dover gestire Sara e i suoi "delicati" 6 anni, non sapevamo come comportarci, cosa rispondere alle sue innumerevoli e curiose domande. Da un giorno all'altro non è più voluta andare all'asilo, mi sta attaccata fisicamente tutto il giorno, non posso più neanche andare da sola a comprare il pane o portare il cane a fare pipì...è la mia ombra. Parole sue :"mamma da quando è morta la sorellina ho paura che muori anche tu, e io devo starti sempre vicina per proteggerti".
Invece per quanto riguarda i mariti...così forti e coraggiosi fuori, ma dolci, sensibili e spaventati dentro...credo che per loro sia più difficile esternare i loro sentimenti. Mio marito ha pianto i primi due giorni, poi ha deciso (sbagliando) di smettere e tenersi tutto dentro, alla fine non dormiva la notte, dice di sentirsi come un masso sul petto, ma è titubante quando gli propongo di sfogarsi nella "cartella dei papà" aperta apposta per loro, questi papà così tristi e riservati. A lui ha fatto tanto bene scriversi via mail con un altro papà dell'Associazione, potrebbe fare così anche il tuo, se vuoi tramite Ilaria ti possiamo dare i nostri indirizzi di posta elettronica, così magari tra di loro si sentono più a loro agio, senza rendere pubblico il loro dolore e i loro sentimenti. L'importante è che non si senta in colpa di niente, certe cose purtroppo non dipendono da noi... Al momento l'unica cosa che possiamo fare è stargli vicine, con tutto l'affetto dei nostri bimbi e dei nostri piccoli angioletti!
Sperando di non averti annoiata, ti mando un forte abbraccio, a presto!
Fiammetta
Olga
00giovedì 21 giugno 2007 11:40
Re: non scusarti
Cara Fiammetta non hai nulla di cui scusarti e di certo non mi annoi, anzi aspetto sempre con ansia le tue risposte e quelle di tutte le altre mamme. Non sei stata affatto indiscreta ed anzi parlare di quel che mi è accaduto non può farmi che bene.
Io purtroppo non ho avuto neanche il conforto del ginecologo e delle ostetriche e neanche gli sguardi di compassione perchè per tutti il mio è stato un semplice aborto, tardivo ma un aborto per cui non se ne deve fare un dramma. Il bimbo come se non fosse esistito ma lui però era formato solo 7,5 cm ma aveva tutto, da sviluppare ma tutto.
Oggi è una giornata in cui mi sento un pò più su di morale è questo non accadeva da tempo. La vicinanza di tutte voi sta sortendo i suoi effetti. Come te anche io ho dovuto gestire la sensibilità di mio figlio Domenico di 5 anni che dopo aver fatto una serie di domande anche 'crudeli' (voleva sapere se il bimbo lo mettevano in una scatola rossa o verde o che gli veniva da ridere nel sentire che il bimbo era morto)ha cominciato ad essere assilante e soffocante nei miei confronti, voleva anche lui restare a casa vicino a me, voleva lui ritornare nella mia pancia. Ora che mi vede più serena ha cominciato di nuovo a comportarsi come un bimbo di 5 anni ed a ricominicato a pregare Gesù che gli mandi un altro fratellino 'più forte, che sta nella pancia di mamma nove mesi e che al decimo nasce'... così tanto per andare sul sicuro.
Per quanto riguarda mio marito gli starò ancora più vicina e quanto si sentirà pronto vi chiederò gli indirizzi e-mail.
Devo dire che tuo marito viene da un paese bellissimo che conosco bene e che vedrò al più presto visto che ha un mare stupendo.
Avrei tanto ancora da scriverti ma ora devo salutarti a presto
Olga

Laura
00giovedì 21 giugno 2007 12:25
Cara Olga,
eccomi di nuovo, questa volta con un po' più di tempo!
E' bellissimo leggere il tuo post e capire quanto sia importante la presenza di noi mamme ... non sei sola, noi siamo sempre qui pronte ad accogliere qualunque forma di richiesta di aiuto, di comprensione, di "perchè proprio a me", nella consapevolezza che tutto ciò è venuto a mancare proprio nel momento in cui invece ne avevamo tanto bisogno!
Il problema dell'assistenza ospedaliera non è di tipo regionale, percorrendo l'Italia dal Nord al Sud, l'argomento sulla morte perinatale e intrauterina è tabù ovunque!Anche io che sono di Firenze ho avuto un'assistenza allucinante, te pensa solo che il mattino dopo il parto di Elia, mi mandarono i pagliacci in camera con tanto di naso rosso e palloncini ... roba da pazzi!
Manca proprio una cultura generale sulla morte ... gli operatori ospedalieri che sono abituati a far nascere, considerano inconcepibile il concetto della nascita ricollegato a quello della morte.
Manca l'esperienza diretta, manca il vissuto ... ciò che viene provato sulla propria pelle vale molto di più di cento libri!

