Yanomami

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Keko01
00giovedì 23 novembre 2006 22:00


Varcare la soglia di una maloca è come entrare nella macchina del tempo. All'interno un mondo ancestrale di suoni, odori, fumi e ombre, che risveglia in noi un legame sopito: quello con i nostri antenati dell'età della pietra.
Così vivono nella grande foresta gli ultimi 12 mila Yanomami, minacciati di estinzione dagli interessi dei potenti locali.


La tribù degli Yanomami occupa un'area geografica tra il Venezuela e il Brasile di difficile accesso.

In Venezuela la popolazione Yanomami era di 12.000 persone circa nel 1989, in questo momento non dispongono di censimenti più recenti.

Yanomami, e la sua variante dialettale yanowami , significa 'essere umano'. Yanomami Thë pë sono le persone e napë è tutto quello che non è Yanomami, compresi gli altri gruppi indigeni e noi occidentali (pensiamoci un attimo!).

Il territorio dove abitano gli Yanomami è coperto di fitti boschi tropicali perenni , ed è attraversato da numerosissimi corsi d'acqua fra i quali i più importanti sono l'Orinoco, l'Ocamo e il Manaviche, navigabili solo con le curiare (barche fatte con tronchi d'albero).

Il clima in questi posti è molto mite, la temperatura media è di 25° C e le precipitazioni arrivano a 2000 mm l'anno. In questi posti veramente difficili da raggiungere, gli Yanomami trovano tutto ciò che è necessario per la sopravvivenza.



La tribù degli Yanomami occupa un'area geografica tra il Venezuela e il Brasile (longit. 64°/66° O latit. 1°/4° N) di difficile accesso.

In Venezuela la popolazione Yanomami era di 10.000 persone circa nel 1989, in questo momento non dispongono di censimenti più recenti.

Yanomami, e la sua variante dialettale yanowami , significa 'essere umano'. Yanomami Thë pë sono le persone e napë è tutto quello che non è Yanomami, compresi gli altri gruppi indigeni e noi occidentali (pensiamoci un attimo!).

Il territorio dove abitano gli Yanomami è coperto di fitti boschi tropicali perenni , ed è attraversato da numerosissimi corsi d'acqua fra i quali i più importanti sono l'Orinoco, l'Ocamo e il Manaviche, navigabili solo con le curiare (barche fatte con tronchi d'albero).

Il clima in questi posti è molto mite, la temperatura media è di 25° C e le precipitazioni arrivano a 2000 mm l'anno. In questi posti veramente difficili da raggiungere, gli Yanomami trovano tutto ciò che è necessario per la sopravvivenza .

Gli Yanomami vivono della coltivazione della terra, la caccia, la pesca e la raccolta di frutti, radici, etc., attività che si svolgono nelle vicinanze delle abitazioni.

La coltura di uno spazio di terra chiamato conuco rappresenta l'80% della produzione degli alimenti per gli Yanomami , difatti la vita delle comunità è strettamente legata a questo. I posti appropriati per la coltivazione sono scelti (mediante l'osservazione della presenza di determinati gruppi di piante nella zona) da un consiglio informale formato dai membri più anziani della comunità.



Questi conucos non distano più di mezz'ora a piedi dalle abitazioni. La terra viene pulita con asce di ferro (nel passato si usavano quelle di pietra), machetes e poi con il fuoco. Una volta finita questa pulizia si lascia riposare per un po’ di giorni e si semina in un primo ciclo una gran varietà di piante: platano, mais, cotone, tabacco, un tubero chiamato ocumo ecc.

Passato il primo anno, però, è il platano la pianta dominante. La piantagione ha una vita media di quattro anni, al quinto anno viene abbandonata e gli Yanomami si spostano altrove dando tempo così alla giungla di rigenerarsi.




Keko [SM=x1169382]
Akela il solitario
00giovedì 23 novembre 2006 22:30
Si dovrebbe apprendere molto dalle popolazioni indigene che vivono in armonia con la natura. Nelle coltivazioni moderne non si lascia, ad esempio, il tempo alla terra di riposarsi, ma la si cosparge di concimi ed ormoni, non solo gli animali vengono maltrattati, ma anche le piante. E' il rispetto per la natura che si dovrebbe imparare, o meglio, ricordare da questi popoli ritenuti primitivi.

Akela [SM=x1169385]
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