carte da cul

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lucaDM82
00martedì 21 gennaio 2014 19:05
Re:
giove(R), 21/01/2014 17:02:

tra Ferretti e Torri non si sa chi è più medioman.
è un testa a testa ogni volta che si parla di riferimenti ...artistici, citazioni ...dotte.
vanno a parare puntualmente nel più trito, ritrito e inflazionato.

ultimo esempio, l'articolo di oggi di Mimmetto ha come titolo: "la grande bellezza"...

e in coppia Grande Pochezza.



ah si'?Nisii ha detto che titolava cosi' tuttosport (e a lui piaceva)...

Sound72
00mercoledì 22 gennaio 2014 13:47
Ferretti poi grande intenditore di calcio e di partite..ieri 7 benatia 6.5 torosidis..
de sanctis s.v. perchè non fa parate del resto uscita sbagliata su peluso e 3 rinvii con palla agli avversari non fanno pagella.

Vabbè ma in fondo il derby di Coppa Italia lo hai perso per colpa di Lobont. E' l'nnica cosa che sa dire e ripetere.
giove(R)
00mercoledì 22 gennaio 2014 16:04
che gente de guano ed esperti calcistici demmerda.
ieri tra l'altro ...hai l'occasione... ehehe di dare un'insufficenza a Benatia, forse l'unica o al massimo la seconda in stagione.. e DAJELA SU! E NAMO CO STI CAZZO DE FIII E FIJASTRI MORTACCI VOSTRI E DE STI LECCACULO PREZZOLATI SCHIFOSI!

miracolato dalla vita, se tanto me da tanto visto che s'atteggia ma de pallone non ce capisce un cazzo ma de quelli ridotti a pelle de daino... figurate come fa la carbonara.

sarà na cosa che la lavanda gastrica degli ospedali je fa un pippone!
Sound72
00venerdì 31 gennaio 2014 11:12
Gazzetta dello Sport oggi:

OSVALDO C'E . JUVE E ADESSO CHI TI FERMA?


Mortacci loro..quando stava qua l'hanno sfondato un giorno sì e l'altro pure..no, ma ce l'avevamo in casa sto fenomeno e l'abbiamo lasciato andare via così?I tifosi del Southampton sono disperati per questa grande perdita..

Comunque è iniziata la riabilitazione di Osvaldo.Alla grande proprio.

Sound72
00venerdì 31 gennaio 2014 11:25
Osvaldo: donne, tweet, capolavori e chitarra. E al telefono ha già sfidato Totti

Ritratto dell'attaccante che rinforza la Juventus: talento cristallino, fa impazzire le donne e ha molti interessi fuori dal calcio

La prima volta che vide l’Italia scoprì due cose: la neve e le lacrime di nostalgia. Era il 2006: Pablo Daniel Osvaldo aveva 20 anni, arrivava da Buenos Aires e il freddo di Bergamo, sponda Atalanta, all’inizio parve gelare le sue ambizioni. «Piangevo sempre - avrebbe raccontato anni dopo - e mi venne voglia di tornare a casa». Il caldo di Lecce lo curò quasi subito. Scherzi del destino, nel Salento andò a prendere il posto proprio di Vucinic. Quanto basta per mettersi in vetrina e sbarcare a Firenze, dove il suo momento più alto probabilmente lo raggiunse col il gol in rovesciata al Torino nel 2008, che regalò alla Fiorentina la qualificazione in Champions. Quanto basta, in quel periodo, per regalarsi una Ferrari gialla che fece arrabbiare persino un allenatore quieto come Prandelli. A Firenze, però, la concorrenza era tanta e così la tappa successiva fu Bologna con cui il feeling non sbocciò. Questo lo convinse al divorzio dall’Italia. Lo accolse l’Espanyol, dove si rilanciò così tanto da meritarsi la Roma americana
Pugni, pupe e pepite Due stagioni intense, che gli sono valse l’approdo nella Nazionale azzurra grazie ai suoi avi di Filottrano, nelle Marche, e un rosario di gol bellissimi e turbolenze che hanno rafforzato la sua fama di giocatore «difficile». Gli episodi più eclatanti sono già leggenda. Si va dalla manata a Lamela (reo di non avergli passato la palla) nel dopo partita di Udinese-Roma del 2011, al mancato ritiro della medaglia dopo il k.o. nella finale dell’ultima Coppa Italia - cosa che gli è costata la Confederations causa codice etico - fino al tweet in cui accusava di incapacità l’allenatore Andreazzoli. Twitter, tra l’altro, a Roma non l’ha mai aiutato, perché ha postato foto che hanno fatto rumore: birra in mano a Praga e festa di Capodanno a Baires, da «ammalato», mentre la squadra si allenava. Ma qui entriamo in un’altra sfera: quella sentimentale. Osvaldo infatti (look alla Johnny Depp) piace alle donne. Tanto. Ora sta aspettando il 4° figlio dall’attrice argentina di soap Jimena Baron. Gli altri tre gli ha avuti dalla prima moglie Ana (Gianluca) e dalla ex compagna fiorentina Elena Braccini (Victoria e Maria Helena), che non gli hanno risparmiato critiche come padre.

Chitarre & sfide In un mondo timoroso verso gli ultrà, Osvaldo non ha mai avuto paura di sfidarli, ma l’approdo al Southampton sembrava averlo rasserenato per il modo in cui in Inghilterra si vive il calcio. Sembrava, fino alla testata a Fonte che gli ha chiuso le porte del paradiso. A Torino si consolerà con le sue chitarre, con cui ci sa fare, spaziando dai Rolling Stones ai Pink Floyd. D’altronde, Osvaldo ama la vita rock. Per questo nei giorni scorsi ha già sentito al telefono i suoi amici Totti e De Rossi lanciando la sfida: «Vado alla Juve. E lo scudetto lo vinco io...».


