Vieste (FG)

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vanni-merlin
00domenica 21 giugno 2009 00:23
Vieste



Vieste è un comune di 13.763 abitanti della provincia di Foggia. Fa parte del Parco Nazionale del Gargano e della Comunità Montana del Gargano.

Stazione balneare garganica, per la qualità delle sue acque di balneazione è stata più volte insignita della Bandiera Blu, riconoscimento della Foundation for Environmental Education.


Geografia

È la città più orientale del promontorio del Gargano e della provincia di Foggia. La particolare situazione urbanistica di Vieste è legata al fatto che il Gargano, rispetto al resto della costa adriatica, è un corpo estraneo di origine carsica. Forma dunque un paesaggio montuoso caratterizzato da strati calcarei, spesso erosi dall'azione marina. Il paesaggio rende peraltro difficili le comunicazioni con i comuni vicini e con il capoluogo di provincia, Foggia, che dista peraltro 99 km.

Il nucleo dell'abitato sorge su una piccola e rocciosa penisola, dalla forma più o meno simmetrica e caratteristica per le sue due punte:

Punta di San Francesco, rivolta verso est, rialzata e rocciosa: è qui che si ritrova il centro medievale, dato che questa parte della penisola offriva i migliori requisiti di sicurezza. In questa parte, ricca di vicoli, scalinate ed archi, si ritrova la maggior parte dei più prestigiosi edifici storici (Chiesa di San Francesco, cattedrale).

Costa di ViestePunta di Santa Croce, rivolta a nord, che a differenza della prima non si trova in posizione particolarmente rialzata. In questa zona, relativamente pianeggiante, il comune ha cominciato ad espandersi soltanto verso l'Ottocento. La formazione di nuovi quartieri portò successivamente la vita di paese (nuovo municipio, parco comunale, chiesa di Santa Croce ecc.) a gravitare sempre più verso questa parte. È da questa parte che si ritrova il porto di Vieste, tutt'oggi importante per le attività peschiere e per il traffico marittimo verso le Isole Tremiti, la Croazia e verso Manfredonia.
Tra le due punte si ritrova la piccola spiaggia della Marina piccola, rivolta verso il faro (ove vige divieto di balneazione). A sud della punta di San Francesco si ritrova la lunga spiaggia sabbiosa del Pizzomunno che inizia dalle rocce calcaree sulle quali fu costruita la città e che si estende verso sud in direzione di Pugnochiuso. Ad ovest della punta di Santa Croce, invece, si ritrova l'altrettanto lunga spiaggia di San Lorenzo, che a differenza della prima è ancora abbastanza ricca di spiagge libere. Inizia dal settore urbano edificato a partire dall'Ottocento (zona del porto) per estendersi verso ovest, in direzione di Peschici.

Il porto di Vieste è formato dal porto peschereccio e dal porto rifugio di S. Eufemia. Il porto peschereccio è costituito da un molo di circa 750 m e dal porto rifugio si che si trova tra il molo S. Lorenzo e l'Isola di S. Eufemia dove è presente un molo lungo circa 300 m. Il porto dispone di 250 posti barca. Gli ormeggi sono attualmente situati ancora nella banchina del vecchio porto.


Storia

Preistoria
Il territorio comunale risulta abitato dall'uomo fin dal Paleolitico, come testimoniato dai numerosi siti archeologici e reperti ritrovati in diverse aree.

Sicuramente questo fu dovuto al clima mite, alle diverse sorgenti di acqua potabile, al terreno fecondo con abbondanza di frutta, alla varietà di selvaggina sia stanziale che migratoria e alla ricchezza di pesci nelle diverse insenature lungo la costa.

Le zone che risultano esser state maggiormente frequentate dall'uomo preistorico sono Vallecoppe, Campi, Costella, Puntalunga, Macchione, Passo dell'Arciprete e Sfinalicchio.

Il territorio viestano, ricco di selce permise, all'uomo nella Preistoria, la realizzazione di manufatti litici utilizzati come strumenti per il lavoro, la caccia o la difesa. In contrada Defensola, a circa tre chilometri dal centro abitato, è stata scoperta una miniera di selce, definita una delle maggiori d'Europa.

Sono inoltre visibili resti di tombe dell'Età del ferro nelle vicinanze del castello e sulla punta di San Francesco. Nel territorio comunale, in contrada Molinella, sorgeva anche un dolmen che però è andato irrimediabilmente distrutto. Infatti i reperti archeologici ritrovati nel territorio viestano vengono molto spesso lasciati a se stessi (se non in alcuni casi addirittura occultati) e questo ne determina il deterioramento e la distruzione.

