bellissima lettera di un nostro padre

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calibro9.
00martedì 30 agosto 2011 02:06
Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
Le chiese copta, cattolica, ortodossa lo venerano come santo. La Chiesa cattolica lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa. È ricordato inoltre nel calendario dei santi anglicano e luterano. La sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese il 2 maggio.
Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo

Luce, splendore e grazia della Trinità

Non sarebbe cosa inutile ricercare l'antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s'intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede é questa: la Trinità santa e perfetta é quella che é distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma é tutta potenza creatrice e forza operativa. Una é la sua natura, identica a se stessa. Uno é il principio attivo e una l'operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, é mantenuta intatta l'unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che é al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed é in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E' al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L'apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo é lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo é il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo é Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito é in noi, é anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi é anche il Padre, e così si realizza quanto é detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi é la luce, là vi é anche lo splendore; e dove vi é lo splendore, ivi c'è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia é il dono che viene dato nella Trinità, é concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l'amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito. (Lett. 1 a Serap. 28-30; PG 26, 594-595. 599). [SM=g2037506] non posso che commuovermi di fronte a una fede cosi grande [SM=g7364]
(garoma)
00martedì 30 agosto 2011 06:59
Re:
calibro9., 30/08/2011 02.06:

Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
Le chiese copta, cattolica, ortodossa lo venerano come santo. La Chiesa cattolica lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa. È ricordato inoltre nel calendario dei santi anglicano e luterano. La sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese il 2 maggio.
Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo

Luce, splendore e grazia della Trinità

Non sarebbe cosa inutile ricercare l'antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s'intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede é questa: la Trinità santa e perfetta é quella che é distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma é tutta potenza creatrice e forza operativa. Una é la sua natura, identica a se stessa. Uno é il principio attivo e una l'operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, é mantenuta intatta l'unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che é al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed é in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E' al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L'apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo é lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo é il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo é Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito é in noi, é anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi é anche il Padre, e così si realizza quanto é detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi é la luce, là vi é anche lo splendore; e dove vi é lo splendore, ivi c'è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia é il dono che viene dato nella Trinità, é concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l'amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito. (Lett. 1 a Serap. 28-30; PG 26, 594-595. 599). [SM=g2037506] non posso che commuovermi di fronte a una fede cosi grande [SM=g7364]


Ed infatti tali credi fanno parte della tradizione, fede e credo cattolico, ma non della fede e della verità che Cristo ci ha trasmesso.

3 Giov. 3, 4 "Poiché mi rallegrai moltissimo quando i fratelli vennero e resero testimonianza della verità che è in te, mentre continui a camminare nella verità. 4 Non ho motivo di gratitudine più grande di queste cose, che io oda che i miei figli continuano a camminare nella verità."

Verità e non tradizioni.



calibro9.
00martedì 30 agosto 2011 12:16
Re: Re:
(garoma), 30/08/2011 06.59:


Ed infatti tali credi fanno parte della tradizione, fede e credo cattolico, ma non della fede e della verità che Cristo ci ha trasmesso.

3 Giov. 3, 4 "Poiché mi rallegrai moltissimo quando i fratelli vennero e resero testimonianza della verità che è in te, mentre continui a camminare nella verità. 4 Non ho motivo di gratitudine più grande di queste cose, che io oda che i miei figli continuano a camminare nella verità."

Verità e non tradizioni.





ti sbagli appartiene alla unica e sola chiesa in cui vi è la salvezza la cattolica è la ortodossa
e tu hai la presunzione di pensare che il tanto caro a voi pastore Charles Taze Russell ne sapesse più di Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]
(SimonLeBon)
10martedì 30 agosto 2011 12:59
Re:
calibro9., 30.08.2011 12:16:


ti sbagli appartiene alla unica e sola chiesa in cui vi è la salvezza la cattolica è la ortodossa
e tu hai la presunzione di pensare che il tanto caro a voi pastore Charles Taze Russell ne sapesse più di Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]



Calibro stai prendendo un granchio,
cosi' come Gesu' stesso predisse che i suoi discepoli avrebbero compiuto opere piu' grandi delle sue, non puoi nemmeno marginalmente confrontare l'opera di Atanasio con quella di Russel.
I sermoni dell'americano raggiungevano un pubblico di circa 20 milioni di ascoltatori e lettori pressoché in contemporanea. A quante persone parlava Atanasios?

Il pastore barbuto era completamente pacifico e nei suoi viaggi, rigorosamente autofinanziati, attorno al mondo, diffuse unicamente la parola di Dio tra le persone comuni.
A chi parlava Atanasios, quando partecipava a riunioni presiedute dall'imperatore romano?
E quante persone, la posto di trovare la parola di Dio, vennero perseguitate nel nome di Atanasios?

Forse non ci hai mai pensato.

Simon
(garoma)
00martedì 30 agosto 2011 13:11
Re: Re: Re:
calibro9., 30/08/2011 12.16:


ti sbagli appartiene alla unica e sola chiesa in cui vi è la salvezza la cattolica è la ortodossa
e tu hai la presunzione di pensare che il tanto caro a voi pastore Charles Taze Russell ne sapesse più di Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]


Con tutto il rispetto chi sta mostrando presunzione sei tu, io ho parlato di verità bibliche e non di un uomo, per quanto anche su l'uomo potremmo discuterne parecchio.

Il problema tuo e di altri come te è proprio questo, il vostro credo e la vostra fede è basata sulle vostre tradizioni, che nulla hanno a che fare con le verità bibliche. Il tuo commento inoltre, è la classica adorazione e culto della creatura, diversamente da quello che dice la Bibbia che l'adorazione spetta a Dio.

