Washington si dibatte nel Golfo.

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cane...sciolto
00giovedì 13 aprile 2006 21:52
Washington dibatte le incognite di una sovraestensione nel Golfo.

Recentemente Paul Bremer, il responsabile civile dell'occupazione americana in Irak nel periodo che va dal maggio 2003 al giugno 2004, ha descritto la sua esperienza nel libro "My year in Iraq: the struggle to build a future of hope". Afferma che di fronte all'imprevista guerriglia chiese al governo Bush due divisioni in più, ma esse non gli furono concesse. In un' intervista alla NBC del 9 gennaio 2006, precisa che nel maggio del 2003 scrisse al ministro della Difesa Donald Rumsfeld chiedendo 500.000 soldati americani, contro i 142.000 presenti sul terreno nel periodo.

Critiche conservatrici a Rumsfeld.
Perchè difronte al prevedibile caos post-bellico gli USA non hanno inviato un numero di truppe superiori, come tra l'altro l'esperienza non solo del Kosovo e della Bosnia, ma anche del nord Irlanda indicava? Negli Usa è in corso un dibattito sulle cause delle difficoltà americane in Irak.
Le critiche più dure alla politica militare dell'amministrazione Bush provengono non dai liberal ma dai conservatori che scrivono su "American Conservative", rivista fondata nel 2002. Conservatore tradizionalista è Andrew J. Bacevich: colonnello dell'Army con una lunga esperienza militare, laureatosi a West Point nel 1969, ha partecipato alla guerra del Vietnam e oggi, dopo essersi ritirato dall'Army nei primi anni 90, è professore di relazioni internazionali all'università di Boston. Per Bacevich la guerra dell'Irak ha evidenziato che "i margini della supremazia americana sono inferiori a quanto pubblicizzato" perchè, se gli Usa sono indubbiamente la più potente forza militare del mondo nell'aria e nel mare, "non hanno una forza adeguata nell'Army e nei Marines" e la "palude dell'Irak ha portato le forze americane alla sovraestensione"( American Conservative 19 luglio 2004.)

Dissuasione e forza soverchiante.
Un altro critico di Rumsfeld è James Kurth, ex ufficiale della Marina, professore di strategia navale alla US Naval War College e di scienze politiche allo Swarthmore College, un'università di Filadelfia, in Pennsylvania, fondata nel 1846 dalla setta religiosa dei Quaccheri. James Kurth scrive che la guerra dell'Irak è una radicale deviazione del tradizionale modo americano di usare una massa soverchiante "non solo per sconfiggere il nemico, ma per dissuaderlo anche dopo la guerra" (American Conservative 15 marzo 2004). Per Kurth, il ministro Rumsfeld sin dalla sua entrata in carica ha lavorato vigorosamente per rovesciare il modo classico americano di combattere, espressione della "dottrina Powell", per ridurre il ruolo delle grandi divisioni dell'Army e incrementare quelle delle piccole unità aviotrasportate. La guerra dell'Irak sarebbe stata l'occasione di Rumsfeld per imporre la sua politica ai militari, ma "l'occupazione ha creato per la prima volta dal Vietnam i problemi che il progetto di trasformazione militare di Rumsfeld avrebbe dovuto risolvere". Cioè non ha risolto i problemi della guerriglia, o delle guerre asimmetriche. Inoltre, sostiene Kurth, gli USA avevano già dei Marines lo strumento per combattere le guerre asimmetriche leggere, per cui la trasformazione dell'Army da forza pesante in forza leggera non solo è superflua ma rischia di mettere in crisi uno strumento adeguato, nel caso di necessità, per combattere guerre convenzionali tradizionali contro avversari alla pari.

Insufficienza militare USA.
C'è però un'altra possibile risposta sul perchè la richiesta di Bremer di 500.000 soldati sia stata respinta, ed essa è che gli USA non avevano la disponibilità di un tale numero di "stivali sul terreno". In tasl caso la politica di Rumsfeld potrebbe essere intesa come un adeguamento alle effettive capacità militari americane. E' tendenza generale del capitalismo l'aumento del capitale fisso e la meccanizzazione del lavoro. Storicamente negli USA, a causa della scarsità di popolazione rispetto alle dimensioni continentali, questa tendenza è stata più accentuata che in Europa, almeno sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Sul piano militare la spinta più forte del capitalismo americano alla meccanizzazione e la riluttanza, sino alla guerra fredda, ad avere un consistente esercito permanente, si sono riflesse nel XX secolo in una debolezza della fanteria rispetto all'aviazione e alla marina, per loro natura più meccanizzate. L'affidamento alle soluzioni tecnologiche è nella natura del capitalismo americano e delle sue forze armate, ed è anche divenuto un tratto peculiare della sua psicologia sociale. La tendenza a risparmiare uomini in confronto ai mezzi si è rafforzata dopo la caduta del muro di Berlino. Con la fine della guerra fredda le forze militari attive USA sono state ridotte da 2.174.100 nel 1987 a 1.378.300 nel 2001, per poi salire leggermente a 1.389.800 dopo l'11 settembre (tabella 1). Gli "stivali sul terreno", cioè l'Army e i Marines, sono scesi da 980.300 nel 1987 a 655.000 nel 2004.