Massimo Cecchini...

No ma a parte sto ritratto da bello e dannato è forte il passaggio in cui dice che "l’approdo al Southampton sembrava averlo rasserenato per il modo in cui in Inghilterra si vive il calcio"..e certo..mica lo dice però che faceva la panchina a Lambert..nonostante l'avesse voluto là Pochettino.
giove(R)
00venerdì 31 gennaio 2014 11:43
Re:
Sound72, 31/01/2014 11:25:

Osvaldo: donne, tweet, capolavori e chitarra. E al telefono ha già sfidato Totti

Ritratto dell'attaccante che rinforza la Juventus: talento cristallino, fa impazzire le donne e ha molti interessi fuori dal calcio

La prima volta che vide l’Italia scoprì due cose: la neve e le lacrime di nostalgia. Era il 2006: Pablo Daniel Osvaldo aveva 20 anni, arrivava da Buenos Aires e il freddo di Bergamo, sponda Atalanta, all’inizio parve gelare le sue ambizioni. «Piangevo sempre - avrebbe raccontato anni dopo - e mi venne voglia di tornare a casa». Il caldo di Lecce lo curò quasi subito. Scherzi del destino, nel Salento andò a prendere il posto proprio di Vucinic. Quanto basta per mettersi in vetrina e sbarcare a Firenze, dove il suo momento più alto probabilmente lo raggiunse col il gol in rovesciata al Torino nel 2008, che regalò alla Fiorentina la qualificazione in Champions. Quanto basta, in quel periodo, per regalarsi una Ferrari gialla che fece arrabbiare persino un allenatore quieto come Prandelli. A Firenze, però, la concorrenza era tanta e così la tappa successiva fu Bologna con cui il feeling non sbocciò. Questo lo convinse al divorzio dall’Italia. Lo accolse l’Espanyol, dove si rilanciò così tanto da meritarsi la Roma americana
Pugni, pupe e pepite Due stagioni intense, che gli sono valse l’approdo nella Nazionale azzurra grazie ai suoi avi di Filottrano, nelle Marche, e un rosario di gol bellissimi e turbolenze che hanno rafforzato la sua fama di giocatore «difficile». Gli episodi più eclatanti sono già leggenda. Si va dalla manata a Lamela (reo di non avergli passato la palla) nel dopo partita di Udinese-Roma del 2011, al mancato ritiro della medaglia dopo il k.o. nella finale dell’ultima Coppa Italia - cosa che gli è costata la Confederations causa codice etico - fino al tweet in cui accusava di incapacità l’allenatore Andreazzoli. Twitter, tra l’altro, a Roma non l’ha mai aiutato, perché ha postato foto che hanno fatto rumore: birra in mano a Praga e festa di Capodanno a Baires, da «ammalato», mentre la squadra si allenava. Ma qui entriamo in un’altra sfera: quella sentimentale. Osvaldo infatti (look alla Johnny Depp) piace alle donne. Tanto. Ora sta aspettando il 4° figlio dall’attrice argentina di soap Jimena Baron. Gli altri tre gli ha avuti dalla prima moglie Ana (Gianluca) e dalla ex compagna fiorentina Elena Braccini (Victoria e Maria Helena), che non gli hanno risparmiato critiche come padre.

Chitarre & sfide In un mondo timoroso verso gli ultrà, Osvaldo non ha mai avuto paura di sfidarli, ma l’approdo al Southampton sembrava averlo rasserenato per il modo in cui in Inghilterra si vive il calcio. Sembrava, fino alla testata a Fonte che gli ha chiuso le porte del paradiso. A Torino si consolerà con le sue chitarre, con cui ci sa fare, spaziando dai Rolling Stones ai Pink Floyd. D’altronde, Osvaldo ama la vita rock. Per questo nei giorni scorsi ha già sentito al telefono i suoi amici Totti e De Rossi lanciando la sfida: «Vado alla Juve. E lo scudetto lo vinco io...».


Massimo Cecchini...

No ma a parte sto ritratto da bello e dannato è forte il passaggio in cui dice che "l’approdo al Southampton sembrava averlo rasserenato per il modo in cui in Inghilterra si vive il calcio"..e certo..mica lo dice però che faceva la panchina a Lambert..nonostante l'avesse voluto là Pochettino.




secondo me er primo a cui piace è proprio Massimo "Frì Frì" Cecchini.
sto articolo alla "binocolo al contrario" praticamente è un coming out.
raccontano gole profonde (evidentemente lì c'è predisposizione) della redazione della "rosea" (daje...) che dalla frase "piace alle donne. tanto" hanno dovuto cancellargli "brutte puttanelle a me di piùùùùùùùùùù!!!!"

