Valencia: gli orari in pista e in TV

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feromoto
00giovedì 23 ottobre 2008 20:32


Clicca sulla foto per vedere il circuito!

Domenica 26 ottobre ultimo appuntamento con il motomondiale, le gare verranno trasmesse in diretta su Italia 1 ed Eurosport

Così in pista

Venerdì 24 ottobre
h. 09:00 - 09:45 125 FP1
h. 10:00 - 11:00 MotoGP FP1
h. 11:15 - 12:15 250 FP1
h. 13:10 - 13:40 125 QP1
h. 13:55 - 14:55 MotoGP FP2
h. 15:10 - 15:55 250 QP1

Sabato 25 ottobre
h. 09:00 - 09:45 125 FP2
h. 10:00 - 11:00 MotoGP FP3
h. 11:15 - 12:15 250 FP2
h. 13:10 - 13:40 125 QP2
h. 13:55 - 14:55 MotoGP QP
h. 15:10 - 15:55 250 QP2

Domenica 26 ottobre
h. 08:40 - 09:00 125 WUP
h. 09:10 - 09:30 250 WUP
h. 09:40 - 10:05 MotoGP WUP
h. 11:00 125 Gara
h. 12:15 250 Gara
h. 14:00 MotoGP Gara

Così in TV*

Venerdì 24 ottobre
Italia 1
h. 01.40 prove (sintesi)

Eurosport
h. 13.00 prove 125 (diretta)
h. 13.45 prove MotoGP (diretta)

Sabato 25 ottobre
Italia 1
h. 13.30 Moto Gran prix (rubrica sportiva)
h. 13.45 prove MotoGP (diretta)
h. 15.00 prove 125 (sintesi)
h. 15.15 prove 250 (diretta)

Eurosport
h. 13.00 prove 125 (diretta)
h. 13.45 prove MotoGP (diretta)
h. 16.00 prove 250 (differita)

Domenica 26 ottobre
Italia 1
h. 10.45 gara 125
h. 12.10 gara 250
h. 14.00 gara MotoGP
h. 15.00 Fuorigiri (rubrica sportiva)

Eurosport
h. 10.45 gara 125
h. 12.10 gara 250
h. 14.00 gara MotoGP

*La programmazione è quella comunicata ufficialmente dalle emittenti; potrebbe subire delle variazioni dell'ultimo minuto.
feromoto
00giovedì 23 ottobre 2008 20:33
Valencia: si chiude un'epoca


Nel box Ducati al fianco di Casey Stoner da lunedì arriverà Nicky Hayden


A Valencia le KTM 250 disputeranno l'ultima gara

La gara spagnola sarà l'ultima pre-monogomma in MotoGP e con una griglia affollata in 250. Da lunedì iniziano i test e sarà già 2009

Titoli da assegnare non ce ne sono più, ma la tappa di Valencia sarà importante perché segnerà la fine di un'epoca. Da lunedì mattina inizia l'era del monogomma, e da sabato sera non sentiremo più parlare di pneumatici da qualifica. Con l'inizio della settimana vedremo le nuove squadre, ad esempio la Ducati con Casey Stoner (forse all'ultima uscita stagionale), Nicky Hayden, Mika Kallio, Nicolò Canepa e Sete Gibernau! Da non dimenticare il debutto di Andrea Dovizioso sulla Honda ufficiale e di Rossi sulla nuova M1. Insomma Valencia sarà una tappa storica nella storia del motomondiale, e non solo per le gare che si annunciano roventi, con la voglia dei piloti spagnoli di vincere qualcosa davanti al loro pubblico dopo un'annata assolutamente sterile.
Per una volta, i giorni più importanti saranno quelli dopo la corsa. Insomma, una settimana da non perdere visto che di scena ci sarà anche l'altra faccia della medaglia, con le trattative più o meno segrete (visto che vi sono state quasi sempre svelate) per definire numeri e regole del pneumatico unico e lo sviluppo della nuova middle class che dovrebbe prendere il posto della 250.
feromoto
00giovedì 23 ottobre 2008 20:35
A Valencia nei test va in pista la MotoGP del futuro



