comunicati dell 11.1.06

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psitta
00mercoledì 11 gennaio 2006 17:23
L'Oms conferma altre due vittime in Cina. Si attendo i risultati dei test per una donna morta in Indonesia
Aviaria, Fao: ''Turchia rischia virus endemico''

A lanciare l'allarme un esperto dell'organizzazione: ''Occorre isolare i luoghi dove è presente l'H5N1. In pericolo i paesi vicini''

Roma, 11 gen. (Adnkronos) - Nuovo allarme sul fronte influenza aviaria. A lanciarlo è oggi la Fao che ha avvertito: il virus altamente patogeno H5N1 potrebbe diventare endemico in Turchia e rappresentare un serio rischio per i Paesi vicini.

''Il virus potrebbe diffondersi nonostante le misure di controllo già prese'', afferma Juan Lubroth, esperto Fao di salute animale. ''Se non si riuscirà a isolare i luoghi dove l'H5N1 è al momento presente, vi sarà un'esposizione al virus degli esseri umani e degli animali ancora maggiore'', ha aggiunto. La Fao ha fatto appello ai Paesi confinanti: Armenia, Azerbaigian, Georgia, Iraq, Iran e Siria, perché mantengano alta la vigilanza, applichino le misure di sorveglianza e di controllo, e assicurino che l'opinione pubblica sia bene informata sui rischi dell'influenza aviaria. Intanto la Fao ha mandato un team di esperti in Turchia per aiutare le autorità a contenere la malattia. ''La Turchia - sottolinea Lubroth - deve mettere in atto una campagna di controllo coordinata a livello centrale che copra l'intero Paese, basata su interventi a livello locale efficienti, e attuati in modo trasparente. I casi di infezione devono essere segnalati immediatamente e nelle zone dove si sono manifestati i focolai epidemici devono essere applicate tutte le misure di controllo raccomandate a livello internazionale, quali l'abbattimento del pollame, l'isolamento e, quando indicato, le vaccinazioni''.

Secondo la Fao, i servizi veterinari devono avere tutto il sostegno politico e le risorse finanziarie necessarie per essere in grado di indagare a fondo e segnalare ogni possibile sospetto di influenza aviaria. Dovrebbero inoltre assicurare che tutti coloro che posseggono polli nelle regioni più a rischio siano ampiamente informati sui sintomi della malattia e sulle misure di controllo che è necessario prendere. Tutte le comunità rurali che allevano pollame devono essere coscienti della minaccia che la malattia rappresenta, e seguire buone pratiche igieniche e agricole per arrestare l'entrata del virus nei loro allevamenti e, nel caso fosse individuata la malattia, evitare l'esposizione degli esseri umani al virus. ''La segnalazione immediata da parte di coloro che posseggono pollame rappresenta la migliore tutela della salute per la popolazione'', raccomanda infine Lubroth.

Per quanto riguarda la risposta della Turchia all'emergenza dell'influenza aviaria, l'Oms ritiene che il Paese abbia avuto ''una reazione appropriata e soddisfacente''. ''Siamo soddisfatti sia del tipo di azione adottata dal ministero della Salute sia della possibilità per il nostro team di agire liberamente con trasparenza'', ha detto ad Ankara il direttore dell'Oms per l'Europa, Marc Danzon. L'esponente dell'organismo internazionale ha sottolineato che i 72 milioni di abitanti della Turchia erano bene informati sui rischi legati all'influenza aviaria e hanno pertanto adottato le misure necessarie ad evitare il contagio.

Dall'Organizzazione mondiale della sanità è arrivata inoltre la conferma che in Cina altre due persone sono state uccise dal virus H5n1. Le vittime sono una bambina di 10 anni della regione sud occidentale del Guangxi e un uomo di 35 anni della provincia orientale del Jiangxi, deceduti rispettivamente il 16 e il 30 dicembre. I morti in Cina per l'influenza aviaria salgono così a cinque, fra gli otto casi di persone ammalate finora segnalati. Intanto il ministero dell'Agricoltura ha denunciato la scoperta di un nuovo focolaio della malattia fra i volatili, il 33esimo dall'inizio dello scorso anno: 16mila quaglie sono morte all'inizio di questo mese a Guiyang, capitale della provincia di Guizhou. Le autorità sanitarie hanno confermato la presenza del virus H5n1 e provveduto all'abbattimento di 42mila volatili.