Se vuoi ragionare e discutere sulle credenze scegli un argomento e lo trattiamo, se vuoi ragionare sul culto dell'uomo tieniti il tuo Atanasio e rendigli il tuo culto, noi non rendiamo culto a nessuna creatura umana.


calibro9.
00martedì 30 agosto 2011 14:00
Re: Re: Re: Re:
(garoma), 30/08/2011 13.11:


Con tutto il rispetto chi sta mostrando presunzione sei tu, io ho parlato di verità bibliche e non di un uomo, per quanto anche su l'uomo potremmo discuterne parecchio.

Il problema tuo e di altri come te è proprio questo, il vostro credo e la vostra fede è basata sulle vostre tradizioni, che nulla hanno a che fare con le verità bibliche. Il tuo commento inoltre, è la classica adorazione e culto della creatura, diversamente da quello che dice la Bibbia che l'adorazione spetta a Dio.

Se vuoi ragionare e discutere sulle credenze scegli un argomento e lo trattiamo, se vuoi ragionare sul culto dell'uomo tieniti il tuo Atanasio e rendigli il tuo culto, noi non rendiamo culto a nessuna creatura umana.





ma le verità bibliche di chi del vostro fondatore ,per me valgono quanto quelle del pastore benny hinn ,,,atanasio parlava della tradizione dei padri nostri e dei primi apostoli ,,,poi anche voi seguite dei dettami tipo il sangue ,ergo avete anche voi una tradizione per quanto giovane sia
calibro9.
00martedì 30 agosto 2011 14:18
Re: Re:
(SimonLeBon), 30/08/2011 12.59:

calibro9., 30.08.2011 12:16:


ti sbagli appartiene alla unica e sola chiesa in cui vi è la salvezza la cattolica è la ortodossa
e tu hai la presunzione di pensare che il tanto caro a voi pastore Charles Taze Russell ne sapesse più di Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]



Calibro stai prendendo un granchio,
cosi' come Gesu' stesso predisse che i suoi discepoli avrebbero compiuto opere piu' grandi delle sue, non puoi nemmeno marginalmente confrontare l'opera di Atanasio con quella di Russel.
I sermoni dell'americano raggiungevano un pubblico di circa 20 milioni di ascoltatori e lettori pressoché in contemporanea. A quante persone parlava Atanasios?

Il pastore barbuto era completamente pacifico e nei suoi viaggi, rigorosamente autofinanziati, attorno al mondo, diffuse unicamente la parola di Dio tra le persone comuni.
A chi parlava Atanasios, quando partecipava a riunioni presiedute dall'imperatore romano?
E quante persone, la posto di trovare la parola di Dio, vennero perseguitate nel nome di Atanasios?

Forse non ci hai mai pensato.

Simon


certo che lo so con chi parlava, con i successori degli apostoli di CRISTO

mi sembra una cifra moolto in eccesso comunque hai tempi del santo non c erano mezzi tecnologici che magari aveva il vostro fondatore quindi e un paragone che non sa da fare il santo atanasio e stato un padre del ortodossia cattolica e il vostro fondatore anche se avesse vissuto 100 vite non sarebbe mai arrivato al suo livello di teologia biblica
admintdg2
10martedì 30 agosto 2011 14:26
Re: Re: Re:
calibro9., 30/08/2011 14.18:



mi sembra una cifra moolto in eccesso comunque hai tempi del santo non c erano mezzi tecnologici che magari aveva il vostro fondatore quindi e un paragone che non sa da fare il santo atanasio e stato un padre del ortodossia cattolica e il vostro fondatore anche se avesse vissuto 100 vite non sarebbe mai arrivato al suo livello di teologia biblica



Ma tu sei cattolico perchè è esistito Atanasio o per altri motivi?
Nessuno di noi è TdG perchè è esistito Russell, noi siamo TdG per altri motivi e quindi non abbiamo "padri umani" da difendere ad ogni costo.
Questa è la differenza.
admintdg2
00martedì 30 agosto 2011 14:35
Discussione spostata qui, che mi sembra la sezione più idonea.
Barnaba1977
00martedì 30 agosto 2011 15:02
Re: Re: Re: Re: Re:
calibro9., 30/08/2011 14.00:

ma le verità bibliche di chi del vostro fondatore ,per me valgono quanto quelle del pastore benny hinn ,,,atanasio parlava della tradizione dei padri nostri e dei primi apostoli ,,,poi anche voi seguite dei dettami tipo il sangue ,ergo avete anche voi una tradizione per quanto giovane sia



1) Il principio del sangue è facilmente evincibile dalle scritture, confrontando il comando noetico con la legge e quindi con i precetti di Atti. Non si tratta di tradizione ma di interpretazione alla luce delle scritture.

2) Non esistono prove che portino a datare la traditio all'epoca apostolica. Abbiamo invece prove che indicano un progressivo scostamento degli insegnamenti da biblici a filosofici, già a partire dalla fine del primo secolo. Non ci sono prove che il dogma trinitario sia stato insegnato prima del secondo secolo.
calibro9.
00martedì 30 agosto 2011 18:34
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Barnaba1977, 30/08/2011 15.02:



1) Il principio del sangue è facilmente evincibile dalle scritture, confrontando il comando noetico con la legge e quindi con i precetti di Atti. Non si tratta di tradizione ma di interpretazione alla luce delle scritture.