Per quanto riguarda il periodo successivo, innumerevoli reperti archeologici testimoniano l'insediamento degli antichi Greci e dei Romani.


Dominazioni straniere
Dopo l'appartenenza all'impero romano e impero bizantino, cadde sotto la dominazione dei longobardi. Più tardi, iniziò come per le città vicine il periodo normanno-svevo, che contribuì allo sviluppo urbanistico della città come si vede oggi (Castello).

In seguito, finì sotto la dominazione degli Angiò e poi dei Borboni (Regno delle due Sicilie), fino all'unità d'Italia.

Come altre città pugliesi, fu spesso esposta ad attacchi provenienti dal mare. Si ricordi il pesante saccheggio da parte dei Veneziani nel 1239. Uno dei popoli più pericolosi, per Vieste, erano i Turchi, i quali compirono incursioni anche sanguinarie. Particolarmente grave fu l'episodio di Dragut Rais, che nel 1554 fece decapitare migliaia di viestani. Il fatto è ancora ricordato da una targa presso la cattedrale (pietra di Chianca Amara).[2]


Costruzioni storiche di Vieste

Città vecchia, cattedrale
Un antico trabucco garganico presso ViesteVieste fu sede del Vescovo tra il 993 ed il 1817. Tra le costruzioni principali, come in altre città pugliese, si ricordano innanzitutto la Basilica Cattedrale romanica ed il Castello, entrambi oggetto delle cure di Federico II di Svevia dopo che i veneziani avevano arrecato grande danno alla cittadina.

La Cattedrale sorge in una delle zone più alte di Vieste, circondata da edifici poco meno alti. Il suo impianto tipico del romanico pugliese si ritrova in perfetta armonia con il campanile della chiesa, non particolarmente slanciato ma sapientemente progettato in stile barocco dopo un crollo nel 1772. La chiesa, Basilica a tre navate, reca tracce di continui adattamenti sovrapposti nel corso dei secoli. Nel complesso, rimane molto poco della struttura originaria medievale. Come le altre cattedrali della zona, è dedicata alla Maria Assunta.[3]

Il Castello, massiccia costruzione fatta edificare dagli Svevi, domina il profilo della città vista da lontano con la sua figura imponente. A pianta triangolare, si distingue dagli edifici e dal paesaggio circostante per il suo colore bruno, e si erge a strapiombo sulle rocce calcaree che danno sul mare. Le tre punte del suo perimetro sono rinforzate da caratteristici bastioni a punta. Fu danneggiato durante le incursioni veneziane e durante la prima guerra mondiale. È attualmente usato dall'esercito.[4]

Nei pressi di queste costruzioni si trova la Porta ad Alt, caratteristica per l'arco acuto. Costituiva l'ingresso principale della città.

Lungo la costa è possibile ammirare alcuni trabucchi, antiche installazioni da pesca provviste di lunghi bracci in legno che sostengono una rete. È questo uno degli elementi storici che distinguono la zona garganica rispetto al resto della Puglia, per avvicinarla tendenzialmente alle province confinanti a nord (coste di Abruzzo meridionale e Molise).


Pizzomunno
All'inizio della spiaggia detta del Castello, ovvero quella a sud del centro abitato, si erge, quasi a guardia di Vieste, un monolite alto circa 25 metri chiamato Pizzomunno che è il simbolo stesso della cittadina garganica. Ad esso sono legate alcune leggende, spesso variazioni una dell'altra.

Si racconta che al tempo in cui l'attuale città era solo un villaggio composto da sparute capanne ed abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Sempre nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, con i lunghi capelli color del sole di nome Cristalda.

I due giovani si innamorarono, amandosi perdutamente senza che niente potesse separarli. Pizzomunno ogni giorno affrontava il mare con la sua barca e puntualmente le sirene emergevano dai flutti marini per intonare in onore del pescatore dolci canti. Le creature marine non si limitavano a cantare, ma prigioniere dello sguardo di Pizzomunno gli offrirono diverse volte l'immortalità se lui avesse accettato di diventare il loro re e amante. L'amore che il giovane riversava su Cristalda, però, rendeva vane le offerte delle sirene.


Pizzomunno e la spiaggia del CastelloUna delle tante sere in cui i due amanti andavano ad attendere la notte sull'isolotto che si erge di fronte alla costa, le sirene, colte da un raptus di gelosia, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondità del mare. Pizzomunno rincorse invano la voce dell'amata. I pescatori il giorno seguente ritrovarono il giovane pietrificato dal dolore nel bianco scoglio che porta ancora oggi il suo nome.

