lefts:
, 23/08/2011 18.00 per quanto riguarda il mio inciso sulle emozioni inconsce alle quali troppo spesso si fa riferimento, intendevo parlare di come l' ignoranza porti a spiegare ciò che non si capisce con qualcosa che non è "capibile"... In questo modo si alza un bel polverone e non si vede più nulla... Non esistono emozioni inconsce, possono esistere emozioni che derivano da eventi registrati nell' inconscio, come ne esistono che derivano da eventi registrati nel subconscio, ma ogni emozione si esplica sempre a livello astrale, e viene subito portata a livello cosciente...
Tu credi che sia la mia ignoranza ad avermi portato a fare le mie considerazioni?Evidentemente la meditazione vipassana non ti ha insegnato a tollerare i pareri altrui,in quanto differenti e non necessariamente dettati dall'ignoranza.
Mhhh,detto questo,io invece ti dico che è stata la mia esperienza a farmi fare alcuni ragionamenti.
Così come la mia esperienza(ma se preferisci possiamo anche continuare a chiamarla ignoranza) e il mio parere mi portano a pensare che sia più facile che disturbi della personalità, depressioni, bipolarismo siano fattori dovuti a fattori psicologici, piuttosto che a degli alieni che ci vogliono rapire per manipolare le menti(perchè poi?hanno dei poteri stratosferici e vengono a cercare di manipolare proprio le nostre di menti?piccole e ottuse?Boh!)
Ho comunque continuato a leggere:
mi sorprende comunque come ogni volta l' argomento abductions crei tanto interesse, chi non ne è protagonista perchè mai dovrebbe curarsene troppo?...
No,non stanno esattamente così le cose.
Siamo in un forum per discutere di tutto.
Capisco però che è più semplice accogliere nella propria discussione solo pareri analoghi al proprio.
Per quanto riguarda il mio quesito mi cruccia il non avere nemmeno lo straccio di una risposta, non che nutra dubbi o necessità di certezze al riguardo, ma credevo di poter trovare un suggerimento qua, magari dovrò attendere un po'...
Il suggerimento lo hai trovato,solo che non era quello che volevi...
Lo dico seempre io...Maledetto mondo così vario...)
Io credo che tu la tua ripsosta l'abbia già trovata:
credo nella volontà, e quella forza che mi ha strappato non era volontaria e non proveniva da me, per cui propendo per l' ipotesi causa esterna...
Il problema non era il compromesso linguistico e psicologico,
ma il compromesso tra due persone che credono in cose diverse.
Però sai ti stupirebbe scoprire che la persona con cui stai parlando è tutto fuorchè un essere razionale(parlo con i morti io!)
lefts
00martedì 23 agosto 2011 19:09
Cara maila, ogni volta che partecipo a un forum è un libro già scritto, non so come non so perchè, le mie parole vengono prese spesso per prese di posizione oppositive... Specifico che non lo sono... Non so perchè tu creda che la definizione di ignorante la volessi destinare a te, credimi di certo non vedo perchè avrei dovuto destinarla a te... Anche perchè da quanto scrivi, mi sembra che siamo anche troppo d' accordo, probabilmente mi sono espresso male, alle volte le mie capacità di espressione scritta difettano, ma quando parlavo di disturbi bipolari, depressioni ecc... facendo riferimento a abductions, di certo facevo riferimento ad ogni modo a fenomeni di natura psicologica... Non esiste nulla che sia al di fuori di fenomeni di natura psicologica, siamo animali psichici e in quanto tali ogni cosa passa per quel dominio, i disturbi nascono solo poichè, le realtà di adduzione sono realtà violente, un po' come gli abusi sessuali in età infantile, che permanendo nelle memorie inconsce (non emozioni inconsce) causano tali disturbi psicologici... In questo caso io tratto le realtà adduttive alla stregua di eventi fisici, poichè per la coscienza non c'è differenza tra questo piano o l' altro, qualunque cosa entra poi dobbiamo farci i conti...
Non conosco e non potrebbe essere altrimenti le tue esperienze, delle quali già avrai parlato sul forum e delle quali ti sarei grato se mi linkassi i post cosicchè possa informarmi, ma amerei interloquire di queste tematiche, poichè aldilà delle abductions o degli stessi viaggi astrali che per me rappresentano esperienze oggettive alla pari di quelle che vivo quando mi sveglio la mattina, il dominio in cui mi muovo con più accortezza è quello piscologico, è lì che pongo la mia maggiore attenzione, per cui se tu hai nozioni esperienziali particolari che ti fanno suppore l' esistenza di emozioni inconsce, gradirei con piacere venirne a conoscenza. Per quanto riguarda le cose in cui crediamo, non credo possano esistere due esseri sinceri che credono in cose diverse, in effetti, per quello che ho capito fin d' ora non siamo poi così lontani, ma la cosa fondamentale è non credere a nulla di cui non si ha avuto diretta esperienza, come diceva il saggio Buddha, essendo così, se le esperienze sono "reali", non ci potrà essere contraddizione, ed è questo che ho scoperto nel mio percorso, nella verità non c'è contraddizione, o punti di vista, il paradosso sorge solo, spesso, nell' esposizione... Quindi, se ti va, possiamo spostare la discussione sul dominio psicologico, dove risiede la fonte delle emozioni secondo la tua esperienza?