La rotazione delle truppe.
Secondo alcune valutazioni di esperti militari, un'occupazione dell'Irak per 4 o 5 anni, con 65.000 soldati attivi regolari e 35.000 della Riserva e della Guardia Nazionale, richiede una base di rotazione di 260.000 soldati attivi dell'Army e dei Marines (ciclo di rotazione 1 su 4, cioè un anno in zona di guerra su quattro di servizio) e 315.000 soldati "part-time" della Riserva e della Guardia Nazionale (ciclo di rotazione 1 su 9, pari a 4 mesi in zona di guerra su 3 anni di servizio). I turni di rotazione della Guardia Nazionale sono più dilatati perchè essa ha come ruolo prioritario la sicurezza interna (difesa dei confini e forza anti sommossa). In base a questi rapporti, una forza di occupazione americana di 160.000 uomini, come è quella attuale, richiede una base di rotazione di 920.000 uomini, il 63% degli attuali 1.467.000 soldati, comprese la Riserva e la Guardia Nazionale. L'occupazione dell'Irak impiega perciò i due terzi della forza di terra statunitense: ciò esclude di fatto, che gli attuali cicli di rotazione e senza la coscrizione obbligatoria, una strategia 2MTW (due maggiori guerre di teatro), cioè la possibilità di aprire un secondo importante teatro di guerra che richiede truppe di guerra. Non esclude però un attacco aeronavale.

Ilimiti della superiorità tecnologica.
In Irak è caduto il mito che le armi di precisione e l'elettronica rendano possibile una guerra a "morti zero". Lo stesso presidente Bush ha dichiarato che gli irakeni morti durante la guerra sono stati 30.000, su una popolazione di 26 milioni di abitanti. Secondo fonti del ministero degli Interni irakeno, nel 2005 gli irakeni morti per la guerra sono stati oltre 7.000: 1.225 poliziotti, 475 soldati, 4.021 civili e 1.709 insorti (Associated Press, 4 gennaio). I soldati americani morti nel 2005 sono stati 844, cioè 1 ogni 2 guerriglieri uccisi. E' un numero che indica che nel suo ruolo di polizia garante dell'ordine, e di forza anti-guerriglia, la superiorità tecnologica della forza militare americana si ridimensiona in modo considerevole. Siamo lontani dal rapporto 1 a 100 a favore degli USA nelle prime tre settimane di guerra campale del 2003. Se dall'aria, dal mare e dallo scontro di carri armati si passa al pattugliamento delle strade di Baghdad, o all'assedio di Falluja, la guerra perde il suo carattere di "modernità" tecnologica, e torna all'antico conflitto uomo-uomo, nel quale il vantaggio tecnologico si riduce. La bassa disponibilità di "stivali sul terreno" è anche il risultato della sofisticazione dell'organizzazione militare USA. nel 1997 il 61% dei dipendenti del Dipartimento della Difesa erano addetti alle infrastrutture, alla logistica, ai servizi (Philippe Richardot, "Les Etats-Unis hyper puissance militaire", 2005).

Il fardello logistico.
La conferma dei limiti della forza di terra statunitense viene dal bipartitico Congressional Budget Office, secondo il quale gli USA non possono dislocare in Irak più di 123.000 soldati per un lungo pèeriodo. Dalla (tabella 2) osserviamo che in seguito al ridimensionamento delle forze armate dopo la fine della guerra fredda, il personale militare impiegato in operazioni di guerra è tornato alla stessa percentuale del Vietnam, circa il 15%. La guerra dell'Irak uinvece che affermare la supremazia militare statunitense, ha rapidamente fatto emergere i suoi limiti. E' vero che non si tratta di limiti assoluti, nel senso che essi dipendono dall'attuale dispositivo bellico e dal grado odierno di mobilitazione: altra cosa è una guerra mondiale imperialistica, in cui tutto il potenziale economico, umano e militare viene impiegato. Ed è anche vero che un bilancio definitivo è prematuro: sul piano strategico, gli USA comunque attestano una presenza di lungo periodo nell'area del Golfo. La sovraestensione dunque è relativa, ma è sufficiente a mettere in tensione le correnti americane.

Di F.P. da: "Lotta Comunista" febbraio 2006

Forze militari USA.
tabella 1 (migliaia).......................1987....................2001...................2004
......................................................................................................................................................................

Personale militare attivo.

Army (esercito).........................780,8....................480,0...................480,0
Navy(marina).............................586,8....................371,3...................375,5
Marine Corps............................199,5.....................172,6...................175,0
Air Force (aviazione)..................607,0.....................354,4...................359,3

Totale personale attivo...........2.174,1......................1.378,3................1.389,8

Riserva e Guardia Nazionale
Army National Guard...............451,9.......................350,0..................367,0
Army Reserve.........................313,6.......................205,3..................346,7
Naval Reserve.........................148,1.........................89,6..................151,1
Marine Corps Reserve...............42,3.........................39,2....................99,2
Air National Guard...................114,6.......................106,7..................110,2
Air Force Reserve......................80,4........................73,9..................208,9

Totale Riserva e Guardia
Nazionale...........................1.150,9.........................864,7..................1.283,1

Totale.................................3.325,0.........................2.243,0.................2.672,9
Fonte: Philippe Richardot, "Les Etats-Unis hyperpuissance militaire", 2005

Tabella 2................................1966-71...............1990-91.....................1992-95................2003-04

Personale militare attivo...........3milioni...............2.050.000...................1.660.000.............1.426.000
Personale oltremare.................1milione................555.000......................246.800................383.000
dei quali in Irak..................................................................................................................149.000
dei quali in Afghanistan.........................................................................................................12.500
Personale in operazioni militari ....15,0%...................7,3%...........................1,7%.....................14,0%

Fonte: "Project on defense alternatives" 2004
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