Viaggio Apostolico di Benedetto XVI in Portogallo 13 maggio 2010

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Cattolico_Romano
00giovedì 24 settembre 2009 16:17
Papa sarà a Fatima il 13 maggio

Roma, 24 set (Velino)

Il Papa sarà a Fatima il 13 maggio 2010: lo annuncia la Presidenza della Repubblica del Portogallo, attraverso una nota sul sito ufficiale.
“Il Papa Benedetto XVI - si legge - sarà in visita in Portogallo il prossimo anno, in risposta all’invito del presidente della Repubblica”.
Per quanto riguarda il programma ufficiale, è stato reso noto che il Papa presiederà una celebrazione liturgica a Fatima il 13 maggio.
Una data significativa, in quanto il 13 maggio 1917 si verificò la prima delle sei apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima, Lucia, Francesco e Giacinta. Da allora, ogni 13 del mese fino a ottobre, la Madonna apparve ai tre pastorelli. Quella di Benedetto XVI sarà la quinta volta che un Papa si reca in visita a Fatima: Paolo VI ha visitato il santuario nel 1967 e Giovanni Paolo II nel 1982, come gesto di ringraziamento dopo l’attentato subito il 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro - da subito il Pontefice polacco ha attribuito alla Madonna di Fatima la propria salvezza -, nel 1991 e nel 2000, per la beatificazione dei fratelli Francesco e Giacinta Marto.
In questa occasione, al termine della celebrazione, il cardinale Angelo Sodano, allora Segretario di Stato diede lettura della comunicazione in lingua portoghese, sul terzo segreto di Fatima. Il 26 giugno 2000, il Papa ne autorizzò la divulgazione pubblica da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, accompagnata da opportuno
commento teologico del prefetto, cardinale Joseph Ratzinger.

© Copyright Il Velino
Cattolico_Romano
00venerdì 25 settembre 2009 12:06
PORTOGALLO: NEL 2010 BENEDETTO XVI A FATIMA. MESSAGGIO DEI VESCOVI

Nel 2010, Benedetto XVI si recherà in visita in Portogallo, rispondendo all’invito indirizzatogli dal presidente della Repubblica, Ánibal Cavaco Silva, congiuntamente ai vescovi portoghesi.
Oltre agli impegni previsti per la visita di Stato, la presidenza della Repubblica ha annunciato che il Papa presiederà le cerimonie religiose anniversarie del 13 maggio 2010 a Fatima.
In una
nota la Conferenza episcopale portoghese (Cep) esprime “l’enorme felicità dei vescovi” per il viaggio apostolico.
“L’amore dei cattolici portoghesi per il successore di Pietro è un elemento chiave della nostra tradizione cattolica e della nostra fedeltà alla Chiesa — si legge nella nota — la visita del Papa rappresenterà un’ulteriore l’occasione per approfondire ed esprimere questo nostro desiderio di comunione con il Pastore Universale”.
La Cep invita fin d’ora tutte le comunità cattoliche a “preparare questo straordinario avvenimento vivendo con profondità la comunione ecclesiale”, e lancia anche un appello al popolo portoghese, indipendentemente dalla sua ideologia e religione, affinché sappia “accogliere degnamente Colui che si presenta come un profeta di cause tanto fondamentali ed urgenti, come quelle della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità”. Si tratta del quinto viaggio di un papa a Fatima, dopo i passaggi di Paolo VI (1967) e di Giovanni Paolo II (1982, 1991, 2000).

© Copyright Sir
Cattolico_Romano
00venerdì 25 settembre 2009 16:50
Il Papa sarà a Fatima il 13 maggio 2010, anniversario della prima apparizione della Vergine. La gioia dei vescovi portoghesi

Manifestiamo il nostro giubilo per la visita di Benedetto XVI in Portogallo nel 2010: è quanto
scrive il presidente della Conferenza episcopale portoghese, l’arcivescovo di Braga, Jorge Ferreira da Costa Ortiga, dopo la comunicazione da parte della Segreteria di Stato vaticana che il Papa ha accettato l’invito dei presuli portoghesi e del presidente della repubblica a visitare il Portogallo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Benedetto XVI presiederà le cerimonie del giorno 13 maggio 2010, a Fatima, anniversario della prima apparizione della Madonna.
“L’amore dei cattolici portoghesi al successore di Pietro – si legge in un comunicato dell’arcivescovo Jorge Ferreira da Costa Ortiga – è un elemento chiave della nostra tradizione cattolica e della nostra fedeltà alla Chiesa”. La visita di Benedetto XVI, di cui non è ancora stato stabilito il programma, scrive ancora il primate del Portogallo, “sarà una nuova occasione per approfondire ed esprimere questo desiderio di comunione con il Pastore Universale”. L’arcivescovo di Braga invita “tutte le comunità cattoliche a preparare questa visita, vivendo profondamente la comunione ecclesiale”. “Nostra Signora, che il Popolo Portoghese ama con una speciale tenerezza – prosegue – sarà la Madre di bontà che ci invita a immergerci in Gesù Cristo e nel mistero della Chiesa”. “Siamo certi – conclude il presule – che il popolo portoghese in generale, indipendentemente dalla sua ideologia e religione, saprà accogliere chi è stato e rimane un profeta delle cause, così fondamentali ed urgenti, della pace e della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità”. Quello di Benedetto XVI sarà il quinto viaggio di un Papa a Fatima, dopo quello di Paolo VI nel 1967 e i tre di Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000). Quando era cardinale, l’attuale Pontefice ha presieduto un pellegrinaggio internazionale dell’ottobre 1996.

© Copyright Radio Vaticana
S_Daniele
00giovedì 8 ottobre 2009 10:28
Il Papa andrà in Portogallo come pellegrino di Fatima

Visiterà il Santuario nell'anniversario della beatificazione dei pastorelli



di Alexandre Ribeiro




FATIMA, mercoledì, 7 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Benedetto XVI visiterà il Portogallo nel 2010 “essenzialmente come pellegrino di Fatima”, nel contesto del pellegrinaggio per l'anniversario del 12 e 13 maggio al Santuario mariano, ha spiegato questo martedì in una nota pastorale il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP).

Riconoscendo “un sentimento di gioia nel nostro popolo”, i Vescovi responsabili della CEP segnalano che la visita è “la concretizzazione di un profondo desiderio, che ci onora grandemente”.

L'episcopato ringrazia “con tutto il cuore” il Santo Padre e afferma di voler “corrispondere a questo onore con quell'amore per il Papa che è una dimensione profonda del cattolicesimo portoghese”.

“La comunione visibile con il Successore di Pietro, presente fisicamente tra di noi, sarà ancora una volta occasione per l'espressione spontanea di quell'amore per la sua persona, il suo magistero e il suo servizio universale e di fedeltà alla Chiesa”, osserva la nota.

I Vescovi portoghesi spiegano che il Papa si recherà nel Paese “essenzialmente come pellegrino di Fatima, dove incontrerà un'espressione viva di tutte le Chiese del Portogallo”.

Il viaggio del Pontefice a Fatima coincide con il decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli Francisco e Jacinta e con le commemorazioni del centenario della nascita di Jacinta.

La visita, riconoscono ad ogni modo i responsabili della CEP, “si proietta nell'orizzonte più ampio dei suoi pellegrinaggi ai principali santuari mariani sparsi per il mondo, come grandi centri di evangelizzazione”.

“Quando il Papa diventa pellegrino, nella qualità di Pastore universale della Chiesa, è tutta la Chiesa che peregrina con lui. Per questo, il suo pellegrinaggio riveste un grande significato pastorale, dottrinale e spirituale”.

Per i Vescovi, la visita papale vuole “incoraggiare l'impegno costante e generoso nell'opera di evangelizzazione, aiutando a passare da una religiosità tradizionale a un fede adulta e ponderata”, una fede “capace di una testimonianza coraggiosa in privato e in pubblico, che sappia affrontare le sfide del secolarismo e del relativismo dottrinale ed etico, tipici del nostro tempo, che Benedetto XVI ricorda spesso”.

L'organismo episcopale portoghese afferma che in questo momento il programma della visita papale non è ancora definito. Nella prossima assemblea dei Vescovi, a novembre, si rifletterà su come preparare l'evento.

Fin d'ora, comunque, i presuli invitano tutti i fedeli “ad accogliere il Santo Padre come Successore di Pietro che viene a confermare i fratelli nella fede e con affetto e partecipazione personale, unendoci in preghiera alle sue intenzioni per la Chiesa e per le grandi preoccupazione dell'umanità”.


[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]
S_Daniele
00domenica 28 marzo 2010 08:42
Pubblicato il programma ufficiale del viaggio del Papa in Portogallo
Previsti incontri con il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 25 marzo 2010 (ZENIT.org).-

La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato questo giovedì il programma ufficiale del viaggio apostolico che il Papa compirà in Portogallo dall'11 al 14 maggio prossimi.

Il pellegrinaggio nel decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli di Fatima Jacinta e Francisco inizierà martedì 11 maggio alle 8.50 con la partenza dall'Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Il programma prevede l'arrivo, alle 11.00, all'Aeroporto Internazionale Portela di Lisbona, dove avrà luogo una cerimonia ufficiale di accoglienza durante la quale Benedetto XVI pronuncerà un discorso.

Alle 12.45 ci sarà la cerimonia di benvenuto al Monastero dos Jerónimos, dove è prevista una breve visita papale.


Alle 13.30 è prevista una visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Aníbal A. Cavaco Silva, nel Palazzo di Belém di Lisbona.


Alle 18.15 verrà celebrata una Messa al Terreiro do Paço di Lisbona, prospiciente il fiume Tejo. Benedetto XVI pronuncerà l'omelia, con un messaggio commemorativo per il 50° anniversario della fondazione del Santuario di Cristo Re ad Almada.


Il giorno seguente, il 12 maggio, alle 7.30 verrà celebrata una Messa in privato nella cappella della Nunziatura Apostolica di Lisbona.


Alle 10.00 il Papa incontrerà il mondo della cultura al Centro Cultural di Belém, pronunciando un discorso.
Alle 12.00 è previsto invece l'incontro con il Primo Ministro portoghese, José Sócrates, nella Nunziatura Apostolica, dove alle 15.45 ci sarà il congedo del Papa da Lisbona. Alle 16.40 partirà in elicottero dall'aeroporto di Portela alla volta di Fatima.

Fatima

L'arrivo del Pontefice all'eliporto predisposto nel grande parcheggio del nuovo stadio municipale di Fatima è previsto alle 17.10. Alle 17.30 il programma prevede la visita papale alla Cappella delle Apparizioni, seguita da una preghiera sulla spianata del Santuario di Fatima.

Alle 18.00 saranno celebrati i Vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i diaconi nella chiesa della Santissima Trinità, e Benedetto XVI pronuncerà un discorso.

Alle 21.30 è prevista la benedizione delle fiaccole sulla spianata del Santuario. Il Papa pronuncerà anche un discorso.

Il programma della giornata termina con la recita del Rosario nella Cappella delle Apparizioni.

Giovedì 13 maggio è prevista la celebrazione di una Messa alle 10.00 sulla spianata del Santuario, con un'omelia e un saluto del Papa.

Alle 13.00, Benedetto XVI pranzerà con i Vescovi del Portogallo e con il seguito papale nella Grande Refettorio della Casa di Nossa Senhora do Carmo di Fatima.

Alle 17.00 incontrerà i rappresentanti delle organizzazioni della pastorale sociale nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima, pronunciando un discorso.

Alle 18.45 è previsto un incontro di Benedetto XVI con i Vescovi portoghesi nella sala conferenze della Casa di Nossa Senhora do Carmo, con un nuovo discorso del Papa.

L'ultimo giorno della visita del Papa in Portogallo, venerdì 14 maggio, è previsto un congedo di Benedetto XVI dalla Casa di Nossa Senhora do Carmo alle 8.00. Quaranta minuti più tardi, l'elicottero del Papa partirà dall'eliporto di Fatima verso Porto.

Porto

Alle 9.30 è previsto l'arrivo del Vescovo di Roma all'eliporto della caserma della Serra do Pilar di Gaia.

Benedetto XVI presiederà una Messa alle 10.15 nel Grande Piazzale della Avenida dos Aliados di Porto, pronunciando l'omelia.

Alle 13.30 è prevista una cerimonia di congedo all'Aeroporto Internazionale di Porto, con un discorso del Papa.

Il programma termina con la partenza in aereo da quell'aeroporto alla volta di Roma, prevista per le 14.00.

