Vorei che ripartissimo da qui...

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Paolo C.
00venerdì 23 aprile 2004 22:10
Mi trovo sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda di questo tuo intervento, e lo ripropongo qui, se non ti dispiace, perché vorrei che lo tenessimo presente:

Rifletto su questo: ci stiamo abituando a considerare l'espansione possibile del nostro Io su altre dimensioni, o l'espansione di una parte sconosciuta di noi altrove, ma sempre tenendo presente il nostro Io, cioè quella parte cosciente e strutturata di noi che ha la percezione di iniziare in un certo momento, di proseguire, fare esperienze, e continuare.
Penso invece che, se davvero vogliamo avvicinarci alla realtà di quello che accade, sia necessario cominciare a immaginare che noi siamo Spiriti che fanno esperienza. Ora, a me sembra che la vera essenza e realtà di questo Spirito sia del tutto inafferrabile, perché è qualcosa che deriva in linea diretta dal Grande Assoluto, Ciò Che E', l'Eterno.
E' una cosa fondamentale arrendersi di fronte a questo mistero enorme. Ognuno di noi potrebbe improvvissamente essere volto a fare esperienze impensabili, anche da abisso umano, eppure sarebbe sempre la stessa essenza di Spirito che sta svolgendo un suo programma, di cui la nostra parte fisica fa esperienza come semplice strumento di conoscenza.
Ora, chi mai fra noi potrebbe mettere la mano sul fuoco rispetto a come sia fatto questo Cosmo. C'è chi parla di dimensioni, terza, quarta, quinta, ventunesima, come se fossero le taglie delle canottiere, ma che sciocchezza. Non ne sappiamo proprio niente, invece. Sappiamo che certi lavori, come l'analisi junghiana ben condotta, meditazioni, lavoro sui sogni, e una bella cucchiaiata di fortuna, possono condurre le persone a percepire realtà differenti, non ordinarie, ma il vero scopo è quello di portarle a chiedersi perché, non di trovare spiegazioni.
A volte leggo i vostri interventi. A nessuno si può togliere il diritto di sapere, o di credere di sapere, come gli vadano le cose, e penso che l'opera di riordinare la propria vita e le sensazioni sia comunque da fare, un'opera molto importante. Eppure, anche dove le spiegazioni sono già tutte in fila, io "sento" che manca un aspetto essenziale.
Siamo una razza troppo poco abituata ad avere a che fare con la nostra vera natura perché tutte le cose che ci diciamo qui, e che raccontate anche voi, possano essere veramente prese per quello che sembrano.
Sono i nostri spiriti, eterni, che vogliono tornare a Casa, e che per tornare a Casa hanno deciso di scoprire com'è la "storia" in cui sono immersi.
Io non so se sono riuscita a toccare qull'angolino di voi in grado di mandare nel dubbio tutto quello che avete detto fin qui, ma proprio per questo in grado di restituirvi una visione moltissimo più ampia.
Sapete, qualcuno insiste nel dire che in questo forum non si parla di IR4.
Io parlo di quello che capita. E penso che gli IR4 siano una frangia di un fenomeno molto più vasto.
E son contenta che sia così. Giulia


grazie, Giulia.
Marusia
00domenica 25 aprile 2004 12:01
Sono daccordo..ogni giorno le "esperienze"che ci accadono servono a ricostruire , come un puzzle , la nostra vita e la sua motivazione, il fine essenziale..anche di tanta sofferenza che ogni giorno dobbiamo mandare giù.Per noi che ricerchiamo è come se le cose ci venissero incontro, come se delle porte si aprissero appena e ci lasciassero intravedere in noi e quindi nell'eternità..perchè è dal nostro interno che tutto parte.Che bella l'espressione"desiderio di tornare a casa", quante volte ci accade di essere stanchi della materia..delle sue convezioni, della superficialità..delle cose orribili e malefiche innanzi alle quali il nostro spirito innoridisce.Avete mai provato la sensazione che si prova in sogno a volare, a lasciarsi andare..farsi trasportare dal vento? Bhè quando provo quella sensazione sento di essere davvero nella mia dimensione naturale e reale, non questa prigione materiale dove siamo costretti,pur di fare esperienza.[SM=g27970]
Danusia
00lunedì 26 aprile 2004 10:24
Le dimensioni sono nomi convenzionali per definire qualcosa di inafferrabile, qualcosa che comporta immensamente di più della definizione tecnico/fisica, comporta una "serie di sensazioni", più vere e profonde di quelle che proviamo nel mondo fisico.

Anche se dobbiamo comunicare fra noi con questi nomi riduttivi, poichè nel vocabolario non possono esistere termini che rendano fino in fondo le emozioni collegate alle nostra esperienze, noto con enrome piacere che ci capiamo ...forse più che con i nomi, con l'istinto che accomuna persone che hanno avuto simili esperienze.

