Weekend in Italia: L'Arcipelago Pontino

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Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 10:55
A zig zag tra l'arcipelago pontino


Un itinerario a tu per tu col mare, la storia e la geologia nell'arcipelago pontino: una manciata di isole policrome nate dalle viscere della Terra milioni di anni fa, già amate dai Romani e dai Borboni. Resti di antichi vulcani ormai spenti, circondati da acque incredibilmente trasparenti e con fondali mozzafiato a Ponza e Ventotene. Le disabitate Palmarola, Zannone e Santo Stefano sono da assaporare soprattutto in barca, lontano dalla folla e dai rumori.














"Non esistono problemi, soltanto soluzioni"

"La curiosità educa più di cento saggi".

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[Modificato da Rhal 24/06/2005 11.52]

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 10:58
Weekend a Ponza
1° giorno

In giornata

A Ponza storia e natura vanno a braccetto, ma il mare è il protagonista assoluto. Un vero e proprio must, quindi, la circumnavigazione dell'isola affittando un gozzo alla cooperativa dei barcaioli. Dal mare l'isola offre i suoi spettacoli migliori e solo cosÏ si possono apprezzare al meglio le sue particolarità geologiche e scoprire tutti gli angoli più belli e caratteristici della costa, altrimenti spesso inaccessibili via terra. Meglio iniziare puntando a nord, verso la parte geologicamente più antica dell'isola. Si arriva così immediatamente alla Spiaggia del Frontone, raggiungibile anche a piedi o con un servizio di barche che fanno la spola dal porto. Dopo aver attraversato alcune calette, si inizia a costeggiare il lato ovest dell'isola, incontrando prima Cala Fonte, accessibile anche da terra con una strada carrabile e poi una rampa di gradini, e quindi la Punta del Papa, sovrastata da un fortino circondato da tamerici. Poco più in là, Cala Feola, molto frequentata perchè facilmente raggiungibile a piedi e per le sue suggestive piscine naturali e la spiaggia e i Faraglioni di Lucia Rosa, in memoria della fanciulla che secondo la tradizione qui si sarebbe gettata in mare per amore. Poi inizia un tratto di costa caratterizzato da contrasti di colore, fino ad arrivare a una delle meraviglie di Ponza, la spiaggia di Chiaia di Luna, una fantastica mezzaluna bianca abbracciata da una falesia verticale di tufo, alta più di 100 metri. Dopo la Punta del Fieno, che delimita la spiaggia, si naviga fino al Monte la Guardia e all'omonima Punta, dove una scogliera scura scende a picco per 280 metri. Inizia qui l'ultimo tratto del periplo di Ponza, dove riprendono il sopravvento i colori bianchi e grigi tipici della parte geologicamente più antica, evidenti nei Faraglioni della Madonna. Oltre al mare, è interessante anche passeggiare per Ponza Porto (uno dei due centri abitati dell'isola; l'altro è Le Forna) e dintorni, dove abbondano testimonianze del periodo romano e si può visitare un curioso cimitero borbonico, oltre la chiesa di San Silverio. In particolare, poco lontano dal porto sono da non perdere le Grotte di Pilato, piscine scavate dai Romani nella roccia e usate per l'allevamento delle murene. Vale la pena prevedere anche un'esplorazione dell'isola via terra con un'escursione a piedi, scegliendo tra un itinerario a nord e uno a sud.












"Non esistono problemi, soltanto soluzioni"

"La curiosità educa più di cento saggi".

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[Modificato da Rhal 23/06/2005 11.05]

