I luoghi di mio nonno fante
Una tranquilla domenica di gennaio.
Ed una località, Zenson di Piave, ricordata per gli avvenimenti legati alla Grande Guerra.
Dopo la disfatta di Caporetto, Zenson si trovava per l'appunto lungo il fronte ("la fronte", si diceva) del Piave; famosa è l'ansa del fiume dove si affrontarono l'esercito Italiano e l'esercito astro-ungarico durante le battaglie del novembre/dicembre 1917 e del giugno 1918.
Nella prima metà del mese di novembre del 1917, l'esercito austro-ungarico riuscì ad occupare l'ansa, ma venne violentemente contrattaccato dalle Brigate di fanteria Lecce, Pinerolo e Novara, che lo costrinsero il 31 dicembre a ritirarsi. Le perdite d'ambo le parti furono davvero alte.
Nel giugno 1918 si scontrarono nuovamente il VII Corpo d'Armata austro-ungarico (della V Armata del Gruppo Boroevic) comandato dal generale Wurm ed il XXVIII Corpo d'Armata italiano (Brigate di fanteria Ferrara ed Avellino, della III Armata comandata dal S.A.R. il Duca D'Aosta): dopo sanguinose battaglie gli austro-ungarici riuscirono ad occupare il paese (punto strategico per unire le due teste di ponte di Fagarè e di San Donà).
Ma il 23 giugno gli italiani riuscirono definitivamente a cacciare gli austriaci dal paese, ristabilendo le posizioni al prezzo di enormi perdite per ambo gli schieramenti, anche in quell'occasione.
Fin qui, la Storia.
Ma dove termina la Storia, quella con la "S" maiuscola, incominciano le storie personali, ed a cent'anni di distanza anche le storie familiari.
Mio nonno, fante della Brigata Novara, nel novembre-dicembre 1917 si trovava là ... a Zenson ...
Vi lascio immaginare l'emozione di quei luoghi, rivisti con gli occhi di un nipote con la passione per la Grande Guerra.
Il suo primo nipote maschio, dopo una serie di nipoti femmine, al quale - per suo espresso desiderio - sarebbe andato il suo piccolo "quadretto di guerra" (contenente l'attestato corredato della croce di cavaliere di Vittorio Veneto e la medaglietta d'oro per il 50° Anniversario della Vittoria 1918-1968).
Non parlava mai di quegli avvenimenti, di quella guerra.
Forse perchè quegli occhi avevano visto cose che era meglio dimenticare, tenendole il più possibile sopite nell'angolo più nascosto della propria memoria.
A distanza di così tanto tempo, cent'anni ormai, i luoghi di mio nonno fante ... si chiamava Giuseppe.