brutto incubo

...sono sulla porta di una stanza.Una stanza dannatamente ordinata. Forse è questo che mi fa capire che non è la mia. Mi guardo intorno :libri e cd ordinatamente disposti sulle mensole. E,sul muro,un foglio. Un foglio per schizzi,con un disegno fatto a matita e pastello nero...un disegno che non è più in mio possesso. E capisco di chi è la stanza. Il senso di mancanza mi spiazza: dov'è? Perchè non c'è?
Sto per entrare,quando bussano alla porta. Vado ad aprire e me lo trovo davanti. Non il proprietario della stanza. L'altro.
Si parla di lavoro e mi convince a mostrargli le mie ultime tavole. Che sono in camera mia.
Ha sempre ottenuto da me tutto ciò che voleva.
D'un tratto le sue mani si stringono sui miei polsi. Mi spinge. So cosa vuole. E lui sa di non poter averlo in altro modo.
Provo a resistere. Per la prima volta non voglio concedergli ciò che vuole. Sento le sue mani stringere di più,mentre la mia voce dice che non ha nessun diritto su di me.
Poi lascia la presa. Schiaffi.Uno o due. Poi un pugno. Cado sul letto. Avrà ciò che vuole,è finita. Avrà ciò che vuole,con o senza il mio permesso. Piango,coprendomi la faccia.Non voglio guardarlo.
Lo sento ridere,mentre dice di aver vinto,di essere arrivato per primo,di esser passato di lì prima di lui,che lui sbaglia ad aspettare. Cerco di non pensare a ciò che sta succedendo,mentre le sue mani,febbrili,tolgono di mezzo ciò che lo separa da quel che vuole. Di nuovo mi prende per i polsi. Sbraita che devo guardarlo. Mi trovo costretta ad obbedire. è più forte di me,lo è sempre stato. Si è sempre IMPOSTO. Ha sempre avuto ciò che voleva...non sono molto disposta a lasciarlo fare. Non cedo. Non entrerà. Deve prima riuscire ad aprirmi le gambe. Sbraita che avrà ciò che vuole,che la mia resitenza è inutile. Che devo arrendermi, Che non c'è lui a salvarmi .è sempre stato più forte di me. Non gli è troppo difficile annientare il mio pallido tentativo di difesa.
Ghigna. E non è il suo ghigno a farmi paura. è la follia che vedo nei suoi occhi.
Ha ottenuto ciò che voleva. Lui si diverte. Io impazzisco. I colpi che mi ha già dato.Il dolore per la sua irruenza.La stretta delle sue mani. Fa troppo male.
Chiudo gli occhi,non voglio pià vedere quegli occhi vuoti e folli fissarmi.
Sembra durare un'eternità,poi il peso del suo corpo mi abbandona. Un altro schiaffo. Riapro gli occhi,mentre lo sento dire:
"e adesso farò quello che non sei mai riuscita a fare per bene"
e la lama apre il mio polso. Altro sangue.
Non ho il coraggio nemmeno di respirare,mentre tanquillo,si riveste e se ne va.
A malapena riesco ad arrotolarmi un po' del lenzuolo sul polso. Non so per quanto tempo resto sola. Di nuovo il buio per me.
Poi una voce vagamente familiare. Mi rintano in un angolo,come se volessi nascondermi anche da lui,che vuole solo guarirmi.
Riesce a rattoppare alla meglio il mio polso,ma questo è tutto quel che gli concedo. Quando cerca dis fiorarmi per un'inoffensiva carezza,mi ritraggo.
"...non toccarmi... non toccarmi... non toccarmi... non toccarmi... non toccarmi...non toccarmi... non toccarmi! "

e,a questo punto,scatto a sedere,dando la solita zuccata nell'armadio,nell'irreale silenzio della mia stanza. Mi giro berso mio fratello che bofonchia qualcosa nel sonno. Niente,nessuno si è accorto di nulla. La gatta risale dal fondo del letto,fino ad acciambellarsi accanto al cuscino.
Ansimo per un po',le guance umide per un misto di sudore e lacrime. Il corpo dolorante,come se i colpi fossero stati reali. Il polso che brucia come se la ferita fosse vera.
Fa male.
Non tanto per ciò che succede,ma per CHI lo fa. E per il "finale". Per le lacrime di rabbia di chi mi rattoppa. Lacrime di rabbia per quel che è successo in sua assenza.



(in realtà è solo un incubo,ma è uno dei peggiori che abbia mai fatto,anche perchè si ripete da ben 3 settimane...e le parole sono molto più pesanti...fa male sul serio)

Davvero un brutto incubo. I miei non sono mai così reali, per fortuna.

Un abbraccio

Dany