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:00
Le particolarità geologiche di Ponza
Ponza è un vero eden per gli appassionati di geologia e per chiunque sia in grado di leggere le tracce dell'attività vulcanica. L'isola, infatti, come del resto tutte le Pontine, è nata circa due milioni di anni fa, dal fuoco e dal mare, grazie all'attività di un vulcano sottomarino che nel giro di un milione di anni ha eruttato fiumi di lava, dando vita a questo gioiello dell'arcipelago. A un occhio non esperto, la caratteristica geologica più evidente è la continua alternanza di rocce di colore diverso: dal bianco all'azzurro, dal grigio al violetto al nero, passando per tutte le tonalità di ocra e marrone. Secondo i geologi, queste differenze di colore sono dovute al diverso grado di raffreddamento del magma eruttato dalle fratture subacquee. In parole povere, maggiore è stata la rapidità del raffreddamento, più chiara la roccia che ne è risultata.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:00
Le calette di Ponza
La spiaggia del Frontone, attrezzata con bar, ristoranti, ombrelloni e lettini, è una tappa d'obbligo per il rito isolano dell'aperitivo. Poco distante, la Grotta degli Smeraldi, in cui i riflessi della luce sulle rocce hanno suggerito alla fantasia popolare la presenza delle pietre preziose, e la curiosa Cala del Core, in cui spicca in mezzo alla parete di roccia bianca una macchia scura: lava che non ha trovato una via d'uscita e si è solidificata formando un ammasso a forma di cuore. Non molto lontano, un altro punto suggestivo: Cala Inferno, che deve il suo nome all'aspetto della scala scavata nella roccia che scende a precipizio sul mare, come in una bolgia dantesca. Da qui, si passano poi Punta Nera, Cala Spaccapolpi, preceduta dall'omonimo faraglione ad arco, e Cala Gaetano, fino ad arrivare alle falesie strapiombanti di Punta Incenso, l'estremità nord dell'isola. Appena doppiata la punta, ecco Cala Felce, dove l'esposizione ha favorito la presenza di una folta vegetazione e in particolare di felci.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:01
Cala Feola e le piscine naturali
Una delle spiagge di Ponza più suggestive e frequentate, perché accessibile anche da terra, è quella di Cala Feola, che prende il suo nome, come altre località dell'isola, da quello di una famiglia di Torre del Greco, insediatasi qui al tempo della colonizzazione borbonica. La cala è famosa anche per la vicinanza di splendide piscine naturali. Se siete arrivati a piedi dal paese di Le Forna, qui potete usufruire del servizio di taxi di mare e farvi portare alla baia e ai Faraglioni di Lucia Rosa, uno degli scorci più belli dell'isola, irraggiungibile via terra. In questo punto, ma ancora di più nei pressi della Punta di Capobianco, gli appassionati di birdwatching non manchino di tenere d'occhio il cielo: su queste alture, infatti, nidifica il falco pellegrino, ed è possibile vederlo volteggiare, soprattutto nelle mattinate di aprile, quando è a caccia di cibo per sfamare i piccoli.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:02
La spiaggia di Chiaia di Luna
Chiaia di Luna è la più famosa spiaggia di Ponza, una splendida mezzaluna sabbiosa adagiata ai piedi di un'impressionante falesia di tufo, forse un antico cratere, con pareti a picco di colore bianco-giallastro, alte più di 100 metri. Il nome della spiaggia (in dialetto napoletano "chiaja" vuol dire appunto spiaggia) deriva proprio dalla sua curvatura a mezzaluna e dal bianco delle rocce che la incorniciano. In teoria, è accessibile via terra tramite un tunnel di 168 metri costruito dai romani, che la collega alla strada provinciale, e dista circa 30 minuti a piedi dal porto; in pratica, l'accesso viene regolarmente chiuso per il pericolo di frane e crolli, che incombono sulla spiaggia. E' comunque vista dal mare che Chiaia di Luna dà il meglio di sé. La spiaggia è soleggiata all'incirca dalle 10.00 del mattino fino al tramonto.
Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:03
Le testimonianze del periodo romano
Sia a Ponza porto sia nei dintorni sono diverse le testimonianze della presenza dei Romani sull'isola. Salvo eccezioni, però, quali la peschiera e i tunnel scavati nella roccia, come quelli tra S.Maria e Giancos e a Chiaia di Luna, i resti monumentali di epoca romana vanno ricercati qua e là nell'ordito topografico delle varie zone abitate oppure lungo il contorno roccioso che caratterizza il perimetro dell'isola. Tra questi, i ruderi di antiche ville, per esempio Villa Santa Maria, immediatamente a ridosso di uno dei porti di Ponza, oggi incorporati nei moderni fabbricati, ma anche varie cisterne per l'approvvigionamento dell'acqua e i resti dell'acquedotto, che da Cala d'Inferno raggiungeva l'attuale porto di Ponza, a pochi metri dal pelo dell'acqua, lungo il versante orientale dell'isola. A Ponza porto, da segnalare un mitreo scavato nella roccia (all'inizio di Salita Scalpellini) con figure in rilievo e decorazioni raffiguranti i segni zodiacali e la statua funeraria nota come "Mamozio".

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:04
Le Grotte di Pilato
Poco lontano dal porto, sotto al cimitero borbonico, si trovano le Grotte di Pilato, peschiere utilizzate dai Romani per l'allevamento delle murene. L'impianto faceva parte di una ricca villa, probabilmente del I secolo a.C., della quale sono ancora visibili sul promontorio numerosi resti. Per ricreare l'habitat naturale dei pesci, gli antichi romani avevano costruito un complesso sistema di vasche e cunicoli comunicanti con il mare, da ammirare per la perfezione della tecnica di scavo anche sotto il livello dell'acqua. La peschiera comprendeva una grande vasca centrale, nella quale confluivano canali collegati ad altre piccole vasche laterali, separate da quella principale da saracinesche per regolare il flusso dell'acqua e il passaggio dei pesci. Nella vasca più grande, un'edicola scavata nel centro della parete di fondo conteneva piccole statue di divinità marine e di numi tutelari della pesca. Un'altra curiosità: l'apertura più interna è rivolta verso la costellazione del Drago, che gli antichi ritenevano molto propizia per la fecondità delle murene.
L'orario più adatto per visitare le grotte è fra le 11.00 e le 15.00, quando l'illuminazione è migliore.


Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:04
A passeggio per Ponza
Nel primo caso si parte poco dopo Le Forna, imboccando il sentiero che si arrampica verso Piana d'Incenso e la percorre tutta fino ad arrivare all'estrema punta dell'isola, di fronte all'isolotto di Gavi, coperto di ginestre efedroidi, endemiche dell'arcipelago, e abitato solo dai conigli selvatici. Oltre a godere di un panorama mozzafiato, qui potete scoprire un'altra delle particolarità isolane, le abitazioni scavate nella roccia vulcanica.
Punta Incenso è il posto migliore dell'isola per ammirare un'altra delle particolarità ponzesi, le abitazioni scavate nella morbida roccia vulcanica, presenti anche in altri punti e sulla vicina Palmarola. Queste caratteristiche case-grotta in calce bianca sono state letteralmente scolpite nella roccia, sfruttandone sapientemente gli anfratti e le cavità. A Punta Incenso ce n'è una abbandonata, con diverse stanze e finestre panoramiche, che è spesso meta di turisti curiosi.
L'itinerario a sud arriva invece fino al Faro della Guardia, tra terrazzamenti in parte abbandonati e invasi da agavi, ginestre e fichi d'India. La strada, che diventa via via una mulattiera, è tutta in salita e in alcuni punti molto ripida, ma i panorami valgono qualsiasi fatica.


Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:09
2° giorno

In giornata

Visita alle due isole minori del gruppo nord-occidentale dell'arcipelago pontino, Zannone e Palmarola, quest'ultima considerata una delle isole meglio preservate d'Italia. Di buon ora si affitta una barca (o si opta per una gita organizzata in partenza da Ponza), e via verso Palmarola, isola vulcanica e pressochè disabitata, a circa 7 miglia da Ponza, che dà il meglio di sé proprio al mattino presto quando non c'è ancora sovraffollamento di barche. Palmarola rivela il suo fascino già all'approdo nel minuscolo porto, con due uniche case bianche, un ristorantino aperto solo d'estate e le straordinarie "case-grotta", scolpite nella roccia dai più antichi abitanti dell'isola e oggi per lo più abbandonate. L'isola è caratterizzata da due faraglioni: il Faraglione di Mezzogiorno e il Faraglione di San Silverio, in realtà unito all'isola, dove si trova una cappella dedicata al papa omonimo, patrono di Ponza. La spiaggia a mezzaluna che si apre dopo il faraglione è una meravigliosa distesa di sassi variamente colorati e levigati, molti variegati da cristalli di manganese; in mezzo a questi, spiccano lucide sfere di ossidiana, la nera e lucidissima roccia vulcanica per cui Palmarola è famosa. Le prime ore del pomeriggio sono invece le migliori per godere al meglio della bellezza di Zannone, abbastanza diversa dalle altre Pontine: molto più verde e di forma massiccia, un panettone roccioso privo di cale accentuate, con coste meno frastagliate delle sue sorelle dell'arcipelago. Anche qui è d'obbligo iniziare con il periplo dell'isola in barca, cominciando il giro dal Varo, unico approdo affidabile, in condizioni di mare ben calmo e puntando verso sud.ovest, fino alle Grottelle. Passato lo Scoglio Monaco e dirigendosi verso Punta Levante si ha modo di osservare anche la particolarità geologica di Zannone, costituita soprattutto da rocce metamorfiche antichissime. Da Capo Negro al Faro affiorano poi ammassi di rocce sedimentarie, il tutto ricoperto da una fitta macchia mediterranea. Si rientra poi alla Punta del Varo, giusto in tempo per ammirare i resti archeologici di una villa romana, con annessa l'immancabile peschiera. Tornati a Ponza ci si imbarca alla volta di Ventotene, che insieme a Santo Stefano forma il gruppo delle Pontine sud-orientali. Qui a darci il benvenuto è il caratteristico porto romano.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:10
Palmarola
E' consigliabile iniziare la visita dal lato rivolto verso Ponza, in prossimità della Forcina, una grossa frattura nel rilievo montuoso dell'isola con al centro uno sperone roccioso di un bianco abbagliante, la cui forma ricorda appunto una forcina. Proseguendo verso sud, superata la zona del Carcariello, si giunge allo Scoglio Suvace, paragonato dalla fantasia popolare a una balena, che anticipa il grandioso scenario di Cala Brigantina, una profonda falesia dalle pareti di un colore che va dal bianco al grigio azzurro, che la leggenda vuole rifugio dei vascelli dei pirati. Dopo un'adeguata sosta ci si sposta verso il Faraglione di Mezzogiorno, un grosso blocco di lava scavata alla base da un grotta e il vicino scoglio detto Il Fucile, formato da due colonne laviche che fino a una trentina di anni fa erano in realtà unite a formare un arco, poi crollato in seguito a una violenta mareggiata.
Poco più a nord, l'esplorazione si conclude presso il Monte Tramontana e la Cattedrale. Sul primo si trovano diversi esemplari della rara palma nana a cui l'isola deve il suo nome, unica palma spontanea in Italia; la seconda è uno spettacolare monumento di lava solidificata, con fessure colonnari, archi e pilastri che nell'insieme fanno pensare alle architetture di una cattedrale gotica.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:11
L'ossidiana di Palmarola
L'ossidiana, vetro puro, allo stato naturale nero e lucidissimo, è perfettamente visibile sulla spiaggia che si apre dopo il faraglione di San Silverio. Questa particolare roccia vulcanica attira l'attenzione dei visitatori oggi così come migliaia di anni prima di Cristo, quando l'uomo primitivo che approdò sulla costa tirrenica ne comprese subito le innumerevoli possibilitàdi utilizzo, sfruttandola per produrre manufatti come punte di freccia, ami da pesca, raffinate lamelle, asce, coltelli e raschiatoi. L'ossidiana estratta a Palmarola veniva poi lavorata a Ponza e a Zannone, dove sono stati rinvenuti dei resti, e quindi trasportata al Circeo.
Oltre che sotto forma di biglie sulla spiaggia, questo materiale vetroso si può osservare anche sugli Scogli delle Galere che sono maculati di ossidiana, nero su ocra, con una disposizione a macchia che non si trova in nessun altro luogo del Mediterraneo.


Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:12
La macchia mediterranea di Zannone
A differenza delle altre isole dell'arcipelago, Zannone è un'isola molto verde e ricchissima di vegetazione, essendo stata risparmiata dal disboscamento massiccio subÏto dalle sue sorelle. E' ricoperta da una macchia mediterranea fitta e rigogliosa, chiamata "forteto" e costituita da lecci, alcuni vecchissimi, accompagnati da corbezzoli, rosmarino, erica, olivastri e alaterni. Il tutto forma un intreccio folto e impenetrabile che offre asilo a circa 160 specie di uccelli e ospita persino una colonia di mufloni, importati qui dalla Sardegna nel 1924. Tra l'altro, il forteto si sta gradualmente trasformando col tempo in una vera e propria foresta sempreverde, in cui i lecci la fanno da padrone; merito anche della tutela assicurata dal Parco Nazionale del Circeo, di cui l'isola è una "appendice marina" dal 1979. L'interno dell'isola è visitabile solo con visite guidate gestite dalle guardie forestali.
Oltre a circumnavigarla, è consigliabile visitarla a piedi, partendo dal Varo. Da qui inizia un sentiero che conduce a Villa Fogliano, dove risiedono le guardie del Corpo Forestale dello Stato, e alle rovine dell'antico Monastero di Santa Maria e Santo Spirito, costruito nel 1213 e abbandonato alla fine del XIII secolo. La passeggiata può continuare fino alla cima del Monte Pellegrino, che con i suoi 192 metri è il punto più alto dell'isola.



Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:12
La peschiera romana di Zannone
Vicino all'unico approdo dell'isola, la caletta di Varo, sono ancora visibili i resti di una peschiera ricavata nella roccia, dove i romani allevavano le murene, di cui erano ghiotti. L'antico murenario è formato da una vasca coperta, totalmente chiusa nel banco roccioso, a cui si accede tramite una scala scavata nella roccia, formata da nove gradini. La struttura della peschiera è abbastanza articolata, con un grande vano centrale che dà accesso, sulla parete opposta alla scala, a un'ampia nicchia rettangolare. Vi sono inoltre rientranze, nicchie più piccole e un cunicolo sulla parete sud, che costituiva l'immissario della peschiera, disposto in modo tale modo da favorire l'entrata dell'acqua e contemporaneamente evitare il naturale riflusso. Probabilmente, gli ingegnosi romani avevano predisposto anche una saracinesca per regolare al bisogno il flusso dell'acqua e impedire la fuoriuscita dei pesci.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:13
Il porto romano di Ventotene
Il porto romano di Ventotene, tappa obbligata per accedere al paese, è un vero gioiello di ingegneria marittima ed è ancora oggi, a duemila anni dalla sua costruzione, un approdo sicuro per i pescatori locali e per le imbarcazioni da diporto. Non si sa quanto tempo ci volle, né quanta gente ci lavorò, ma secondo calcoli fatti gli antichi romani lo ricavarono rimuovendo ben 60.000 metri cubi di roccia tufacea, e formando un bacino di quasi 6.800 metri quadrati, tuttora agibile e usato come luogo di alaggio per barche e come difesa dalla risacca. Da notare anche le arcate scavate nel tufo, adibite a magazzini, e le tre possenti bitte di ormeggio, anch'esse ricavate nel tufo e tuttora sfruttate per l'attracco delle navi.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:16
3° giorno