S_Daniele
00mercoledì 5 maggio 2010 17:30
Benedetto XVI in Portogallo: un viaggio dall'accento mariano
Padre Federico Lombardi rivela alcuni dettagli della visita papale
di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).-

Il mondo della cultura, i membri del clero e la pastorale sociale saranno i tre incontri particolari che Papa Benedetto XVI presiederà nel suo viaggio in Portogallo, dall'11 al 14 maggio.

Lo ha confermato questo martedì mattina padre Federico Lombardi S.I, portavoce della Santa Sede, presentando il programma del 15° viaggio apostolico fuori dall'Italia che realizzerà il Pontefice.

Nella visita, che avrà un accento spiccatamente mariano, il Papa celebrerà i dieci anni della beatificazione dei pastorelli Jacinta e Francisco Marto, che insieme alla cugina Lúcia dos Santos furono i primi testimoni delle apparizioni della Madonna di Fatima nel 1917.

Benedetto XVI sarà il terzo Papa a visitare il Santuario di Fatima, dopo il viaggio di Paolo VI (1967) e le tre visite di Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000).

Per padre Lombardi, Fatima è "un santuario mariano in cui ci sono stati degli eventi di cui Benedetto XVI si è occupato in modo molto approfondito, personalmente, anche proprio dal punto di vista della teologia e della spiritualità", visto che l'allora Cardinale Ratzinger elaborò un ampio documento commentando questo fatto quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, testo pubblicato il 26 giugno 2000.

"E, naturalmente, Fatima è un luogo in cui lo sguardo si allarga per una meditazione sulla storia", ha aggiunto padre Lombardi.

Il portavoce della Santa Sede si è anche riferito all'enfasi che questo viaggio darà al mondo del clero e alla celebrazione dei Vespri con sacerdoti, religiosi, seminaristi e diaconi nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima che si realizzerà il 12 maggio, così come all'incontro con i Vescovi del Portogallo che avverrà a Lisbona.

"Siamo a un mese della conclusione dell'Anno Sacerdotale e il contesto è molto adatto", ha commentato.

Benedetto XVI arriverà al Santuario mariano il pomeriggio del 12 maggio. Lì ricorderà l'attentato subito da Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981.

Eventi importanti si svolgeranno anche a Lisbona e Porto. Il tema del viaggio sarà "Insieme a te, camminiamo nella speranza".

S_Daniele
00mercoledì 5 maggio 2010 19:10
Viaggio Apostolico del Santo Padre in Portogallo: le dirette televisive

Dal sito di Telepace:

Martedì 11 maggio 2010

11:55 In diretta da Lisbona
Arrivo e accoglienza ufficiale all'Aeroporto Internazionale Portela di Lisbona

13:40 In diretta da Lisbona
Cerimonia di Benvenuto al Mosteiro dos Jeróminos di Lisbona

14:15 In diretta da Lisbona
Visita di cortesia al Presidente della Repubblica nel Palácio de Belém di Lisbona

19:10 In diretta da Lisbona
Santa Messa nel Terreiro do Paço di Lisbona

Mercoledì 12 maggio 2010

10:50 In diretta da Lisbona
Incontro con il mondo della cultura, nel Centro Culturale di Belém

18:25 In diretta da Fatima
Visita alla Cappellina delle Apparizioni, nella Spianata del Santuario di Fatima

19:00 In diretta da Fatima
Celebrazione dei Vespri con sacerdoti, religiosi, seminaristi e diaconi, nella Chiesa della SS.ma Trindade

22:25 In diretta da Fatima
Benedizione delle fiaccole e Recita del Santo Rosario, sulla Spianata del Santuario di Fatima

Giovedì 13 maggio 2010

10:50 In diretta da Fatima
Santa Messa sulla Spianata del Santuario di Fatima

Venerdì 14 maggio 2010

11:10 In diretta da Porto
Santa Messa nel Grande Piazzale di Av. dos Aliados

14:25 In diretta da Porto
Cerimonia di congedo all'Aeroporto Internazionale di Porto
S_Daniele
00sabato 8 maggio 2010 06:59
Il Portogallo si prepara a ricevere il Papa

Santità ed evangelizzazione sulla rotta del Vaticano II


di Eugénia Tomaz
Universidade autónoma di Lisbona

La notizia della visita di Benedetto XVI in Portogallo è stata ben accolta nel cuore della maggioranza dei portoghesi. Questo atteggiamento si deve a ciò che ci caratterizza come popolo:  siamo ospitali. Il modo con cui il nostro Paese si prepara a ricevere il Papa ha come base due prospettive che si completano:  uno sguardo retrospettivo e, allo stesso tempo, di prospettiva.

La visione retrospettiva si riferisce alla visita ad limina compiuta dai vescovi all'inizio di novembre 2007. In quell'incontro le direttive del Pontefice sono state chiare:  "La parola d'ordine è stata, ed è, costruire cammini di comunione. È necessario cambiare lo stile di organizzazione della comunità ecclesiale portoghese e la mentalità dei suoi membri per avere una Chiesa in sintonia con il concilio Vaticano ii". I presuli del Paese hanno tratto le seguenti conclusioni:  "La Conferenza episcopale portoghese considera una priorità investire nella formazione dei cristiani, con la valorizzazione dello stile catecumenale e delle dimensioni comunitaria e spirituale; l'innovazione nella pastorale giovanile; il chiarimento della missione specifica dei sacerdoti; la promozione delle iniziative che permettano di conoscere il Dio cristiano, pensare alla Chiesa nella sua libertà profetica e prepararla a essere serva e povera".

All'inizio di febbraio del 2009, sul giornale diocesano di Lisbona, il patriarca cardinale José da Cruz Policarpo, ha dichiarato:  "La Chiesa deve incontrarsi con il proprio mistero; deve riscoprire che la vita umana è qualcosa in cui Dio interviene continuamente; la società è un'armonia delle libertà individuali". A suo parere, la Chiesa fa la differenza nel rapporto con il mondo in cui è inserita a partire dall'esperienza vissuta in Gesù e dal Vangelo delle beatitudini. A una domanda circa la sua visione del futuro ha risposto:  "Riservo una grande apertura a ciò che io non so neanche immaginare del futuro e che è nel silenzio di Dio. Il grande contributo che possiamo dare alla costruzione della comunità, della Chiesa nel suo insieme e dell'umanità come realtà globale, è proprio credere profondamente, non desistendo mai da ciò in cui crediamo".
L'annuncio e la pubblicazione della Caritas in veritate, nel giugno del 2009, hanno suscitato grande aspettativa ed entusiasmo, anche se - si legge sullo stesso giornale diocesano - "dopo la sua pubblicazione pochi sono stati i commentatori e i media che hanno riportato le idee principali esposte da Benedetto XVI. I critici sono rimasti in silenzio e hanno preferito non dire molto circa le proposte fatte dal Papa". Questo significa che i documenti del Papa non vengono sufficientemente valorizzati, forse perché una delle caratteristiche del popolo portoghese è la sua resistenza ai cambiamenti. Non solo per quello che riguarda gli insegnamenti della Chiesa ma anche nell'aspetto sociale e, ancora di più, nell'ambito della cultura. I documenti e gli scritti di Giovanni Paolo ii sono sempre stati considerati di difficile comprensione.

Lo stesso sta avvenendo con quelli del successore. È necessario approfondire, a livello delle comunità locali, il contenuto dei documenti pontifici, in modo da inserire sempre più i cristiani nei linguaggi della fede e della cultura cristiana. Del resto, sono gli stessi responsabili della Chiesa in Portogallo a riconoscere che la dottrina del concilio Vaticano ii è stata promossa poco nel nostro Paese.

Quanto all'effettiva preparazione della visita, i media cattolici hanno concentrato le aspettative sul tema "Santità ed evangelizzazione". Tre in particolare sono le realtà che il Papa incontrerà:  i responsabili della pastorale sociale, il mondo della cultura, della scienza e dell'arte, i sacerdoti. In Portogallo la pastorale sociale e della salute è un settore con un'intensa attività, che sta svolgendo e consolidando iniziative considerevoli. Per quanto riguarda il mondo della cultura e delle arti non sta avvenendo la stessa cosa:  "La Chiesa in Portogallo ha bisogno di voltare pagina in questo campo", ha affermato di recente padre José Tolentino Mendonça, direttore del segretariato della pastorale della cultura, sottolineando che "sulla scia dei suoi predecessori, Papa Benedetto XVI ha dichiarato che la Chiesa ha bisogno di celebrare un nuovo patto creativo con il mondo delle arti".

Con l'avvicinarsi della visita, il clima di festa si intensifica. Il Pontefice viene "essenzialmente come pellegrino di Fatima", ma "i vescovi non vogliono che la sua visita sia un evento passeggero". Per questo, il Patriarca di Lisbona ha sfidato tutti a "lasciarsi invadere da questo desiderio di cambiare il cuore, per essere "giusti" e operatori di giustizia". Questo senso della giustizia è in rapporto diretto con il modo in cui i media tratteranno l'evento. In questa prospettiva, monsignor Carlos Azevedo - coordinatore generale della visita - ha chiesto ai giornalisti "senso critico e onestà".
Egli sa che la venuta del Papa implica "una sfida a pensare il Portogallo" ma anche a "ripensare la Chiesa, quasi cinquant'anni dopo l'inizio del concilio Vaticano ii". Questo aspetto chiama a collaborare tutti i cristiani e soprattutto i giovani, che "avranno un ruolo attivo nella visita".

Con te camminiamo nella speranza! Sarà questo il grido delle migliaia di persone che daranno il benvenuto a Benedetto XVI. Un Papa per il quale "la speranza è una persona viva, Gesù Cristo".



(©L'Osservatore Romano - 8 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:01
Al Regina caeli il Pontefice parla del viaggio in programma da martedì 11 a venerdì 14

In Portogallo a pregare per i sacerdoti e per la pace


 La Chiesa, i sacerdoti, la pace:  con queste tre intenzioni di preghiera il Papa si reca in Portogallo, dove compie il suo quindicesimo viaggio internazionale da martedì 11 a venerdì 14 maggio. Benedetto XVI ne ha parlato al Regina caeli di domenica 9, in piazza San Pietro.

Cari fratelli e sorelle!
Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima, normalmente, è favorevole alle passeggiate e alle escursioni. Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell'"alleluia", dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell'attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello "naturale" e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria. Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la "rosa" apparsa nella pienezza dei tempi, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Ed è al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana:  Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito.
Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice:  "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14, 23). Queste espressioni sono rivolte ai discepoli, ma si possono applicare al massimo grado proprio a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l'ha amata e in Lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente (cfr. Gv 14, 26), come non pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva? In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa.
Cari amici, nel cuore di questo mese mariano, avrò la gioia di recarmi nei prossimi giorni in Portogallo. Visiterò la capitale Lisbona e Porto, seconda città del Paese. Meta principale del mio viaggio sarà Fátima, in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei due pastorelli Giacinta e Francesco. Per la prima volta come Successore di Pietro mi recherò a quel Santuario mariano, tanto caro al Venerabile e caro Giovanni Paolo ii. Invito tutti ad accompagnarmi in questo pellegrinaggio, partecipando attivamente con la preghiera:  con un cuore solo ed un'anima sola invochiamo l'intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti, e per la pace nel mondo.

 

(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:03
Le tappe della visita che sta mobilitando l'intero Paese

L'attesa dei cattolici e la curiosità degli altri


di Rino Passigato
Arcivescovo titolare di Nova di Cesare
Nunzio apostolico in Portogallo


Dall'11 al 14 maggio, accogliendo l'invito del capo dello Stato e dell'episcopato locale, Benedetto XVI sarà in Portogallo. Subito dopo il saluto di benvenuto all'aeroporto internazionale di Lisbona, il Pontefice compirà la visita ufficiale al presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva, nel palazzo di Belém, sostando per alcuni momenti nel complesso monumentale del monastero dos Jerónimos, esempio eccelso di architettura in stile "manuelino", in cui, oltre a numerose memorie storiche, sono custoditi i sarcofagi di Vasco da Gama e di Camões, che tra la fine del xv e la metà del XVI secolo resero grande il Portogallo e la sua lingua nel mondo.