Per quanto riguarda il discorso babbi, quando accadono certe cose tutti, normalmente, tutti si concentrano sulla mamma e sulla sua disperazione e il babbo diventa quasi una valvola di sfogo per gli altri che si preoccupano magari di dire :” Pensa te a lei che adesso più che mai ha bisogno di te!”. Ma a questi babbi chi ci pensa?
In quel momento Giampiero ha dimostrato veramente tutto l’amore che prova per me e per i nostri figli e il nostro amore, da quel 22 Agosto 2004, è diventato un qualcosa di veramente speciale; ci siamo presi per mano ed abbiamo affrontato tutto insieme, dal parto, alla scelta del nome, al vedere il bimbo, all’accarezzarlo insieme, alla scelta della tutina, al funerale e soprattutto abbiamo scelto di non arrenderci e di riprovarci. Ha rispettato in pieno tutte le mie scelte, le mie decisioni, i miei stati d’animo, i miei silenzi, i miei pianti improvvisi ed incontrollabili, ha ascoltato i miei monologhi per ore intere ….. mettendosi in disparte e senza pretendere altrettanta comprensione.
Non credo che per lui, così come altri padri vittime di queste situazioni sia stata una situazione facile da gestire soprattutto anche in considerazione del fatto che vengono messi in “disparte” in quanto ci si preoccupa di più dello stato psico-fisico della madre piuttosto che del loro, ma non dimentichiamo che umanamente parlando anche per il padre è una violenza inaudita quella a cui è costretto ad assistere, non vi è il trauma fisico, ma sicuramente c’è quello psicologico, vedere la persona che amano soffrire disperatamente senza poter far nulla ….. la disperazione di Giampiero è ancora impressa nella mia mente come fosse stato ieri.
Probabilmente anche questa forzatura a cui sono costretti sin dall’inizio, li porta poi a chiudersi ancor di più, a non lasciar trapelare nulla … come se non parlare volesse dire non soffrire!
Ho sempre rispettato questa volontà di Giampiero anche se a volte è stata oggetto di discussione, molto spesso avrei voluto sapere cosa pensava, avrei voluto che fosse più partecipe alle mie collaborazioni alle Associazioni, ai miei scritti, ai miei post … ma poi, quando vedo i suoi occhi che si riempiono di lacrime tutte le volte che la mia bimba maggiore parla del suo fratellino Elia, capisco tutto e mi basta! .. arriva sempre l’occasione in cui anche loro sono “costretti” a venire fuori per quello che realmente sono e non per quello che devono rappresentare.
Arriverà sicuramente un giorno, un’ora, un minuto in cui Olga avrai la possibilità di parlare apertamente del vostro bimbo con tuo marito, tutto succederà naturalmente, seguendo il percorso della vita normale! I sensi di colpa di tuo marito probabilmente sono sintomatici di una persona che in qualche modo deve trovare una ragione, una giustificazione a questa cosa terribile inaspettata, quindi si accolla tutto il peso lui, non riuscendo a trovare un vero “perché”!
Piano piano quando le cose si saranno sistemate e tu sarai pronta a riaffrontare un’altra gravidanza, anche le sue paure e sensi di colpa spariranno … è un percorso difficile, ma ti assicuro che vale la pena affrontarlo!
Ciò che di bello, oltre a tutto, mi ha lasciato Elia, è anche il legame ancora più forte che mi lega a mio marito e lo stesso amore che ci accomuna per quel bimbo che mai abbiamo potuto veder crescere!

Un abbraccio
Laura


Giovanna
00sabato 23 giugno 2007 11:47
Re:
Carissima Olga,
sono Giovanna e riaccendo il computer solo adesso dopo tanti giorni, dopo aver partorito il mio piccolo Emanuele il 13 giugno. Le mie prime parole ed il mio primo forte abbraccio lo voglio dedicare a te, ultima arrivata tra le mamme speciali, con l'augurio più caro affinché tu, tuo marito e Domenico possiate ricevere al più presto dal vostro angelo, e da Maria che lo tiene tra le sue amorevoli braccia, la serenità per andare avanti. Io e mio marito l'anno scorso abbiamo offerto nelle mani di Dio tutto il nostro dolore e tutto l'amore per la nostra piccola Emma, chiedendoGli di realizzare il nostro desiserio di famiglia. Dai nostri angeli viene soprattutto un messaggio di amore e di spinta verso la vita ed Emanuele è un dono di Emma, io e Paolo ne siamo sicuri. Spero che le tue giornate "si" si facciano man mano sempre più frequenti, per portare avanti quella luce d'amore che la tua meravigliosa creatura ti ha donato con la sua venuta. Tra tanto buio e dolore, col passar del tempo, questa luce è quella che vincerà.
Ti sono vicinissima e ti abbraccio forte forte
Giovanna
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