In giornata

Ventotene è un'isola alternativa, totalmente diversa dalle altre perle del Tirreno e anche dalla vicina Ponza: tranquilla, bagnata da un mare cristallino, ha un fascino particolare e offre una vacanza a stretto contatto con la natura. Il modo migliore per prendere contatto con l'isola è quello di affittare una barca e circumnavigarla lentamente, gustandosi ogni scorcio. Al rientro in porto, si parte poi alla scoperta di Ventotene via terra, del suo borgo con le casette dai colori pastello, della natura e delle numerose testimonianze storiche, iniziando dalla piccola chiesa di Santa Candida, patrona dell'isola, celebrata tra il 20 e il 21 settembre con una festa animata da una pittoresca gara di mongolfiere. La piazza della chiesa è collegata al porto romano dalla Rampa Marina, una scalinata di epoca borbonica, costruita per volontà di Ferdinando IV dall'architetto Francesco Carpi e dal maggiore Antonio Winspeare. Ai due tecnici regi si deve anche la costruzione del Castello nell'omonima piazza, oggi sede del Municipio e del Museo Archeologico, che conserva reperti di epoca romana. E a circa un chilometro da piazza Castello, sulla destra di via degli Olivi, la lunga strada che taglia in due tutta l'isola, ecco un'altra testimonianza della presenza dei Romani e del loro ingegno: la cisterna dei "carcerati", una delle due enormi cisterne che i Romani scavarono nella parte meridionale dell'isola per la raccolta delle acque piovane. L'altra cisterna, quella di Villa Stefania, distante circa 400 metri, può essere meta di un'insolita escursione notturna. Entrambe servivano a rifornire Villa Giulia, sontuosa dimora fatta costruire dall'imperatore Augusto per l'esilio della figlia. Rientrati al porto, merita un'occhiata anche la peschiera romana, proprio sotto al faro. Gli amanti della natura possono ora spingersi fuori dall'abitato, puntando verso Il Semaforo, ottimo punto per abbracciare con lo sguardo l'intera isola, ma anche per praticare il birdwatching. Se vi è rimasto ancora un po' di tempo, non perdetevi una visita all'isola di Santo Stefano, raggiungibile in dieci minuti. L'isolotto rotondo, con pareti a picco sul mare, è famoso soprattutto per il penitenziario borbonico, ormai in disuso. La bellezza del paesaggio continua anche sott'acqua, tanto che per salvaguardarne gli splendidi fondali, Santo Stefano è stata inclusa insieme a Ventotene in una riserva marina, efficace esempio di conservazione ambientale coniugata a un turismo sostenibile.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:17
Ventotene
Ventotene è la parte emersa di un antico vulcano, addormentatosi circa un milione e duecentomila anni fa dopo una serie di eruzioni.
L'esplorazione dell'isola inizia dirigendosi a nord-est, verso Cala Rossano, una piccola spiaggia di sabbia scura, che ospita anche una scuola di vela, per poi puntare verso Punta Eolo, dove il tufo è stato modellato a formare una distesa di scogli piatti e levigati, ideali per prendere il sole. Da qui si possono ammirare Le Sconciglie, un gruppo di scogli neri dalle punte aguzze, dove i sub possono effettuare una delle immersioni più belle della zona. Doppiata la punta, si inizia a costeggiare il versante ovest dell'isola, dominato da pareti scoscese a picco sul mare, fino a Parata Grande, una profonda cala ad arco, raggiungibile anche da terra e molto suggestiva al tramonto. Da Caletta Felice fino a Punta Pascone si ha poi un assaggio delle grandiose stratificazioni di lave e tufi, che si ritroveranno anche più avanti. Sui approda quindi alla Paratella, una piccola spiaggia sassosa, circondata da una parete di roccia lavica alla cui base si trovano alcune grotte scavate dal mare, per poi proseguire fino al promontorio roccioso di Punta dell'Arco, il punto più meridionale e alto dell'isola, dominato dalla nera roccia basaltica e dal blu cobalto del mare; alla base del blocco roccioso si aprono poi delle bellissime piscine naturali, raggiungibili solo via mare. Si risale quindi lungo il lato orientale fino ad arrivare alla Parata della Postina, una spiaggetta di ciottoli bianchi, e poi a Cala Battaglia, una delle spiagge più note dell'isola accessibile, con difficoltà, anche da terra. Proseguendo, si passa davanti alle Fontanelle, una zona riconoscibile per la parete di tufo dal caratteristico andamento ondulatorio, per poi concludere il giro a Cala Nave, una bella spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini, raggiungibile a piedi, delimitata da alte falesie e, verso il mare, dai due faraglioni della Nave di Terra e della Nave di Fuori.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:18
Villa Giulia
Nei pressi di Punta Eolo si può visitare ciò che resta dell'antica Villa Giulia, fatta costruire dall'imperatore Augusto come luogo di confino per la figlia, allontanata da Roma per il suo comportamento troppo disinvolto. Per la sua dissolutezza, Giulia fu condannata a lasciare la città, ma ebbe compenso una prigione dorata, una sfarzosa dimora costruita in una splendida posizione sul versante orientale dell'isola, abbellita da giardini e servita da un proprio porticciolo. E' ancora riconoscibile la successione di ninfei, piscine e stanzette affacciate sull'ampia terrazza tufacea a mezza costa, il tutto raccordato da scale e terrazze. Tutto il complesso è delimitato due spettacolari discese a mare, alla base delle quali si trovano delle vasche circolari, dove il movimento delle onde creava un piacevole idromassaggio naturale.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:19
Birdwatching a Ventotene
Ventotene è una meta ideale per i patiti del birdwatching. La sua posizione sulle rotte migratorie lungo l'asse euro-africano rende l'isola, al pari di tutte le altre Pontine, una delle zona di sosta più importanti per l'avifauna di passo, in viaggio verso l'Europa settentrionale. Non a caso, Ventotene ospita una stazione per l'inanellamento degli uccelli dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica, che svolge un'opera di controllo e salvaguarda delle varie specie. Gli studi compiuti finora hanno portato a censire oltre 190 specie, di cui sette stanziali nell'arcipelago. Dal promontorio che sovrasta l'insenatura di Parata Grande e dal Semaforo, ad esempio, si possono osservare facilmente uccelli tipici dell'ambiente marino costiero, quali gabbiani, berte, gheppi e colombacci, che si lasciano aiutare dal vento nei loro voli planati.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:19
Il penitenziario di Santo Stefano
L'isolotto di Santo Stefano è dominato dall'edificio circolare del carcere borbonico, costruito dall'architetto Francesco Carpi alla fine del 1700, per ordine di Ferdinando IV re di Napoli. Il cortile del penitenziario, a forma di ferro di cavallo, è stato progettato da Carpi secondo la teoria della visione del tutto: è infatti dominato da "l'occhio di Dio che tutto vede", una cappella esagonale posta al centro dell'ampio cerchio, da cui le guardie potevano facilmente controllare le celle che si affacciavano sul cortile. Il carcere, che ha ospitato oltre a delinquenti comuni anche personaggi illustri come l'anarchico Bresci, uccisore di Umberto I, Luigi Settembrini e l'ex presidente Sandro Pertini, ha chiuso definitivamente i battenti nel 1965 e da allora è diventato un rudere, in cui la vegetazione sta prendendo il sopravvento. Ciononostante, l'edificio conserva un suo fascino.
Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:20
Riserva marina di Ventotene e Santo Stefano
Per proteggere uno degli ambienti subacquei più straordinari d'Italia, il Comune di Ventotene ha istituito nel 1997 l'"Area Naturale Marina Protetta Isole di Ventotene e di S. Stefano", una riserva marina dove è oggi in vigore un regime di tutela delle acque molto severo. L'area protetta comprende tre zone soggette a diversi vincoli di protezione: la riserva integrale (zona A) con accesso limitato agli scopi scientifici; una riserva generale (zona B) con regole meno rigide, dove sono consentiti immersioni, transito e ancoraggio delle imbarcazioni entro i 500 m della costa, e una riserva parziale (zona C), dove sono permesse tutte le attività compatibili con la preservazione dell'ambiente ed è vietata la pesca professionale.
Grazie alla ricchezza dei suoi fondali e alla protezione garantita dalla riserva, Ventotene è oggi una meta molto ambita dai subacquei italiani. I punti di immersioni più noti sono Le Sconciglie, la Secca dell'Arco, il relitto del Santa Lucia e Secca Molara.




Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:22
Trasporti
Come arrivare

In auto
Autostrada del Sole A1 Roma-Napoli, uscita Frosinone, quindi strada statale per Terracina, oppure uscita Cassino, quindi strada provinciale per Formia. Per Anzio, strada provinciale Roma-Anzio.

In treno
Collegamenti ferroviari sulla linea Roma-Napoli, fermata a Formia, e sulla linea Roma-Anzio, fermata ad Anzio.
Per informazioni: sito delle Ferrovie dello Stato www.trenitalia.it

In aereo
Gli aeroporti più vicini sono gli scali di Roma e Napoli.

In traghetto
Ponza e Ventotene sono collegate giornalmente da aliscafi e traghetti di diverse compagnie a vari porti del Lazio (Anzio, Formia, Terracina, Fiumicino, San Felice Circeo) e a Napoli.
Per informazioni:
Caremar, tel. 199123199 tutti i giorni (festivi esclusi) dalle 9.00 alle 20.00, se si chiama da cellulare tel. 081 3172999, www.caremar.it
Vetor, Anzio: tel. 06 9845083, Formia: tel. 0771 700710 267098
Snav Aliscafi, tel. 081 4285111 4285555, www.snav.it
Fratelli Mazzella, Terracina: tel. 0773 725536, Ponza: tel. 0771 809965
Snap, Terracina: tel. 0773 790055, Ponza: tel. 0771 820092, www.snapnavigazione.it
Pontina Navigazione, S. Felice Circeo: tel. 0773 544157, www.circeoprimo.it/pontinanavigazione/pontinanavigazione.htm
Alilauro, Ponza: tel. 0771 80743


Come muoversi

In auto
In entrambe le isole non esiste un servizio di autonoleggio. Per i non residenti, la circolazione delle auto private è consentita con forti restrizioni. A Ponza dal 15/6 al 15/9 c'è il divieto di circolazione nel centro e nella zona del porto per i non residenti. A Ventotene si circola solo a piedi. Si può portare con sè la propria auto, che bisogna però lasciare in un parcheggio a pagamento per tutto il tempo del soggiorno.

In taxi
A Ponza:
Giuseppe Feola, tel. 0771 808514
Aniello Conte, tel. 338 2962966
Massimo Fonzetti, tel. 330 825953
Giulio Il Pescatore, tel. 0771 80444

A Ventotene non esiste servizio taxi.

Noleggio biciclette e scooter
A Ponza:
Giulio Il Pescatore, loc. S. Antonio, tel. 0771 80444
Pilato, loc. S. Antonio, tel. 0771 80265
Albatros, spiaggia S. Maria, tel. 360 475330
Avellino, via Cala Feola, tel. 0771808934
Cooperativa Ponza Mare, Banchina Nuova, tel. 0771 80679

A Ventotene non esiste un servizio di noleggio bici e motorini.

Noleggio barche e gite mare organizzate
A Ponza:
Cooperativa Barcaioli Ponzesi, corso Pisacane, tel. 0771 809929
Cocò, via Mamozio, tel. 0771 80573
Albatros, spiaggia S. Maria, tel. 360 475330
Sette Mari, Banchina di Fazio, tel. 0771 80653
Cooperativa Ponza Mare, Banchina Nuova, tel. 0771 80679, ponzamare@ponzamare.it, www.ponzamare.it
La Kambusa, Banchina Nuova, tel. 0771 80280

A Ventotene:
Ventotour Euro Center, via Pozzo di S. Candida 13, tel. 0771 85273 85274
Enzo e Raffaele Taliercio, tel. 340 5558857
Raffaele Taliercio, tel. 333 3427982
Luigi Musella, tel. 340 3211437

Le barche si possono noleggiare anche presso i numerosi centri di immersione presenti sull'isola:

Diving Center Coraggio, porto romano, tel. 0771 80587
Ciro Sub, porto romano, tel. 0771 85122 (anche escursioni su barche col fondo di vetro per i non subacquei)
Diving Center Hotel Villa Pinuccia, tel. 0771 85081
Diving Worl Ventotene, via Roma 13, tel. 0771 85178
Ventotene Diving Academy, porto romano tel. 0771 85094
Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:23
Dove dormire
Grand Hotel Chiaia di Luna
Ponza
Via Chiaia di Luna
Tel. 0771 80113