Il primo bagno di folla del Papa è previsto nella centralissima Praça do Comercio (o Terreiro do Paço), dove, accolto dal sindaco della capitale che gli offrirà simbolicamente le chiavi della città, Benedetto XVI presiederà la celebrazione della messa e darà il suo primo messaggio alla comunità cattolica stimolandola a rinnovare la propria fede pasquale in una ricerca di santità di vita e di rinnovato impegno apostolico e missionario. Alla fine del rito il Papa renderà omaggio all'immagine di Cristo Re che, da 50 anni, dall'altra sponda del fiume Tago abbraccia con amorevole gesto di protezione la città di Lisbona e il Portogallo.

 La prima giornata si concluderà con la cena in privato nella nunziatura apostolica.
Il secondo giorno della visita avrà in mattinata due momenti importanti:  dapprima, l'incontro con il mondo della cultura, a cui, oltre a circa 1300 personalità nazionali, esponenti del mondo delle lettere e delle arti, sono stati invitati anche gli ambasciatori e i rappresentanti di organismi internazionali accreditati nella capitale portoghese; Papa Ratzinger parlerà di dialogo ragione-fede e di dialogo tra culture. Poi, il Pontefice, affiancato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, riceverà in nunziatura il primo ministro José Sócrates, accompagnato dal proprio ministro degli Esteri; assisteranno l'ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede e il nunzio apostolico a Lisbona.
 
Nel pomeriggio il Santo Padre si trasferirà a Fátima, meta centrale del viaggio apostolico. Sarà il terzo Papa a recarsi al santuario, dopo Paolo vi e Giovanni Paolo ii (che vi si recò ben tre volte); per Ratzinger sarà un ritorno, poiché già vi fu da cardinale nell'ottobre del 1996, occasione in cui incontrò suor Lucia nel Carmelo di Coimbra. Nella cittadella mariana Benedetto XVI sosterà in silenziosa preghiera davanti all'immagine della Vergine nella cappellina delle apparizioni, esternando, poi, i suoi sentimenti in un'invocazione e deponendo ai suoi piedi una rosa d'oro. Di lì raggiungerà la nuova grande chiesa della Santissima Trinità, che sorge in fondo alla spianata, per celebrarvi la liturgia dei vespri con i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e le persone consacrate. Siamo ancora nell'Anno sacerdotale e in quest'incontro il Papa rivolgerà un messaggio atto a illuminare la mente e a scaldare il cuore di coloro che, accogliendo la chiamata di Cristo e il dono della sua amicizia di predilezione, sono stati inviati come testimoni del Vangelo, ministri e dispensatori, in persona Christi, della grazia divina, la vita nuova del Regno.

In serata, dopo cena, il Papa guiderà la recita del santo rosario, preghiera mariana per eccellenza che, a Fátima, in obbedienza a quanto la Madonna chiese ai pastorelli, è recitata pubblicamente tutti i giorni per la conversione dei peccatori e per la pace nel mondo.

Il 13 maggio, solennità della Madonna di Fátima, nel 93° anniversario della prima apparizione di Maria Santissima a Lucia, Francesco e Giacinta, la visita del Pontefice raggiungerà il suo apice nella celebrazione della messa, a metà mattinata, preceduta dalla tradizionale processione che, snodandosi attraverso la spianata, terminerà in cima alla gradinata antistante il santuario, dove si svolgerà la solenne liturgia eucaristica. Benedetto XVI testimonierà ai presenti e al mondo il suo profondo amore alla Madre di Dio e Madre di tutti gli uomini, e indicherà nel messaggio di Fátima (preghiera, penitenza, conversione) il cammino da seguire per ottenere la salvezza e la pace.

Nel pomeriggio il Santo Padre incontrerà gli operatori della Pastorale sociale e, anche per loro, avrà un discorso distillato dal suo magistero, dalla Deus Caritas est alla Caritas in veritate, mostrando come, per il cristiano, fede, impegno sociale e carità rispondono a un'unica vocazione. Prima di chiudere la terza giornata il Papa s'intratterrà con i vescovi portoghesi, adempiendo così il munus petrino di confirmare fratres.

Il viaggio apostolico si concluderà il venerdì 14 maggio nel città di Porto, la seconda del Paese, con oltre due milioni di abitanti. A metà mattinata Benedetto XVI presiederà la celebrazione della messa nella piazza centrale, davanti al palazzo del municipio. Anche tra questa operosa popolazione del nord è grande l'attesa del Papa. Il Portogallo cattolico è ansioso di vedere Pietro, di ascoltare la sua parola, di ricevere la sua benedizione. In molte chiese si è preparata la visita con una preghiera ininterrotta.

In ogni luogo dove egli passerà - Lisbona, Fátima e Porto - numerosi cattolici cercheranno di avvicinarsi il più possibile al Pontefice. Ma ci saranno pure dei curiosi che si affacceranno solo per vedere l'uomo vestito di bianco. E ci saranno gli indifferenti, che continueranno nelle loro occupazioni e per i quali la visita del Papa non farà storia. Ed è anche da pensare che vi saranno, come in altre parti, persone che si sentiranno persino disturbate dalla presenza del Capo della Chiesa cattolica e dalle attenzioni di riguardo che gli verranno prestate dalle autorità e dal popolo credente.

Ma soprattutto ci saranno loro, i giovani cattolici portoghesi; quelli che danno vita alle loro parrocchie e quelli che militano nei diversi movimenti ecclesiali; gli stessi che nella recente festa di san Giuseppe mandarono a Benedetto XVI una lettera per augurargli buon onomastico e dirgli l'impazienza della loro attesa; quei giovani che l'accompagneranno in tutte le tappe della sua visita e animeranno ogni celebrazione eucaristica e mariana; gli stessi che la sera del primo giorno verranno a cantargli una serenata sotto le finestre della nunziatura e che l'indomani, a piedi, lo precederanno alla Cova da Iria. Loro, il futuro della Chiesa e della nazione, saranno presenti e godranno nel vedere e nell'udire Benedetto XVI, Pietro oggi. E Benedetto XVI godrà della loro presenza, dall'inizio alla fine del suo viaggio apostolico in Portogallo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!


(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:05
Nel cuore del Novecento

I Papi e le visioni dei pastorelli


di Virgilio do Nascimento Antunes
Rettore del santuario di Fátima


Fra le rilevazioni private avvenute nel nostro tempo, quelle di Fátima hanno la particolarità di proiettare il suo messaggio a livello mondiale, per quel che si riferisce sia alla Chiesa sia al mondo. Lucia, Giacinta e Francesco, in Portogallo all'inizio del xx secolo, assumono le convinzioni fondamentali della cattolicità che le apparizioni confermano loro. Professano la fede nella Santissima Trinità e, a partire dalle rivelazioni del 1916, le preghiere trinitarie che vengono insegnate loro:  "Mio Dio, io credo in te, ti adoro, spero in te e ti amo; Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti adoro profondamente".

Conoscono la centralità di Gesù Cristo e dell'Eucaristia. L'adorazione eucaristica nella chiesa parrocchiale e la partecipazione alla messa domenicale sono i segni della dimensione cristocentrica della loro fede. La loro profonda devozione a Nostra Signora, in quanto Madre di Gesù, Madre della Chiesa e Signora del Rosario, propria della devozione popolare dell'epoca, incentrata sulla recita in famiglia del rosario e sulle feste mariane, è un tratto distintivo del cattolicesimo di tutti i tempi.

 L'ambito di riferimento dei pastorelli è la Chiesa, comunità locale di quanti celebrano la messa, i sacramenti e le feste. Il volto visibile della Chiesa che conosciamo è quello della parrocchia, la cui vita gira attorno alla fede ereditata dagli avi. Accanto a questa dimensione locale, i pastorelli conoscono l'universalità della Chiesa e la loro devozione al Santo Padre è il segno di questa prospettiva di cattolicità della Chiesa.
Leggendo le Memorie di suor Lucia e il testo della terza parte del segreto di Fátima, troviamo molti riferimenti al Papa, riguardo al quale si evidenziano diversi aspetti:  la devozione e l'amore personale, la solidarietà con lui nella sofferenza, la persecuzione e il martirio al quale è sottoposto nella sua condizione di guida della Chiesa.

La visione di Giacinta Marto riportata di seguito esprime l'esperienza più forte:  "Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio, di fronte a un tavolo, con le mani sul volto, che piangeva. Fuori dalla casa c'era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte parole cattive. Povero Santo Padre! Dobbiamo pregare molto per lui".

Questa esperienza interiore rivela una devozione il cui significato assume grande importanza. Anche senza conoscere i dettagli della teologia sulla Chiesa, sul posto che in essa occupano la figura del Papa, la sua funzione e il suo magistero, Giacinta interiorizza alcuni elementi fondamentali.
In primo luogo si tratta di un legame personale, che supera il mero vincolo istituzionale. Sente come sua la sofferenza del Santo Padre, in un atteggiamento di solidarietà e di comunione, proprie dei membri del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa.

Interpretando il linguaggio con cui narra la visione, possiamo pensare che la "casa molto grande" in cui il Santo Padre si trova è la Chiesa. Lì, il Pastore in nome di Cristo, il Papa, è anche colui che più s'identifica con Cristo, l'agnello immolato per la salvezza di molti. "Con le mani sul volto, che piangeva":  il Papa fa sue le sofferenze della Chiesa, violentata e perseguitata nel mondo, in particolare nel XX secolo, il secolo dei martiri.

Il testo poi dice:  "fuori della casa c'era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte parole cattive". Il xx secolo è stato l'epoca della grande scissione fra credenti e non credenti, il secolo dell'ateismo e, in molti casi, il secolo della grande persecuzione contro la Chiesa cattolica. Il "fuori dalla casa" può essere un riferimento al "mondo", all'essere salvato da Cristo per mezzo della Chiesa, o al mondo in quanto opposto alla Chiesa.

Un'altra visione di Giacinta Marto rivela, da un lato la sua passione per la Chiesa e dall'altro per quanti sono lontani da essa:  "Non vedi tanta strada, tanti cammini e campi pieni di gente, che piange per la fame e non ha nulla da mangiare? E il Santo Padre in una Chiesa, dinanzi all'Immacolato Cuore di Maria, che prega? E tanta gente che prega con lui?". Non si tratta solo di fame di alimenti, ma anche di fame di Dio che riguarda tante persone che si sono allontanate da Lui. Proprio in questo mondo, il Papa - la Chiesa prega e manifesta la sua fiducia nell'Immacolato Cuore di Maria, rifugio dei peccatori e cammino che conduce a Dio.

Nella terza parte del segreto di Fátima, vediamo nuovamente il Papa, il vescovo vestito di bianco, che cammina, proprio con il popolo dei perseguitati, segnati però dalla speranza della redenzione che nasce dai bracci della croce, eretta sulla cima di un'alta montagna. È, ancora una volta, il pastore che cammina con il suo gregge e il maestro della fede che guida il suo popolo, cercando di condurlo alle sorgenti della salvezza.

L'importante posto che occupa il Papa nella vita dei pastorelli, come pure nelle rivelazioni di Fátima, crea le condizioni affinché il messaggio assuma una portata universale e tocchi le questioni fondamentali della storia del mondo attuale. D'altro canto, il legame fra i Papi e Fátima, fin dall'inizio di questo fenomeno, porta un evento di carattere locale, o al massimo nazionale, a proiettarsi su scala mondiale.
Sono molti i vincoli che hanno unito Fátima ai Papi dalle prime notizie sulle apparizioni. La storia stessa del rapporto fra i Papi e Fátima denota la convinzione generale riguardo alla portata ecclesiale e universale di questo messaggio profetico.

Il pontificato di Benedetto XV è segnato dalla sua elezione il 13 maggio 1917, una coincidenza profetica, e dalla decisione di creare una supplica mariana a favore della pace, a volte interpretata come una preparazione degli eventi di Fátima.

Papa Pio XI s'interessa a Fátima e nonostante la breve distanza temporale dagli eventi già nel 1927 concede il permesso di celebrare la messa votiva del Santissimo Sacramento. Poi, nel 1929, benedice l'immagine di Nostra Signora per il Collegio portoghese di Roma, concede indulgenze ai pellegrini e approva la messa di Nostra Signora di Fátima.
Con Pio xii, ordinato vescovo il 13 maggio 1917, assistiamo alla nomina del legato pontificio che incorona la statua di Nostra Signora, nel 1942, al radiomessaggio ai pellegrini di Fátima nel 1946, all'invio a Fátima del suo legato per la chiusura dell'Anno santo nel 1951. Le sue parole rivelano il legame esistente fra Fátima, la sua persona e il suo pontificato:  "Nel frattempo alla stessa ora sulla montagna di Fátima si annunciava la prima apparizione della bianca Regina del Santissimo Rosario, come se la Madre misericordiosa ci volesse dire che nei burrascosi tempi in cui si svolgeva il nostro Pontificato, in una delle crisi più grandi della storia mondiale, dovesse sempre avvolgerci, proteggerci, guidarci, l'assistenza materna e sollecita della grande vincitrice di tutte le battaglia di Dio".