cosa non si fa per amore, c' gente che ti da persino il [SM=g7400]
giove(R)
00venerdì 31 gennaio 2014 11:59
m'ha fatto ammazzà l'evoluzione di Balzani di Leggo (e già t'ho detto tutto...) sulla questione del centrale.
4 giorni fa: "Roma, Garcia ha scelto Heitinga".
3 giorni fa non si quagliava ancora: Balzani prende tempo...
2 giorni fa Balzani capisce che ha preso na cantonata, che la Roma su Heitinga non c'è mai andat convinta e le pisete calde sono altre, ma lui: "Roma, sfuma Heitinga" [SM=x2478856]
oggi: fa er vago Roma, ecco Toloi e bla bla bla.
lucaDM82
00venerdì 31 gennaio 2014 12:19
non so cosa possa trovare la gente di affascinante in personaggi come osvaldo o balotelli.
Capisco stare a parlare di cantona,maradona,ecc...insomma vere personalità...ma osvaldo chi è?
jandileida23
00venerdì 31 gennaio 2014 13:31
Che merda d'articolo, un frullatone de luoghi comuni e storie strasentite su Osvaldo dipinto tra l'altro come un fascinoso "zingaro" del calcio e non come l'enorme testa di cazzo che è: come altro andrebbe descritto uno che è stato acquistato sei mesi fa a 18 milioni ed adesso se ne va in prestito dopo aver sfondato la porta la bellezza de quante volte, 2/3? è un professionista? Eh ma, aho, sona la chitarra e scopa 'na cifra...adesso ovviamente a Torino diventerà un lord inglese perché la Juve è una società seria: pure la FIAT è serissima che dopo anni attaccata alla zinna di Mamma Stato, adesso che non ce sta più niente da pija ma che anzi forse ce sarebbe qualcosa da dà visto che con Chrysler farà qualche utile sposta la sede fiscale in Olanda. Stile Juventus proprio...

Ma infatti io non capisco proprio che cazzo ci sia da glorificare Osvaldo e Balotelli, trasformarli in icone: quelli che ha citato Luca, oltre ad averci due palle sotto e un cervello sopra (totalmente assente altrove), sono stati pure gente che ha segnato un'era del calcio. Osvaldo e Balotelli che hanno segnato? Che dopo uno/due anni che giocano in posto li cacciano perché ne hanno tutti le palle piene dei loro atteggiamenti da prime donne. Ma d'altronde che cazzo ci si dovrebbe aspettare se le prime pagine dei giornali c'hanno la foto de Justin Bieber (La Stampa, settimana scorsa)?

Sembrano discorsi da "eh signora mia" ma purtroppo mi sembra proprio l'ineluttabilità della realtà
Sound72
00venerdì 31 gennaio 2014 13:47
no ma poi " fa impazzire le donne"..come se lui ce sa fa, il resto della serie A se scopa i cassonetti dell'Ama
Sound72
00domenica 9 febbraio 2014 18:08
QUANTE FOLLIE. MA NESSUNO SI SCANDALIZZA

GASPORT (A. CATAPANO) – Se quindicimila persone trovano divertente associare Strootman ad un gerarca nazista e «normalissima satira» richiamarsi ad un’organizzazione che educava i giovani tedeschi a uccidere gli ebrei per diventare buoni cittadini. Se nelle due curve dell’Olimpico, migliaia di gole perdono la voce a invocare puntualmente il Vesuvio e il colera o, a volte, a ululare agli avversari di colore. Se due società, Lazio e Roma, con una mano denunciano le derive fasciste dei propri tifosi ma con l’altra ne minimizzano cori e atteggiamenti discriminatori, annunciando ricorsi. Se perfino un signore perbene, Edy Reja, inciampa in volgari chiacchiere da bar. Se anche questo derby non si può giocare in notturna e, sebbene alla luce del sole, richiede l’intervento di un esercito di poliziotti.

Se tutto questo è accaduto negli ultimi giorni, ma in realtà accade sempre, e ormai la maggioranza perbene delle due tifoserie non si scandalizza più. Se, insomma, questo insieme di mostruosità è diventato lo spot di ogni derby di Roma, inutile augurarsi che sia una festa di striscioni e sfottò, ipocrita invocare ancora il folclore o la sana (?) rivalità cittadina.

Dispiace per tutti quelli che non si rassegneranno mai, ma voi siete stati sconfitti, nel calcio, in politica, nella vita di tutti i giorni, in questa e altre città di un Paese imbarbarito. Però, non vi arrendete, non smettete di adoperarvi perché, un giorno, tutto torni a quote più normali. Compreso questo povero derby.

............


Eh già..i cori sui napoletani è un fenomeno esclusivamente romano, altrove invece li applaudono, gli allenatori sono persone perbene, e nessuno fa gli ululati agli avversari.

Che miseria d'uomo Catapano.
Anche qui però ormai nessuno si scandalizza piu'.
lucaDM82
00domenica 9 febbraio 2014 23:59
L'associazione pagina FB - cori è ridicola.
da quando è andato alla gazzetta catapano pensa di essere la reincarnazione di gesu' cristo,uno cosi' montato non l'ho mai visto.
jandileida23
00lunedì 10 febbraio 2014 08:57
Certo perché invece gli striscioni su Superga degli juventini e quelli sull'Heysel dei fiorentini sono simbolo di grande civiltà...ma chi cazzo è 'sto Catapano?
giove(R)
00lunedì 10 febbraio 2014 12:15
Re:
Sound72, 09/02/2014 18:08:

QUANTE FOLLIE. MA NESSUNO SI SCANDALIZZA

GASPORT (A. CATAPANO) – Se quindicimila persone trovano divertente associare Strootman ad un gerarca nazista e «normalissima satira» richiamarsi ad un’organizzazione che educava i giovani tedeschi a uccidere gli ebrei per diventare buoni cittadini. Se nelle due curve dell’Olimpico, migliaia di gole perdono la voce a invocare puntualmente il Vesuvio e il colera o, a volte, a ululare agli avversari di colore. Se due società, Lazio e Roma, con una mano denunciano le derive fasciste dei propri tifosi ma con l’altra ne minimizzano cori e atteggiamenti discriminatori, annunciando ricorsi. Se perfino un signore perbene, Edy Reja, inciampa in volgari chiacchiere da bar. Se anche questo derby non si può giocare in notturna e, sebbene alla luce del sole, richiede l’intervento di un esercito di poliziotti.