2) Non esistono prove che portino a datare la traditio all'epoca apostolica. Abbiamo invece prove che indicano un progressivo scostamento degli insegnamenti da biblici a filosofici, già a partire dalla fine del primo secolo. Non ci sono prove che il dogma trinitario sia stato insegnato prima del secondo secolo.

infatti e una luce progressiva dello spirito santo.mica solo voi potete avere nuovi intendimenti o sbaglio
a me non sembra propio cosi come tu dici,,paolo nella lettera corinzi la pensa diversamente da te e dal tuo fondatore,,,1Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
2Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse [SM=x1408438]


Aquila-58
00martedì 30 agosto 2011 20:08
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
calibro9., 30/08/2011 18.34:

infatti e una luce progressiva dello spirito santo.mica solo voi potete avere nuovi intendimenti o sbaglio
a me non sembra propio cosi come tu dici,,paolo nella lettera corinzi la pensa diversamente da te e dal tuo fondatore,,,1Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
2Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse [SM=x1408438]





Che stupidaggine!
tutta la Scrittura è ispirata [qui l' apostolo delle genti usa l' aggettivo greco theopneustos, che letteralmente significa "alitato da Dio") da Dio”. 
Perchè, quindi, la parola di Dio, quella destinata a restare eterna di Isaia 40:8, è divenuta “Scrittura”? 
Perchè Dio l' ha ispirata, l' ha “alitata”. A chi? Prima ai profeti, poi agli evangelisti e agli apostoli e discepoli di Cristo. 
Qui c' è una chiara volontà divina: il suo oracolo, il suo pensiero, la sua parola, per Sua volontà, non è rimasta oracolo, pensiero, parola trasmessa oralmente e arrivata a noi oralmente, o tradizione. No, è divenuta “Scrittura”, parola scritta di DIO, tanto che noi, ora, possiamo leggerla... 
2 Pietro 3:16 parifica in toto le lettere paoline al “resto delle Scritture”, come possiamo ben leggere. 
A proposito di 2 Pietro 3:16, la nota in calce della cattolica Bibbia di Gerusalemme afferma che questo “è uno dei primi indizi di un' equivalenza tra gli scritti cristiani e i libri dell' A.T.”! 
Rivelazione (Apocalisse) 1:3 dichiara felice, o beato, non solo chi ode, ma chi legge le profezie contenute in quel rotolo.
Gesù glorificato dice a Giovanni di scrivere ciò che vede (Rivelazione /Apocalisse 1:11). 
Dio dice a Giovanni di scrivere quelle parole “fedeli e veraci” (Rivelazione (Apocalisse) 21:15). 
Certo, Paolo parla di tradizione, di “messaggio verbale” e di “lettera”. 
Ma ragioniamo: da chi Paolo aveva ricevuto quelle tradizioni che egli stesso trasmetteva ai corinti (1 Corinti 11:2)? Da Gesù stesso, si confronti 1 Corinti 11:23... 
Paolo ripete il concetto in 2 Tessalonicesi 2:15 e 3:6. 

Ma sono tutte tradizioni che, in seguito, costituirono gli scritti apostolici paolini (che secondo Pietro, sono “Scrittura” a tutti gli effetti, come visto...). 
Noi dobbiamo attenerci alla tradizione apostolica come ci è stata trasmessa attraverso gli scritti sacri ( che è divenuta Scrittura, e che non è rimasta al livello di tradizione orale, per volere divino, come visto...), se vogliamo, come Timoteo, “essere persuasi a credere” ed essere “resi saggi per la salvezza per mezzo della fede riguardo a Cristo Gesù” (2 Timoteo 3:14-15).
Grazie e ciao.  


seymour.c
00martedì 30 agosto 2011 20:16
calibro9, qualcuno che deve averti fregato il nick ha aperto un 3d dove dice che basta credere in Gesù per essere salvati. Secondo me quello Attanasio non sa nemmeno chi sia. [SM=g27988]
(SimonLeBon)
10martedì 30 agosto 2011 23:04
Re:
calibro9., 30.08.2011 14:18:


certo che lo so con chi parlava, con i successori degli apostoli di CRISTO

mi sembra una cifra moolto in eccesso comunque hai tempi del santo non c erano mezzi tecnologici che magari aveva il vostro fondatore quindi e un paragone che non sa da fare il santo atanasio e stato un padre del ortodossia cattolica e il vostro fondatore anche se avesse vissuto 100 vite non sarebbe mai arrivato al suo livello di teologia biblica



Ovviamente anche qui ti sbagli.
Quando mai un teologo di alto livello avrebbe lasciato trarre le conclusioni ad un imperatore pagano (Costantino)?
E, riflettiamo un attimo, che cosa c'entra l'imperatore pagano Costantino a presiedere un concilio? Sarebbe come invitare Obama oggi a un concilio cattolico o ortodosso e lasciare a lui la conclusione!
Il nostro barbuto "fondatore" non commise mai questo tipo di leggerezze, perché lui, come anche Gesu' Cristo, trattava con rispetto i dominatori romani ma si guardava bene dal considerarli loro leader religiosi.

Probabilmente Atanasios aveva i suoi interessi di parte...

Simon
roberto.testimonidigeova
20mercoledì 31 agosto 2011 12:32
CALIBRO.9
Atanasio detto il Grande (in greco: Ἀθανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d'Egitto, 295 circa - 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d'Egitto (328-339). Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene.
Le chiese copta, cattolica, ortodossa lo venerano come santo. La Chiesa cattolica lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa. È ricordato inoltre nel calendario dei santi anglicano e luterano. La sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese il 2 maggio... non posso che commuovermi di fronte a una fede cosi grande.


