WWF MAPPA MONDIALE DEGLI UCCELLI MINACCIATI

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psitta
00mercoledì 15 novembre 2006 19:24
CLIMA: WWF; MAPPA MONDIALE DEGLI UCCELLI MINACCIATI / SCHEDA
(ANSA) - ROMA, 14 nov - Questi gli uccelli a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici, in base a uno studio effettuato dal Wwf internazionale: AFRICA - l'Aquila rapace e' un uccello predatore tipico delle savane aride che vive in Africa e in Asia. Il destino di questa specie e' fortemente legato al previsto crollo delle precipitazioni dovuto ai cambiamenti climatici, soprattutto nel suo habitat africano, come verificato in uno studio nel deserto del Kalahari. Bastano poche variazioni nella media annuale delle piogge per rendere inospitali gli habitat dell'Aquila rapace. AFRICA/EUROPA Upupa. L'Africa e' un territorio strategico per molte specie migratorie che trascorrono in questo continente i mesi invernali: le gravi siccita' per il crollo delle precipitazioni sta minacciando specie come l'Upupa. E' un uccello comune anche da noi, dal lungo becco ricurvo, grande migratore. Dopo aver trascorso l'inverno in Africa, attraversa il deserto del Sahara per tornare in Europa e in Asia per nidificare. Le ricerche dimostrano che le condizioni della popolazione africana, analizzando i suoi quartieri invernali, sono peggiorate. AFRICA Faraona vulterina, e' la specie piu' rappresentativa del genere faraona e vive nell'Africa nord-orientale. L'Africa diventera' sempre piu' arida per colpa dei cambiamenti climatici e le aree semi-aride della regione nord-orientale si ridurranno cospicuamente. Questo animale si nutre di insetti, semi e frutta e deve il suo nome al fatto che ha una testa priva di penne rendendola simile agli avvoltoi. EUROPA Uria comune. Un crollo senza precedenti della popolazione si e' avuto anche in una specie tipica del nord Europa. Il 2004 e' stato l'anno nero, legato al collasso dei pesci di cui si nutre, conseguenza del riscaldamento dei mari. NORD AMERICA Pulcinella dai ciuffi. Anche il coloratissimo e' particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti del clima sulla pescosita' dei mari: tra il 1975 e il 2002, quasi 30 anni di caldo inusuale che si sono succedute in Canada, hanno provocato il crollo delle nascite nella popolazione di questa regione. Anche negli anni successivi quasi nessun pulcino e' riuscito a involarsi come conseguenza del successivo riscaldamento delle acque marine. SUD AMERICA Pinguino delle Galapagos. Dal Santuario naturale delle Isole Galapagos arriva un altro campanello d'allarme': questo animale e' particolarmente vulnerabile agli effetti del Niño sulla produttivita' della catena alimentare marina, non riesce infatti a nutrirsi sufficientemente. Il ritmo e l'intensita' sempre maggiori del Niño sta mettendo a serio rischio questa popolazione che dal 1970 ad oggi si e' dimezzata. ASIA Gru siberiana. Tra gli habitat che si stanno riducendo piu' rapidamente vi e' la tundra, paradiso delle Gru, specie di cui restano solo 3.000 individui in tutto il mondo e che sta rischiando di scomparire sia per la progressiva riduzione della tundra nelle aree di nidificazione dell'Artico russo e siberiano, sia per la rarefazione delle piogge alternato a eventi estremi che stanno verificandosi nell'area del fiume Yangtze, in Cina. AUSTRALIA Cacatua nero magnifico. In Australia si ridurra' fino al 2% se saranno confermate le previsioni di aumento di 3 gradi e la riduzione del 10% di piovosita'. Gia' nella parte nord-occidentale di questo continente almeno tre quarti delle specie di uccelli puo' scomparire se la temperatura globale superera' il livello di guardia di 2 gradi. ANTARTIDE Pinguino imperatore. L'Antartico ospita questo animale, una specie che e' riuscita nel tempo ad adattarsi perfettamente ai ghiacci del sud del pianeta. Ma si e' rilevato un anomalo prolungamento del periodo caldo e un assottigliamento dei ghiacci cosi' come una riduzione del krill, nutrimento indispensabile per questi animali, ormai considerati specie vulnerabile. AFRICA/EUROPA Balia nera. Alcune popolazioni di uccelli specializzati nel catturare insetti, come pigliamosche e balie, passeriformi insettivori, stanno crollando fino al 90% della popolazione a causa di uno sfasamento tra il loro ritorno dalle aree di svernamento in Africa ed il picco di riproduzione degli insetti sempre piu' anticipato a causa delle primavere precoci. (ANSA). GER
14/11/2006 10:57


