canto allo specchio

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ginevra67
00domenica 10 gennaio 2010 10:22
E se esistevi
prima del tramonto
il sole partoriva un’altra stella…

Non ho parole, più
con cui inventarmi il mondo
e i sogni,
sanno di feltro ad ogni lavaggio

le mie mani colano vernice
giù dal buco nero, che mi trasporta
nell’altra faccia dell’ultimo universo

non ho più musica,
ad incantare nuvole
seni di fieno
dove cullare amore

solo il pallore, è certo!
si veste del livore della crosta
ma non è neve

è una lastra su cui incidere il mio nome.

… e mille scatole da riempire ancora
se solo trovassi gli ultimi frammenti da indossare –

al_qantar
00domenica 10 gennaio 2010 11:45
C'erano corpi e frammenti ai lati della sera
e lungo le corsie del mio cuore
mi camminavano addosso, senza reggiseni
senza postulati, solo collant pieni di sambuca

Sull'altro binario tu con le tue culle
e con i tuoi universi opachi
mangiatori di luce e di parole
convergenti e senza braccia

Ci sono sogni da riempire
voci da ascoltare
milioni di stelle da accendere
e falò da spegnere

Dammi la mano
ginevra67
00domenica 10 gennaio 2010 15:25
Imbucami il sentiero,
raccoglimi le mani,
fanne un bouquet
di tappi di bottiglia,
ornami di conchiglie e di farfalle
abbracciami di foglie e
spegnimi,
di nenie antiche è satura la pelle

non c’ero, mentre
volavi incontro alle cicogne
tessevi luci e ritagliavi il cuore,
in bisacce
per convertirci il tempo
da braccia in stelle
da capelli in manto,
da sambuca in vino,

nella condensa di sogni e di sapori
mi imploderai in otre da spirale.

Mi ubriaco solo, di stelle agonizzanti
i sogni sono per gli altri, quelli sani,

mi leggerai i fondi della luna?
al_qantar
00mercoledì 13 gennaio 2010 10:46

Ti leggerò ogni cerchio ed ogni nodo,
il cadmio sopra te ed i controluce sotto
i piedi, un alloro, le ciglia e Baudelaire
poi ti porterò sulla rotta delle ginestre
verso i gialli aperti del miele

Ti cospargerò di quella nuova pazienza
che dalle ultime righe al collo, in alto
ti trascinerà senza misure e pesi
lontana dai miti, sulle sospensioni
degli occhi e delle mani

Aspetteranno i seminterrati
fuori della capanna di paglia
nel centro di Parigi
dove ti leggerò le cime della luna
ed i suoi riflessi
ginevra67
00giovedì 14 gennaio 2010 18:20
Ascolterò il miele di sequoia
stillare il giunco dentro la mia bocca
“La lingua sopravvive…”, insegna il saggio
vendendo il tempo a chi non ha più fame.

Ma tu respirerai d’ebano e avorio
la rosagoccia che incarna l’illusione
del dio vapore, che penetra la paglia
del mio essere ponte senza nome,

del mio essere corpo da affittare
a ore, a volte, a mezze frasi,
e pagheremo a turno le cicale, i gufi, i barbagianni
perché i soffitti non pendano dal cuore
di un toreador, che rilanciò la posta sul tuo tango.

Raccoglierò la notte e la sua coda
ancora appesa tra codici sbiaditi,
e tra un blues e dei fiori di cotone
ti danzerò tra i veli, Maddalena.




al_qantar
00venerdì 15 gennaio 2010 21:39
Respirerò ogni diagramma
che pronuncerà il tuo nome
vapore e ponte che mi attraversa

Ho lunghi fasci di carezza, per pagare
e riprendere il cammino
dalle piume agli affitti
e senza i compromessi di un Lazzaro
che cerca il suo viaggio

Danzami pure i veli, io sgranerò rosari
affinché non smetta più
e dal seno emerga la magnetica aurora

Girami di mare e jodio
in una delle facce del diamante
e innestami ai soffitti che penderò su te
come luna e spada
come fango e paradiso

e miele
ginevra67
00lunedì 18 gennaio 2010 17:55
Gocciolerò di spezie, per contenerti il canto,
che dalle punte risveglia il cristallo della notte
tra le dita del vento e la corolla,

ti spargerò di zenzero e cannella, l’eco dell’acqua,
che tra le braccia avvolgono
la valle e la tua gola, la spada e
la mia luna, girata di spalle

corteggerò il canneto,
dividendo i cocci della colpa
dalle spine conficcate nelle scarpe,
e ti aprirò da amazzone, il sentiero
che dagli odori racchiusi in muschio d’ambra
in sol rimodula i sussurri,
che mettono al muro ogni ragione

ci sono io…

ci
sono
io,
e il tremore delle ciglia di un gabbiano
che richiama il cormorano all’orizzonte.

Aspetteremo insieme le conchiglie
per raccontare i giorni della sabbia

e il sapore del sole




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