Senz'altro Atanasio fu il campione del trinitarismo. Per questo è annoverato fra i dottori della chiesa, è santo cattolico, e viene ricordato nel calendario dei santi dalla chiesa d'Inghilterra e dai Luterani. Ma che dire di altri a lui precedenti ugualmente santi cattolici, dottori, ricordati nei calendari, ecc. ecc.? Vissero tutti molto prima del tanto disprezzato (da te) Russell, ma anche di Atanasio. Sarai in grado di mettere sull'altro piatto della bilancia la loro opinione, e dimostrarti una mente libera che usa il calibro per cercare la verità e non per sparargli addosso?
roberto.testimonidigeova
20mercoledì 31 agosto 2011 12:36
Clemente Romano
Papa Clemente I, generalmente noto come Clemente da Roma, o Clemens Romanus, per distinguerlo dall'Alessandrinus (... – 23 novembre 97), fu il quarto Papa della Chiesa cattolica, il primo di cui si sappiano notizie certe e anche il primo dei Padri Apostolici. Fu Papa dall'88 al 97. La Chiesa cattolica e quelle ortodosse lo venerano come santo e ne celebrano la festa liturgica rispettivamente il 23 novembre e il 25 novembre. Delle sue opere si conoscono uno scritto autentico, la Lettera alla Chiesa di Corinto, e molti scritti di dubbia attribuzione.
Negli scritti che gli vengono attribuiti non c’è nessuna menzione, né diretta né indiretta, della Trinità. Nella Prima di Clemente ai Corinti si legge:
“Siano abbondanti in voi la grazia e la pace di Dio onnipotente mediante Gesú Cristo”.
“Gli apostoli predicarono il vangelo da parte del Signore Gesú Cristo che fu mandato da Dio. Cristo da Dio e gli apostoli da Cristo”.
“Dio che tutto vede ed è padrone degli spiriti e signore di ogni carne, che ha scelto il Signore Gesú Cristo e noi mediante Lui ad essere suo popolo, conceda ad ogni anima che implora il suo mirabile e santo nome, fede, timore, pace, pazienza e magnanimità”.
Clemente non dice che Gesù o lo spirito santo siano uguali a Dio. Presenta l’Iddio Onnipotente (non semplicemente il “Padre”) come un essere distinto dal Figlio. Dio viene considerato superiore, dal momento che Cristo è “mandato” da Dio e Dio “ha scelto” Cristo. Indicando che Dio e Cristo sono due esseri diversi e distinti, Clemente dice:
“Chiederemo, con preghiera assidua e supplica, che il creatore dell’universo conservi intatto il numero dei suoi eletti che si conta in tutto il mondo per mezzo dell’amatissimo suo figlio Gesú Cristo Signore nostro . . . perché conoscessimo te [Dio] il solo altissimo nell’altissimo dei cieli . . . il solo benefattore degli spiriti e Dio di ogni carne”.
“Conoscano tutte le genti che tu sei l’unico Dio e che Gesú Cristo è tuo figlio”.
Clemente chiama Dio (non semplicemente il “Padre”) l’“altissimo”, mentre si riferisce a Gesù come al “figlio” di Dio. Riguardo a Gesù dice pure: “Egli, splendore della maestà divina, di tanto è superiore agli angeli di quanto il nome che ebbe in eredità è piú eccellente”. Gesù riflette lo splendore di Dio, ma non l’uguaglia, come la luna riflette la luce del sole ma non è uguale alla fonte di tale luce, il sole.
Se il Figlio di Dio fosse uguale a Dio, che è il Padre celeste, sarebbe stato superfluo che Clemente dicesse che Gesù era superiore agli angeli, poiché ciò sarebbe stato ovvio. E il modo in cui si esprime Clemente mostra che egli riconosceva che il Figlio di Dio, pur essendo superiore agli angeli, è inferiore all’Iddio Onnipotente.
Il pensiero di Clemente è abbastanza chiaro: Il Figlio è inferiore al Padre e subordinato a lui. Clemente non pensò mai che Gesù fosse una stessa divinità col Padre. Egli mostra che il Figlio dipende dal Padre, cioè da Dio, e dice chiaramente che il Padre è ‘il solo Dio’, il quale non divide con nessuno la propria posizione. E in nessun luogo Clemente dice che lo spirito santo sia uguale a Dio. Perciò negli scritti di Clemente non c’è nessun accenno alla Trinità.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 12:42
Ignazio
Ignazio di Antiochia, , detto L'Illuminatore (... – Roma, 107/110), è stato un vescovo dell'Asia Minore dell'inizio del II secolo.
È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa cattolica, ed è annoverato fra i Padri della Chiesa e Padre Apostolico. Fu il secondo successore di Pietro come vescovo di Antiochia di Siria, cioè della terza città per grandezza del mondo antico mediterraneo.