Cikalino
00martedì 23 agosto 2011 19:37
Al di là di tutto, quando spunta fuori il nome "Malanga" la discussione assume sempre una certa dose di "demenzialità".
Non si capisce più neanche di cosa stiamo discutendo esattamente.
Maila1
00martedì 23 agosto 2011 20:21
Beh cika,direi che questa conversazione è tutto,fuorchè demenziale.
Che poi sia citato Malanga e che anche io come te,non condivida le sue teorie,è un altro paio di maniche.
Lefts,io penso che tu abbia buona proprietà di linguaggio.
Però così a prima impressione mi pare che nei tuoi post tu abbia detto tutto e il contrario di tutto.
Nel primo post la mia posizione era opposta alla tua.
Nell'ultimo invece mi pare che sia io ad aver scritto le tue parole,tanto le condivido.
Forse hai ragione a sostenere che il problema dipende dall'interpretazione individuale di alcuni termini(o magari dal fatto che si sia citato Malanga).
Così adesso ti chiedo:
Cosa intendi per abductions?
Cikalino
00martedì 23 agosto 2011 21:15
Re:
Maila1, 23/08/2011 20.21:
Beh cika,direi che questa conversazione è tutto,fuorchè demenziale.
Che poi sia citato Malanga e che anche io come te,non condivida le sue teorie,è un altro paio di maniche.
Eh si, ma se continuiamo a citarlo temo purtroppo che lo diventerà.
Nulla di personale, ma ho questa impressione.
Maila1
00martedì 23 agosto 2011 21:21
Se il mio interlocutore non fosse lefts,ti direi che hai ragione.
Ma qualcosa mi dice che non sarà come dici tu,anche se non lo conosco che da queste righe.
Intuito uterino(che sì va bene è fallibile,ma raramente).
terzastella@
00martedì 23 agosto 2011 21:27
Ciao a tutti, anch'io Left ho avuto dei distacchi simili al tuo e molto numerosi, la tua descrizione mi ha fatto ricordare la sensazione di sentirsi in balia di qualcosa/qualcuno.
La coscienza che viaggia a strappi, accelerazioni, io che non avevo nessuna informazione ne formazione mi ero solo ascoltata, testata in maniera empirica, l'autodiagnosi era risultata positiva perchè avevo notato un buon recupero energetico dalla mia condizione di grande stanchezza che vivevo all'epoca.
In questo modo mi ero autoconvinta che il mio corpo astrale abbandonava l'ingrato ospite che si ammazzava di lavoro, per andare a recuperare energie.
Parellelamente sono consapevole che grazie alla stanchezza superavo le barriere mentali e l'entrata negli stati alterati era favorita.
Solo di recente sono venuta a conoscenza di Malanga, la trovo una possibilità interessante ma vi trovo dei limiti nel fatto che non cerca nessuna intersecazione con quello che offre la psicologia avanzata, del tipo transpersonale.
ricordo di una bella discussione sempre sul tema Malanga dover si era arrivati alla conclusione che i termini "ossessione" e "possessione" siano pericolosamente vicini.
E in fondo l'approccio terapeutico di Malanga assomiglia molto a quello dei terapeuti che ti affrancano da eggregor, forme pensiero,
introiezioni, ecc..
Volevo chiederti Left per te in che modo comunica con noi l'inconscio se tu escludi il linguaggio emotivo che usa emozioni/sentimenti.
Mi sembra di capire che ritieni negative le emozioni, ma in che modo interpreti, decodifichi, del tuo io profondo?
Interessante le tue osservazioni sulle immagini ipnagogiche, mi piacerebbe tanto approfondire questo argomento, ma quando dici che dai medici vengono definite allucinazioni vorrei precisarti che in fase ipnagogica la coscienza è già alterata, anche se la consapevolezza è elevatissima altri interruttori sono spenti, e per me siamo già sulla soglia del mondo onirico.
In questa fase mi è capitato di fare degli incontri, ma il credere di trovarmi davanti una forma autocreata mi è stato utilissimo nel risolvere al meglio.
Ciao
lefts
00martedì 23 agosto 2011 23:50
Bene, bene, grazie del contributo terzastella, mi dai lo spunto per approfondire, e soprattutto chiarire laddove possibile, alcuni concetti, che probabilmente ho reso in modo confuso nei primi post.