Come cardinale, Giovanni XXIII presiede il pellegrinaggio del 13 maggio 1956 e pronuncia parole che resteranno nel suo pensiero anche quando occuperà la cattedra di Pietro:  "Il mistero di Fátima è paragonabile ai grandi trittici a scomparti che arricchiscono le nostre chiese più antiche. Nel primo comparto ci sono le tre apparizioni dell'angelo di Portogallo ai tre bambini di Aljustrel. Nel grande quadro di mezzo, le sei apparizioni della celeste Signora nella grotta di Iria. Nel terzo scomparto, tutto ciò che seguì alle misteriose visioni, ossia il movimento spirituale che in questa provincia dell'Estremadura nacque e poi si diffuse, non solo in Portogallo, ma anche in tutta Europa e nel mondo intero".

Paolo VI, fra molti altri, compie tre gesti significativi:  nel 1964 rinnova la consacrazione all'Immacolato Cuore di Maria fatta da Pio xii, nel 1965 concede al santuario di Fátima la Rosa d'Oro, la più alta onorificenza pontificia e, nel cinquantenario della apparizioni, si reca in pellegrinaggio da Nostra Signora di Fátima.

È Giovanni Paolo ii a stabilire più direttamente il legame fra Fátima, la Chiesa e il mondo, ritenendo che parte delle profezie siano legate proprio alla sua persona e alla sua missione di Pastore universale. Un segno evidente di ciò è l'interpretazione che fa dell'attentato di cui è vittima il 13 maggio 1981, a San Pietro, e al quale sopravvisse grazie alla protezione di Nostra Signora. I suoi tre pellegrinaggi al santuario (1982, 1991 e 2000) sottolineano la convinzione personale che "il vescovo vestito di bianco è il Papa".
La serietà con cui i Papi vedono la profezia di Fátima diviene evidente nella consacrazione del mondo all'Immacolato Cuore di Maria.

Pio XII a ottobre e a dicembre del 1942, Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II nel 1984 e nel 2000, consacrano il mondo al Cuore Immacolato di Maria, rispondendo così a una richiesta fatta da Nostra Signora ai tre pastorelli e veicolata da suor Lucia.
Una rivelazione particolare arriva al Papa che la interpreta come una richiesta del Cielo, consapevole che da essa dipende la pace universale e che la conversione del mondo e della Chiesa vengono realizzate per mano di Maria.

La profezia di Fátima diviene motivo di speranza e di salvezza non solo per il xx secolo, vittima delle più grandi atrocità, ma anche per il terzo millennio, con l'avvento di nuove calamità umane.
Sotto il segno di Fátima, il Papa, e con lui tutta la Chiesa, proclamano al mondo la possibilità di un rinvigorimento della fede, di una rinascita della speranza e di una vittoria dell'amore, fondate sulla certezza della presenza di Dio fra il suo popolo. Allo stesso tempo, il Papa rafforza i cristiani nella devozione a Nostra Signora, in quanto Madre di Dio e Madre degli uomini.



(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:07

Il messaggio di Fátima


 In occasione della beatificazione dei due piccoli veggenti, Francesco Marto (1908-1919) e la sorella Giacinta (1910-1920), presieduta da Giovanni Paolo ii a Fátima il 13 maggio 2000, il Papa fece annunciare dal cardinale segretario di Stato Angelo Sodano il contenuto del cosiddetto "terzo segreto" di Fátima, cioè della terza parte di un breve testo relativo alle apparizioni mariane del 1917 scritto dalla veggente allora superstite, suor Lucia dos Santos (1907-2005). Le prime due parti riguardano la visione dell'inferno e la devozione al "cuore immacolato" di Maria, connessa alla conversione della Russia, ed erano state rese note già nel 1941. La terza parte, scritta nel 1944, dapprima conservata dal vescovo di Leiria e poi inviata nel 1957 in Vaticano, consiste in una visione dell'uccisione di un Papa, e per volere del Papa è stata resa nota dal cardinale Sodano il 13 maggio 2000 e quindi pubblicata il 26 giugno successivo dalla Congregazione per la dottrina della fede in un testo (Il messaggio di Fátima) che comprende tra l'altro un commento teologico del cardinale Joseph Ratzinger. Devoto della Madonna di Fátima, Giovanni Paolo ii ha, in più occasioni, attribuito alla sua protezione la salvezza durante il grave attentato del 13 maggio 1981 (anniversario della prima apparizione mariana a Fátima) e condiviso l'interpretazione politica, che era stata immediatamente prevalente in ambienti cattolici, del messaggio di Fátima. Secondo questa interpretazione confermata nel 2000, le apparizioni mariane di Fátima e le relative visioni riguardano soprattutto "la lotta del comunismo ateo contro la Chiesa" e le sofferenze delle vittime cadute durante le persecuzioni anticristiane del Novecento. Secondo la teologia cattolica, il messaggio di Fátima costituisce una tra le tante "rivelazioni private" - ben distinte dall'unica "rivelazione pubblica" rappresentata dalla Sacra Scrittura e delle quali non è obbligatorio fare uso - e il suo senso è quello di "mobilitare le forze del cambiamento in bene" dopo un secolo, come il Novecento, caratterizzato da persecuzioni e da guerre.


(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:07
A colloquio con il cardinale patriarca di Lisbona

Evangelizzare la cultura è la nuova sfida


di Nicola Gori

La Chiesa portoghese e tutto il Paese attendono la visita di Benedetto XVI. C'è grande fermento e mobilitazione durante gli ultimi preparativi per i quattro giorni della permanenza del Pontefice che interesserà le diocesi di Lisbona, Leiria-Fátima e Porto. Quale società troverà ad accoglierlo? Cosa  si  attendono i fedeli? Ne abbiamo parlato con il patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo.

La visita di Benedetto XVI in Portogallo coincide con il x anniversario della beatificazione di Francesco e Giacinta Marto. Cosa si aspetta il Paese dall'incontro con il Pontefice?

La fecondità propria di un momento forte di fede e di espressione della Chiesa. Il Papa, per la grazia propria del suo ministero di Pastore universale, conduce sempre la Chiesa a esprimere la sua cattolicità, la carità della fede e la comunione con tutte le Chiese del mondo, che la Chiesa a Lisbona ha sempre dimostrato in diversi modi:  una forte unione con il Santo Padre, l'ardore missionario, la solidarietà con le Chiese più povere. Facendosi pellegrino a Fátima, il Papa rafforza l'innegabile importanza di Fátima nella fede dei portoghesi.

Durante la sua permanenza a Lisbona, il Papa incontrerà il mondo della cultura. Quali sono i principali punti di contatto fra la fede cristiana e la cultura nel suo Paese?

È necessario distinguere fra la cultura di base del popolo portoghese e gli agenti culturali, che oggi dispongono di grandi mezzi d'intervento. Nonostante la tendenza laicizzante, la cultura del popolo portoghese è ancora legata alla sua matrice cristiana. E fra gli agenti culturali solo una minoranza la rifiuta aggressivamente. Da qui la simpatia con cui la gente ha accolto l'invito a incontrare il Papa. Fra i membri della Chiesa ci sono agenti culturali che sono apprezzati e rispettati. La grande sfida per la Chiesa è l'evangelizzazione della cultura, intervenendo chiaramente nel dibattito, in un tempo di accelerato cambiamento culturale.

Che società accoglierà il Papa?

Una società pluralista, oggi profondamente europea, segnata dalla crisi, che tende a dare la priorità agli aspetti materiali dell'esistenza. È una società aperta a messaggi di speranza.

Come si è preparato il Paese alla visita del Papa?

C'è dinamismo nelle tre diocesi che lo accoglieranno e anche una forte sensibilizzazione a livello nazionale. Il Papa visiterà il Portogallo e nessun cattolico resterà indifferente a ciò. Abbiamo preparato i cristiani ad accogliere la sfida dell'autenticità cristiana che giunge dal Pontefice. Particolare attenzione si sta dando alla mobilitazione dei giovani.

Una tappa fondamentale del viaggio sarà Fátima. Cosa rappresenta il messaggio di Nostra Signora per il Portogallo e per la Chiesa?

È un messaggio esigente, perché è un appello alla conversione. Lì si apprende che la salvezza è sempre possibile, basta accoglierla. La sfida alla preghiera è l'aspetto più forte del messaggio di Fátima. Sono molti quelli che lì imparano a pregare.

Che impatto ha avuto sull'ambito economico del Paese la Caritas in veritate?

È stata accolta bene ed è stata l'occasione per dibattiti interessanti. È però presto per valutarne gli effetti. L'enciclica apre nuovi orizzonti, in cui il significato dell'economia si approfondisce, in quanto ricerca del bene comune.


(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 07:12
People walk at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI's  official visit to Portugal, on May 11-14.
A statue of a virgin is seen on May 10, 2010 in a souvenir shop in Fatima, on the eve of Pope Benedict XVI's official visit to Portugal, on May 11-14.
A man holds flags during the preparation of a stand for Pope Benedict XVI mass at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI's official visit to Portugal, on May 11-14.
People walk at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI official visit to Portugal, on May 11-14.
A bus stops at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI official visit to Portugal, on May 11-14.
People descend from a tram at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI's official visit to Portugal, on May 11-14.
People watch the preparation of a stand for Pope Benedict XVI mass at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI's official visit to Portugal, on May 11-14.
A woman walks in front of a big placard of Pope Benedict XVI in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of Pope Benedict XVI's official visit to Portugal, on May 11-14.
People watch the preparation of a stand for Pope Benedict XVI's mass at Praça do Comercio in Lisbon, on May 10, 2010, on the eve of the Pope'sofficial visit to Portugal, on May 11-14.
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 14:42
People wait for the arrival of Pope Benedict XVI outside Lisbon's Jeronimos Monstery at the start of his four-day pastoral visit to Portugal May 11, 2010.
Father Federico Lombardi (R) introduces Pope Benedict XVI prior to his speech on the plane taking him to Portugal on May 11, 2010. Pope Benedict XVI landed in Lisbon on May 11 to begin a four-day visit likely to focus on calls to Portugal to uphold Christian values and urge solidarity across Europe's struggling economies.
Pope Benedict XVI (L) leaves the plane upon his arrival at Lisbon's airport on May 11, 2010. Pope Benedict XVI said on May 11 that the Church's forgiveness could not replace the need for justice for victims of priestly paedophilia, as he began a four-day visit to Portugal. Pope Benedict XVI landed in Lisbon to begin a four-day visit likely to focus on calls to Portugal to uphold Christian values and urge solidarity across Europe's struggling economies.
Pope Benedict XVI arrives at  Portela Airport in Lisbon for a four-day trip to Portugal on Tuesday, May 11, 2010 on Tuesday, May 11, 2010.
Pope Benedict XVI, right, is greeted by Portugal President Anibal Cavaco Silva and by President wife Maria upon his arrival at Portela airport, in Lisbon, Tuesday, May 11, 2010, on the occasion of his four day visit to Portugal.
Pope Benedict XVI, center, is saluted by military guards upon his arrival at Portela Airport, in Lisbon, Tuesday, May 11, 2010, on the occasion of his four day visit to Portugal.
Pope Benedict XVI, left, speaks with Portugal's President Anibal Cavaco Silva, right, during the arrival ceremony at Lisbon's Portela Airport on Tuesday, May 11, 2010.
Pope Benedict XVI approaches his chair upon his arrival in the Lisbon airport on May 11, 2010. The pontiff during his four-day visit in Portugal will celebrate a mass in Lisbon and pray at the Fatima basilica. A penitent Pope Benedict XVI referred to the paedophile priest scandal rocking the Catholic Church as he began a four-day trip to Portugal Tuesday, saying the Church's 'greatest persecution' came from its own 'sin'.
Pope Benedict XVI, right, flanked by Portugal President Anibal Cavaco Silva adjust microphones as he delivers his message upon his arrival at Portela  airport, in Lisbon, Tuesday, May 11, 2010, on the occasion of his four day visit to Portugal.
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 14:51
 



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) , 11.05.2010

ACCOGLIENZA UFFICIALE ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE PORTELA DI LISBOA

All’arrivo all’aeroporto internazionale Portela di Lisboa, alle ore 11.00 locali (12.00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica, S.E. il Sig. Aníbal Cavaco Silva, con la Consorte, e dal Patriarca di Lisboa, Em.mo Card. José da Cruz Policarpo. Sono presenti inoltre Autorità politiche e civili ed alcuni Vescovi del Portogallo.
Dopo il saluto del Presidente della Repubblica del Portogallo, Sig. Aníbal Cavaco Silva, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signor Presidente della Repubblica,
Illustri Autorità della Nazione,
Venerabili Fratelli nell’Episcopato
Signore e Signori!