La leggenda racconta ancora che ogni cento anni la bella Cristalda torna dagli abissi per raggiungere il suo giovane amante e rivivere per una notte sola il loro antico amore.

Varianti della leggenda vogliono che il nome della giovane sia Vesta o Vieste (legando così anche il nome della città a questa leggenda), o ancora vogliono che la bella fanciulla fosse figlia di una divinità marina che si opponeva all'amore con il giovane viestano e che per questo loro sentimento fu punita. Altre variazioni sul tema vogliono che la ragazza fosse la moglie di Pizzomunno e che fu assalita mentre attendeva sulla spiaggia il ritorno del compagno pescatore.


Grotte ed altre attrattive dei dintorni

L'Architiello, curioso fenomeno di erosione marinaI dintorni di Vieste si distinguono per la presenza di diverse attrattive turistiche di enorme interesse geografico e storico.

Vieste è sempre stata un punto di riferimento di primo piano per partenza ed arrivo alle Isole Tremiti, situate poco lontano a nord della costa.
Vale esattamente lo stesso discorso per la Foresta Umbra, che (nonostante le dimensioni notevolmente inferiori rispetto al medioevo) costituisce un patrimonio biologico inestimabile per l'Italia del Sud.
La necropoli paleocristiana La Salata, situata ad est della cittadina, è una delle più antiche e caratteristiche del bacino mediterraneo.
Il santuario di Santa Maria di Merino, situato poco lontano.
Le grotte scavate dal mare nella roccia calcarea del Gargano, che ha generato delle cavità e formazioni rocciose dalle forme più svariate e bizzarre. Ne è un esempio particolare il Pizzomunno. Lo stesso discorso vale per l'Architiello, scavato dall'erosione presso la strada per Pugnochiuso a sud di Vieste. Le grotte sono il risultato di fenomeni carsici, ma anche l'azione corrosiva di acqua marina e vento ha dato un contributo importante. Tra le grotte si ricordano la grotta sfondata, quella due Occhi, la grotta Rotonda, dei Pipistrelli, del Serpente, la Viola e la Smeralda.

Economia

Le attività economiche viestane per tradizione, la pesca e l'agricoltura, continuano a produrre una certa quantità di reddito per la popolazione. Tuttavia, queste si sono mostrate insufficienti nel corso del XX secolo tanto che nei diversi decenni di quel periodo,a Vieste il fenomeno dell'emigrazione raggiunse dimensioni consistenti. Le principali zone di destinazione, oltre a quelle estere, erano il Nord Italia e Roma. A partire dagli anni sessanta, il comune iniziò a scoprire però una sua vocazione turistica, che rese Vieste ed il Gargano noto in tutta Italia ed oltre confine e che bloccò il trend demografico al ribasso. Attualmente la maggior parte del flusso turistico proviene dalle varie regioni d'Italia oltre che da Germania, Austria e Svizzera; residuale ma comunque importante è la provenienza dagli altri paesi europei e mondiali. La risorsa turistica di tipo balneare è attiva soprattutto nel periodo aprile/ottobre; durante il resto dell'anno l'attività turistica balneare è sostituita da quella di tipo naturalistico con le opportunità offerte dal Parco del Gargano, mentre si concentra l'impegno verso la coltivazione e produzione dell'olio di oliva. Nell'intento di sfruttare al massimo il potenziale turistico, negli anni novanta il centro storico di origine medievale di Vieste è stato oggetto di una profonda ristrutturazione, dotandosi inoltre di numerosi servizi al turismo.

La risorsa turistica è attiva solo nei quattro mesi da giugno a settembre; durante il resto dell'anno, l'attività economica arriva in buona parte a stagnare e in questo periodo per una considerevole parte i cittadini viestani non dispongono di risorse lavorative stabili. Lo sviluppo delle risorse e delle infrastrutture ha portato ad un notevole miglioramento della disponibilità di acqua corrente per le economie domestiche, questione che in prima dello sviluppo turistico (almeno nei mesi estivi) aveva significato un problema quotidiano non indifferente per gli abitanti di Vieste.

Come il turismo, anche la risorsa dell'agricoltura è strettamente legata al periodo estivo, durante il quale Vieste si avvale di manodopera straniera (che proviene da paesi come l'Albania e la Moldavia, ma che in parte risiede a Vieste durante tutto l'anno).