Se tutto questo è accaduto negli ultimi giorni, ma in realtà accade sempre, e ormai la maggioranza perbene delle due tifoserie non si scandalizza più. Se, insomma, questo insieme di mostruosità è diventato lo spot di ogni derby di Roma, inutile augurarsi che sia una festa di striscioni e sfottò, ipocrita invocare ancora il folclore o la sana (?) rivalità cittadina.

Dispiace per tutti quelli che non si rassegneranno mai, ma voi siete stati sconfitti, nel calcio, in politica, nella vita di tutti i giorni, in questa e altre città di un Paese imbarbarito. Però, non vi arrendete, non smettete di adoperarvi perché, un giorno, tutto torni a quote più normali. Compreso questo povero derby.

............


Eh già..i cori sui napoletani è un fenomeno esclusivamente romano, altrove invece li applaudono, gli allenatori sono persone perbene, e nessuno fa gli ululati agli avversari.

Che miseria d'uomo Catapano.
Anche qui però ormai nessuno si scandalizza piu'.




Catapano non mi sta simpatico, e poi, come per tutti dato che tutti siamo bravi a chiacchiere, bisognerebbe anche conoscerlo e vedere se per esempio bestemmia, da uno schiaffo alla donna, si ferma agli stop, fa passare la vecchietta... perchè a parole, finchè abbiamo un ruolo, e il suo è di giornalista di primo giornale sportivo, insomma qualcosa che evoca comunque signorilità, misura, controllo.

ma qeusto articolo andrebbe letto tutto.
per capire se altrove ci sono accenni al resto di Italia.
per capire se Intenzione del giornalista è marcare la differenza trra il resto d'Itlia civile e la barbara Roma.
(e devo dire che ci vuole un bello sforzo per dargli quella interpretazione).
bisgna insomma vedere se l'articolo era VOLUTAMENTE di analisi esclusiva sulla realtà romana (cosa che tendo a credere di più, invece che credere che Catapano abbia voluto scrivere in questo articolo che Roma è la feccia di un paese altrimenti profumato di mughetto...).

poche settimane fa ho finito di leggere "chi aha paura muore ogni giorno" una biognrafia dell'ex giudice Ayala riguardante la stagione della lotta alla mafgia insieme a Falcone e Borsellino, che contiene aneddoti e ANCHE la SUA CRITICA, alla politica, alla magistratura, alla Sicilia.

ecco... quando parla della Sicilia, è IMPIETOSO. dice delle cose della Sicilia, analizza il perchè del fenomeno Mafioso, in un modo, sicuramente ineccepibile da un lato, ma troppo marcatamente (e visibilissimo) critica-Sicilia-e-basta.
se leggeste quelle righe, vi accorgereste che ciò che scrive sulla Sicilia di certo è giusto in toto, ma allos tesso temp vi accorgereste che ...si dimentica dell'Italia.
ragionis toriche, dominazioni, decadenza, feudalesimo, padroni, alternanze tra padroni, adattementi... valgono per la Sicilia, ma TUTTA Itlaia ne è malata.
in quelle pagine invece sembra quasi che la Sicilia sia il crogiuolo di difetti da cui l'Italia è invece scevra.

si capisce benissimo che il suo è il discorso ultracritico dell'innamorato sofferente.
che pecca di troppo partigianeria. e che le sue critiche eccessive, o meglio, esclusive, derivano da amore e non da odio.

ora io non so di Catapano.
ma credo che questo articolo, a quanto leggo, vada interpretato come una critica focalizzata solo su Roma, non mi pare di aver letto accenni a frasi tipo "diversamente dal resto d'Itlia qui si scannano, si urlano, eccc.".

anche se Catapano è il classico malato di fenomenite quindi non può starmi simpatico, non credo di ravvisare in qeuto articolo quelle che ci vedete voi.
Sound72
00lunedì 10 febbraio 2014 12:36
però..voglio dire andando oltre Catapano che non smette mai di diffondere astio su Roma e la Roma..ma sulla Gazzetta dello Sport è mai uscito un articolo del genere su Torino, su Milano? Magari prima di un derby.

Io ne ho letto uno di recente..su Bologna perchè hanno insultato i napoletani e Gianni Morandi.
Ma insomma, facile sporcarsi le mani a scrivere del Bologna.
giove(R)
00lunedì 10 febbraio 2014 15:04
Re:
Sound72, 10/02/2014 12:36:

però..voglio dire andando oltre Catapano che non smette mai di diffondere astio su Roma e la Roma..ma sulla Gazzetta dello Sport è mai uscito un articolo del genere su Torino, su Milano? Magari prima di un derby.

Io ne ho letto uno di recente..su Bologna perchè hanno insultato i napoletani e Gianni Morandi.
Ma insomma, facile sporcarsi le mani a scrivere del Bologna.




questo è pacifico ma, laddove fosse passato inosservato o sorvolato, ribadisco il Postulato, l'Assunto, il Principio Informatore, che avevo avuto già modo di sintetizzare con una.... piccante allegoria...:

giove(R), 07/02/2014 15:04:

vabbè ma non puoi paragonare le leccate alla Juve con il risucchio, lo schizzo e l'ingoio con aggiunta di vibratore bicazzo innestato in una fucking machine a velocità "Modalità Alta" con quello che "si possono permettere" quando parlano dell'innocua Roma.