Inizio a rispondere a Maila, all' inizio del mio post ho fatto quell' inciso sugli accordi terminologici non a caso, più e più volte mi è capitato di arenare conversazioni molto profonde, solo perchè io e l' interlocutore attribuivamo significati diversi alle parole coscienza, consapevolezza, razionalità, intelletto, intuito... Le mie definizioni si rifanno ad un campo semantico che interseca la cultura buddista delle origini (theravada) e la cultura antroposofica (Madame Blavatsky, ecc...), quindi se hai dei dubbi su cosa intenda quando parlo di coscienza ad esempio, possiamo chiarirlo qua, oppure se ne hai tempo e voglia puoi semplicemente cercare cosa intendesse Buddha quando parlava di coscienza. Detto questo, per chiudere il caso Malanga e abductions, che vedo ha gettato una foschia sulla conversazione, devo chiarire bene chi è malanga per me, cosa è la sua teoria e se ha un qualche valore oggettivo. Parto dal presupposto che ho approcciato il lavoro di Malanga, come qualunque altra cosa che decida di approcciare, in maniera profonda, sia per quello che riguarda le sue deduzioni/induzioni sia per quanto riguarda la sua persona, l' uomo Malanga. Credo che bisognerebbe dividere il lavoro di malanga in due filoni, l' analisi quantitativa e qualitativà della fenomenologia di abduzione, condotta come ben si sa sotto ipnosi, o altre volte, mediante rimozione di blocchi mnemonici, e tutta quella che io definisco, la cosmologia malanghiana (in accezione antropologica) ossia la grande teoria unificata che deve (e non può) dare una spiegazione ad ogni cosa, tenendo conto del suo proprio paradigma corrente. In effetti Malanga ha iniziato questa sua ricerca, che poi è finita per essere la sua vita, proprio andando contro un paradigma, che è la paura dell' uomo e di conseguenza la negazione, di ciò che non è direttamente visibile e di cui non si ha coscienza, ma ha finito egli stesso, per creare una dottrina, che ha fatto del paradigma "Gli alieni esistono e vogliono anima" il centro di tutta la sua teoria, che non si è limitata a studiare un fenomeno, ma è dovuta sconfinare in derive ontologiche ... Questo è un problema comune di ogni uomo, impreparato, che viene a conoscenza di un "segreto" degli infiniti segreti di questo universo, non avendo una visione limpida dell' esistenza, la scoperta diviene un sole per quella coscienza, un sole che promette di poter spiegare ogni cosa, e sul quale si riporrà ogni speranza di dissolvere l' affanoso morbo che impera su ogni uomo, lo spettro di un' esistenza di cui non si conosce "realmente" nulla; ho visto fare la stessa fine a molti uomini "geniali", mi sovviene ora un certo Hamer ad esempio e la sua NMG, o per citarne uno più famoso, lo stesso Albert Einstein, che visse i suoi ultimi anni credendo, da bravo uomo di fede, in una teoria unificata... Il problema di Malanga sta che è fondamentalmente un ottusone materialista, uno scientista capace di allargare, di fronte all' evidenza, le sue vedute, ma incapace di sondare l' insondabile... E così ha raccolto qua e là conoscenze di psicanalisi, un po' di Jung, un po' dei maestri ipnotisti americani, un po' di fisica quantistica, per sua stessa ammissione, lui e la sue equipe, hanno fatto un lavoro puzzle-istico per creare una teoria che potesse, nel modo più scientifico possibile spiegare il perchè ed il come dell' abduzione. Ne è derivato un pout pourri di pratiche, definizioni operative, false credenze di mitologie antiche mescolate a proprie deduzioni, a teorie scientifiche di avanguardia ed anche ad un po' di new age... Se tutto questo lavoro sia demenziale non lo so, non penso, anzi a mio avviso è proprio troppo "menziale", ma il punto sta, che farsi prendere dalla frenesia del "dover spiegare ad ogni costo" è uno degli impedimenti che chi accetta di navigare nell' ignoto dovrebbe quanto prima rimuovere da sè, perchè acceca, e rende inetti. Detto questo spero di aver concluso il discorso Malanga, a questo punto credo di dover rispondere alla domanda di Maila, "che cosa intendo per abduzioni?"
Non sono stato abdotto, o almeno non ne ho i "sintomi" per cui non posso darti una mia diretta esperienza, ma ho persone vicine che hanno avuto diverse esperienze e sono persone turbate, molto turbate, e non di quelle turbe personali, che derivano da conflitti interiori, e crisi esistenziali, no, di quelle turbe che derivano solo dalla paura dell' ignoto, come potrebbe essere diversamente, chiunque teme il nemico invisibile, che ti viene a trovare di notte quando sei inerme nel tuo letto. Per abduzione intendo il contatto, non necessariamente il prelievo, con entità extra-terrestri, ossia non naturalmente risiedenti sul pianeta terra, con entità extra-temporali o extra-spaziali, intesi come risiedenti su altre dimensioni spazio-temporali, contatto che si manifesta a livello fisico e/o astrale e/o mentale, in ogni caso in modo diverso e con diversi sintomi. A livello fisico possono derivarne traumi fisici, a livello astrale possono derivarne traumi emotivi, a livello mentale possono derivarne memorie "aliene" (con accezione di esterne) e in ogni caso destabilizzanti... Generalmente tutti e tre i livelli sono interessati, poichè durante le ore di veglia i corpi dell' uomo sono tutti cooperanti contemporaneamente. Concludo questa disamina su malanga-abductions dicendo che, come ho detto in testa, considero tali fenomeni reali, poichè, sebbene non di mia diretta esperienza, ho potuto constatarne la frequenza, e la verosimiglianza nelle descrizioni, in soggetti molto diversi tra loro e privi di particolari tendenze autosuggestive. Dato che considero la statistica un parametro attendibile da