Anche ipotizzando che tutti gli scritti attribuiti a lui siano autentici, nessuno d’essi parla di uguaglianza fra Padre, Figlio e spirito santo.
Inoltre anche se Ignazio avesse detto che il Figlio era uguale al Padre in eternità, potenza, posizione e sapienza, questa non sarebbe stata ancora un’ammissione trinitaria, perché in nessun luogo egli dice che lo spirito santo sia uguale a Dio sotto questi aspetti. Ma Ignazio non disse nemmeno che il Figlio fosse uguale a Dio Padre né sotto questi né sotto altri aspetti. Al contrario, indicò che il Figlio è sottomesso all’Iddio Onnipotente, il Supremo.
Ignazio chiama l’Iddio Onnipotente “il solo vero Dio, l’ingenerato e inaccessibile, il Signore di tutti, il Padre e Generatore dell’unigenito Figlio”, mostrando la distinzione fra Dio e Suo Figlio. Egli menziona ‘Dio Padre e il Signore Gesù Cristo’. E dichiara: “Vi è un solo Dio, che si rivelò nel Figlio suo Gesú Cristo”.
Ignazio mostra che il Figlio come persona non era eterno, ma che fu creato, perché fa dire al Figlio: “Il Signore [Iddio Onnipotente] Mi creò, il principio delle Sue vie”.12 Similmente Ignazio disse: “C’è un solo Dio dell’universo, il Padre di Cristo, ‘dal quale sono tutte le cose’; e un solo Signore Gesù Cristo, nostro Signore, ‘mediante il quale sono tutte le cose’”. Egli scrive pure:
“Lo Spirito Santo non dice cose proprie, ma quelle di Cristo, . . . così come anche il Signore ci annunciò le cose che aveva ricevute dal Padre. Poiché, dice [il Figlio], ‘la parola che udite non è Mia, ma del Padre, che Mi ha mandato’”.
“C’è un solo Dio che si è manifestato per mezzo di Gesú Cristo suo Figlio, che è il suo Verbo uscito dal silenzio e che in ogni cosa è stato di compiacimento a Lui [Dio] che lo ha mandato”.
È vero che Ignazio chiama il Figlio ‘Dio il Verbo’. Ma chiamare “Dio” il Figlio non significa necessariamente farne l’Iddio Onnipotente. Anche la Bibbia in Isaia 9:6 chiama il Figlio “Dio”. Giovanni 1:18 chiama il Figlio “l’unigenito dio”. Essendo stato investito di potenza e autorità dal Padre, Geova Dio, il Figlio si può correttamente definire un “potente”, che è il significato basilare della parola “dio”. — Matteo 28:18; 1 Corinti 8:6; Ebrei 1:2.
Comunque, sono tutte e le lettere attribuite a Ignazio riconosciute autentiche? Alexander Roberts e James Donaldson, curatori di un testo di patristica (The Ante-Nicene Fathers), affermano:
“È ora opinione universalmente accettata dai critici che le prime otto di queste presunte lettere ignaziane siano spurie. Esse contengono elementi i quali dimostrano inequivocabilmente che furono scritte in epoca posteriore . . . e oggi per generale consenso sono scartate come falsificazioni”.
“Delle sette Epistole riconosciute da Eusebio . . . possediamo due recensioni greche, una breve e una lunga. . . . Sebbene la breve . . . fosse stata generalmente accettata a preferenza della lunga, fra gli studiosi era ancora notevolmente diffusa l’opinione che anch’essa non potesse considerarsi del tutto esente da interpolazioni o sicuramente autentica”.
Se accettiamo come autentica la versione più breve dei suoi scritti, si eliminano alcuni passi (presenti nella versione più lunga) che mostrano che Cristo è sottomesso a Dio, ma anche in questo modo ciò che resta nella versione più breve non sostiene la Trinità. E indipendentemente da quali suoi scritti siano autentici, nella migliore delle ipotesi essi dimostrerebbero che Ignazio credeva in una dualità: Dio e il Figlio. Sicuramente non era una dualità fra uguali, perché il Figlio è sempre presentato come inferiore a Dio e a Lui subordinato. Perciò, a prescindere da ciò che si pensa degli scritti di Ignazio, non vi si trova una dottrina trinitaria
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 12:45
Policarpo
Policarpo di Smirne (Smirne, 69 circa – Smirne, 23 febbraio 155) fu discepolo di Giovanni apostolo e divenne vescovo di Smirne durante il regno diTraiano: come teologo, godette di grande autorità e fu uno dei pastori più stimati del tempo. È venerato come santo da molte Chiese cristiane inclusa la cattolica e la sua memoria liturgica è celebrata il 23 febbraio (per i copti, l'8 marzo).

Negli scritti di Policarpo troviamo forse qualcosa che sostenga la Trinità? No, affatto. Ciò che egli dice è in armonia con l’insegnamento di Gesù e dei suoi discepoli e apostoli. Per esempio, nella sua Epistola Policarpo scrive:
“Dio Padre di nostro Signore Gesú Cristo . . . e Gesú Cristo Figlio di Dio vi edifichino nella fede, nella verità”.
Nota che, come Clemente, Policarpo non parla di una relazione trinitaria fra “Padre” e “Figlio”, quali persone coeguali di una stessa divinità. Parla invece di “Dio Padre di nostro Signore Gesú”, non semplicemente del ‘Padre di Gesú’. Pertanto egli distingue Dio da Gesù, cosa che gli scrittori biblici fanno ripetutamente. In 2 Corinti 1:3 Paolo dice: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”. Non dice soltanto ‘Benedetto sia il Padre di Gesù’, ma “Benedetto sia l’Iddio e Padre” di Gesù.
Inoltre Policarpo usa l’espressione: “La misericordia e la pace di Dio onnipotente e di Gesú Cristo salvatore”. Ancora una volta Gesù viene distinto dall’Iddio Onnipotente e non presentato come una delle tre persone coeguali di un Dio trino.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 12:48
Erma
fu un Padre della Chiesa. Secondo il Canone muratoriano, originario di Aquileia e fratello di papa Pio I.