Sound72
00martedì 4 marzo 2014 14:58
dalla Gazzetta:


Così Cesare fissa i paletti e dà inizio al nuovo corso



(L. Garlando) - La Roma ce l’ha con Prandelli perché non ha convocato De Rossi, la Juve invece ce l’ha perché ha convocato Chiellini. Il mondo è bello perché vario. Il c.t. ha risposto prima di volare a Madrid, città del trionfo mondiale di Bearzot che coniò un rito: impallinare un c.t. prima di un Mondiale aiuta a vincere. In realtà Prandelli, che ha educato la Nazionale ad agire e non a reagire tatticamente, vorrebbe arrivare in Brasile col sorriso, senza bisogno di frustate d’orgoglio. Comunque ieri ha risposto con un’energia non banale, che poi interpreteremo. Alla Roma che si è lamentata della «squalifica » di Prandelli arrivata prima di quella del giudice sportivo, il c.t. ha ribattuto secco: «Il giudice sono io». Questo è stato il patto condiviso da tutti gli azzurri, De Rossi compreso, in materia di comportamenti. Se un figlio tira un pugno a scuola, il padre non aspetta la sanzione del preside per intervenire. Sarebbe stato più logico che Capitan Futuro, conscio del patto, avesse telefonato subito per le scuse a Prandelli e avesse magari frenato sull’idea del ricorso. In uno dei caso precedenti, la Roma lo evitò opportunamente. Si può disquisire su un fuorigioco. Un pugno in faccia a un avversario è la morte dello sport e basta. Garcia, che vorrebbe parlare solo di calcio, nel caso, dovrebbe volare più alto della ragion di stato. Un c.t. che lavora per quattro anni al sogno di una vita ha diritto a giocarsi quel sogno al meglio e non 10 contro 11. Il pluri-recidivo De Rossi è un rischio aperto. Logico che si faccia di tutto per disinnescare quel rischio.
La risposta a Conte è stata più secca nel tono che nei contenuti, nel piglio con cui ha scandito: «Ho diritto di convocare chi gioca e o chi va in panchina pronto a giocare». La disponibilità data da Chiellini alla convocazione e più ancora le garanzie del medico della Juve mettono fuori gioco le riserve di Conte, che ha sbagliato vocaboli. A Prandelli si potrebbe semmai suggerire un maggior uso del telefono in uscita e non soltanto in entrata, con i colleghi. Ma l’educazione non c’entra. I due casi, e soprattutto la ferma risposta del c.t. vanno interpretati in uno scenario più ampio. Ieri Cesare Prandelli ha tenuto la prima conferenza del suo nuovo quadriennio. Non a caso ha parlato del progetto tecnico che gli sta a cuore e che discuterà presto con la Federazione. E non a caso ha scherzato su una «Federazione che ora si fa rispettare di più». Il nuovo progetto prevede più attenzioni per la Nazionale e un diverso rapporto di forze con Leghe e club, padroni finora di negare stage e fare pesare il prestiti di giocatori.
I casi Chiellini e De Rossi sono stati l’occasione per avvisare che l’aria sta per cambiare. La condizione prima di Prandelli per restare a Coverciano è chiara e il c.t. lo ha ribadito anche ieri: «Che tutte le parti del calcio condividano il progetto». E quindi lo appoggino. Non si può chiedere alla Nazionale di farci cantare po-po-po-po-po-po-po ogni due anni e di valorizzare giocatori senza dare nulla in cambio. Già la contingenza è grama. Le mamme hanno smesso di generare talenti. Per capirci: Argentina e Spagna lasciano a casa Tevez e Llorente, noi ci teniamo stretti la loro riserva (Osvaldo) e naturalizziamo un argentino (Paletta), ritenuto inferiore a Fernandez del Napoli. Siamo legati al talento indomabile di Balotelli e a grandi vecchi (Buffon, Pirlo). In queste condizioni veniamo da un secondo posto europeo e un terzo in Confederations Cup. Per andare avanti Prandelli chiede che almeno tutti remino dalla stessa parte e abbiano a cuore la causa. Troppo?

...

Capito Garcia? fai il bravo! Conta la ragion di stato!..e quindi ci teniamo stretti pure Osvaldo!
E non rompete le palle a dire De Rossi si, Balotelli e Osvaldo no...anzi...qui si deve chiedere scusa all'educatore Prandelli!!!!


[SM=g6112] e me dispiace per la carta igienica.
jandileida23
00martedì 4 marzo 2014 15:05
Ma chi se lo incula Prandelli: a livello di campo niente da dire, le sue squadre hanno sempre giocato bene ma a livello umano è proprio una schifezza, pare 'na copia marcia de Fabio Fazio co' sto buonismo a scelta da due soldi bucati

Comunque leggendo quello che postate voi dai giornali sportivi, sono contento che la mia edicola di fiducia de Dranouter c'ha solo stampa specializzata in trattori e patate. Ma come cazzo scrivono? Io non dico tutti Mura ma almeno l'ABC
lucaDM82
00martedì 4 marzo 2014 15:42
un povero pirla.
Mi piacerebbe far tornare in vita beppe viola,alberto d'aguanno,sandro ciotti,paolo valenti,franco dominici e dare in cambio gente tipo garlando.
Sound72
00giovedì 6 marzo 2014 17:50
A Napoli niente rischi in caso di cori


IL ROMANISTA (D. GALLI) - Detto che certi cori non vanno fatti, che sia mai che qualcuno s’offenda, che c’è una norma che vieta la discriminazione territoriale, e bla bla bla. Detto questo, c’è un precedente interessante, importante in vista di Napoli-Roma, la partita perfetta per i paladini di questa italianissima forma di discriminazione. È la sentenza che la Corte Federale, dopo essersi presa del tempo per «supplementari accertamenti istruttori», ha emesso il 27 febbraio, assolvendo l’Inter per i consueti cori contro Napoli, lanciati in trasferta – attenzione: in trasferta – il 15 dicembre.