applicare al fenomenico, questo tipo di abduzione, che spero di aver, in poche parole, chiarito, per me è reale. Di certo non considero reale o attendibile tutta la teoria di anima, che viene "succhiata", ecc... ma non chiudo le porte a nulla, solamente, non trovo di alcun ausilio, per una mente limpida, la speculazione astratta, e pensare a ciò su cui non si hanno elementi per pensare, equivale a speculare in astratto, una pratica alquanto dannosa. Chiuso il discorso alieni, ora vorrei rispondere a terzastella al riguardo dell' argomento ossessioni-possessioni. Anche in questo caso ti parlo per esperienza personale, ho avuto tempo, modo e necessità assoluta di aprire un occhio rivolto alla mia mente e ti posso assicurare che il dominio della mente è in potenza un regno molto bello, ma generalmente è anche molto disordinato e in totale rovina; è come una città in preda all' anarchia, e in cui despoti e tiranni si combattono il posto di comando, combinando stragi di innocenti e lasciando caos puro al suo interno... Ed il problema è che noi, da che nasciamo, accettiamo questo stato di esistenza, accettiamo passivi il fatto che dalla paura si fugga con la speranza, e che dalla sofferenza si fugga con il desiderio, e da questo consegue inevitabile il fatto che le nostre menti, e di conseguenza noi stessi, individui, siamo senza ombra di dubbio come fuscelli al vento, totali vittime delle contingenze, costretti il più delle volte ad invocare la benevolenza di qualche divinità, e così ossessioni, paranoie, paure, timori, ansie, superstizioni, sono le manifestazioni di tali dissidi interiori, di insoddisfazioni cancrenizzate, di traumi mai accettati. Tutto questo è un uomo, incapace di accettare cio che è, capace solo di desiderare ciò che vorrebbe che sia, ed è dalla paura e dalla speranza che si plasma una mente umana fin dalla prima infanzia, e così cresce e non fa che rendere più complicati questi dissidi, talvolta smussandone gli angoli, ma non risolvendo mai il problema alla radice. Così esiste davvero una differenza tra una mente comune e una mente posseduta? Io ero posseduto da un grande orgoglio, un orgoglio esagerato che è giunto, senza problemi, a portarmi alla decisione di togliermi la vita, eppure quell' orgoglio cos' era autoctono o alloctono nella mia mente? Per quanto io ricordi si instaurò li da molto piccolo, quando la mia mente iniziava a plasmarsi, e così accade per il narcisimo, l' amor proprio, l' avidità, per l' egocentrismo, l' esibizionismo, la pigrizia, la malevolenza, l' invidia, è così che accade, le nostre stesse coscienze funzionano da quando siamo bambini grazie a questi schemi, a queste "forze" che in qualche modo entrano a far parte dell' individuo, e lo rendono uno separato dal tutto. E' grazie a queste forze che impariamo da bambini a giocare, a competere, ad ammirare chi è migliore e a disprezzare chi è peggiore; questo è l' ego dell' essere umano, un insieme di tiranni che si fanno la guerra e che parassitano per tutta una vita la mente, il centro emozionale e volitivo dell' uomo, non sono forse queste possessioni? Quelle che si definiscono comunemente possessioni, a mio avviso sono solo forme esasperate di tale condizione, che normalmente arrivano ad esasperarsi a causa di eventi ben precisi, non così, senza motivo. Gli sciamani yaqui chiamavano queste entità, i voladores, i predatori dell' uomo, chi vuole liberarsi da questo può farlo, ed esiste chi ha indicato la via, ma per fare ciò bisogna accettare di saltare nel vuoto e rinunciare a quello a cui nessun uomo rinuncerebbe mai, il senso di sè. Per concludere, generalmente non utilizzo le parole negative e positive per definire istanze psicologiche, e di conseguenza istanze emotive, preferisco una terminologia utilizzata in ambiente theravada, ossia salutare e non salutare. Esistono stati dell' essere e non emozioni che sono molto salutari e di una qualità di gran lunga superiore alle emozioni che normalmente si considerano appaganti, come la soddisfazione, l' euforia, la felicità, e sono stati di serenità, di quiete in cui tutto è uguale e tutto è quanto basta, in effetti tali stati dell' essere non hanno nulla a che vedere con le emozioni,poichè la parola emozione implica movimento, e di conseguenza è impermanente e soggetto a mutamenti, in questi stati non c'è vero movimento. Non so bene spiegarlo, ma per la mia esperienza le emozioni sono una sorta di strattone violento al corpo astrale, ciò avviene a causa delle suddette lotte a livello psicologico... "Una volta portata la pace", tali strattoni non si verificano più, è una sorta di legge meccanica, ma non è con un percorso inverso che si giunge a ciò, cioè non è reprimendo le emozioni, o le passioni, in quel modo si diventa preti :) ( senza generalizzare ovviamente ). Per rispondere alla questione relativa alla comunicazione tra le componenti psichiche, credo che a una mente sgombra e libera dalle catene, dagli abusi e dai soprusi delle forze succitate, sia sufficiente il linguaggio silenzioso dell' intuizione per far comunicare la componente inconscia e quella conscia.
Per concludere, al riguardo delle allucinazioni ipnagogiche, quanto dici non mi è molto chiaro terzastella, non capisco a pieno in che senso utilizzi il termine consapevolezza, comunque ti dico la mia interpretazione poi potremo confrontarle, durante la fase di allucinazione ipnagogica, nelle mie esperienze, ho sempre avuto piena coscienza del fenomeno, sebbene essendo appena destato da uno stato onirico, permaneva un lieve senso di disorientamento, la visione era nitida, la percezione dell' ambiente circostante anche; ogni cosa scompariva all' accensione della luce.
