Zitti tutti, parla Romano

Alexander Magno
00lunedì 4 luglio 2005 13:24
ROMA - Lista unitaria in soffitta, almeno per ora. Romano Prodi in una intervista a "Repubblica Radio" parla di primarie e Ulivo. Illustra il programma del centrosinistra, attacca il governo ed esprime forti dubbi su Blair.

Primarie. Il Professore ha escluso che dopo le primarie possa tornare in auge la lista unitaria della Fed: "Ormai gli assetti sono definiti". Ma il progetto dell'Ulivo non muore: "Credo che il problema dello schieramento sia stato definito, ora lavoriamo sui contenuti: gli italiani non ne possono più di schermaglie, ci siamo buttati nell'analisi dei problemi, che sono tanti e ogni giorno si aggravano".

Priorità. Prodi ha dettato una serie di questioni urgenti: "Gli italiani sono angosciati dal problema del costo della vita e dell'occupazione. Ora lavoro su questi problemi, che voglio mettere come priorità assoluta". Poi, "lista unitaria o no, se il disegno non andrà avanti oggi, andrà avanti domani".

Primarie. Il Professore ha confermato che "si faranno l'8 e il 9 ottobre. Lunedì 11 avremo una riunione in cui verranno definiti gli aspetti tecnici. Il problema della data non esiste, dobbiamo solo mettere a punto adempimenti formali tenendo conto che in mezzo c'è il mese di agosto, ma ritengo che si faranno l'8 e il 9 ottobre".

An e Udc. Commentando il weekend politico che ha visto al suo centro l'assemblea di An e il congresso Udc, ha aggiunto che "il discorso di Casini non ha portato grandi mutamenti e novità al quadro politico italiano. Tutto continua come prima". Il leader del centrosinistra ha aggiunto di non credere "che la politica sia l'affanno nel seguire cosa fanno gli altri. Per me è stato un weekend tranquillissimo, ho lavorato, studiato, sono andato in bicicletta". Quanto poi a Fini, ha continuato Prodi, "ho visto che si sono messi d'accordo, il titolo 'Fini chiede scusa ai colonnelli' mi sembra un bel titolo".

Partito unico. Prodi, ridendo, ha anche rispedito al mittente un'affermazione di ieri di Casini, secondo cui l'Unione è un accozzaglia di partiti diversi: "Si rende conto che giorni hanno passato loro?", ha replicato, per poi aggiungere: "Non faremo la lista unica, ma stiamo costruendo un programma comune approvato da tutti. Non abbiamo bisogno di fare tutte queste commedie sul partito unico: 'oggi c'è domani no'; abbiamo già deciso come si va alle elezioni. Non è l'ottimo che speravo, ma comunque una struttura che permette una politica coerente".

Governo. Prodi esprime un duro il giudizio sullo stato di salute dell'esecutivo e dà la sua ricetta per risolvere la crisi economica: "Bisognava andare subito alle elezioni, quando si è visto chiaramente che il governo non ce la faceva più, che era frammentato e non prendeva decisioni. Questo avveniva sei, sette mesi fa. Il leader dell'Unione, inoltre, dice di temere "uno sciagurato ultimo anno di legislatura, un anno di spese elettorali che finiscono per dare l'ultimo colpo agli equilibri finanziari del paese".

Ripresa. Il Professore osserva che "se le poche risorse che ha il paese fossero state messe a disposizione delle attività produttive, saremmo già in ripresa". Solo che la Cdl "ha detto che la ripresa sarebbe venuta togliendo le tasse a quelli che di soldi ne avevano di più", ma "questi i consumi non li hanno aumentati e siamo in una situazione peggiore di quella precedente, con le casse dello stato ancora più vuote". Le risorse, chiude Prodi sul tema, "devono essere dedicate a diminuire il costo dell'ora lavorata. Punto".

Fisco. Prodi ha approfittato dell'intervista per disegnare il suo programma fiscale in caso di vittoria alle politiche: "Noi vogliamo un sistema fiscale che aiuti il paese e una redistribuzione equa del reddito: quindi lotta feroce all'evasione e far emergere il sommerso che è un disonore per coloro che pagano le imposte con onestà. Queste sono direzioni di politica fiscale opposte a quelle del governo".

Blair. Da ex presidente della Commissione europea Prodi ha espresso il suo punto di vista sul premier britannico, Tony Blair, attualmente presidente di turno dell'Unione Europea: "Vedo un profonda contraddizione tra quello che Blair dice e quello che poi fa. Finora - argomenta Prodi - ha sempre preferito l'Europa in cui ogni Stato mantiene poteri autonomi. Di fronte a scelte comuni ha sempre preferito la nazionalizzazione. Ma questo equivale a non prendere decisioni che invece si sono volute a Lisbona. Vedo da parte di Blair una profonda contraddizione tra le parole e i fatti".

(da repubblica.it)

Al medesimo sito potete trovare l'intervista in mp3.

Ola
toppeddu85
00martedì 5 luglio 2005 09:29
ahò a bberluscò li mortacci tua!

(non ho mezzi migliori per conquistare il vostro disprezzo)
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