La Torre dei Borboni
Ponza
Via Madonna
Tel. 0771 80135

Hotel Mari
Ponza
Via Pisacane 19
Tel. 0771 80101

Casa Giulia
Ponza
Loc. Frontone
Tel. 0771 80407

Gennarino a Mare (anche ottimo ristorante)
Ponza
Via Dante 64
Tel. 0771 80071

Piccolo Hotel Luisa
Ponza
Via Chiaia di Luna
Tel. 0771 80128

Cala Battaglia
Ventotene
Via Olivi
Tel. 0771 85195

Lo Smeraldo
Ventotene
Via Olivi
Tel. 0771 85130

Mezzatorre
Ventotene
Piazza Castello
Tel. 0771 85294

Isola Bella
Ventotene
Loc. Cala Rossano
Tel. 0771 85027

Villa Pinuccia
Ventotene
Via Luigi Iacono
Tel. 0771 85081

Bed and Breakfast Osvaldo
Ventotene
Via Muraglione
Tel. 0771 85019

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:23
Dove mangiare
Acqua pazza
Ponza
Piazza Pisacane
Tel. 0771 80643
acquapazza@ponza.com

Il timone
Ponza
Via Dante
Tel. 0771 80287

Don Camillo
Ponza
Via Banchina Nuova
Tel. 0771 80458

Da Angelino
Ponza
Via Calacaparra
Tel. 0771 808908

Il tramonto
Ponza
Via Campo Inglese
Tel. 0771 808563

Le Piscine
Ponza
Via Forna Grande
Tel. 0771 808786

Miramare Da Ciro
Ponza
Via Calacaparra
Tel. 0771 808388

Da Benito
Ventotene
Via Pozzillo
Tel. 0771 85267

Zi' Amalia
Ventotene
Piazza Castello
Tel. 0771 85129

Club Ventotene
Ventotene
Spiaggia Cala Nave
Tel. 0771 85167

Grotte di Mast'Aniello
Ventotene
Via Luigi Iacono 12
Tel. 0771 85227

Afrodite
Ventotene
Piazza Chiesa
Tel. 0771 85208

Il Giardino
Ventotene
Via degli Ulivi 43
Tel. 0771 85020

L'aragosta
Ventotene
Piazza Castello 5
Tel. 0771 85315

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:26
Prodotti
Lenticchie di Ventotene

Le lenticchie di Ventotene sono un prodotto tipico dell'isola e una testimonianza delle origini contadine della popolazione locale. Caratteristiche per le loro minuscole dimensioni, chiare e resistenti, vengono coltivate dagli anziani del luogo con metodi tradizionali in microappezzamenti del ricco terreno vulcanico dell'isola, percorso dai venti salini del mare. Seminate da dicembre a marzo, a seconda che il terreno sia sabbioso o argilloso, vengono raccolte a giugno, sempre prima del sorgere del sole. Vengono poi messe a seccare al sole per essere battute sulle aie con attrezzi primordiali come il "veville", prima del tipico lancio in aria per ripulirle dalla pula. Nel mese di agosto questi deliziosi legumi, particolarmente indicati per le zuppe perché reggono bene la cottura e non tendono a sfaldarsi, vengono poi celebrati durante la caratteristica lenticchiata, che si svolge in piazza Castello.

Casatiello ponzese

Il casatiello è un tipico dolce ponzese, tradizionalmente legato alla Pasqua. Si gusta sia fuori pasto, magari con un buon vino dolce, sia a colazione, sia accompagnato da formaggio pecorino e fave fresche. Gli ingredienti di base sono farina, zucchero, lievito, strutto e aromi naturali, totalmente diversi da quelli del rustico casatiello partenopeo, preparato con salame, uova sode, ciccioli, formaggi, pepe. Una volta impastato, il casatiello deve essere fatto lievitare come il pane, altrimenti si rischia di ottenere "nu casatiello ammazzaruto", cioè un dolce mal lievitato che una volta cotto rimane compatto come un sasso. La cottura deve avvenire a calore moderato per una ventina di minuti. Il lunedì di Pasqua il casatiello è il protagonista del tradizionale pic nic dei ponzesi sulle colline dell'isola e da molti anni a Ponza si organizza in questo stesso giorno la sagra del casatiello, che richiama di anno in anno presenze sempre più numerose.

Tonno sott'olio

Un altro prodotto tipico ponzese è il tonno sott'olio. Il tonno si pesca nelle acque di Ponza da maggio a fine luglio con la pesca al pescespada e viene poi messo sott'olio, per lo più dalle famiglie dei pescatori. Di solito si utilizza il tonno di qualità Alalonga perché ha una carne molto piùchiara del tonno comune. Le donne del posto lo puliscono, lo tagliano a pezzi grossi, lo immergono in acqua bollente salata e lo fanno cuocere per almeno 3 ore. Una volta cotto, il tonno viene poi sgocciolato, spinato accuratamente e lasciato asciugare su canovacci per qualche ora. Infine viene posto in barattoli di vetro e coperto con olio extravergine d'oliva, dopodichè i barattoli vengono chiusi ermeticamente e fatti bollire per un'ora abbondante. Il tonno cosÏ preparato è destinato per lo più a un consumo famigliare, ma questa prelibatezza si può trovare anche in vendita, in piccole quantità, in alcuni negozi di alimentari.

Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:29
Specialità
Cianfotta

Una pietanza tipica isolana, semplice e saporita, a base di una nutrita schiera di ortaggi.

Ingredienti
500 g di patate, 250 g di melanzane, 250 g di peperoni, 250 g di zucchine, una cipolla, pomodorini, olio extra-vergine di oliva, aceto, sale.

Preparazione
Pulire le verdure, tagliarle a cubetti di circa 2 cm, friggerle separatamente per tipo in olio abbondante e lasciarle scolare per circa un'ora. Tagliare la cipolla a fettine sottili e farla rosolare in un tegame con un filo d'olio, aggiungere i pomodorini e il sale, bagnare con qualche goccia d'aceto e coprire facendo bollire il tutto lentamente per 10 minuti. Infine, aggiungere le verdure facendole insaporire nel sughetto con qualche foglia di basilico e servire un po' tiepida.