Scrisse nella prima parte del II secolo. La sua opera Il Pastore contiene forse qualche elemento che induca a ritenere che egli credesse in un Dio trino? Nota alcune sue espressioni:
“Lo Spirito Santo non parla quando l’uomo vuole, ma solo quando Dio vuole che parli. . . . Dio piantò la vigna, cioè creò il popolo e lo diede al figlio suo e il figlio stabilí gli angeli su di loro per custodire ognuno”.
“Il figlio di Dio è generato prima di ogni creatura, per essere consigliere del Padre nella creazione”.
Qui Erma dice che quando Dio (non semplicemente il Padre) desidera che lo spirito parli, esso parla, e ciò mostra la superiorità di Dio rispetto allo spirito. E dice che Dio diede la vigna al Figlio, il che mostra la superiorità di Dio rispetto al Figlio. Dice pure che il Figlio di Dio è anteriore alle creature, cioè a quelle che il Figlio di Dio stesso creò in qualità di principale Artefice di Dio, “perché per mezzo di lui tutte le altre cose furono create nei cieli e sulla terra”. (Colossesi 1:15, 16) In realtà il Figlio non è sempre esistito. Fu creato come creatura spirituale di alto rango, prima delle altre creature spirituali, come gli angeli, che furono create per mezzo di lui.
A proposito di ciò che Erma pensava del Figlio di Dio, John N. D. Kelly scrive:
“In alcuni brani leggiamo di un angelo, superiore ai sei angeli che formano il consiglio interno di Dio, regolarmente definito ‘il più venerabile’, ‘santo’ e ‘glorioso’. A questo angelo è dato il nome di Michele ed è difficile sfuggire alla conclusione che Erma vide in lui il Figlio di Dio e lo identificò con l’arcangelo Michele”.
“È pure evidente . . . il tentativo di interpretare Cristo come una sorta di angelo supremo . . . Naturalmente non vi è alcun accenno alla dottrina della Trinità in senso stretto”.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 12:53
Papia di Ierapoli (Anatolia, circa 70 – dopo il 130)
Fu, secondo la tradizione cattolica, vescovo di Hierapolis (attuale Pamukkale, in Turchia) a pochi chilometri da Laodicea. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa il 22 febbraio.
Di Papia si dice che abbia conosciuto l’apostolo Giovanni. Probabilmente scrisse agli inizi del II secolo, ma dei suoi scritti oggi esistono solo frammenti. In essi egli non dice nulla della Trinità.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 12:59
Giustino di Nablus (Flavia Neapolis, 100 – Roma, 162/168) è stato uno dei primi apologeti cristiani, autore della Prima apologia dei cristiani e della Seconda apologia dei cristiani.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo annovera tra i Padri della Chiesa, e dalla Chiesa ortodossa. La memoria si celebra il 1º giugno.

Nessuno dei suoi scritti giunti fino a noi parla di un Dio in tre persone coeguali.
Per esempio, secondo la versione cattolica di Salvatore Garofalo, Proverbi 8:22-30 dice di Gesù nella sua esistenza preumana (come sapienza personificata): “Jahve mi creò fin dall’inizio del suo potere, prima delle sue opere, fin d’allora. . . . Quando ancora non c’erano abissi io fui concepita . . . prima delle colline io ero nata . . . io stavo accanto a [Dio] come architetto”. Commentando questi versetti, Giustino dice nel Dialogo con Trifone (CXXIX, 4):
“La parola [la Scrittura] mostrava che questo rampollo era stato generato dal Padre prima di qualunque creatura, e ciò che è generato è numericamente distinto da ciò che genera, come chiunque ammetterebbe”.

Poiché il Figlio è nato da Dio, Giustino usa in effetti l’appellativo “Dio” in riferimento al Figlio. Nella sua I Apologia (LXIII, 10) dice: “Il Padre dell’universo ha un Figlio. Questi, essendo Logos e primogenito di Dio, è anche Dio”. La Bibbia stessa applica il titolo “Dio” al Figlio di Dio. In Isaia 9:6 egli è chiamato “Dio potente”. Ma nella Bibbia anche angeli, uomini, falsi dèi e Satana sono chiamati “dèi”. (Angeli: Salmo 8:5; confronta Ebrei 2:6, 7. Uomini: Salmo 82:6. Falsi dèi: Esodo 12:12; 1 Corinti 8:5. Satana: 2 Corinti 4:4). Nelle Scritture Ebraiche la parola tradotta “Dio”, ’El, significa semplicemente “Potente” o “Forte”. Il termine corrispondente nelle Scritture Greche è theòs.
Inoltre il termine ebraico usato in Isaia 9:6 evidenzia una precisa distinzione fra il Figlio e Dio. Lì il Figlio è chiamato “Dio potente”, ’El Gibbòhr, non “Dio Onnipotente”. In ebraico quest’ultima espressione è ’El Shaddài, ed è riferita unicamente a Geova Dio.
Si noti però che Giustino, pur chiamando il Figlio “Dio”, non dice mai che il Figlio sia una di tre persone coeguali, ciascuna delle quali è Dio benché le tre persone insieme formino un solo Dio. Al contrario, nel Dialogo con Trifone (LVI, 4, 11) dice:
“Vi è . . . un Dio e Signore [il Gesù preumano] diverso dal creatore di tutte le cose [l’Iddio Onnipotente], che è chiamato anche angelo per il fatto che annuncia agli uomini ciò che vuole annunciare loro il creatore di tutte le cose, al di là del quale non c’è altro Dio. . .
“[Il Figlio] è un altro Dio rispetto a quello che ha fatto tutte le cose, un altro, intendo, per numero, non per distinzione di pensiero”.