Il giudice sportivo li aveva puniti squalificando la Curva Nord e azzerando la condizionale per la sanzione precedente, comminata sempre per gli sfottò (perché questo sono) anti-Napoli di Torino-Inter. Ok, ma perché? Perché la Corte Federale ha annullato la decisione di primo grado? Una spiegazione l’ha data il ds dell’Inter, Marco Fassone: «Spesso i cori che si sentono in trasferta vengono intonati da poche persone, per cui non riteniamo sia giusto andare a colpire un intero settore quando si gioca poi in casa. Senza contare la difficoltà di legare i tifosi che vanno fuori casa a quelli che assistono poi alle partite a San Siro, e poi la percettibilità del cori stessi. Tutto questo era alla base del nostro ricorso. Crediamo che la Figc abbia aperto un buon viatico». Aggiungendo poi: «Ora speriamo anche che altri club che si trovano nella nostra situazione possano esserne beneficiati». La Roma, per esempio.

Roma che attende anche lei la conclusione dei «supplementari accertamenti istruttori» per la trasferta di San Siro col Milan, quella del «rossoneri carabinieri» che per magia fu trasformato dalla giustizia sportiva in «rossoneri squadra di neri». Se comunque uno dei requisiti per l’applicazione della norma sulla discriminazione territoriale è la chiara percettibilità, possiamo stare tranquilli. Per il settore ospiti del San Paolo sono stati acquistati finora appena 250 biglietti (costo 40 euro, in vendita fino alle 18 di sabato negli As Roma Store di via Appia Nuova 130 e piazza Colonna 360). Su precisa richiesta del Viminale, la Roma ha dato questi suggerimenti ai suoi tifosi: «Non essendo previsti treni ordinari né straordinari in partenza da Napoli per Roma dopo la gara, le autorità di pubblica sicurezza potrebbero non consentire la partenza in treno di tifosi in forma organizzata. Sono pertanto consigliati, per il trasferimento per e da Napoli, mezzi di trasporto alternativi, per la cui accoglienza a Napoli saranno allestite apposite aree di parcheggio e sosta nei pressi dell’uscita autostradale di Napoli nord, dalle quali i tifosi potranno essere accompagnati, in sicurezza, per e dallo stadio San Paolo».

................


Blablabla un cazzo...ma che idiozia di articolo è?

E poi che gran precedente attendibile ha tirato fuori.
Ma poi a sto cazzaro non risulta che la Roma abbia lo stadio diffidato? Dopo tutto quello che già è costata sta storia a chi nn c'entran iente e alla Roma stai ancora a cercà l'appiglio in caso di?

Ce ne sarebbero di "sfottò" come li chiama Galli belli discriminatori per chi scrive ste stronzate.
lucaDM82
00venerdì 7 marzo 2014 13:28
ahahah galli era quello che scrisse l'articolo contro fabio palma,quel socio di minoranza che nel cda massacrava rosella e la sua cricca.Forte coi deboli.
Sound72
00venerdì 7 marzo 2014 14:23
considera che da abbonato con la sospensione di roma-parma di mezzo praticamente so due mesi che nn vedo una partita all'Olimpico..da roma-livorno ...

e questo ancora che parla di nessun rischio in caso di cori..
Pure Magni stamattina diceva che i romanisti a Napoli verranno insultati e quindi sicuramente di risposta il coro lo faranno..



giove(R)
00lunedì 31 marzo 2014 11:51
Arbitro, il mestiere più duro. Rizzoli protagonista a Sassuolo
30.03.2014 15:06)

REPUBBLICA.IT (F. BOCCA) – Sassuolo-Roma sarebbe stata una partita passata completamente inosservata se non si fosse accesa per due episodi. Il gol di Destro – il decimo – che rinforza consistententemente la sua candidatura per l’attacco azzurro dei mondiali. E soprattutto per l’episodio del rigore/non rigore che ha visto protagonisti per 5 minuti in campo l’arbitro Rizzoli, Benatia (autore del presunto fallo) e Sansone (vittima invece del presunto fallo), nonché una pletora di altri personaggi tra cui l’arbitro di porta, il guardalinee, i giocatori delle due squadre.

Lo svolgersi dei fatti spiega benissimo quanto sia difficile e complicato il mestiere dell’arbitro, in questo caso Rizzoli, uno dei più apprezzati e contemporaneamente contestati in Italia.

Io la racconto dal mio punto di vista (so dico subito, sbagliato). Di prima impressione mi sembra che l’entrata di Benatia su Sansone sia rigore. E di conseguenza mi sembra sbagliato che non dia rigore. Ma nel frattempo Rizzoli viene interpellato dall’arbitro di porta e dal guardialinee, i giocatori gli si accalcano intorno e cercano di portarlo dalla loro parte. Lui va da una parte all’altra, consulta, interpella, evidentemente le convinzioni degli altri gli insinuano il dubbio. Lui stesso alla fine interroga ripetutamente i protagonisti della azione, e soprattutto Sansone: ha subito un fallo da rigore oppure è caduto per altri motivi? Se ne passano così quasi 5’ davanti ai quali non si capisce nulla.



