Visioni (Spot Billo x ED)

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the 619
00domenica 25 giugno 2006 23:13
Italia, Milano 20/06/06

Tunc….tunc….tucn….tunc

Il rumore delle gocce di pioggia sull’asfalto era metodico e penetrante. La giornata era cupa e il sole veniva oscurato dai grossi nuvolosi grigi che rendevano il cielo inquietante e,per certi versi,apocalittico. La casa di Billo era illuminata da una forte luce proveniente dal lampadario posto al centro del salone. Meggie,la figlia, era distesa sul suo letto sotto le coperte. Aveva sempre odiato i temporali e ne aveva un grosso terrore. Billo era tormentato da molti pensieri. Continuava ad armeggiare con degli attrezzi da palestra abbozzando un allenamento. Ad un tratto sua figlia lo chiamò.

Meggie: papà…papà
Billo: che c’è tesoro???
Meggie: non riesco ad addormentarmi
Billo: beh lo sai che devi fare il tuo riposino…
Meggie: si lo so…però ho paura….mi racconti una favola???
Billo: una favola??? Beh lo sai che non sono bravo ad inventare storie…
Meggie: ti prego papà…
Billo: Ok…ma solo dieci minuti

Billo Iniziò nel suo racconto…

Billo: In un Castello sperduto della Norvegia viveva una fanciulla bellissima con dei lunghi capelli biondi, di nome Clarissa. Il padre era un avido imprenditore che mirava a far sposare Clarissa con il figlio di un principe locale, Zatarra, un uomo rozzo e scorbutico ma con molti soldi. Ma lei amava, un altro un giovane artigiano,abilissimo con l’arco,figlio di contadini. Il suo nome era Billo,un giovane di rara bellezza e dolcezza che Clarissa aveva conosciuto durante una sua fuga in paese. I due si frequentavano di nascosto a causa del padre che, naturalmente,contrastava il loro amore. I due decisero così di fuggire in Svezia con una barca durante una stellata notte di primavera. Il giorno dopo il padre della fanciulla scoprì la fuga e,infuriato,andò da Zatarra, il principe promesso in sposa a Clarissa. Egli saputa la notizia escogitò un piano e pa…

Non finì il racconto perché Meggie si addormentò. Billo spense la luce rimboccandole le coperte. Tornò in salone…ma qualcosa nella sua testa lo rendeva teso e profondamente preoccupato. Iniziò a camminare nervosamente per la casa senza darci pace. Ad un tratto iniziò a parlare

Billo: ma cosa sto diventando??? Chi sono veramente??? Raccontare favole non è da me!! CHE MI STA SUCCEDENDO???

Iniziò a camminare sempre più nervosamente

Billo: io sono sempre stato un ragazzo che ha vissuto la sua vita appesa ad un filo, sempre al limite della legalità…ed ora mi ritrovo chiuso in casa a raccontare favole ad una mocciosa!

Lo sguardo di Billo divenne vitreo e pallido. In tutti quegli anni, non aveva mai provato un così ostile sentimento nei confronti della figlia. Sembrava aver visto un fantasma. Si rimise a sedere. Il respiro divenne affannoso ed irregolare. Ad un tratto sentì un rumore….un rumore strano come una campanella.

Vide una luce sul tavolo.

Il suo portatile era illuminato. Billo indietreggiò di qualche passo. Il computer era spento in quel momento ma qualcosa lo aveva illuminato. Tirò su lo schermo…

Vide una finestra aperta. Uno sfondo bianco e in cima delle scritte:

: The Truth..

: Wait You..

: In the place..

: Of your Infancy


Billo visibilmente stupito ci penso su. Poi senza esitazione aprì la porta ed uscì senza neanche prendere un cappotto. Scese velocemente le scale del suo condominio ed uscì affannato in strada. La città era estremamente frenetica, riempita di persone con sciarpa e cappotto che vagavano senza meta. Ad un tratto un lampo squarciò il cielo e Billo sobbalzò voltandosi di scatto e attirando l’attenzione di una coppia di giovani

Coppia: Tutto bene signore??’ Serve aiuto??
Billo: VI SEMBRA CHE HO BISOGNO D’AIUTO?????

Billo spinse via i due in malo modo e iniziò a camminare sotto un’incessante pioggia invernale. L’acqua solcava il viso di Billo ed i vestiti erano inzuppati e diventavano pesanti come macigni. Continuò a camminare per le strade senza curarsi delle condizioni metereologiche e della gente che lo osservava stranita.

Attraversò la strada di colpo ed un auto dovette inchiodare per non investirlo. Lo sguardo di Billo rimaneva basso e per i marciapiedi continuava ad urtare la gente. Proseguì il suo cammino sino ad un cancello. Lo scavalcò con un balzo ed entrò in un parchetto adiacente ad una chiesa. I lampi si facevano più insistenti e ormai sembrava che la pioggia veniva buttata a secchiate.

Billo non trovò pace e continuò a camminare nervosamente. In quel parco ci andava sempre a giocare da bambino e ci passava la maggior parte del suo tempo.