Un passo interessante si trova nella I Apologia di Giustino (VI, 2), dove egli difende i cristiani dall’accusa di ateismo rivolta loro dai pagani. Egli scrive:
“Lui [Dio] veneriamo e adoriamo, e il Figlio che da Lui è venuto e che ci ha insegnato queste dottrine, con l’esercito degli altri angeli buoni che Lo seguono e Lo imitano, e lo Spirito Profetico”.
Un traduttore di questo passo, Bernhard Lohse, osserva: “Come se non bastasse che in questo elenco gli angeli sono menzionati come esseri onorati e adorati dai cristiani, Giustino non esita a menzionare gli angeli prima dello Spirito Santo”.

Così, anche se pare che Giustino Martire si fosse discostato dalla pura dottrina biblica in quanto a chi dev’essere adorato dai cristiani, chiaramente non considerava il Figlio uguale al Padre, non più di quanto considerasse gli angeli Suoi uguali. A proposito di Giustino, l’opera di Lamson, The Church of the First Three Centuries dice:
“Giustino considerava il Figlio distinto da Dio e inferiore a lui: distinto non nel senso attuale di una delle tre ipostasi, o persone, . . . ma distinto in essenza e natura; avente un’esistenza reale, sostanziale, individuale separata da Dio, da cui egli traeva tutti i suoi poteri e titoli, essendo stato posto sotto di lui e soggetto in ogni cosa alla sua volontà. Il Padre è supremo, il Figlio è subordinato; il Padre è la fonte della potenza, il Figlio la riceve; il Padre dà origine, il Figlio, come suo ministro o strumento, esegue. Sono due di numero, ma concordano, o sono uno, nella volontà; per il Figlio prevale sempre la volontà del Padre”.
Inoltre, in nessun luogo Giustino dice che lo spirito santo sia una persona uguale al Padre e al Figlio. Perciò non si può in alcun modo sostenere onestamente che Giustino insegnasse la Trinità in cui crede oggi la chiesa cattolica.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 13:34
Clemente Alessandrino(150 circa – 215 circa), teologo, filosofo, apologeta e scrittore cristianogreco antico del II secolo. Santo per la chiesa cattolica
Chiama il Figlio “Dio”. Lo chiama addirittura “creatore”, un termine che nella Bibbia non è mai riferito a Gesù. Intendeva forse dire che il Figlio fosse uguale sotto tutti gli aspetti al Creatore onnipotente? No. Clemente alludeva evidentemente a Giovanni 1:3, dove viene detto del Figlio: “Tutte le cose son venute all’esistenza per mezzo di lui”.16 Dio impiegò il Figlio come agente nelle Sue opere creative. — Colossesi 1:15-17.
Clemente chiama il Dio Supremo “l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù” e dice che “il Signore è figlio del Creatore”. Dice pure: “Il Dio di tutte le cose è uno solo, buono, giusto, Creatore, e il Figlio [è] nel Padre”. Scrisse quindi che il Figlio ha sopra di sé un Dio.
Clemente parla di Dio come del “primo e solo dispensatore di vita eterna, che il Figlio, che l’ha ricevuta da Lui [Dio], dà a noi”. Il Datore originale della vita eterna è chiaramente superiore a colui che la riceve e la trasmette ad altri. Così Clemente dice che Dio “è il primo, e il più alto”. Negli Stromati (VII/2 5.1) dice inoltre che la natura del Figlio “è la più prossima all’unico Onnipotente” e che il Figlio “tutto dispone secondo ‘il volere del Padre’”. Clemente ribadisce più volte la superiorità dell’Iddio Onnipotente sul Figlio.
Riguardo a Clemente Alessandrino leggiamo in The Church of the First Three Centuries:
“Potremmo citare numerosi passi di Clemente in cui si afferma nettamente l’inferiorità del Figlio . . .
“Ci stupisce che qualcuno possa leggere Clemente con normale attenzione e credere anche solo per un attimo che egli considerasse il Figlio numericamente identico — uno — col Padre. La sua natura dipendente e inferiore, come sembra a noi, è ovunque riconosciuta. Clemente credeva che Dio e il Figlio fossero numericamente distinti; in altre parole, due esseri: l’uno supremo, l’altro subordinato”. Anche se a volte Clemente sembra andare oltre ciò che la Bibbia dice di Gesù, in nessun luogo egli parla di una Trinità formata da tre persone coeguali in un Dio. Apologisti come Taziano, Teofilo e Atenagora, che vissero fra l’epoca di Giustino e quella di Clemente, avevano opinioni analoghe. Secondo Lamson, essi “non erano più trinitari di quanto lo fosse Giustino; cioè non credevano in una Triade di persone indivisibili e coeguali, bensì insegnavano una dottrina del tutto inconciliabile con questa credenza”.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 13:36
Tertulliano (ca. 160-230 E.V.)
Fu il primo a usare il termine latino trinitas. Come fa notare Henry Chadwick, secondo Tertulliano Dio era ‘un’unica sostanza in tre persone’. Questo però non significa che egli avesse in mente tre persone coeguali e coeterne. Scrittori successivi elaborarono però le sue opinioni in senso trinitario.
Il concetto che Tertulliano aveva del Padre, del Figlio e dello spirito santo era ben lontano dalla Trinità della cristianità, perché egli era subordinazionista. Per lui il Figlio era subordinato al Padre. In Contro Ermogene (XVIII, 2, 3) scrisse:
“Anche per questo era stato proclamato che la Sapienza di Dio era nata e prodotta, cioè perché noi non credessimo che ci fosse qualcosa di innato e di non prodotto, ad eccezione di Dio solamente. . . . come poté essere possibile che, ad eccezione del Padre, vi sia stato qualcosa di più antico, e, pertanto, più nobile del Figlio di Dio, del Verbo unigenito e primogenito? . . . poiché quello [Dio] che non ebbe bisogno di nessun artefice per esistere, sarà molto più sublime di quello [il Figlio] che, per esistere, ebbe bisogno di un artefice”.
In Contro Prassea (IX, 2), inoltre, egli mostra che il Figlio è diverso dall’Iddio Onnipotente e a lui subordinato, quando dice:
“Il Padre è, infatti, tutta quanta la sostanza, mentre il Figlio è una derivazione dal tutto ed una parte di esso, come Egli stesso afferma: ‘giacché il Padre è maggiore di me’. . . . Così il Padre è diverso dal Figlio, in quanto è maggiore del Figlio, in quanto uno è colui che genera, uno colui che è generato, uno è colui che manda, uno è colui che è mandato, uno colui che fa, uno colui attraverso il quale è fatto”.
In Contro Ermogene (III, 4) Tertulliano afferma pure che ci fu un tempo in cui il Figlio non esisteva come persona, e questo indica che egli non considerava il Figlio un essere eterno nello stesso senso in cui lo era Dio. Il cardinale cattolico Newman disse: “Tertulliano deve essere reputato eterodosso per quel che riguarda la dottrina sulla generazione eterna di Cristo”. Riguardo a Tertulliano, Lamson afferma:
“Questa ragione, o Logos, com’era chiamata dai greci, fu in seguito trasformata, come credeva Tertulliano, nel Verbo, o Figlio, cioè in un essere reale, esistito dall’eternità solo come attributo del Padre. Tertulliano gli attribuiva però un rango subordinato al Padre . . .
“Se lo si giudicasse oggi col metro di una qualsiasi definizione riconosciuta della Trinità, il tentativo di salvare Tertulliano dalla condanna [di eresia] sarebbe vano. Egli non potrebbe superare la prova nemmeno per un istante”.
roberto.testimonidigeova
10mercoledì 31 agosto 2011 13:47
Ireneo (santo cattolico), Ippolito (santo cattolico), Origene, Cipriano (santo cattolico) e Novaziano. Benché sotto certi aspetti alcuni di loro equiparassero il Figlio al Padre, sotto altri consideravano il Figlio subordinato a Dio Padre. E nessuno di loro sosteneva, neanche lontanamente, che lo spirito santo fosse uguale al Padre e al Figlio. Per esempio Origene (ca. 185-254 E.V.), in Contro Celso, afferma che il Figlio di Dio è “il Primogenito di tutta la creazione” e che le Scritture lo presentano come “la più antica di tutte le opere creative”.
Qualsiasi lettura obiettiva di queste antiche fonti ecclesiastiche rivelerà che a quel tempo la dottrina della Trinità insegnata dalla cristianità non esisteva. In The Church of the First Three Centuries leggiamo:
“L’attuale diffusa dottrina della Trinità . . . non trae alcun sostegno dal linguaggio di Giustino [Martire]: e questa osservazione può essere estesa a tutti i Padri preniceni, cioè a tutti gli scrittori cristiani dei primi tre secoli dopo la morte di Cristo. È vero che parlano di Padre, Figlio e Spirito santo o profetico, ma non dicono che sono coeguali, che sono un’unica essenza, che sono Tre in Uno, in nessuno dei significati oggi accettati dai trinitari. È vero l’esatto contrario. La dottrina della Trinità, com’è spiegata da questi Padri, era essenzialmente diversa da quella attuale. Lo affermiamo come un fatto dimostrabile alla stessa maniera di qualsiasi fatto della storia delle opinioni umane”.
roberto.testimonidigeova
00mercoledì 31 agosto 2011 13:53
Per calibro9.