La risorsa dell'agricoltura è strettamente legata alla coltivazione dell'ulivo con una notevole produzione di olio extravergine distribuito ed apprezzato in tutta Italia; Ogliarola Garganica, Leccino e Coratina le più diffuse tipologie di olive coltivate. Oltre all'olio di oliva, tra i maggiori e tipici prodotti agricoli si contano l'origano ed i pomodori viestani (varietà a forma di uovo, meno lunga rispetto a quella di San Marzano) nonché una svariata scelta di pesci e frutti di mare. Diffuso è anche l'allevamento di mucche podoliche (da cui il rinomato caciocavallo) e della capra garganica.

Una piaga che periodicamente si abbatte su Vieste e sui comuni vicini è quella degli incendi, normalmente dolosi o colposi, come quello che nel luglio del 2007 ha interessato la zona soprattutto di Peschici, coinvolgendo anche Vieste. Particolari situazioni meteorologiche come lo scirocco possono infatti favorire l'espandersi degli incendi, che potrebbero danneggiare patrimoni insostituibili come la Foresta Umbra.


Feste tradizionali

Vista notturna: spiaggia della Marina piccola, cattedraleLa festa di S. Maria di Merino, il 9 maggio è una delle più importanti ricorrenze nel panorama locale. Attira ogni anno centinaia di viestani sparsi in tutto il mondo che ritornano al paese per assistere alla processione che partendo dalla Cattedrale, arriva fino al santuario, situato a 7 km circa dal centro abitato. La Madonna, portata solennemente in trono, attraversa il paese fino alla Villa comunale. Qui, dopo aver effettuato il cambio della cassa (viene riposta in un trono più leggero), viene portata a spalla dal popolo per tutti i 7 km fino al santuario. Particolare originale, sta nel fatto che la cassa è costituita in modo da procedere con la madonna rivolta verso i lati della strada, cosicché, durante il percorso d'andata è rivolta verso il mare e durante il ritorno è rivolta verso i campi, proteggendo, cosi, le due antiche principali fonti di sostentamento dei viestani. Analoga importanza è data alla festa di San Giorgio, il 23 aprile. La statua lignea del Santo, anch'essa conservata nella Cattedrale, viene portata in processione lungo le strade del paese assieme alle altre statue.


Un vicolo di Vieste.Fino a qualche decennio fa, la festa era anche l'occasione per la tradizionale frittata che veniva offerta gratuitamente dall'amministrazione comunale ai cittadini e preparata dagli studenti dell'IPSSAR, scuola professionale alberghiera fra le più rinomate della regione. Oggi questa tradizione centenaria è ancora viva, anche se la famosa Collina di S. Giorgio, meta del successivo picnic a base di frittata, è stata soggetta ad urbanizzazione. Durante la festa di S. Giorgio, viene anche effettuata la tradizionale corsa di cavalli, sulla spiaggia di Pizzomunno (o della Scialara). La corsa, priva di sofisticate attrezzature di rilevamento ed affidata ad improvvisati giudici di linea, finisce spesso in bagarre, per l'attribuzione del primo premio. Da ricordare fra i vari "fantini", "Str'sciott", vincitore incontrastato di decine di edizioni negli anni '60 e '70 e Matteo "Cavallo", del quale molti ignorano il vero cognome, detto cosi, per la sua passione smisurata per i cavalli. Il primo sabato di settembre ricorre la Festa di Santa Maria Stella Maris. In questa terra di pescatori, si guarda Maria "stella del mare" ringraziandola per la stagione di bel tempo e si chiede la benedizione nel ricordo di quanti hanno dedicato e dedicano la loro vita al mare e a protezione continua. La statua della Madonna, dopo la processione nel paese, viene trasportata in barca e i fedeli ed i turisti possono assistere alla cerimonia da terra o da mare. La statua è normalmente collocata in una nicchia scavata nel costone roccioso di fronte al porto. Nove giorni prima della festa viene trasferita nella Chiesa parrocchiale del SS. Sacramento per le celebrazioni liturgiche di preparazione.



Stato: Italia
Regione: Puglia
Provincia: Foggia
Coordinate: 41°53′0″N 16°10′0″E / 41.88333, 16.16667Coordinate: 41°53′0″N 16°10′0″E / 41.88333, 16.16667
Altitudine: 43 m s.l.m.
Superficie: 167,52 km²
Abitanti: 13.763 30-11-08

Densità: 80 ab./km²
Comuni contigui: Mattinata, Monte Sant'Angelo, Peschici, Vico del Gargano
CAP: 71019
Pref. telefonico: 0884
Codice ISTAT: 071060
Codice catasto: L858
Nome abitanti: viestani
Santo patrono: Santa Maria di Merino, San Giorgio, Antonio da Padova, Maria Stella Maris
Giorno festivo: 9 maggio, 23 aprile, 13 giugno



it.wikipedia.org/wiki/Vieste





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