Con il Gran Premio di Valencia, domenica prossima, si chiude il motomondiale 2008. Contemporaneamente però si apre ufficialmente quello 2009 visto che già all’indomani del Gran Premio della Comunità Valenciana si svolgeranno i primi test con relativi cambi di casacche.
Più che la gara in questione, dunque, saranno importantissimi e particolarmente interessanti le prove a seguire. Con i mondiali già assegnati in tutte e tre le cilindrate e praticamente nessun grosso cambiamento in classifica possibile la nostra attenzione sarà calamitata dai primi giri di Nicky Hayden in rosso, alla guida della Ducati GP9, o da quelli di Marco Melandri in verde, a cavallo della Kawasaki ZX-RR.

Il battesimo del fuoco, con l’ingresso in HRC, attende anche Andrea Dovizioso che debutterà con la RC212V ufficiale. Altri debutti saranno quelli di Mika Kallio, all’esordio in MotoGP dopo la buona stagione disputata in 250 con la KTM, un il che segna il ritorno di un finlandese di alto livello nella massima cilindrata dai tempi di Jarno Saarinen, quello di Nicolò Canepa, da collaudatore a pilota titolare, o quello di Takahashi con la Honda del team Scot.



Ci saranno poi i ritorni: Toni Elias, dalla Ducati Satellite alla Honda, nuovamente nel team Gresini e ci fermiamo qui perché domenica sera alcuni piloti della MotoGP faranno la loro ultima gara nella classe regina. Pensiamo ad Anthony West, che tornerà in Supersport, o a Sylvain Guintoli, che passerà al campionato Britannico della Superbike con la Suzuki, mentre è ancora del tutto nebuloso ed incerto il futuro di Shinja Nakano, che non ha dato fuoco alla categoria ma ha fatto sensibilmente meglio di molti eppure è a piedi.

Il segno di una crisi che, come abbiamo visto in Malesia, ha ormai messo le radici anche in 250. Nessuna squadra infatti al momento può permettersi di programmare liberamente il proprio futuro. Avete visto, del resto, che fine ha fatto il progetto di Jorge Martinez “Aspar” : nonostante le indubbie qualità manageriali dell’ex iridato spagnolo ed i forti appoggi tutto è naufragato perché oggi gli sponsor sono così pochi da poter imporre le proprie condizioni, tanto da vanificare un bel progetto.



Lunedì e martedì prossimo, dunque, saranno due giorni importanti, e non solo perché vedremo alcuni prototipi 2009 e molte delle promesse del prossimo campionato. Le stesse giornate dovrebbero essere per alcuni anche un momento di riflessione: dopo infatti tre anni di promesse le case giapponesi non hanno schierato nessuna altra moto, disattendendo così completamente le richieste di Carmelo Ezpeleta. Lo ha fatto solo la Ducati che ha messo in campo una quinta GP9 per Sete Gibernau – ecco un altro ritorno eccellente! – ma è veramente incredibile che ci sia riuscita una casa che produce 40.000 pezzi all’anno, certamente meno di quelli che fanno sia la Suzuki che la Kawasaki, perniciosamente attaccati ai loro due-piloti-due, senza nemmeno avere una scusante di un impegno diretto in Superbike, che per esempio può vantare la Ducati.

Cosa vuol dire questo? Semplicemente che non bisogna fidarsi delle promesse delle case giapponesi, né tantomeno di quelle della Dorna che ha fatto molto, si stà impegnando molto, ma poco può fare senza la presenza di una Federazione Internazionale forte.

Già perché, se qualcuno non se ne fosse accorto, lo sport ha bisogno di federazioni forti. Pensate al calcio, alla F.1: sbagliano coloro che credono che prevaricare le federazioni sia meglio, perché così si ha campo libero. Il campo libero, la recente storia del motociclismo lo insegna, si riempie di erbacce e non è più un terreno ideale di gioco.

Il terreno ideale di gioco, invece, va mantenuto e ci si può riuscire unicamente con regolamenti chiari ed uguali per tutti. C’è bisogno della giustizia sportiva, vera, affidabile, pronta a punire gli eventuali trasgressori. Pensate a cosa sarebbero oggi atletica e nuoto senza la lotta al doping.