Tempo
Un'ora

Difficoltà
Bassa

Spaghetti con il fellone

Primo piatto di mare molto apprezzato, a base di granceola, che in gergo dialettale viene chiamata fellone (o rancio fellone).

Ingredienti
480 g di spaghetti, un fellone (granceola) femmina, 400 g di pomodorini, due spicchi d'aglio, olio extravergine d'oliva, prezzemolo, peperoncino a discrezione del proprio palato.

Preparazione
Immergere il fellone in acqua bollente disponendolo con le chele verso l'alto. Dopo circa 20 minuti estrarlo dall'acqua e con grande accuratezza asportare e conservare in una terrina tutta la polpa e il brodetto che si trova nel guscio. A parte soffriggere in un tegame olio e aglio. Appena imbiondito l'aglio, aggiungere le chele precedentemente staccate dal guscio e una spolverata di prezzemolo. Dopo circa un minuto aggiungere i pomodorini tagliati a metà e tutta la polpa e il brodetto ricavati dal guscio. Coprire e lasciar bollire per pochi minuti. A parte, in una pentola con acqua bollente e salata, immergere gli spaghetti che una volta cotti e scolati verranno conditi con il sughetto, il prezzemolo tagliato grossolanamente e qualche cucchiaio di olio extravergine. Infine, disporre gli spaghetti in un piatto di portata e cospargere la sommità col sugo, contornarlo con le chele e adagiarvi sopra il guscio.

Tempo
Fino a mezz'ora

Difficoltà
Media

Zuppa di lenticchie

E' la ricetta isolana per eccellenza, un rito che ogni ospite di Ventotene non può non rispettare.

Ingredienti
300 g di lenticchie, 200 g di patate, 100 g di pomodorini, due spicchi d'aglio, olio extravergine d'oliva, basilico e prezzemolo, sale.

Preparazione
Lavare le lenticchie e metterle in un tegame con acqua fredda. Pelare le patate, tagliarle a cubetti e aggiungerle alle lenticchie. Lessare il tutto. In un padellino, mettere quattro cucchiai d'olio extravergine d'oliva e l'aglio affettato; prima che l'aglio imbiondisca unire i pomodorini precedentemente lavati e tagliati in quattro, far sobbollire per qualche minuto e allontanare dal fuoco. Quasi a cottura ultimata delle lenticchie unire il fondo di pomodorini e aglio, aggiungere il sale. Se lenticchie utilizzate sono quelle di Ventotene, saranno cotte prima che le patate si siano disfatte. A fine cottura aggiungere un battuto grossolano di prezzemolo e basilico, qualche filo d'olio extravergine e servire la zuppa in tegame di terracotta, accompagnata con bruschette profumate all'aglio.

Tempo
Un'ora

Difficoltà
Bassa


Rhal
00giovedì 23 giugno 2005 11:32
Vini
Vino di Bianca

Un vino bianco prodotto con le uve coltivate sui terrazzamenti di Ponza, una delle rare produzioni vitivinocole dell'isola. Una vera raffinatezza, da sorseggiare insieme ai piatti di pesce del Tirreno.

Uva
Roussane, Marsane, Sauvignon, Chardonnay, Biancolella, Malvasia

Colore
giallo paglierino, con riflessi verdognoli

Sapore
secco pieno, che ricorda leggere sfumature aromatiche

Gradazione
11,5°

Temperatura
10-12°

Abbinamento
antipasti, primi e secondi piatti a base di pesce

Moscato di Terracina passito

La leggenda narra che la maga Circe inebriò Ulisse proprio con il profumo di questo vino amabile, prodotto con le uve Moscato di Terracina. E' proprio il bouquet aromatico la sua principale peculiarità.

Uva
Moscato di Terracina (100%)

Colore
giallo oro brillante con riflessi ambrati

Sapore
dolce e vellutato, pieno, di buona struttura, armonico e molto persistente

Gradazione
14°

Temperatura
12-14°

Abbinamento
vino principe da dessert e meditazione, si accompagna a tutti i piatti dolci di una certa rilevanza, ma anche a formaggi stagionati, erborinati e patè di foie gras

Cesanese del Piglio Doc

E' l'unica Doc della provincia di Frosinone, ed è un vino tradizionalmente secco. Esistono però anche le varianti Spumante naturale e Frizzante naturale. Si produce con molto anticipo rispetto agli altri vini, ed è una sorta di "antenato" dei vini novelli.

Uva
Cesanese comune e/o Cesanese d'Affile (minimo 90%) con eventuale piccola aggiunta di Sangiovese, Montepulciano, Barbera, Trebbiano toscano, Bombino bianco

Colore
rosso rubino, che tende al granato con l'invecchiamento

Sapore
asciutto, morbido, leggermente amarognolo

Gradazione
12°

Temperatura
16-18°

Abbinamento
pecorino romano, coppiette, salsiccia di Monte S. Biagio, gnocchi alla romana, bucatini all'amatriciana, pasta alla carbonara, pajata, coda alla vaccinara, fettuccine ciociare, stufatino, saltimbocca, abbacchio, capretto e castrato, ciambelle, crostata di visciole


Rhal
00venerdì 24 giugno 2005 11:51
Carta geografica di Ponza

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