Uccide moglie, tre figli e si suicida
Un uomo ha ucciso la moglie, i tre figli di 9, 6 e 3 anni e poi si è suicidato. E' accaduto a Verona, nella zona di San Felice Extra. L'uomo, Alessandro Mariacci, era un commercialista, la moglie, Maria Riccarda Carrara Battacisio, era avvocato, entrambi di 43 anni. Le vittime sono state tutte uccise con un colpo di proiettile alla testa. Due pistole semiautomatiche sono state ritrovate sul letto accanto al corpo dell'uomo.
A trovare i cadaveri è stata la donna delle pulizie entrando in casa in mattinata. La famiglia viveva in una porzione di una casa colonica, ristrutturata, con una corte privata. Una bella abitazione, perfettamente in ordine. Dopo aver aperto la porta d'ingresso con le chiavi di cui è in possesso, ha trovato in taverna la donna e un bambino riversi sul pavimento. In una camera c'erano altri due bambini senza vita e, nel letto matrimoniale, il corpo dell'uomo che si è suicidato con un colpo di pistola alla tempia. Sulle lenzuola c'erano anche due pistole.
Nessuno dei vicini poteva immaginare che quei colpi secchi uditi la sera di giovedì provenire dalla casa dei Mariacci portassero tragedia. Nessuno poteva immaginare che Alessandro Mariacci, stimato e rispettabile commercialista, avesse potuto architettare di portare all'altro mondo con sé l'intera famiglia, usando due pistole con lucida follia ed inaudita ferocia. Quando l'uomo ha sparato, la moglie avrebbe tentato un'inutile difesa: dei due proiettili che l'hanno colpita, uno le ha perforato l'avambraccio proteso per difendersi. Il secondo, mortale, le è arrivato dritto in testa.
Le indagini della polizia, che fa risalire la mattanza alle 23 di giovedì, diranno quale ossessione rimbalzava nella testa del commericalista. Se si è trattato di un raptus improvviso oppure se l'uomo abbia maturato la strage, giorno dopo giorno. Saranno gli inquirenti a spiegare se nella vita della stimata ed agiata famiglia Mariacci vi fosse qualche grave problema economico, qualche dissapore antico tra i coniugi o altro ancora.
Al di là dei motivi della follia omicida del commecialista restano tante domande che affollano una Verona sgomenta. La città che scopre il male oltre che nelle urgenze della sicurezza urbana, anche nella banale, normale ed invidiata vita domestica. Nel menage famigliare di una sera qualunque, dove il mostro non è il rapinatore di ville ma il papà che uccide i figlioletti in pigiama, pronti per il bacio della buona notte. Il marito che ammazza la moglie e la fa finita con sé e con tutti con un colpo sordo alla testa, appena avvertito dagli altri, nelle altre case.