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psitta
00venerdì 17 novembre 2006 08:55
«Il giunco è appassito sul lago

e nessun uccello canta più»

John Keats, La Belle Dame Sans Merci

Il WWF ha presentato in questi giorni a Nairobi il documento Bird Species and Climate Change: The Global Status Report, che analizza l'impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni di uccelli del nostro pianeta.

Gli uccelli sono molto sensibili alle variazioni climatiche, dal momento che già ora hanno anticipato in media di circa una settimana il periodo di deposizione delle uova, a causa dell'inizio anticipato della primavera.

Durante la storia del nostro pianeta gli uccelli, come tutte le altre specie viventi, si sono sempre adattati ai mutamenti climatici perchè questi in genere erano abbastanza lenti, dal momento che evoluzione procede per lente mutazioni casuali e non è "programmata".
Se i fattori climatici variano troppo in fretta, le specie si possono trovare impreparate (se non ci sono mutazioni vantaggiose a portata di mano) e quindi potrebbero soffrirne fino all' estinzione (qualcosa di simile deve essere accaduto con i dinosauri).

Secondo il rapporto, con una velocità di riscaldamento del pianeta di 1 °C per secolo, solo il 50% delle specie potrebbero adattarsi. Poichè per il prossimo futuro si prevede un riscaldamento almeno di 0,2 °C per decennio (cioè 2 °C al secolo) la situazione potrebbe diventare davvero nera.




Il grafico qui a sopra (adattato dall'originale a p. 14 del rapporto WWF) mostra le tristi previsioni per 55 specie di uccelli australiani. All'aumentare della temperatura dovremmo assistere ad un vero e proprio "avicidio": con 2°C di aumento (che le ONG considerano un po' la linea del Piave da non superare) la sopravvivenza si situa tra il 20% e il 60% per la maggior parte delle specie.


Gli uccelli di collina e di montagna sono quelli che soffriranno di più, dal momento che vedranno restringersi maggiormente il loro habitat e avranno ben pochi luoghi "più in alto" in cui migrare ...

Il grafico qui a destra (adattato dall'originale a p. 32) riguarda invece le anatre del nordamerica. L'aumento di temperatura farà prosciugare molti degli stagni in cui abitualmente vivono, togliendo loro l'acqua "da sotto le zampe". La scomparsa delle anatre potrebbe avvenire con un aumento di 4 °C (cerchi pieni), che si potrebbero però ridurre a 2,5 nel caso in cui le precipitazioni si riducessero anche solo del 10%. Un aumento delle piogge potrebbe migliorare solo lievemente la situazione.

Rachel Carson nel 1962 inaugurò il movimento ambientalista in America scrivendo "Primavera silenziosa" (sua è la citazione di Keats all'inizio della pagina); dopo più di quarant'anni questi studi le danno aihmè ragione oltre quanto lei stessa potesse imamginare



N.d.R Brutte previsioni che fanno riflettere su cosa ci si potrà aspettare in futuro, ma almeno in questo caso, le catture di uccelli dal loro habitat naturale non sono menzionate come causa di declino.
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