"In questa fase mi è capitato di fare degli incontri, ma il credere di trovarmi davanti una forma autocreata mi è stato utilissimo nel risolvere al meglio. "
Da questa frase mi sembra di capire che ti hanno spaventato queste allucinazioni così, il sapere che erano solo frutto della tua mente e non realtà "oggettive" ti hanno tranquillizzata. Se è giusta la mia lettura della tua frase, e correggimi se sbaglio, non credo sia una visione corretta di tali fenomenologie. Il considerare vera una cosa che è comprovabile da altre coscienze e illusoria una cosa che è vera solo per te è un limite da superare, a mio avviso. La realtà sensoriale che viviamo comunemente, viene considerata vera, perchè si mantiene inalterata nel tempo, e la sua percezione è condivisibile con altre coscenze, al contrario, la realtà che viene vissuta durante un allucinazione ipnagogica, durante un trip di acido lisergico o di psilocibina viene considerata un' allucinazione. A mio avviso ogni cosa che può essere immaginata esiste, da qualche parte, magari siamo proprio noi i creatori, tanto più per una cosa che vediamo, con i nostri occhi, così non si può dire, "ho visto una cosa che non esiste, che ho creato con la mia mente", al più "ho visto una cosa che non esisteva, ma che poi ho creato con la mia mente", e con quest' ottica, fa davvero differenza la provenienza dell' allucinazione? Io, sinceramente, non riesco a vederla.
Tra persone che viaggiano in altre dimensioni non si può commettere l' errore di negare l' esistenza della dimensione del pensiero, della dimensione dell' immaginazione e così via... Sono tutte intersecate.
Spero di essermi espresso, sebbene gli argomenti rendano difficile il compito, in maniera comprensibile.
Attendo risposte, se vorrete darne.
Ciao.
terzastella@
00mercoledì 24 agosto 2011 00:59
Grazie Left, scrivi proprio bene, è un piacere leggerti!
Sembra strano, ma le mie immagini ipnagogiche non mi hanno mai spaventata, ma se spavento ci fù credo fosse dovuto al fenomeno stesso.
Questo credo derivi dal fatto che io appartengo ad una generazione dove si credeva che gli alieni fossero buoni e venissero per aiutarci, che quando si sognava un saggio era il santone, il mondo oggettivo non era feroce come quello attuale, non ci succhiava, anzi, si poteva ricevere dall'esterno una qualche forma di aiuto.
Mi sono avviata verso una personale convinzione che le mie immagini ipnagogiche non avvengano in stato di piena coscienza ma con grande consapevolezza.
Mi sono accorta che durante tali fasi non riesco a seguire pensieri logici, e mi ritrovo a perderli continuamente, pur restando consapevole di me e di chi sono.
Anche la convinzione che le entità che incontro siano autoprodotte è una constatazione nata dal rilevare elementi emotivi che risuonavano in me in modo personale, per esempio, una persona mi si avvicina amichevolmente ma quando siamo a contatto riconosco il viso di un'amica che sto inutilmente aiutando.
La persona diventa minacciosa e mi aggredisce.
Io la scaccio, e colgo questa visione come un avvertimento che non sto aiutando l'amica nel modo giusto.
Vedo mio padre, lui sta guardando verso di me, ci avviciniamo, ma noto che il suo sguardo è rivolto oltre, come allora, sempre distratto, ma sento come allora quella sensazione di poca considerazione.
E così altri casi, forse sbaglio a trovare un nesso con quelle che sono le mie paure profonde, ma trovo molte corrispondenze con i racconti che leggi nella sezione sogni, in particolare nei sogni lucidi, si dice di poter fare tutto quello che si vuole, ma in realtà ci si muove col proprio materiale interiore, con bagaglio emotivo personale.
Condivido con te la possibilità che queste percezioni possano in qualche modo essere reali, avere una collocazione loro, quello che credo è che questa realtà, collocazione abbia molta attinenza con i sentimenti che proviamo o che non proviamo.
una risonanza, insomma.
Che ovviamente ci impegna ad una lettura molto intima.
Concordo con te sulla difficoltà di linguaggio, ma si può aggiustare strada facendo, perchè si corre il rischio di bloccare intuizioni e idee difficili da imbrigliare.
ciao e grazie
Maila1
00mercoledì 24 agosto 2011 01:23
Cesare ma io te ne darei mille di risposte,è un piacere leggerti.
Però lasciami il tempo di fare qualche riflessione...
Conosco i concetti ai quali fai riferimento.
E' il tuo punto di vista che ancora non mi è chiaro.
Tutto sempre molto interessante in ogni caso,ma trovo spesso delle contraddizioni(che forse sono tali solo per me e per come recepisco ciò che scrivi).
Ti leggerò a mente più serena.
In merito alle mie esperienze,dato che mi hai chiesto, ne parleremo privatamente.Ti invierò una fz mail a breve.
lefts
00mercoledì 24 agosto 2011 12:19
Scusami terzastella,avevo scritto una risposta lunghetta, ma il server mi ha dato un errore e mi ha cancellato, tutto, quando ho un attimo ti ri-rispondo...
Ciao Cesare.
jimmy_
00mercoledì 24 agosto 2011 15:53
Re:
lefts, 24/08/2011 12.19:
Scusami terzastella,avevo scritto una risposta lunghetta, ma il server mi ha dato un errore e mi ha cancellato, tutto, quando ho un attimo ti ri-rispondo...
Ciao Cesare.
Prima di cliccare su "rispondi", quando scrivi qualcosa di lungo, ti conviene copiare il testo da qualche parte: a volte gli errori capitano..
BOTAKKI
00mercoledì 24 agosto 2011 18:55
@ lefts
Ehi uomo...sarà banale ma mi piace come scrivi, sarà un onore per me poter approfondire la tua conoscenza, diamo tempo al tempo.