Soltanto adesso mi è stato possibile accogliere gli amabili inviti del Signor Presidente e dei miei Fratelli Vescovi per visitare quest’amata e antica Nazione, che in quest’anno celebra un secolo di proclamazione della Repubblica. Nel toccarne il suolo la prima volta da quando la Divina Provvidenza mi ha chiamato alla Sede di Pietro, provo grande onore e gratitudine per la presenza deferente e ospitale di tutti voi. La ringrazio, Signor Presidente, per le sue cordiali espressioni di benvenuto, interpretando i sentimenti e le speranze del buon popolo portoghese. A tutti, indipendentemente dalla loro fede e religione, va il mio saluto amichevole, in particolare a quanti non hanno potuto venire al mio incontro. Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo.

Sin dagli albori della propria nazionalità, il popolo portoghese si è rivolto al Successore di Pietro per vedere riconosciuta la propria esistenza come Nazione; in seguito, un mio Predecessore avrebbe onorato il Portogallo, nella persona del suo Re, con il titolo di fedelissimo (cfr Pio II, Bolla Dum tuam, 25 gennaio 1460), per alti e prolungati servizi resi alla causa del Vangelo.

Quanto all’evento successo 93 anni orsono, che cioè il Cielo si sia aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre, si tratta di un amorevole disegno da Dio; non dipende dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale: “Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il Cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima che si impose alla Chiesa”.

La Vergine Maria è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza.

Certo, questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio è costitutiva dell’essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica. La coscienza è cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione.

Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica. La svolta repubblicana, verificatesi cento anni fa in Portogallo, ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni sono state in genere affrontate con coraggio. Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio.

Carissimi fratelli e amici portoghesi, vi ringrazio ancora una volta per il cordiale benvenuto. Dio benedica coloro che si trovano qui e tutti gli abitanti di questa nobile e diletta Nazione, che affido alla Madonna di Fatima, immagine sublime dell’amore di Dio che abbraccia tutti come figli.

© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana

S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 14:53

Pedofilia, il Papa rivela ai giornalisti: "Nel 3° segreto di Fatima le sofferenze della Chiesa". Trascrizione a cura di Andrea Tornielli

Pedofilia, il Papa rivela: "Nel 3° segreto di Fatima le sofferenze della Chiesa"

di Redazione

Durante il volo che lo ha condotto il Santo Padre in Portogallo, il Papa è tornato a condannare la pedofilia: "E' terrificante come la Chiesa soffra per gli attacchi e i peccati che esistono dentro a lei stessa

Pubblichiamo la conversazione che ha avuto il Papa Benedetto XVI con i giornalisti sul volo che lo ha portato in Portogallo. Il Pontefice inizia oggi una visita di quattro giorni nel paese lusitano. La conversazione con il Santo Padre è stata riportata dal nostro inviato Andrea Tornielli.

Cosa si può dire al Portogallo, Paese profondamente cattolico in passato, portatore della fede nel mondo oggi secolarizzato. Come annunciare la fede in un contesto indifferente e ostile alla chiesa?

"Innanzitutto buona giornata a voi tutti e buon viaggio. Nonostante la famosa nuvola sopra cui siamo. Sento soprattutto sentimenti di gioia, di gratitudine per quanto fa e ha fatto questo paese nel mondo e nella storia e per la profonda umanità di questo popolo, che potevo conoscere in una visita e con tanti amici portoghesi. Direi che è vero, verissimo che il Portogallo è una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo. Una fede coraggiosa, intelligente e creativa, ha saputo creare grande cultura, vediamo in Brasile, in Portogallo stesso, ma anche la presenza dello spirito portoghese in Africa, Asia. E dall’altra parte questa presenza del secolarismo non è una cosa del tutto nuova. La dialettica tra fede e secolarismo in Portogallo ha una lunga storia, già nel 700 c’è una forte presenza dell’illuminismo, basta pensare al nome Pombal, così vediamo che in questi secoli vediamo che il Portogallo viveva sempre questa dialettica, che naturalmente oggi si è radicalizzata e si mostra con tutti i segni dello spirito europeo di oggi. E questa mi sembra una sfida e anche una grande possibilità. In questi secoli la dialettica tra illuminismo, secolarismo e fede, non mancavano mai che persone che volevano creare dei ponti e creare un dialogo, ma purtroppo la tendenza dominante fu quella della contrarietà e dell’esclusivo dell’uno e dell’altro. Oggi vediamo che è proprio questa dialettica è una chance, che dobbiamo trovare la sintesi e un foriero (?) e profondo dialogo. Nella situazione multiculturale nella quale siamo tutti si vede che una cultura europea che sarebbe solo razionalista non avrebbe la dimensione religiosa trascendente non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell’umanità, che hanno tutte questa dimensione religiosa trascendente, che è una dimensione dell’essere umano. E quindi pensare che ci sarebbe una ragione pura, anche storica solo esistente in se stessa sarebbe questa la ragione, è un errore. Scopriamo sempre più che tocca solo una parte dell’uomo, esprime una certa situazione storica e non è la ragione come tale. La ragione come tale è aperta alla trascendenza, solo nell’incontro tra la realtà trascendente, la fede e la ragione trova se stessa. Quindi penso che proprio il compito della missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che, completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrarietà (contrapposizione) tra fede e secolarismo è anomala. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrano, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione d’Europa e la necessità umana in questa nostra storia."

Il Portogallo vive in modo particolare la crisi economica portogall, c’è chi dice che il futuro dell’Unione sia a rischio. Quali lezioni sul piano etico e morale traiamo dall’attuale crisi?

"Direi che proprio questa crisi economica con la sua componente morale che nessuno non può non vedere è una caso di applicazione, di concretizzazione di quanto ho detto prima. Cioè che due correnti culturali separate devono incontrarsi altrimenti non troviamo la strada verso il futuro. C’è un positivismo economico che pensa di poter realizzarsi senza la componente etica, un mercato che è regolato solo da se stesso, dalle due forze economiche, dalla razionalità positivista e pragamatismo economico, l’etica sarebbe qualcosa d’altro estranea a questo. In realtà vediamo adesso che un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realtà dell’uomo che e’ un essere etico non finisce positivamente ma crea problemi irresolubili. Perciò adesso è il momento di vedere che l’etica non è una cosa esteriore ma interiore alla razionalità, la pragmatismo economico. Dall’altra parte dobbiamo anche confessare che la fede cattolica cristiana spesso troppo individualistica lasciava le cose concrete, economiche al mondo e pensavo solo alla salvezza individuale, ai lati religiosi senza vedere che questi implicano una responsabilità globale per il mondo. Quindi anche qui dobbiamo entrare in un dialogo concreto. Ho cercato nella mia enciclica Caritas in Veritate, e tutta la tradizione della dottrina sociale della chiesa va in questa direzione, allargare l’aspetto etico della fede, un invito alla responsabilità, ad una razionalità performata dall’etica. E dall’altra parte gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico. Perché l’uomo è uno, si tratta di nuovo di una antropologia sana che implica tutto e solo così di risolve un problema. Solo così l’Europa realizza la sua missione."

Quale significato hanno oggi per noi le Apparizioni di Fatima?
Il messaggio può essere esteso, oltre che all’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. E’ possibile inquadrare in quella visione anche le sofferenze della Chiesa di oggi, con i peccati degli abusi sessuali sui minori?

Innanzitutto vorrei esprimere la mia gioia di andare a Fatima, di pregare davanti alla madonna di Fatima, che per me è un segno della presenza della fede che proprio dai piccoli nasce una nuova forza della fede che non si riduce ai piccoli ma che ha un messaggio per tutto il mondo, in tutta la storia, in tutto il suo presente e illumina questa storia. Nel 2000 nella mia presentazione avevo detto che in un’apparizione c’è un impulso soprannaturale che non viene solo dalla situazione della persona ma in realtà viene dalla Vergine Maria, dal soprannaturale. Dall’impulso interno del soggetto che si esprime nelle possibilità del soggetto. Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale, nelle sue possibilità di dire, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni formate dal soggetto si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo. Solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era diciamo era vestita in questa visione possibile alle persone concrete. Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in sostanza riferire a Giovanni Paolo II sono indicate realtà del futuro della chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Cioè è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta nella chiesa e quindi sono sofferenze della chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la chiesa sarà per sempre sofferente, in modi diversi fino alla fine de mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a situazioni particolari, ma la risposta fondamentale cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le virtù cardinali, fede, speranza carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la chiesa deve dare, che noi ogni singolo dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall’interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa. E che la chiesa ha quindi ha profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera la penitenza, le virtù teologali e qui siamo realistica il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia."

© Copyright Il Giornale
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 15:08

Le parole del Papa sulla pedofilia: video Repubblica

Terrificante" la pedofilia nella Chiesa

Papa in Portogallo: ''Il male viene anche dall'interno'' (commento di Marco Ansaldo)

La partenza del Papa
 

Arrivo del Papa a Lisbona: video di Rome Reports

Il servizio dell'arrivo del Papa a Lisbona in inglese ed in spagnolo.
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 15:45

IL TERZO SEGRETO DI FATIMA?


di Francesco Colafemmina
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La notizia è a dir poco straordinaria.
Questa mattina il Santo Padre nel rispondere ad una precisa domanda posta da Andrea Tornielli ha chiarito alcuni dei contenuti del terzo segreto di Fatima. Chiaramente quanto oggi rivelato dal Santo Padre si inquadra nel contesto della famosa visione di Suor Lucia rivelata a Fatima nel 2000 per volontà di Giovanni Paolo II.

Ecco la domanda e l'incipit della risposta del Santo Padre:

Quale significato hanno oggi per noi le Apparizioni di Fatima? Il messaggio può essere esteso, oltre che all’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. E’ possibile inquadrare in quella visione anche le sofferenze della Chiesa di oggi, con i peccati degli abusi sessuali sui minori?

"Nel 2000 nella mia presentazione avevo detto che in un’apparizione c’è un impulso soprannaturale che non viene solo dalla situazione della persona ma in realtà viene dalla Vergine Maria, dal soprannaturale. Dall’impulso interno del soggetto che si esprime nelle possibilità del soggetto. Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale, nelle sue possibilità di dire, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni formate dal soggetto si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo."

Il Papa sin da subito ricuce in maniera chiara e profonda il legame fra le parole della Vergine fino a "il dogma della fede si conserverà in Portogallo etc." (le prime due parti del segreto) e la visione di Lucia. Ed ecco la parte più interessante delle parole del Papa:

"Solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era diciamo era vestita in questa visione possibile alle persone concrete. Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in sostanza riferire a Giovanni Paolo II sono indicate realtà del futuro della chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Cioè è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta nella chiesa e quindi sono sofferenze della chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la chiesa sarà per sempre sofferente, in modi diversi fino alla fine de mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a situazioni particolari, ma la risposta fondamentale cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le virtù cardinali, fede, speranza carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la chiesa deve dare, che noi ogni singolo dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall’interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa. E che la chiesa ha quindi ha profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera la penitenza, le virtù teologali e qui siamo realistica il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia."

