comica FIGC: Ebete spiega...

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il Barista
00venerdì 15 luglio 2011 11:42
CORSERA (F. MONTI) - «Non abbiamo fatto altro che prendere atto del parere tecnico di cinque consulenti legali: il Consiglio della Figc è un organo amministrativo e non può attribuire o revocare scudetti. La linea del Consiglio non cambia: non possiamo revocare un titolo rispetto al quale non esiste neppure una delibera di assegnazione, ma che è stato attribuito prendendo atto della classifica dopo Calciopoli» .

è gia fà ridere...
ma nel prosieguo dell'articolo leggo anche:

non ci può essere revoca, perché il commissario, Guido Rossi, nel 2006, non aveva mai assegnato quel titolo, limitandosi a prendere atto che con le penalizzazioni di Calciopoli l’Inter era diventata prima per scorrimento della classifica. La delibera di lunedì dirà che il Consiglio non si può sostituire alla giustizia sportiva e che, con le regoli attuali, la situazione non può essere cambiata.

La logica deduzione sarebbe allora che, rigurado al campionato 2004/2005 vinto dalla Juventus e revocato, "per scorrimento della classifica" il campione d'Italia dovrebbe essere il Milan.
Ma nell'albodo come mai non compare?
Sara che lo scorrimento vale solo quando l'Inter è seconda?


no perche... con cio' che ha detto Ebete:
-il BOLOGNA uno scudetto in piu, quello del 1927revocato al Torino
per scorrimento
-l'Inter potrebbe avere un'altro scudetto, quello revocato alla juve con in milan secondo pero' coivolto in calcipoli e inter terza ma con reati prescritti!

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bentoribeiro
00martedì 19 luglio 2011 16:20
Abete, come Carraro del resto, sono anni che occupano posizioni "statali", e dunque a nostro carico, dediti al far niente. Abete ha cercato di non scontentare nessuno esibendosi in una conferenza stampa tutto equilibrismo. Un colpo al cerchio e uno alla botte: nonostante il Consiglio Federale gli abbia impedito di procedere con la “censura morale” dei suoi sogni, ha trovato il modo di restare in equilibrio ugualmente. E allora ecco che “Sia chiara una cosa: anche in presenza di una titolarità della Figc a decidere, la Federcalcio avrebbe espresso comunque parere contrario alla revoca”
(capito Massimo? Siete limpidi!)
“perché rimane la separazione dei ruoli da parte del Consiglio federale rispetto agli organi di giustizia”
(mica per altro, Andrea! Non penserai mica che ti sto dando torto?)
“L’esposto della Juventus poteva anche non avere una risposta”
(Sì Massimo, guarda, hanno alzato tutto sto casino poggiandosi sul nulla)
“Ma la Figc ha ritenuto di certificare una risposta in modo tale che anche la società che non ritenesse di condividere questo tipo di delibera possa procedere ad un iter”
(vai Andrea, vai! Continua nella tua battaglia, sto facendo di tutto per fornirti una giustificazione! Io sono con te!).

Quel “società che non ritenesse di condividere questo tipo di delibera“, poi, è veramente imbarazzante. Il Presidente della Federazione, in sostanza, mette nero su bianco la possibilità per le società federate di fregarsene delle posizioni ufficiali, delle delibere, delle decisioni e -perchè no- anche delle sentenze della Federazione stessa. L’ennesimo autogol.

E a proposito di autogol, Abete non perde l’occasione per tendere di nuovo la mano ai polemizzatori di professione rimarcando che
“Non esiste una prescrizione etica”
Si Sorvoli pure sul fatto che questa frase è stata ormai smentita anche dal Consiglio Federale e resta quindi una semplice opinione -per altro discutibile- di Abete, che approfitta di una conferenza stampa federale per rimarcarla (giochino già visto con la relazione di Palazzi), domanda: ma se non esiste una prescrizione etica, perchè non ci revocate lo Scudetto?

Conclude, Abete, con il colpo di teatro finale:
“mi sarei aspettato posizioni concilianti e che andasse incontro alla rinuncia della prescrizione”
Ancora. La balla di Palazzi certificata, quindi, dalla follia di un Presidente Federale che non ha più -palesemente- la minima idea di cosa sta dicendo. L’Inter avrebbe dovuto dimostrare “posizioni concilianti” e “rinunciare alla prescrizione”, secondo lui.
Dimostrare posizioni concilianti con chi non perde occasione per infamarla in ogni sede, forse?
E rinunciare alla prescrizione per far piacere a chi? A chi la prescrizione se l’è tenuta sempre ben stretta, certificando 15 anni di campionati?
E in che modo, visto che l’accusato ha -purtroppo- lasciato questo squallido mondo che ancora non si rassegna, e continua ad infamarlo?
E anche ammesso (ed è tutto da dimostrare) che sia possibile rinunciare alla prescrizione, chi difenderebbe in giudizio il Presidente Facchetti?
Chi sceglierebbe il suo avvocato, e a che titolo?
E chi fornirebbe per lui quelle “idonee giustificazioni volte a sminuire il senso delle intercettazioni” che Moratti ha fornito di persona in due-ore-due di colloquio allo stesso Palazzi, e che da Palazzi sono state ritenute sufficienti a chiudere la questione?
E se anche si superassero tutti questi problemi come si farebbe a procedere, visto che l’archiviazione della posizione di Facchetti è avvenuta non (solo) per prescrizione ma anche (e soprattutto) per improcedibilità?

Ecco, quindi, che Abete -esattamente come Palazzi- ricomincia a buttare parole al vento, prive di significato, di contenuto, di qualsiasi possibile conseguenza. E lo fa anche lui -esattamente come Palazzi- ben sapendo che nessuno gliene chiederà mai conto. La malafede eletta a sistema.
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