Per ora grazie.
Mi permetto di aggiungere che basta selezionare tutto quanto hai scritto, tasto destro del topo poi copia e poi inviare, se va male poi basta incollare e reinviare.E' una questione di tempo credo, comunque basta abituarsi a copiare sempre.
Maila1
00mercoledì 24 agosto 2011 22:10
Lefts,ho riletto tutto il tuo post.
Su alcune cose mi trovi in pieno accordo su altre in totale disaccordo.
Ma poichè hai affrontato diverse tematiche in un unico post,mi viene difficile darti il mio punto di vista globale.
Mi ripeto nel dirti che è stato un vero piacere leggerti,ma se in futuro tenterai di essere più coinciso(è difficile anche per me) e di affrontare una tematica per volta,sarà più semplice replicare o quotarti.
Comunque la pensiamo in modo analogo,è il nostro credo che è differente.
Volevo fermarmi su una frase fra le tante che mi son rimaste impresse tra quelle che hai scritto:
se le esperienze sono "reali", non ci potrà essere contraddizione,ed è questo che ho scoperto nel mio percorso, nella verità non c'è contraddizione, o punti di vista, il paradosso sorge solo, spesso, nell' esposizione... "
Se le esperienze sono reali non ci potrà essere contraddizione?
E' così se stai parlando di una realtà oggettiva.
Ma poichè ogni realtà oggettiva per essere vissuta deve passare al setaccio della nostra percezione individuale,non concordo con ciò che affermi.
Forse la verità (e non la realtà) è congruente.
Ma,ammesso che esista una verità univoca e incontrovertibile,io credo che nessuno di noi ne sia in possesso.
lefts
00mercoledì 24 agosto 2011 22:17
Ciao bottaki, sono contento che ciò che scriva risulti scorrevole, non è che avvenga sempre questo sia ben chiaro, quindi non abituatevi troppo bene
Per quello che riguarda il messaggio perduto è una gran verità che convenga copiare sempre prima di inviare, è che usando firefox su linux, ho impostato un opzione che mi permette di recuperare quasi tutto anche da pagine scadute, ma questa volta non ha funzionato poichè stavo rispondendo con la risposta veloce. Comunque tornando a noi, terzastella, nella mia risposta ti dicevo che probabilmente il termine "allucinazione ipnagogica", usato per descrivere tutte quelle fenomenologie inspiegabili in altro senso, vissute nello stato tra veglia e sonno, o nella veglia immediatamente precedente o posteriore il sonno, sia quantomeno una chiusura precoce di un caso tutt' altro che risolto. Infatti da come descrivi queste tue esperienze, esse sono chiaramente molto differenti dalle mie, e non mi riferisco ovviamente ai contenuti delle stesse, ma alle modalità in cui si espletano. Tu definisci il tuo stato durante tali esperienze, di "Incoscienza Consapevole", che secondo le mie terminologie io avrei espresso con le parole stato di "Coscienza a-volitiva", al contrario il mio stato coscienziale durante tali manifestazioni è di piena coscenza volitiva, in effetti sono sempre completamente sveglio, sebbene un poco disorientato essendo appena rientrato dalla fase REM. Ad ogni modo, come descrivi le tue esperienze, un po' mi ricorda ciò che provavo quando meditavo prima di addormentarmi, cosa che non pratico quasi mai oggi, in effetti accadeva che dopo qualche minuto di meditazione entrassi in uno stato molto simile a quello da te descritto, in cui immagini e situazioni mi correvano davanti agli occhi, e pur essendo cosciente, la mia attività volitiva era già sopita, come fossi un testimone esterno di ciò che accadeva. Per quello che riguarda la natura del sogno, credo di poterti dare una mia interpretazione, che in effetti è molto allineata con la analisi che hai esposto nel tuo post, solo credo che ne differisca nell' interpretazione. Mi spiego, da quello che ho capito tu asserisci che i sogni siano una modalità con cui l' "Io profondo" (inconscio?) comunichi all' io cosciente, seppure in forma archetipica molto spesso, esplicitando paure non ben identificate, emozioni, sentimenti ecc... Nella mia esperienza, da un paio di anni, durante il sogno, non sono mai io il protagonista, non so bene come spiegarlo, ma è come se nel sogno ad agire fosse un me lobotomizzato, una sorta di automa completamente soggiogato da forze e tensioni che durante lo stato di veglia non trovano posto; beninteso, tale analisi mi è possibile solo una volta destatomi e ripreso il controllo sul mio essere. In effetti, ad aiutarmi nell' interpretazione di tale fenomeni è subentrata l' interpretazione e l' arte di sognare degli sciamani yaqui. Essi evitano di sognare, provocandosi quasi ogni notte sogni lucidi e viaggi astrali, poichè il sogno comune rappresenta la modalità con cui la coscienza viene liberata dalle morse dell' ego e viene messa a dormire, e quindi l' ego diviene non solo il padrone, ma anche il creatore della realtà onirica che si vive. Da questo punto di vista nel mio caso il sogno rappresenta una discontinuità coscienziale, che non mi dice più di quello che già so, ed anzi dà nutrimento e libertà d' azione a forze che di nutrimento non ne dovrebbero ricevere. E' per questo che ho iniziato a fare esperimenti di continuum coscienziale in stato di onirismo, ed ho preso come un tentativo di insegnamento quella prima esperienza indotta, da parte di chi o di cosa ancora non lo so, e il motivo per cui ho scritto qua era proprio per tentare di capirlo.