La sua mente lo proiettò nel passato…

Vide le mamme accompagnare per mano i propri bambini sullo scivolo oppure i papà che giocavano a pallone. Poi,in un angolo, un bambino. Solo. Sua mamma e suo padre erano troppo impegnati a lavoro. E così mentre i suoi coetanei vivevano un’infanzia fatta di speranze e di giochi, Billo provava sentimenti di odio e vendetta. Poi crescendo quel parco si trasformò in un palcoscenico che ospitava risse e spacci di droga. Tutti i pomeriggi trascorsi con i ragazzi che si definivano “Amici” ma che nel momento del bisogno si rivelavano egoisti ed avidi solo del loro interesse. Così passò ben presto la sua giovinezza. Una giovinezza contornata da servizi sociali, liti coi genitori ed azioni illegali.
Billo tornò alla realtà. Si inginocchio per terra e si mise le mani nei capelli.

Billo: PERCHè???? Dimmi chi sono!!! Ho passato la mia vita ricercando qualcosa. Prima ottenevo qualsiasi cosa volevo. Ed ora sono solo un patetico padre che ha ormai esaurito la sua voglia di vivere intensamente???

Nella mente di Billo si susseguì la sua carriera da wrestler, la cosa che lo aveva salvato dalla strada.

Ma prima il wrestling era un’occasione di sfogo uno sport nel quale poter esprimere la propria rabbia contro gli avversari. Ed ora sembrava non riuscire ad ottenere nient’altro che gli insulti dei colleghi. Aveva sempre sognato di vincere un alloro importante, un qualcosa che lo proiettasse tra i volti noti della disciplina. Billo si alzò in piedi. Pensò a sua figlia. Perché aveva avuto quello scatto d’ira poco prima??? Era forse lei la causa dei suoi insuccessi??? Ad un tratto con una mossa agilissima sferrò un pugno alla panchina facendola ribaltare.

Il sangue colava dalla sua mano destra...

Billo: è questo quello che vuoi – lo sguardo di Billo era rivolto verso il cielo- voglio solo sapere perché la vita è stata così ingiusta!!!

Finalmente le urla di Billo si placarono. La pioggia non smetteva di scendere. Il suo volto tornò più tranquillo.

Billo: se solo la mia vita fosse come una favola…dove il bene trionfa e sempre. Al diavolo…

Sferrò un calcio alla panchina.



Ad un tratto….una voce….



XXX: credi veramente di sapere quello che è meglio???


Billo si voltò di colpo colpendo l’aria con un pugno.


XXX: forse dovresti renderti conto di quanto il destino si sia rivelato gentile con te.


Billo si voltò di nuovo.

Tra la pioggia comparve una sagoma…un uomo…man mano questa figura divenne più nitida…fino a delineare i lineamenti del viso e del corpo…suo nonno!!!


Billo indietreggiò di colpo.


Billo: chi 6??? Cosa vuoi???

Nonno: non mi riconosci più??’

Billo: ma…ma tu 6 morto??’

Nonno: già…ma come ti dissi in un punto di morte io ci sono sempre nel tuo cuore. E quando avresti avuto bisogno io sarei intervenuto.

Billo: ma è reale???

Nonno: io non sono più reale di tutto quello che ci circonda. Ascolta bene nipotino…tu devi sempre rimanere te stesso. Lo so che alcune volte ti può sembrare difficile e gli ostacoli da superare sembrano invalicabili. Ma tu sei e sarai sempre un ragazzo determinato. Ed è questo che ti ha condotto fino a qui.


Billo: che stupido che sono stato…

Nonno: no…non sei stato stupido. Ma alcune volte serve un aiuto per riuscire a riportarti sulla retta via…

Billo: perdonami…ero sol….

Nonno: shhhhh…non parlare…nella vita tutti dobbiamo affrontare dei momenti brutti e magari ci sembra che il mondo possa crollarci addosso. Ma tu devi credere in te stesso…altrimenti nessuno lo farà…

Billo abbassò lo sguardo…poi lo rialzò…..e non vide nessuno…

Billo si alzò di scatto dal divano urlando ancora il nome di suo nonno. Ad un tratto sua figlia lo chiamò

Meggie: papà…mi racconti una favola???

Era stato tutto un sogno…Billo ora era sicuro di se…

Billo: la mia vita mi ha portato a formarmi caratterialmente prima degli altri miei coetanei. E questo per me deve esser un dono…il wrestling è la mia vita e farò di tutto per proseguire in questa disciplina. Ed ora….domenica….a Extreme Desperation…5 uomini…un solo trionfatore..il mio nome potrà finalmente essere scritto nella storia…devo crederci…perché sono quello che sono….E NON C’è NIENTE DI MEGLIO AL MONDO.

Billo andò dalla figlia….

Billo: In un Castello sperduto della Norvegia….
cell in the hell
00lunedì 26 giugno 2006 11:27
ah, era un sogno. Certo che è una visione davvero interessante, bellissimo come enigma di vita.
ECstyles
00lunedì 26 giugno 2006 11:56
ma allora quella tua e di dibbio è cattiveria....

porco cane sarà veramente brutta vincere il titolo!!!!!
Duck-billed Platypus
00lunedì 26 giugno 2006 12:03
Complimenti, spot molto bello e scorrevole.
the 619
00lunedì 26 giugno 2006 14:04
Grazie mille x i complimenti...max in effetti sto andando avanti a spot con i sogni...ma è l'unico modo x rendere l'engimaticità (nn so se esista cm parola [SM=x837067]: ) di Billo...la prossima volta mi inventerò qualcosa!
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