Partiamo dal presupposto che queste parole possono avere una duplice chiave di lettura: possiamo riferirle al testo divulgato nel 2000, ma possiamo anche pensare che siano un accenno ad un altro testo, quello del cosiddetto "quarto segreto". Sappiamo dalle indagini approfondite di Solideo Paolini, poi riprese con coraggio da Antonio Socci e ripercorse da Marco Tosatti, che quella rivelata nel 2000 non sarebbe altro che una "visione" di Suor Lucia, successiva alla locuzione con la Vergine iniziata nella prima parte del segreto e terminante con le parole "il dogma della fede si conserverà in Portogallo, etc.". Quell' "etc." è stato pertanto interpretato come il punto di congiunzione fra secondo e terzo segreto di Fatima. Dunque il terzo segreto dovrebbe contenere parole della Vergine a Lucia. Tutti i più seri studiosi di questo "mistero" hanno da sempre affermato, basandosi su fonti fededegne, che il vero terzo segreto parlava essenzialmente dell' "apostasia" (morale o dottrinale) della Chiesa. Così ne parlò il Cardinal Silvio Oddi a "30 Giorni" a Tommaso Ricci nel 1990: "Secondo me c'è scritto più o meno che nel 1960 il Papa avrebbe convocato il Concilio dal quale, contrariamente alle attese, sarebbero indirettamente derivate tante difficoltà alla Chiesa". Ancora il Cardinal Ciappi ebbe ad affermare: "Nel terzo segreto si profetizza fra le altre cose, che la grande apostasia della Chiesa avrà inizio dal vertice". Anche il Cardinal Ottaviani nel 1967 affermò: "vi posso dire soltanto questo: che verranno tempi molto difficili per la Chiesa e che c'è bisogno di molte preghiere perché l'apostasia non sia troppo grande". Inoltre Suor Lucia stessa nel 1957 affermò in una famosa intervista a Padre Fuentes quanto segue: "
Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione, molte anime sono trascinate all'inferno ... Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogno modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza."

Ma cosa c’è scritto nella “visione” rivelata nel 2000? Rileggiamola per intero:

"Scrivo in atto di obbedienza a voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Eccellenza Reverendissima il signor Vescovo di Leiria e della Vostra e Mia Santissima Madre. Dopo le due parti che ho già esposto, abbiamo visto a lato sinistro di nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembra dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza. E vedemmo in una luce immensa che è Dio: 'Qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti' un Vescovo vestito di Bianco 'abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre'. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire su una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacilante, afflitto di dolore e di pena, pregare per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d'arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatorio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio".
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E’ dunque chiaro che da nessuna parte di questa visione si parla di una Chiesa attaccata dal male al suo interno. Rileggiamo dunque con calma le parole pronunciate oggi dal Papa:

Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in sostanza riferire a Giovanni Paolo II sono indicate realtà del futuro della chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano.”

Oltre quindi la visione divulgata nel 2000, “sono indicate realtà del futuro della chiesa”. Prosegue quindi Benedetto XVI:

Cioè è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta nella chiesa e quindi sono sofferenze della chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la chiesa sarà per sempre sofferente, in modi diversi fino alla fine de mondo.

Quindi è chiarissimo: “oltre il momento indicato nella visione, si parla…” di “una passione della chiesa”. Quindi: "sono sofferenze della chiesa che si annunciano".

L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a situazioni particolari, ma la risposta fondamentale cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le virtù cardinali, fede, speranza carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la chiesa deve dare, che noi ogni singolo dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall’interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa.”

Dunque, ripetiamo, la novità del messaggio di Fatima oggi è che "le sofferenze della chiesa vengono proprio dall'interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa." E ancora: “
oggi vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa.”

Aggiunge quindi il Papa: “La chiesa ha quindi ha profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera la penitenza, le virtù teologali e qui siamo realistica il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia.”

Più chiaro di così! Queste parole drammatiche e commoventi del Papa aprono uno squarcio sulla realtà di oggi che ci consente di entrare nel progetto di salvezza del Signore. Sono parole dense di un significato straordinario che illuminano il cammino della Chiesa nel presente. Da oggi le parole dell'Angelo a Fatima racchiuse in quel grido "penitenza, penitenza, penitenza!" assumono un valore nuovo e più tremendo per tutta la Chiesa. E quindi come non ricordare quanto già Antonio Socci egregiamente raccontava nella sua dettagliata inchiesta sul segreto, ossia che il messaggio di cui oggi ha parlato il Papa fu già larvatamente rivelato nel testo della Via Crucis del 2005? Lungi dal voler individuare trame nascoste dietro le parole del Papa, ci atteniamo ai fatti. Ed è un fatto che il Papa abbia oggi ricondotto il messaggio di Fatima alla corruzione della Chiesa e al peccato che nasce all'interno della Chiesa ed agisce nel presente. Dunque il messaggio di Fatima non è riconducibile al solo passato
come la visione rivelata nel 2000: "innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano: "... le vicende a cui fa riferimento la terza parte del 'segreto' di Fatima sembrano ormai appartenere al passato". Dunque il terzo segreto è altra cosa rispetto alla visione rivelata e commentata da Ratzinger nel 2000?
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 19:13
 



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) , 11.05.2010

Saluto al Personale del Palazzo di Belém

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione italiana del saluto del Papa.
 

Carissimi Amici!

Nell’ambito della mia visita al Signor Presidente, non potevo tralasciare di vedervi e salutarvi, voi che collaborate per servire bene gli alti obiettivi della Presidenza della Repubblica e curare questo bel Palazzo e quanti in esso vivono o vengono ricevuti.

Per quanto mi riguarda, vi esprimo la mia sincera riconoscenza augurandovi il miglior successo nelle rispettive funzioni. Vi assicuro uno speciale ricordo nelle mie preghiere per ognuno e ognuna di voi con i propri familiari. Voglia il buon Dio del Cielo benedirvi e fortificarvi con la sua grazia e la sua luce affinché, tramite la considerazione che dimostrate gli uni per gli altri nel posto di lavoro e mediante la vostra sollecitudine per il bene comune che servite, possiate favorire, nel centenario della Repubblica portoghese, una società più giusta e un futuro migliore per tutti.

Su voi tutti scenda la benedizione di Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo.

© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana

(©L’Osservatore Romano – 12 maggio 2010)

S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 19:14
Nell'incontro con i giornalisti in volo verso il Portogallo il Papa auspica che fede e secolarismo si incontrino

L'economia senza l'etica crea problemi irresolubili


Oggi le sofferenze della Chiesa vengono proprio dal peccato che esiste al suo interno

Le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono oggi dall'esterno, ma dai peccati al suo interno. Lo ha detto il Papa parlando con i giornalisti che lo accompagnano in questo suo nuovo viaggio apostolico, durante l'incontro a bordo dell'aereo, poco dopo il decollo verso Lisbona. Definisce "realmente terrificante" quanto emerso a proposito dello scandalo degli abusi sessuali. Afferma che il perdono non sostituisce la giustizia. Parla delle sofferenze della Chiesa per queste drammatiche vicende. Le accosta a quelle annunciate nel terzo segreto di Fátima. Si sofferma sulla crisi economica dell'Europa e avverte che è necessario l'incontro tra fede e secolarismo che oggi si confrontano, se si vuole realmente trovare la strada verso il futuro.
Le domande formulate dai giornalisti - e rivolte al Pontefice dal gesuita Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede - hanno sostanzialmente riguardato tre tematiche:  la situazione complessiva del Portogallo; la crisi economica che ha colpito l'Europa e i risvolti che essa può avere sul futuro del continente; l'attualità del significato del messaggio di Fátima.
 Benedetto XVI ha espresso sentimenti di gratitudine per quanto il Portogallo ha fatto nel corso della storia, per la profonda umanità di un popolo che ha confidato di aver da sempre voluto conoscere. Questo Paese, ha aggiunto, è stato una grande forza per la fede cattolica. L'ha diffusa in tante parti del mondo come una fede coraggiosa, intelligente e creativa. Ha saputo poi creare grandi culture. Il Pontefice ha fatto poi risalire la dialettica tra fede e secolarismo indietro nel tempo, sino all'illuminismo. Naturalmente oggi questa dialettica si è radicalizzata e ciò rappresenta la grande sfida per l'Europa. Per affrontarla il Papa ha indicato la strada del dialogo. Una cultura europea che fosse solo razionalista, ha detto in sostanza, e non avesse la dimensione religiosa e trascendente, non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell'umanità, al contrario aperte alla dimensione religiosa dell'essere umano. È un errore, ha aggiunto, pensare a una ragione pura, solo esistente in se stessa, antistorica. La ragione come tale, ha ricordato, è aperta alla trascendenza e solo nell'incontro tra realtà trascendente, fede e ragione l'uomo trova se stesso. Compito dell'Europa è cercare e trovare il dialogo per integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che completi l'essere umano e renda comunicabili le culture. In definitiva, la grande sfida di questo momento è fare in modo che secolarismo e fede si incontrino per trovare la loro vera identità. A proposito della crisi economica che attraversa l'Europa Benedetto XVI ne ha sottolineato i risvolti etici e morali. Un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realtà etica e morale dell'uomo non contribuisce positivamente alla soluzione della crisi ma crea nuovi problemi. La Chiesa deve proporre la sua tradizione, condensata nella dottrina sociale. La Caritas in veritate - ha ricordato - allarga l'aspetto etico e della fede sopra l'individuo alla responsabilità del mondo, a una razionalità "performata" dall'etica. E l'andamento dei mercati in questi ultimi anni - ha fatto notare - mostra che la dimensione etica è interna e deve entrare all'interno dell'agire economico. Solo così l'Europa realizza la sua missione.
A proposito del messaggio di Fátima il Papa si è ricollegato alle sofferenze attuali della Chiesa. Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente sino alla fine del mondo. E oggi - ha aggiunto il Pontefice - lo si vede in modo particolare. Oltre alla sofferenza come missione del Papa - esemplare in questo senso Giovanni Paolo ii vittima dell'attentato - Papa Ratzinger ha spiegato che nel messaggio di Fátima ci sono indicazioni precise su realtà e futuro della Chiesa.
Anche nel suo primo discorso, pronunciato all'aeroporto subito dopo l'arrivo, Benedetto XVI ha ripetuto che "da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento di una società".


(©L'Osservatore Romano - 12 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 19:15

L'ottimismo di Benedetto XVI


Nella storia il male non avrà l'ultima parola, nonostante difficoltà e dolore, nonostante l'ingiustizia, nonostante la stessa morte. Volando sul Mediterraneo verso il Portogallo, nel consueto incontro con i giornalisti il Papa ha dato la chiave di lettura di questo suo nuovo viaggio internazionale diretto soprattutto a Fátima, il santuario mariano che è divenuto uno dei luoghi simbolici più evocativi del cattolicesimo contemporaneo:  è l'ottimismo, una chiave di lettura che gli è propria da sempre, contrariamente a tenaci pregiudizi che da decenni ormai accompagnano la rappresentazione mediatica di Joseph Ratzinger.
Benedetto XVI guarda alla storia con occhi cristiani. Con uno sguardo positivo e sereno che non ignora i drammi e le tragedie della storia, gli abissi del male spalancati dal Novecento, il limite e la colpa originaria dell'uomo, il peccato degli stessi cristiani che mostra la continua necessità di rinnovamento della Chiesa (Ecclesia semper reformanda). Il suo ottimismo è dunque realista perché sa che il male attacca sempre, ma sa anche che le forze del bene sono presenti e che il Signore è più forte del male. Come mostra il messaggio di Fátima, del quale proprio il cardinale Ratzinger, per incarico di Giovanni Paolo ii, diede una lettura profondamente radicata nella tradizione cristiana.
Lo stesso sguardo ottimista porta il Papa a leggere la crisi, che sembra ora concentrarsi sull'Europa, come un esempio chiarissimo della necessità di riaprire il pragmatismo dell'economia alle ragioni dell'etica. Secondo una linea che percorre tutta l'enciclica Caritas in veritate e che ha suscitato interesse e consensi ben al di là degli ambienti cattolici. E l'ultima conferma di questa importante condivisione è venuta proprio dalle parole del presidente portoghese. A queste Benedetto XVI ha risposto ricordando che la sua visita nel Paese cade nel centenario della proclamazione della Repubblica e della distinzione fra Chiesa e Stato, occasione di "un nuovo spazio di libertà" per i cattolici.
E segnata dall'ottimismo si è rivelata la considerazione del secolarismo da parte del Papa. Un fenomeno antico che ora si è radicalizzato. Esso tuttavia - ha voluto sottolineare significativamente Benedetto XVI - costituisce allo stesso tempo una sfida e una possibilità:  nonostante spesso abbia prevalso la logica dello scontro non sono mai mancate, infatti, persone che hanno cercato di costruire ponti. Quei ponti che secondo il Pontefice devono essere gettati oggi per rendere possibile la comprensione e l'intesa tra l'odierno razionalismo europeo che tende a escludere il trascendente e la ragione che, in quanto tale, al trascendente è invece aperta. Solo così le culture occidentali, pragmatiche e materialiste, potranno entrare in dialogo con le altre culture. Per lo sguardo ottimista di Benedetto XVI, infatti, la presenza del secolarismo è di per sé normale, mentre anomale e negative sono invece la contrapposizione e l'esclusione di Dio dall'orizzonte dell'uomo.

g. m. v.