Ne consegue quindi che è anche per me, in accordo con ciò che dici, evidente che lo stato di sogno sia pura espressione del bagaglio di sentimenti, emozioni, sensazioni che ci portiamo appresso, ma la mia riflessione è, qual è il senso di questo bagaglio, è forse una valigia da sistemare, o un carico inutile da gettare al suolo? Credo che il nostro nodo interpretativo risieda in questa domanda, e spero di aver espresso in modo esaustivo qual è la risposta che io ho avuto la necessità di scegliere.
Ciao Cesare
lefts
00mercoledì 24 agosto 2011 22:32
Re:
Maila1, 24/08/2011 22.10:
Se le esperienze sono reali non ci potrà essere contraddizione?
E' così se stai parlando di una realtà oggettiva.
Ma poichè ogni realtà oggettiva per essere vissuta deve passare al setaccio della nostra percezione individuale,non concordo con ciò che affermi.
Forse la verità (e non la realtà) è congruente.
Ma,ammesso che esista una verità univoca e incontrovertibile,io credo che nessuno di noi ne sia in possesso.
Ecco, grazie Maila, mi dai l' opportunità di effettuare un altro chiarimento terminologico, quando parlo di "Realtà" mi riferisco solo ad una realtà oggettiva, quella che molto spesso non è percepita da alcun essere umano, quella che è scritta tra le righe dell' universo, e che il più delle volte non permette di essere trasmessa a parole. Da questo punto di vista utilizzo i termini reale e vero come semi-sinonimi, con la sola differenza del campo semantico di utilizzo. Uso l' aggettivo reale per definire oggetti e fenomeni di dominio sensorio, e vero per oggetti e fenomeni del dominio dell' intelleggibile e dell' intuibile. Sia la realtà che la verità, per quello di cui ho avuto esperienza, non possono essere possedute, o concettualizzate, possono solo essere negate, ma per quanto si possa negarle e mistificarle (attraverso una percezione distorta a causa di impedimenti), esse esistono indipendentemente da ogni cosa, e si offrono senza risparmiarsi, in ogni istante, al ricercatore impavido che si liberi dell' illusione.
Ciao Cesare.
Maila1
00mercoledì 24 agosto 2011 22:49
Sì,
lefts sono tutti bei concetti quelli a cui fai riferimento,ma esattamente alla fine di cosa si sta parlando io non è che l'ho capito.
Pur avendomi spiegato la tua terminologia continuo a non seguirti e a non afferrare il senso di alcune delle tue risposte.
E non perchè non ne comprendo i concetti,ma perchè pur trovandoli interessanti a volte li trovo poco pertinenti e forse non è nnemmeno il termine giusto.
Vi trovo sempre tutto e il contrario di tutto...una campana che suona ovunque,insomma.
E dietro tutti questi bei concettoni e bei paroloni appartenenti a Malanga,al Buddah e agli sciamani yaqui mi son persa Cesare.
Scusami,ma questa è la mia impressione.Non volermene.Continuerò a seguirti con interesse e magari romperò meno le balle,laddove il mio ruolo di Mod non occorre.
lefts
00mercoledì 24 agosto 2011 23:13
Se sono i riferimenti che danno fastidio posso ometterli, è che esistono uomini che hanno formulato espressioni, con molta fatica e grande accuratezza, per tentare di descrivere l' indescrivibile, e io sono grato a queste figure... Se ti sei persa non posso che dispiacermene, ma di certo ciò di cui parlo non sono cartoline, e perdonami, ma ti assicuro che non sono "bei concetti", sono stati intimi dell' essere, che forse, come effettivamente mi hai fatto notare sono realmente off-topic qua. Chiedo venia per l' indiscrezione, se qualcuno sapesse dirmi di più sul quesito originario comunque mi farebbe grande gradimento. Ciao e a presto.
Maila1
00mercoledì 24 agosto 2011 23:35
Non era un'obiezione Lefts,e non era comunque tesa a sminuire i concetti esposti nè a richiamare l'It.
I riferimenti sono sempre ben accetti perchè ci danno la possibilità di ampliare le conoscenze.
Solo che dietro tutte le tue parole non riuscivo più a distinguere i tuoi pareri personali da quelli dei nomi sopra citati.
Ripeto,nulla da obiettare.
Accetalo per quello che è...Semplice considerazione e parere personale da utente qualunque.
terzastella@
00giovedì 25 agosto 2011 00:56
Ciao Left, concordo con te per quanto riguarda lo stato ipnagogico, infatti lo equiparo a quando stai leggendo a letto, e piano piano ti ritrovi a dover rileggere la riga prima...sentendoti nello stesso tempo "troppo sveglia", forse dovuto allo stupore che sempre mi provocano queste immagini.
Per quanto riguarda i messaggi dell'inconscio, le emozioni, per me vanno ascoltate, sono una parte importante di noi, e forse l'unico modo di interagire con la parte più profonda di noi.
Pensa solo al fenomeno che abbiamo vissuto entrambi, tu hai avuto la sensazione che qualcuno ti strappasse (l'astrale?), mentre io ho pensato che se ne volesse andare.
Perchè queste percezioni diverse?
Da parte mia non credo che una qualche entità si possa impossessare di me o di parti di me senza il mio benestare.