Nel frattempo alla tv la moviola continua a proporre le immagini. Da certe angolazioni pare rigore, da altre nho. Il che, se ci si pensa, rispecchia perfettamente le divisioni in campo. L’arbitro a visto in una maniera, l’arbitro di porta e il guardalinee in un’altra. E così pure le telecamere della tv. Alcune traggono in inganno, una sola invece no.

Alla fine si vede scodellare la palla in area, De Rossi calcia il pallone a centrocampo verso i giocatori del Sassuolo e si riprende a giocare. Benatia alla tv al termine del primo tempo racconta che Sansone interpellato da Rizzoli avrebbe detto di esser stato toccato per la maglia e dopo di essere caduto.

Sinceramente la pantomima di 5’ mi era sembrata ridicola ed eccessiva. Poi però ho capito che l’arbitro cercava semplicemente e disperatamente la verità, ed ha fatto di tutto per cercarla. Non credo sinceramente che qualcuno nel suo auricolare gli abbia suggerito la decisione giusta dopo aver consultato la moviola, altrimenti avrebbe deciso molto prima. Semplicemente ha cercato di fare al meglio possibile il suo lavoro, in una condizione francamente pessima. Tra giocatori che ti urlano, e un intero stadio pronto a saltarti addosso comunque decidi.

Morale: io alla tv avevo visto e giudicato male, l’arbitro dal campo ha visto giusto e – nonostante tutto – deciso per il meglio. Ricordiamocelo, quando sugli arbitri si spara ad alzo zero.


un articolo scritto da uno che è pagato per scrivere di pallone e di pallone non ci capisce un cazzo.

ecco che diventa che da mille immagini "non si capiva", "sembrava rigore".
"l'arbitro che mestiere difficile"...

insomma secono NON A CASO Repubblica" quel rigore si poteva pure dare.
perchè sono dei disonesti, ci lavorano dei disonesti, e se possibile persino incompetenti.

giove(R)
00lunedì 31 marzo 2014 12:30
REPUBBLICA.IT (M. MAURO) – Mi ha stupito il comportamento Rizzoli in Sassuolo-Roma, l’arbitro italiano più bravo che andrà ai mondiali: aveva deciso che il fallo di Benatia su Sansone non era da rigore, aveva ragione e non doveva farsi condizionare dall’arbitro di porta che comunque non doveva mettere in dubbio l’operato di Rizzoli, piazzato meglio di lui. Cinque minuti di confusione per un episodio veramente raro sui campi di calcio ma che può servire ad analizzare alcune questioni importanti tecniche e di comportamento.

1) Il primo è che gli assistenti non dovrebbero mai mettere in difficoltà l’arbitro. Intervenire prima che venga presa una decisione se si pensa di essere meglio piazzati, ma mai intervenire per sconfessare una decisione già presa, come nel caso del fallo da rigore in Sassuolo-Roma.

2) L’episodio conferma quello che ho sempre pensato: la moviola in campo è inutile. Nessuno strumento tecnologico potrà mai chiarire la “profondità” di una spinta o di un intervento sulle gambe. Solo Rizzoli poteva capire se la spinta di Benatia potesse far cadere Sansone e infatti quando il giocatore ha detto di essere scivolato per quella spinta, l’arbitro ha deciso di tornare sui suoi passi e non dare il rigore perchè aveva giudicato quella spinta non così forte da poter far cadere l’attaccante. Eppure l’azione vista e rivista in tv sembrava dimostrare il contrario, anzi le immagini facevano vedere un contatto tra le gambe dei due giocatori che non c’è mai stato. (…)

3) L’aspetto morale dell’episodio. Io ammiro Sansone che racconta all’arbitro l’esatta versione dell’episodio e lo aiuta a decidere. Non so se lo ha fatto per onestà o per ingenuità, mi interessa solo che lo abbia fatto, che abbia raccontato la verità, confermata anche da Benatia. Sansone deve essere orgoglioso anche se quell’episodio potrebbe essere costato la sconfitta ad un Sassuolo in lotta per non retrocedere. L’onestà paga sempre. (…)

4) Mi dispiace, invece, che Di Francesco a fine partita non abbia accettato quell’episodio e nonostante l’evidenza che non ci fosse rigore, abbia contestato la decisione, giusta, di Rizzoli. In Italia purtroppo manca ancora la cultura della sconfitta. Comunque è meglio vincere o pareggiare anche per un errore. Un atteggiamento purtroppo diffuso tra allenatori e dirigenti del nostro calcio. La colpa delle sconfitte è sempre degli altri o degli episodi. Vorrei chiedere a Di Francesco: la sconfitta con la Roma è più figlia dell’errore di Rizzoli o di quello di Missiroli?


ecco un altro incompetente. alla gente piace fare letteratura.
"si vedevano i contatti tra le gambe dalle riprese tv"... ma dove?
"l'episdio CONFERMA quello che ho sempre psensato: la moviola in campo è INUTILE"...

ecco un altro testone di cazzo, che siccome di cancro la gente ci muore e quindi la Medicina NON SALVA TUTTI E SEMRPE, la Medicina "è Inutile"...

questo è un mondo dove gente che ha un'intelligenza così piccola e mediocre diventa giornalista, direttore di giornale, sale su un piedistallo e dall'alto infonde IGNORANZA E MEDIOCRITA' nei cervelli della gente.
ecco un ennesimo esempio di come non si arriva nemmeno alle cose più elementari.
lucaDM82
00lunedì 31 marzo 2014 16:54
fa ridere quando dice "ho sempre pensato"...ma che ce frega di quello che pensi tu,mauro.

