comunicati del 29.11.05

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psitta
00martedì 29 novembre 2005 08:05
Aperta a Bangkok una conferenza internazionale sul virus H5N1
Influenza aviaria: l'Asia ora ha paura


Premier thailandese: «Ci sono stati errori umani».

Danni
per miliardi di euro. Oms chiede uno sforzo ai Paesi più ricchi


BANGKOK - Dopo la Sars, l'influenza aviaria provocata dal virus H5N1 (che potrebbe estendersi all'uomo sovrapponendosi al virus dell'influenza umana) sta seriamente preoccupando l'Asia. Non solo dal punto di vista sanitario. Il primo ministro thailandese, Thaksin Shinawatra, aprendo a Bangkok la conferenza internazionale dedicata al pericolo di contagio, ha detto «questa nuova emergenze pone seri rischi per le economie dell'area». Thaksin, criticato per aver forse coperto la diffusione della malattia in Thailandia, annunciata solo venerdì scorso, ha affermato che «ci sono stati errori umani, ma è tempo di passare oltre le polemiche per unire gli sforzi internazionali». Il premier ha riferito che finora in Thailandia sono stati identificati 134 luoghi di contagio, ognuno dei quali con un raggio di cinque chilometri. Al momento le vittime accertate per il virus dell'influenza aviaria sono dieci: otto in Vietnam e due in Thailandia. Lunedì il virus è stato identificato anche in Cina.

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DANNI PER MILIARDI DI EURO - All conferenza internazionale, il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Lee Jong-Wook, ha definito la comparsa del virus «una seria minaccia globale alla salute umana». La grande paura è che il virus H5N1, che causa la malattia negli uccelli, subisca una mutazione creando una catena di trasmissione da uomo a uomo. Finora tutte le vittime hanno contratto la malattia stando a stretto contatto con gli animali. Lee ha avvertito che l'abbattimento di milioni di volatili, necessario per impedire la diffusione del virus, costerà miliardi di euro ai dieci Paesi asiatici colpiti dal virus, e ha chiesto alle nazioni ricche di partecipare allo sforzo.

Virus animali: polli e zibetti clicca su una foto per andare alla galleria




CINA: MIGLIAIA DI VOLATILI ABBATTUTI - In Cina sono stati già abbattuti 73 mila di volatili nelle province meridionali di Hunan, Hubei e Guangxi, dove è stato individuato il virus H5N1. «Abbiamo già eliminato 44 mila volatili e pensiamo che alla fine ne saranno eliminati 132 mila», hanno detto funzionari dell'Hunan. Nell'Hubei, dove un migliaio di polli sono morti per l'influenza, sono stati abbattuti fino a questo momento 15 mila animali, secondo un funzionario provinciale. Il virus H5N1 è stato individuato come la causa della morte di centinaia di anatre nella vicina provincia del Guangxi, dove sono stati abbattuti 14 mila volatili. I nuovi casi non sono ancora stati confermati dal ministero dell'Agricoltura di Pechino, che deve ancora compiere le analisi sui campioni inviati dai veterinari locali. Il fatto che un gran numero di anatre sia stato colpito dalla malattia e che molte ne siano morte indica che il virus è particolarmente pericoloso, secondo il virologo Leo Poon dell'Università di Hong Kong. «In genere i virus della famiglia H5 non sono fatali per le anatre, ed è insolito che ne muoiano tante», ha detto Poon.

ACCUSE DI UN GIORNALE VIETNAMITA - Il quotidiano vietnamita «Tuoi Tre»,giornale della Gioventù del Partito comunista di Ho Chi Min Ville (ex Saigon), riporta mercoledì che le autorità del Vietnam hanno nascosto dallo scorso luglio un'epidemia di influenza dei polli nel nord del Paese. Il ministero dell'Agricoltura ha inviato un rapporto al capo del governo confermando che focolai di influenza aviaria erano stati scoperti nella provincia di Vinh Phuc la scorsa estate. «Il ministero dell'Agricoltura ha ammesso che il fallimento nell'organizzare massicci abbattimenti all'inizio dell'epidemia e l'eliminazione delle bestie malate e ha di conseguenza permesso alla malattia di espandersi», scrive il giornale vietnamita. L'informazione era stata riportata anche dal settimanale «Time». SecondoTuoi Tre in estate 20 mila polli erano morti nella zona di Vinh Phuc. Il portavoce del ministero degli Esteri vietnamita ha risposto: «Non abbiamo come politica quella di coprire le epidemie». Un veterinario del ministero, citato da Time, ha ricordato che a complicare la situazione c'era stata l'organizzazione nel dicembre 2003 dei Giochi del Sud-est asiatico, avvenimento al quale il Vietnam aveva attribuito grande importanza.
28 gennaio 2004

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