(©L'Osservatore Romano - 12 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 19:16
I primi incontri nella capitale lusitana

Un viaggio mariano nel segno della speranza


dal nostro inviato Nicola Gori

È il Portogallo, estremo lembo occidentale dell'Europa, la meta del quindicesimo viaggio apostolico del Pontefice fuori dei confini italiani, il nono in Europa. Benedetto XVI è giunto martedì mattina 11 maggio alle 10.57 ora locale.
Si tratta di un viaggio prettamente mariano, in quella terra dove, 93 anni fa la Vergine apparve a tre pastorelli a Fátima, a Cova da Iria. Lo ha precisato il Papa stesso sin dal suo primo discorso, durante la cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Portela de Sacavém di Lisbona. Non a caso il motto proposto dalla Conferenza episcopale è "Con te camminiamo nella speranza - saggezza e missione". E di speranza parlerà il Papa ai portoghesi che incontrerà nei quattro giorni di permanenza nel Paese. Nel decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli Francisco e Giacinta Marto, il Papa sosterà due giorni a Fátima, santuario a lui familiare e località mariana tra le più visitate a livello mondiale dai pellegrini. Al suo arrivo il Pontefice è stato accolto dal nunzio apostolico, l'arcivescovo Rino Passigato e dal capo del Protocollo, saliti per salutarlo a bordo dell'aereo A320 "Giuseppe Ungaretti" dell'Alitalia. Ai piedi della scaletta lo hanno atteso il patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo, e il presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva con la consorte Maria Alves da Silva Cavaco Silva, il presidente della Conferenza episcopale portoghese, l'arcivescovo Ortiga Jorge Ferreira da Costa, i vescovi lusitani e numerose autorità.
Festoso il benvenuto dei fedeli presenti sottolineato dal canto del Coro dei bambini di Santa Cecilia di Lisbona.
Dopo lo scambio di discorsi, Benedetto XVI in papamobile ha percorso i pochi chilometri che separano l'aeroporto dal centro città, per recarsi in nunziatura, all'esterno della quale si è radunata una piccola folla che lo ha calorosamente salutato. Dopo una breve sosta il Papa si è recato al Mosteiro dos Jerónimos, dove l'attendevano il presidente della Repubblica, con la consorte e le autorità civili e militari.
Il Mosteiro è un luogo di particolare importanza per i portoghesi, perché ricorda i grandi viaggi di esplorazione del XVI secolo e, in epoca più recente, ha ospitato la cerimonia per la firma del Trattato di Lisbona dell'Unione Europea. Nello storico edificio sono conservati i resti mortali di Vasco de Gama, Luís de Camões, re, principi e i discendenti di Manuel i. Dopo l'esecuzione degli inni pontificio e portoghese, lo sparo delle salve di cannone, gli onori militari e la sfilata della Guardia d'onore, il Papa ha sostato alcuni minuti in adorazione davanti al Santissimo Sacramento esposto nella chiesa vuota di Santa Maria di Belém. Conclusa la visita al Mosteiro il Pontefice, scortato da guardie a cavallo, si è trasferito al palacio de Belém, noto anche come Palazzo Cor de Rosa, per il colore della facciata. È stato residenza dei sovrani del Portogallo fino alla proclamazione della Repubblica, quando è diventato sede dei presidenti. Benedetto XVI è stato accolto dal capo dello Stato nel Patio dos Bichos e accompagnato al piano superiore, dove ha firmato nel Libro d'oro. Il Pontefice ha lasciato in dono al presidente un quadro in mosaico raffigurante una benedizione di Gregorio XVI, dalla Loggia della Basilica in piazza San Pietro. L'opera realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano in smalti policromi, applicati con stucco oleoso su base metallica.
Successivamente si è svolto un colloquio privato con il presidente della Repubblica. Al termine il Papa, dalla veranda dello studio, ha rivolto un saluto al personale riunito in giardino, quindi ha raggiunto la nunziatura. Benedetto XVI in questo viaggio è accompagnato dai cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, dagli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Manuel Monteiro De Castro, segretario della Congregazione per i Vescovi; dai monsignori António Ferreira da Costa, della Segreteria di Stato, Guido Marini, maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con i cerimonieri Camaldo e Krajewski, da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, dal dottor Patrizio Polisca, suo medico personale, da Alberto Gasbarri, organizzatore dei viaggi del Papa e dal direttore del nostro giornale.


(©L'Osservatore Romano - 12 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 23:13
 



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) , 11.05.2010

Santa Messa nel Terreiro do Paço

OMELIA DEL SANTO PADRE

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Giovani amici!

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, […] insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20). Queste parole di Cristo risorto si rivestono di particolare significato in questa città di Lisbona, da dove sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani – Vescovi, sacerdoti, consacrati e laici, uomini e donne, giovani e meno giovani -, obbedendo all’appello del Signore e armati semplicemente di questa certezza che Egli ha loro lasciato: «Io sono con voi tutti i giorni».

Glorioso è il posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese
.

In passato, la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un’apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa. Infatti Gesù Cristo, così come si è unito ai discepoli sulla strada di Emmaus, così anche oggi cammina con noi secondo la sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Pur se diversa da quella degli Apostoli, abbiamo anche noi una vera e personale esperienza del Signore risorto. La distanza dei secoli viene superata e il Risorto si offre vivo e operante, per il nostro tramite, nell’oggi della Chiesa e del mondo. Questa è la nostra grande gioia.

Nel fiume vivo della Tradizione ecclesiale, Cristo non si trova a duemila anni di distanza, ma è realmente presente tra noi e ci dona la Verità, ci dona la luce che ci fa vivere e trovare la strada verso il futuro.

Presente nella sua Parola, nell’assemblea del popolo di Dio con i suoi Pastori e, in modo eminente, nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, Gesù è qui con noi. Saluto il Signor Cardinale Patriarca di Lisbona, che ringrazio per le affettuose parole che mi ha rivolto, all’inizio della celebrazione, a nome della sua comunità che mi accoglie e che io abbraccio nei suoi quasi due milione di figli e figlie; a tutti voi qui presenti – amati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, carissime donne e uomini consacrati e fedeli laici impegnati, care famiglie e giovani, battezzati e catecumeni – rivolgo il mio saluto fraterno e amico, che estendo a quanti si trovano uniti a noi attraverso la radio e la televisione. Ringrazio sentitamente il Signor Presidente della Repubblica per la sua presenza e le altre Autorità, in particolare il Sindaco di Lisbona, che ha avuto la cortesia di consegnarmi le chiavi della città.

Lisbona amica, porto e riparo di tante speranze che ti venivano affidate da chi partiva e che desiderava chi ti faceva visita, mi piacerebbe oggi servirmi di queste chiavi che mi hai consegnate perché tu possa fondare le tue umane speranze sulla Speranza divina.

Nella lettura appena proclamata, tratta dalla Prima Lettera di San Pietro, abbiamo sentito: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». E l’Apostolo spiega: Avvicinatevi al Signore, «pietra viva, rifiutata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio» (1 Pt 2,6.4). Fratelli e sorelle, chi crede in Gesù non resterà deluso: è Parola di Dio, che non si inganna né può ingannarci. Parola confermata da una «moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» e quali sono stati contemplati dall’autore dell’Apocalisse «avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palme nelle loro mani» (Ap 7,9). In questa moltitudine innumerevole non ci sono soltanto i Santi Verissimo, Massima e Giulia, qui martirizzati nella persecuzione di Diocleziano, o San Vincenzo, diacono e martire, patrono principale del Patriarcato; Sant’Antonio e San Giovanni di Brito che sono partiti da qui per seminare il buon seme di Dio presso altre terre e popoli, o San Nuno di Santa Maria che, da poco più di un anno, ho iscritto nel libro dei Santi. Ma viene formata dai «servi del nostro Dio» di tutti i tempi e luoghi, sulla cui fronte è stato tracciato il segno della croce con «il sigillo del Dio vivente» (Ap 7,2): lo Spirito Santo. Si tratta del rito iniziale compiuto su ognuno di noi nel sacramento del Battesimo, per mezzo del quale la Chiesa dà alla luce i «santi».

Sappiamo che non le mancano figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda.

Li accomuna tutti la volontà di incarnare il Vangelo nella propria esistenza, sotto la spinta dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo. Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica.

Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?

Affinché ciò non accada, bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa.

Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima (cfr 1Pt 3,15): soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà.

Carissimi Fratelli e giovani amici, Cristo è sempre con noi e cammina sempre con la sua Chiesa, la accompagna e la custodisce, come Egli ci ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Non dubitate mai della sua presenza! Cercate sempre il Signore Gesù, crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione. Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce.

Testimoniate a tutti la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù.

Cercate ogni giorno la protezione di Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Ella, la Tutta Santa, vi aiuterà ad essere fedeli discepoli del suo Figlio Gesù Cristo. Amen

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S_Daniele
00martedì 11 maggio 2010 23:18
People stand during the Pope Benedict XVI's open-air mass in the Terreiro do Paco in Lisbon, on May 11, 2010. Tens of thousands of families, teenagers and the elderly gathered in the Portuguese capital to greet the 83-year-old pontiff, and in many cases offer support to the Catholic leader as he battles the Church's biggest crisis in decades.
Pope Benedict XVI waves to the crowd as he arrives for an open-air mass in the Terreiro do Paso in Lisbon, on May 11, 2010. Tens of thousands of massgoers gathered at the giant Terreiro do Paso square applauded and waved white handkerchiefs as the 83-year-old pontiff arrived to celebrate an open-air mass on the banks of the Tagus.
Pope Benedict XVI celebrates a mass at the Terreiro do Paco in Lisbon, May 11, 2010.
Pope Benedict XVI waves to the crowd as he leaves after a mass at Terreiro do Paco in Lisbon, May 11, 2010.
A woman holds pictures and a rosary near the Fatima's Sanctuary on May 11, 2010. Pope Benedict XVI landed in Lisbon to begin a four-day visit included Fatima and Porto. The pope will celebrate a giant open-air mass Thursday at Fatima, where three shepherd children reported seeing visions of the Virgin Mary in 1917.
Pope Benedict XVI waves after an open mass at the Terreiro do Paco square in Lisbon on Tuesday, May 11, 2010.
Pope Benedict XVI holds his staff during a mass at the Terreiro do Paco in Lisbon May 11, 2010.
A girl leaves the altar after receiving the communion from Pope Benedict XVI during a mass at the Terreiro do Paco in Lisbon, May 11, 2010.
People pray during an open-air mass given by Pope Benedict XVI at the Terreiro do Paso in Lisbon on May 11, 2010. Tens of thousands of families, teenagers and the elderly gathered in the Portuguese capital to greet the 83-year-old pontiff, and in many cases offer support to the Catholic leader as he battles the Church's biggest crisis in decades.
Pope Benedict XVI (C) gives communion to children duing an open-air mass in the Terreiro do Paco in Lisbon, on May 11, 2010. Tens of thousands of families, teenagers and the elderly gathered in the Portuguese capital to greet the 83-year-old pontiff, and in many cases offer support to the Catholic leader as he battles the Church's biggest crisis in decades.
Pope Benedict XVI (C) celebrates an open-air mass in the Terreiro do Paso in Lisbon on May 11, 2010. Tens of thousands of families, teenagers and the elderly gathered in the Portuguese capital to greet the 83-year-old pontiff, and in many cases offer support to the Catholic leader as he battles the Church's biggest crisis in decades.
Pope Benedict XVI (C) celebrates an open-air mass in the Terreiro do Paco in Lisbon, on May 11, 2010. Tens of thousands of families, teenagers and the elderly gathered in the Portuguese capital to greet the 83-year-old pontiff, and in many cases offer support to the Catholic leader as he battles the Church's biggest crisis in decades.
S_Daniele
00mercoledì 12 maggio 2010 12:37
 



INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO IL PORTOGALLO (11 MAGGIO 2010), 12.05.2010

Ieri mattina, nel corso del viaggio aereo verso il Portogallo, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti del Volo Papale. Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell’intervista concessa dal Papa agli operatori dei media:


TESTO DELL’INTERVISTA


Padre Lombardi: Santità, quali preoccupazioni e sentimenti porta con sé sulla situazione della Chiesa in Portogallo? Che cosa si può dire al Portogallo, in passato profondamente cattolico e portatore della fede nel mondo, ma oggi in via di profonda secolarizzazione, sia nella vita quotidiana, sia a livello giuridico e culturale? Come annunciare la fede in un contesto indifferente e ostile alla Chiesa?