Sound72
00lunedì 31 marzo 2014 17:25
diciamo che si inventa la sensazione visiva distorta del contatto tra le gambe per dire che la moviola non serve.

Però per il resto io sono...d'accordo con quasi tutto il resto del discorso che fa Mauro.
Se nn altro dice pure che Di Francesco doveva evitarsi quel pianto a fine partita per un rigore contro la Roma che non c'era.
Già è tanto di questi tempi.
Sound72
00venerdì 4 aprile 2014 10:02
Ljajic e Dodò: musi lunghi in giallorosso

(C.Zucchelli) -Sono gli unici due musi lunghi della Roma dei record. Ma se uno, Dodò, quantomeno non lo dà a vedere e a fine partita scatta in campo per abbracciare i compagni, l’altro, Adem Ljajic, non fa niente per nasconderlo. Si scalda senza troppa veemenza, evita di andare sotto le curve a festeggiare e poi lascia in fretta lo stadio, nonostante la cena preparata per i giocatori nella pancia dell’Olimpico. Nei commenti sui sociale nelle radio, non a caso, è l’unico beccato dai tifosi, che già lo avevano iniziato a fischiare mercoledì quando è entrato in campo. Deve, tra l’altro, ringraziare Taddei: Garcia stava per far entrare Romagnoli, ma il gol del brasiliano lo ha convinto a cambiare, visto che ormai il risultato era in cassaforte. Dal 2 febbraio, giorno della partita sospesa con il Parma, il serbo ha giocato appena 146 minuti, neanche un quarto d’ora di media a incontro.
Le cose sono andate anche peggio a Dodò, che negli ultimi due mesi ha saltato 4 partite per infortunio, e ha messo insieme appena 83’. Il brasiliano, una volta rientrato, si è trovato a fare i conti con l’esperienza di Torosidis, la scoperta di Romagnoli e la duttilità di Bastos, che lo hanno scavalcato. L’atteggiamento di Dodò in allenamento, però, giurano dicono tutti sia irreprensibile. Sul serbo, invece, che fa coppia fissa con Jedvaj, non c’è la stessa unanimità. E infatti il feeling con Garcia, ormai, sembra essere ai minimi storici.

gazzetta.it

Ma perchè uno è contento di stare in panchina?
Poi se Dodò fa gruppo e in allenamento è irreprensibile..perchè dire che i musi lunghi sono 2?
E se l'anno prossimo allarghi la rosa la Zucchelli che fa, il copia di articoli simili ogni settimana?

Cmq Ljajic era stato già smascherato a Napoli in Coppa.
giove(R)
00venerdì 4 aprile 2014 12:33
"una volta rientrato, si è trovato a fare i conti con l’esperienza di Torosidis, la scoperta di Romagnoli e la duttilità di Bastos"... beh ma messa così mi si convince!
l'esperienza, la scoperta e la duttilità vs la minchionaggine cazzo non c'è match!
giove(R)
00giovedì 24 aprile 2014 10:15
TUTTOSPORT (G. VACIAGO)- Mentre Conte e la sua Juventus verificano la loro maturità internazionale a Lisbona, Rudi Garcia passa brillantemente l’esame di italiano a Trigoria. Anzi “da” italiano. Nel senso che la lingua la parlava già benissimo a inizio stagione ora ha sintonizzato il suo modo di ragionare. Le illazioni sul poco impegno profuso dalle avversarie della Juventus nelle ultime partite di campionato sono quanto di più tristemente e intrinsecamente italiota possa esserci. E’ vero che, in un Paese con una cultura sportiva medioevale, riconoscere i meriti dell’avversario può risultare addirittura eccentrico, ma Garcia poteva giocarsi il jolly dell’essere straniero e rompere la pesantissima catena di dietrologico complottismo, trascinata rumorosamente da chiunque perda in Italia. In qualunque campo. Da Sempre.

Benvenuto tra noi, caro Garcia. E visto che ormai siamo connazionali, sportivamente parlando, ci consenta di ricordarle che, contro la Juventus, l’Udinese non ha giocato con meno agonismo di quanto ne abbia messo il Parma, presentandosi all’Olimpico senza Cassano. E che il Bologna ha fatto un catenaccio che in confronto il Chelsea dell’altra sera sembrava il Brasile di Pelé. Per carità, non deve essere facile accettare l’idea di poter fare 90 punti e arrivare secondi, ma riconoscere la grandezza di questa Juventus, in fondo, aumenterebbe anche quella della Roma. Insomma, anche stasera i bianconeri giocheranno due partite: quella contro il Benfica e quella contro chi non vuole riconoscere i loro meriti.


basta solo la parte sottolineata. Cassano era infortunato. infatti non ha giocato nemmeno le partite dopo.
e Vaciago quindi è un cazzarone, nella peggiore delle ipotesi prezzolato tipo Damascelli (messaggio per i vicini di scrivania: occhio che magari pure Vaciago sbircia e delaziona) nella migliore delle ipotesi un altro soggetto che dovrebbe stare a battere i tamburi in curva, invece che maneggaire una penna.

comunque questo paese, lo si veda pure dai bluff continui in politica, ha perso proprio ogni contatto, ma ancor prima ogni rispetto per la credibilità, l'onestà e l'attinenza al dato reale.
ormai si inventa proprio. non importa di che portata sia la cazzata.
lucaDM82
00giovedì 24 aprile 2014 10:35
già uno che se chiama vaciago farebbe bene a non uscire di casa.
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