I nomi sono i nostri strumenti, primordiali, con cui facciamo tentativi di ricerca probabilmente ridicoli a chi ci osserva, ma per noi importanti.

Ho l'impressione che non siamo noi che cerchiamo l'altra realtà ma è l'altra realtà che ci chiama quando "è necessario che sia così".
O forse è un avvicinarsi vicendevole (con questa frase schivo i dubbi di sorta sul libero arbitrio).

Per sentirmi più serena voglio credere a Ben, che ci dice che - dietro le quinte, oltre il Maya, siamo stati noi stessi ad aver concesso il nostro corpo fisico per gli esperimenti di queste creature che la notte ci lasciano strane cicatrici (fisiche e non solo).

Se vogliamo andare avanti dobbiamo avere fiducia che l'inafferrabile si possa afferrare, sennò è tutto un discorso vuoto.
Certo sgomberando il campo dalle "certezze", e provando a fare di ogni risposta un altra domanda.





sintax
00lunedì 26 aprile 2004 10:40

Sono i nostri spiriti, eterni, che vogliono tornare a Casa, e che per tornare a Casa hanno deciso di scoprire com'è la "storia" in cui sono immersi.



SI, Giulia.
NOn esiste altra via per ritornare a CASA.

baci



Marusia
00lunedì 26 aprile 2004 14:53
L'unica via per tornare felici a casa è Lamore..quando ci entrerà davvero nel "DNA"..allora avremo risolto tutto.[SM=g27959]
sintax
00lunedì 26 aprile 2004 16:49
Senza dubbio l'Amore e' fondamentale.
Ma mica basta solo quello.
Ci sono tanti tasselli da mettere insieme, e memorie e conoscenze sopite da recuperare.
E non c'e' altro modo che seguirle una ad una, un po come le mollichine di pane di Pollicino (se oltre all' Amore e al desiderio di rivedere la sua famiglia, non avesse sparso quelle mollichine, non ci sarebbe arrivato mai a casa).

bacioni
Danusia
00martedì 27 aprile 2004 10:23
Sintax, hai espresso quello che era anche il mio pensiero !!! [SM=g27965]

Noi siamo ...cercatori di mollichine ....

Baci e ciao
dany
Giulia d'Ambrosio
00martedì 27 aprile 2004 11:34
Re:

Scritto da: Marusia 26/04/2004 14.53
L'unica via per tornare felici a casa è Lamore..quando ci entrerà davvero nel "DNA"..allora avremo risolto tutto.[SM=g27959]



Non potrà mai entrare nel DNA, almeno credo, dato che si tratta della Forza che tiene unito questo Cosmo, Forza che richiede uno sforzo cosciente per essere percepita. Lo "sforzo cosciente" è probabilmente il vero scopo dell'esistenza, così come la conosciamo, a cui sono irrimediabilmente sottoposti anche tutti gli esserini che ci girano attorno.
Penso che, una volta che realmente si sia stati toccati in ogni molecola, cambi anche la nostra eventuale, ulteriore destinazione, ammesso che il processo non abbia invece fine lì -- cosa che ritengo altamente probabile. Giulia
Giulia d'Ambrosio
00martedì 27 aprile 2004 11:35
Re:

Scritto da: Danusia 27/04/2004 10.23
cercatori di mollichine ....



Bellissimo nome per questo gruppo! Giulia
uruduccio
00martedì 4 maggio 2004 23:21
noi, scusate ma non parlo di IR4 :|
gli zò è dell' amazzonia dicono:

«MOLTO, MOLTISSIMO tempo fa, tutti gli esseri erano Uguali
a noi. Pantere, scimmie, porco di foresta; tutti eravamo gente
Questa prima umanità fu distrutta prima da una grande cascata
di fuoco caduta dal cielo, poi da un enorme diluvio che coprì
tutta la superficie della terra.
Nipuhan, colui che creò tutte le cose, trovò la soluzione per ricostruirci,
a partire dalle molte ossa che restarono sparpagliate.
legò ogni osso, uno per uno, in ogni parte. Ci fece piccoli; facemmo
molti figli, eravamo molti, giorno dopo giorno eravamo
sempre più numerosi. Nipuhan mostrò ai primi di Noi come fare
l'ornamento "mber'pòt". Ci disse che l'avremmo usato per esser
noi stessi, differenti dagli altri popoli che stavano nascendo.
Nipuhan poi partì in direzione Sud, non lo vedemmo mai,sapevamo di lui.
Quando il Kirahi (l'uomo bianco, nota di duccio) arrivò, venendo dal Sud
pensavamo che sapesse di Nipuhan. Oggi sappiamo che il Kirahi
anche lui non sa dove egli si trovi
».

buonanotte a tutti i kirahi del forum e quelli di passaggio.
duccio
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