Nuova vittima dell'influenza aviaria anche in Indonesia. Un donna di 29 anni, deceduta nell'ospedale di Giakarta, è risultata positiva ai test condotti nel Paese asiatico. La donna, secondo un alto responsabile del ministero della Sanità indonesiano, Hariadi Wibisono, era venuta a contatto con polli malati. La notizia è stata diffusa dal governo indonesiano, ma si aspetta ancora la conferma dell'Organizzazione mondiale della sanità: se dovesse arrivare, si tratterà della dodicesima vittima dell'H5N1 in Indonesia accertata dall'Oms.






 

      
psitta
00mercoledì 11 gennaio 2006 17:27
comunicato 2 del 11.1.06
Allarme aviaria, prime mosse dell’Unità di crisi
La struttura dovrà pianificare e coordinare gli interventi. In allerta anche i carabinieri del Nas
Firmato il decreto dal ministro della Salute. La Banca Mondiale gestirà un miliardo di euro per la salute umana e animale
COME annunciato due giorni fa dal ministro della Salute, Francesco Storace, arriva l'Unità di crisi sull'aviaria e continua il confronto internazionale che farà nascere il fondo antipandemia: un miliardo di euro in tutto, gestiti dalla Banca Mondiale, che saranno gestiti al 50% per la salute umana e al 50% per quella animale, serbatoio di virus dai quale potrà nascere la pandemia. «È ormai chiaro che solo con un'azione congiunta sarà possibile intervenire con efficacia», ha spiegato il sottosegretario alla Salute Cesare Cursi, tornando da Parigi dove si era recato per una riunione dell'Oie, l'organizzazione che si occupa proprio di salute animale. Il fondo gestito dalla Banca Mondiale verrebbe quindi messo a disposizione di 140 Paesi in via di sviluppo, che potenzialmente potrebbero trovarsi alle prese con l'influenza aviaria. Il Ministro a Roma, alla luce delle analisi del vertice dell’altro giorno, ha deciso di firmare il decreto che, per fare fronte all'eventuale insorgenza in Italia di focolai di influenza aviaria «ad alta patogenicita», attiva l'Unità Centrale di Crisi (UCC), incaricata di pianificare gli interventi e il coordinamento delle misure di controllo e di eradicazione della malattia. La struttura, oltre a un responsabile, vedrà la presenza del direttore dell'ufficio di sanità animale e del dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, il direttore dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, centro di referenza per l'aviaria, il direttore dell'Istituto zooprofilattico dell'Abruzzo e Molise, due dirigenti dei servizi veterinari regionali o responsabili di unità di crisi regionali, 2 direttori di istituti zooprofilattici o responsabili di osservatori epidemiologici veterinari. In caso di necessità nel gruppo potranno essere presenti anche rappresentanti dei Nas di altri ministeri e di istituti come l'Iss. L'unità di crisi, in caso di emergenza, avrà il compito di provvedere a tutte le misure per fermare la malattia, e in fase ordinaria, quale siamo, fra l'altro, «disporrà di un nucleo costantemente attivo e preparato per intervenire in caso di epidemia, che è pronto a realizzare gli interventi necessari per il controllo e l'eradicazione della malattia». Il ministro ieri ha comunque ribadito che non è avvenuto il passaggio del virus dell'influenza aviaria da uomo a uomo, ma che in Turchia ci sono state alcune persone che si sono infettate in villaggi rurali, contraendo il virus da animali. Per questi motivi, «non c'è necessità del blocco del traffico aereo con la Turchia». Ma c'è chi invece, il blocco del traffico con la Turchia lo chiede e fra questi il Codacons. «È una misura rigida ma indispensabile per evitare contagi e il diffondersi dell'influenza aviaria anche nel nostro Paese - afferma il presidente Carlo Rienzi - i viaggi in Turchia devono essere temporaneamente vietati e consentiti solo per motivi particolari o di ordine pubblico. È necessario poi incrementare i controlli alle frontiere, sottoponendo i soggetti di qualsiasi nazionalità che provengono dalla Turchia ad analisi specialistiche prima di entrare in Italia, e controllare che polli e uova, provenienti da qualsiasi paese, non siano transitati dalla Turchia». Ma per chi non vuole mettere il passaporto nel cassetto esiste un decalogo di consigli che l'Unione Europea ha preparato. 1) Evitare contatti con pollame vivi. 2) Evitare contatti con volatili selvaggi. 3) Evitare di visitare mercati di animali vivi e allevamenti di pollame. 4) Evitare contatti con superfici contaminate da escrementi. 5) Evitare di toccare degli uccelli trovati morti. 6) Non mangiare pollame, uova o anatre crudi o non abbastanza cotti. 7) Avere una buona igiene personale. 8) Lavarsi frequentemente le mani. 9) Non tentare di portare volatili vivi in Europa 10) Rispettare le istruzioni delle autorità nazionali.

mercoledì 11 gennaio 2006
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