Però mi portavo sensi di colpa per come strapazzavo il mio fisico, quindi la mia conclusione rispondeva a quella logica.
Capisco che ti fai problemi per non crearti un ego ingombrante e soverchiatore, e questo ti fa onore, ma forse una certa integrità di base, dei confini tuoi ben definiti, ecco, quelli potresti valutarli, così potresti avere la percezione di eventuali "intrusioni".
Ciao
lefts
00giovedì 25 agosto 2011 02:29
Riflessioni acute terzastella, per quanto riguarda la percezione del fenomeno di distacco, prima di chiederci il perchè delle nostre differenti percezioni, forse dovremmo chiederci se effettivamente l' esperienza sia stata identica, cosa della quale dubito, ma poniamo per assurdo che lo sia stata: io ho percepito una tensione che "tirava dall' esterno" tu, a quanto capisco, una tensione che "spingeva dall' interno", a livello meccanico ciò non fa differenza, le forze sono vettori e in quanto tali hanno solo direzione verso e punto d' applicazione, il resto è come tu fai notare un' interpretazione della nostra mente. In effetti salvo il momento stesso del distacco, a posteriori avevo preso in considerazione l' ipotesi che la forza che avessi sentito, provenisse dall' interno, solo venendo a conoscenza della possibilità che altri viaggiatori astrali possano indurre il distacco di altri corpi astrali, ho rivalutato l' episodio in quest' ottica, che si addiceva in effetti alla percezione originaria. Su fenomeni del genere mi astengo dall' esporre verità assolute, poichè evidentemente, quella mia esperienza è stata un' esperienza di tipo interpretativa, ma sono del parere che ogni corpo che abbiamo sottostà in ogni caso a quello che è il nostro centro volitivo, di conseguenza non immagino una volontà propria al nostro corpo astrale, scissa dal resto. Sarebbe come se il nostro corpo fisico di tanto in tanto avesse la capacità di effettuare movimenti coordinati grazie ad una propria volontà. Per quanto mo riguarda l' ego, è sempre ingombrante e limitante, e ho notato che i confini definiti hanno sempre creato problemi, tanto fuori all' esterno, quanto dentro la nostra mente, cerco quanto più di rendere la mia mente ed il mio cuore una grande piazza, in cui tutti sono i benvenuti, ma che in sostanza ospita poche cose poichè la maggior parte delle entità preferiscono luoghi chiusi e confinati in cui risiedere. Ho scelto la via del "cosmopolitismo" piuttosto che quella del "nazionalismo" per così dire...
BOTAKKI
00giovedì 25 agosto 2011 21:30
Re:
lefts, 25/08/2011 02.29:
Per quanto mo riguarda l' ego, è sempre ingombrante e limitante, e ho notato che i confini definiti hanno sempre creato problemi, tanto fuori all' esterno, quanto dentro la nostra mente, cerco quanto più di rendere la mia mente ed il mio cuore una grande piazza, in cui tutti sono i benvenuti, ma che in sostanza ospita poche cose poichè la maggior parte delle entità preferiscono luoghi chiusi e confinati in cui risiedere. Ho scelto la via del "cosmopolitismo" piuttosto che quella del "nazionalismo" per così
dire...
A parte la forma espressiva che ho evidenziato, sulla quale non mi esprimo
, direi del resto che visti i presupposti mi aspettavo qualcosa di più, o meglio dovrei dire di diverso, forse è solo una mia lacuna interpretativa, ma in quel quadretto mi manca qualcosa...
Per quanto riguarda l'ego ti dico in modo estremamente sintetico la mia:
Il suo posto è sotto i piedi, come l'uva alla vendemmia.
Può dare un ottimo vino se trattato a dovere, però può anche ubriacare se ci si azzarda ad abusarne, stò ben attento quindi a concedergli "spazi" ( nella mia piazza tutti sono accolti, certo, bene dipende dai casi e dai personaggi ).
Non nego di sfruttarne svariate peculiarità,anzi per me direi che è basilare ( affermazione totalmente soggettiva ), il fine però è sempre un mio interesse, non suo.
Vien da sè che non identifico il mio vero io con quella bestia stupida che chiamo ego.
terzastella@
00giovedì 25 agosto 2011 22:47
Ciao Left, certo che le esperienze possono essere diverse, ci muoviamo comunque nel campo delle ipotesi, e personalmente ci tengo a restarci perchè posso solo raccontarti le mie esperienze e le deduzioni che ne ho tratto.
Devo correggerti quando affermi che non credi ad una volontà propria del corpo astrale perchè comunque il centro volitivo dovrebbe controllarlo, ma il distacco avviene comunque con alterazione di coscienza, è qui che ribadisco che pur avendo consapevolezza una parte della mente vigile...non vigila più!
E' questo il bello dei viaggi astrali, sembrano così reali!
Mai capiterà che il tuo corpo astrale se ne esca nello stato di veglia, perchè succeda devi essere in uno stato particolare.
Per quanto riguarda il buddismo credo sia una nobilissima religione con principi eccelsi, ma trovo che la sua applicazione possa essere realizzata integralmente nella sicurezza e protezione dei monasteri, portata nella vita reale crea contraddizioni.
In fondo cosa c'è di così negativo nel riconoscere le proprie emozioni come qualcosa di vitale, nel dialogarci insieme per trarne le proprie personali soluzioni?
Ciao Bottaki, ma adesso spiegami la differenza fra ego ed io?
Mica la capisco....
ciao