Cosa pensi di ciò che scrissero questi padri, dottori cattolici ma soprattutto santi cattolici vissuti prima di Atanasio?
Si sbagliavano loro o si sbagliava Atanasio? Chi l'eretico?
Nabulus
00mercoledì 31 agosto 2011 16:14
Re:
Caro Calibro,


Un solo unico libro in cui leggiamo è la Bibbia, la Parola di Dio (leggi 2° Timoteo 3:16). Altro che opere dei Padri della Chiesa.
Tutta la Bibbia è ispirata da Dio tramite i profeti che la scrissero. Dopo la morte di Giovanni, l'ultimo discepolo di Gesù che scrisse la Rivelazione (Apocalisse), non c'è più niente!

Come l'album del matrimonio, dopo nn c'è più niente perché i nuovi sposi vivranno da soli e si amano come una sola carne.
Basta, non c'è nessun altro libro che la Bibbia.
albino_ciccio
00venerdì 2 dicembre 2011 19:48
ma perchè chiama russel fondatore? lui ha solo riscoperto delle cose nascoste. ha ritirato fuori il cristianesimo
(Gladio)
00venerdì 2 dicembre 2011 22:46
Re: Re: Re:
calibro9., 30/08/2011 12.16:



ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]



Grosso modo così la pensavano i farisei del tempo di Gesù quando parlavano dei suoi discepoli....... [SM=g2037509]


TNM
00sabato 19 marzo 2016 23:12
Simon, mi sono piaciute molto le tue parole su Russell!
Le ho lette solo oggi. Trovo sempre cose interessanti nei meandri del forum!
Anthony.Sidra
00giovedì 15 marzo 2018 05:58
....
Io conoscevo solo alcuni di questi padri ...
Presumo che ne esistano altri ancora visto che da qualche parte avete scritto 33 padri.


....
La ricerca continua [SM=g2410191]
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