Papa
: Innanzitutto buona giornata a voi tutti e ci auguriamo buon viaggio, nonostante la famosa nuvola sotto la quale siamo.
Quanto al Portogallo, provo soprattutto sentimenti di gioia, di gratitudine per quanto ha fatto e fa questo Paese nel mondo e nella storia e per la profonda umanità di questo popolo, che ho potuto conoscere in una visita e con tanti amici portoghesi.
Direi che è vero, verissimo che il Portogallo è stato una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo; una fede coraggiosa, intelligente e creativa; ha saputo creare grande cultura, lo vediamo in Brasile, nello stesso Portogallo, ma anche la presenza dello spirito portoghese in Africa, in Asia.
E d’altra parte la presenza del secolarismo non è una cosa del tutto nuova. La dialettica tra secolarismo e fede in Portogallo ha una lunga storia. Già nel ’700 c’è una forte presenza dell’Illuminismo, basti pensare al nome Pombal.
Così vediamo che in questi secoli il Portogallo ha vissuto sempre nella dialettica, che naturalmente oggi si è radicalizzata e si mostra con tutti i segni dello spirito europeo di oggi. E questa mi sembra una sfida e anche una grande possibilità. In questi secoli di dialettica tra illuminismo, secolarismo e fede, non mancavano mai persone che volevano creare dei ponti e creare un dialogo, ma purtroppo la tendenza dominante fu quella della contrarietà e dell’esclusione l’uno dell’altro.
Oggi vediamo che proprio questa dialettica è una chance, che dobbiamo trovare la sintesi e un foriero e profondo dialogo. Nella situazione multiculturale nella quale siamo tutti, si vede che una cultura europea che fosse solo razionalista non avrebbe la dimensione religiosa trascendente, non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell’umanità, che hanno tutte questa dimensione religiosa trascendente, che è una dimensione dell’essere umano.
E quindi pensare che ci sarebbe una ragione pura, anti-storica, solo esistente in se stessa e che sarebbe questa “la” ragione, è un errore; scopriamo sempre più che tocca solo una parte dell’uomo, esprime una certa situazione storica, non è la ragione come tale. La ragione come tale è aperta alla trascendenza e solo nell’incontro tra la realtà trascendente e la fede e la ragione l’uomo trova se stesso.


Quindi penso che proprio il compito e la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un’unica visione antropologica, che completa l’essere umano e rende così anche comunicabili le culture umane
.


Perciò direi che la presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrarietà tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino e così trovino la loro vera identità. Questa, come ho detto, è una missione dell’Europa e la necessità umana in questa nostra storia.


Padre Lombardi: Grazie, Santità, e continuiamo allora sul tema dell’Europa. La crisi economica si è recentemente aggravata in Europa e coinvolge in particolare anche il Portogallo. Alcuni leaders europei pensano che il futuro dell’Unione Europea sia a rischio. Quali lezioni imparare da questa crisi, anche sul piano etico e morale? Quali le chiavi per consolidare l’unità e la cooperazione dei Paesi europei in futuro?


Papa
: Direi che proprio questa crisi economica, con la sua componente morale, che nessuno può non vedere, sia un caso di applicazione, di concretizzazione di quanto avevo detto prima, cioè che due correnti culturali separate devono incontrarsi, altrimenti non troviamo la strada verso il futuro. Anche qui vediamo un dualismo falso, cioè un positivismo economico che pensa di potersi realizzare senza la componente etica, un mercato che è sarebbe regolato solo da se stesso, dalle pure forze economiche, dalla razionalità positivista e pragmatista dell’economia – l’etica sarebbe qualcosa d’altro, estranea a questo. In realtà, vediamo adesso che un puro pragmatismo economico, che prescinde dalla realtà dell’uomo – che è un essere etico -, non finisce positivamente, ma crea problemi irresolubili.

Perciò, adesso è il momento di vedere che l’etica non è una cosa esterna, ma interna alla razionalità e al pragmatismo economico. D’altra parte, dobbiamo anche confessare che la fede cattolica, cristiana, spesso era troppo individualistica, lasciava le cose concrete, economiche al mondo e pensava solo alla salvezza individuale, agli atti religiosi, senza vedere che questi implicano una responsabilità globale, una responsabilità per il mondo. Quindi, anche qui dobbiamo entrare in un dialogo concreto
.

Ho cercato nella mia enciclica “Caritas in veritate” – e tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va in questo senso – di allargare l’aspetto etico e della fede al di sopra dell’individuo, alla responsabilità verso il mondo, ad una razionalità “performata” dall’etica. D’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato, in questi ultimi due, tre anni, hanno mostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico, perché l’uomo è uno, e si tratta dell’uomo, di un’antropologia sana, che implica tutto, e solo così si risolve il problema, solo così l’Europa svolge e realizza la sua missione.

Padre Lombardi: Grazie, e ora veniamo a Fatima, dove sarà un po’ il culmine anche spirituale di questo viaggio. Santità, quale significato hanno oggi per noi le Apparizioni di Fatima? E quando Lei presentò il testo del terzo segreto nella Sala Stampa Vaticana, nel giugno 2000, c’erano diversi di noi e altri colleghi di allora, Le fu chiesto se il messaggio poteva essere esteso, al di là dell’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. E’ possibile, secondo Lei, inquadrare anche in quella visione le sofferenze della Chiesa di oggi, per i peccati degli abusi sessuali sui minori?

Papa: Innanzitutto vorrei esprimere la mia gioia di andare a Fatima, di pregare davanti alla Madonna di Fatima, che per noi è un segno della presenza della fede, che proprio dai piccoli nasce una nuova forza della fede, che non si riduce ai piccoli, ma che ha un messaggio per tutto il mondo e tocca la storia proprio nel suo presente e illumina questa storia. Nel 2000, nella presentazione, avevo detto che un’apparizione, cioè un impulso soprannaturale, che non viene solo dall’immaginazione della persona, ma in realtà dalla Vergine Maria, dal soprannaturale, che un tale impulso entra in un soggetto e si esprime nelle possibilità del soggetto.

Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale nelle sue possibilità di vedere, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni, formate dal soggetto, si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo, e solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era – diciamo – “vestita” in questa visione possibile alle persone concrete.

Così direi, anche qui, oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano.

Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo.

L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù cardinali: fede, speranza e carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione.
 

Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia.

Con una parola, dobbiamo ri-imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali. Così rispondiamo, siamo realisti nell’attenderci che sempre il male attacca, attacca dall’interno e dall’esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che, alla fine, il Signore è più forte del male, e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia.

Padre Lombardi: Grazie, Santità, della chiarezza, della profondità delle sue risposte e di questa parola di speranza conclusiva che ci ha dato. Noi le auguriamo veramente di poter svolgere serenamente questo viaggio così impegnativo e di poterlo vivere anche con tutta la gioia e la profondità spirituale che l’incontro con il mistero di Fatima ci ispira. Buon viaggio a Lei e noi cercheremo di fare bene il nostro servizio e di diffondere obiettivamente quello che Lei farà.

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S_Daniele
00mercoledì 12 maggio 2010 12:47



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL SANTUARIO DEL CRISTO REI DI ALMADA

Al termine della Celebrazione Eucaristica al Terreiro do Paço di Lisboa, in occasione del 50° anniversario di fondazione del Santuario del Cristo Rei di Almada (diocesi di Setúbal) il Papa legge un Messaggio e consegna in dono al Rettore del Santuario una casula con l’immagine del Sacro Cuore di Gesù. Pubblichiamo di seguito le parole del Santo Padre:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Carissimi Fratelli e Sorelle,

In questo momento, rivolgo il mio sguardo verso l’altra riva del Tago, dove si erge il Monumento a Cristo Re, quasi nella chiusura delle celebrazioni per i suoi 50 anni. Nell’impossibilità di visitare il santuario – come desiderava Mons. Gilberto, Vescovo di Setúbal – vorrei da qui additare alle nuove generazione gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i Vescovi e i fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo. Di là l’immagine di Cristo stende le braccia all’intero Portogallo, quasi a ricordargli la Croce dove Gesù ha ottenuto la pace dell’universo e si è manifestato Re e servo, perché è il vero Salvatore dell’umanità.

Nella sua funzione di santuario, diventi sempre più un luogo in cui ogni fedele possa verificare come i criteri del Regno di Cristo siano impressi nella sua vita di consacrazione battesimale, per promuovere l’edificazione dell’amore, della giustizia e della pace con interventi nella società a favore dei poveri e degli oppressi, per focalizzare la spiritualità delle comunità cristiane in Cristo, Signore e Giudice della storia.

Su quanti operano e servono nel Santuario di Cristo Re, sui suoi pellegrini e su tutti i fedeli della diocesi di Setúbal imploro abbondanti benedizioni del Cielo, creatrici di speranza e di pace durature nei cuori, nelle famiglie e nella società.

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S_Daniele
00mercoledì 12 maggio 2010 12:50
 



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11 – 14 MAGGIO 2010), 11.05.2010

SALUTO AI GIOVANI RIUNITI DAVANTI ALLA NUNZIATURA DI LISBOA

Numerosi giovani provenienti da diverse parrocchie e appartenenti a vari movimenti ecclesiali sono riuniti questa sera davanti alla Nunziatura Apostolica di Lisboa per cantare in onore del Papa e per ricevere la sua benedizione.
Dopo cena, il Santo Padre si affaccia al balcone della Nunziatura e rivolge ai giovani presenti il seguente saluto:

PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari amici,

Ho apprezzato la viva e numerosa partecipazione dei giovani all’Eucaristia di questo pomeriggio sul Terreiro do Paço, dando prova della loro fede e della loro volontà di costruire il futuro sul Vangelo di Gesù Cristo. Grazie per la gioiosa testimonianza che offrite a Cristo, l’eternamente giovane, e per la premura manifestata al suo povero Vicario in terra con questo incontro serale. Siete venuti ad augurarmi la buona notte e di cuore vi ringrazio; ma adesso dovete lascarmi andare a dormire, altrimenti la notte non sarebbe buona, e ci aspetta il giorno di domani.

Provo una grande gioia nel potermi unire alla moltitudine dei pellegrini di Fatima in occasione del decimo anniversario della Beatificazione di Francesco e di Giacinta. Essi, con l’aiuto della Madonna, hanno imparato a vedere la luce di Dio nell’intimo dei loro cuori e ad adorarla nella loro vita. Che la Vergine Maria vi ottenga la stessa grazia e vi protegga! Continuo a contare su di voi e sulle vostre preghiere, affinché questa Visita in Portogallo sia ricolma di frutti.

E adesso con grande affetto vi imparto la mia Benedizione, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Buona notte! A domani.

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S_Daniele
00mercoledì 12 maggio 2010 12:55
Faithful attend the recitation of the Holy Rosary and the candles procession, on the eve of Pope Benedict XVI's visit, at the Shrine of Our Lady of Fatima, in Fatima, Portugal, Tuesday, May 11, 2010. The Pope arrived Tuesday for a four-day visit to Portugal.
A pilgrim lies prostrate at the Catholic shrine of Fatima May 11, 2010. Thousands of pilgrims are expected to visit the home of the three young shepherds who reported the 1917 apparition of the Virgin Mary, in Fatima, a day before Pope Benedict XVI's visit.
A pilgrim walks on her knees to fulfil her vows at the Catholic shrine of Fatima May 11, 2010. Thousands of pilgrims are expected to visit the home of the three young shepherds who reported the 1917 apparition of the Virgin Mary, in Fatima, a day before Pope Benedict XVI's visit.
Pope Benedict XVI waves to the crowd as he arrives for an open-air mass in the Terreiro do Paso in Lisbon, on May 11, 2010. Tens of thousands of massgoers gathered at the giant Terreiro do Paso square applauded and waved white handkerchiefs as the 83-year-old pontiff arrived to celebrate an open-air mass on the banks of the Tagus.
Pilgrims walk on their knees to fulfil their vows at the Catholic shrine of Fatima. May 11, 2010. Thousands of pilgrims are expected to visit the home of the three young shepherds who reported the 1917 apparition of the Virgin Mary, in Fatima, a day before Pope Benedict XVI's visit.
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