Ed il doping esiste anche nel nostro sport: si chiama improvvisazione, mancanza di regole chiare, scarsa programmazione.

Ciononostante mentre finisce un bel campionato, ne inizia un altro già pieno di motivi di interesse. Veramente, siamo fortunati ad essere appassionati di uno sport come il motociclismo. Mettetela come volete: nonostante tutto non ci delude mai.

Ernesto Emmi
feromoto
00giovedì 23 ottobre 2008 20:36
La MotoGP arriva a Valencia. Rossi: “Chiudo in bellezza, poi i rally e la Ferrari”



Dovizioso, Pedrosa, Rossi, Lorenzo e Elias Il mondiale 2008 della MotoGP finirà domenica pomeriggio, ma le vacanze per Valentino Rossi sono ancora lontane. Innanzitutto, appena concluso il Gran Premio di Valencia nizieranno i lavori in corso per la prossima stagione con due importanti giorni di test: il pesarese proverà il prototipo della M1 2009, e come tutti gli altri piloti inizierà ad assaggiare le Bridgestone sviluppate per il monogomma.

Ma non è tutto: dalle due ruote Valentino passerà al volo alle quattro, con un programmino niente male. Rally di Monza nel weekend del 16 novembre, seguito da un test sullo sterrato in Inghilterra per prepararsi al Wales Rally, ultima tappa del mondiale, previsto dal 5 al 7 dicembre. In mezzo a tutti questi impegni, Rossi cercherà poi di incastrare il suo “regalo” per l’ottavo titolo iridato: il test con la Ferrari di Formula 1.

“Ci stiamo lavorando… - ha infatti confermato il “Dottore” - Spero di riuscirci, e per quanto riguarda il circuito, vorrei anche rimanere in Italia…”. Facile pensare a questo punto al Mugello, pista dove Valentino ha già provato, l’11 novembre del 2005, la F2004. Sia il rally di Monza che la tappa iridata in Scozia Rossi le correrà invece su una Forc Focus WRC.

Tornando alle moto, Rossi è apparso il cannibale di sempre. Dopo la nona vittoria, vorrebbe volentieri mettere la parola fine alla stagione della sua rinascita con un numero in doppia cifra: “Nove è già un bel numero, ma chiaramente mi piacerebbe finire la stagione con un altro bel risultato – ha detto – Qui troviamo un circuito molto differente da Sepang, più stretto, con molti cambi di direzione e saliscendi, sicuramente insidioso. Non è certo uno dei miei preferiti, anche se il nostro pacchetto tecnico è molto migliorato rispetto allo scorso anno quindi sono fiducioso. Bisognerà tenere d’occhio le temperature: per il momento sono molto basse, e se sarà così anche domenica non sarà facile perché qui di solito si utilizzano gomme abbastanza dure, per il fatto che sono molto stressate sul lato sinistro”.

Il meteo dice brutto tempo fino a domani (oggi nel paddock ha piovigginato), poi le condizioni dovrebbero migliorare. Sperando nel sole, potremmo assistere a una bella lotta tra Valentino e Pedrosa: Dani finora in questa stagione ha sempre vinto in terra spagnola, aggiudicandosi i GP di Jerez e Barcellona. Il pilota della Honda cercherà il tris prima di buttarsi a lavorare per il prossimo anno, nei test di lunedì e martedì: “Nel box avrò una moto 2008, e una come quella già provata a Motegi”, ha spiegato molto brevemente, mentre al suo fianco ascoltava interessato colui che sarà il suo nuovo compagno di squadra, Andrea Dovizioso.

Il forlivese salirà lunedì sulla RC212V utilizzata fino a poche ore prima da Nicky Hayden. Nessuna novità tecnica per lui, quindi: le cose nuove del resto saranno già troppe tutte in una volta. La moto, il team, le gomme. “Sarà difficile affrontare tutte queste novità – ha detto il “Dovi” – ma credo di essere pronto per il team ufficiale: in questa stagione ho accumulato tanta esperienza, sono contento del quinto posto in campionato e soprattutto del podio ottenuto a Sepang. Qui Valencia sarà un po’ più difficile, non ho mai amato questa pista, in ogni caso già da un po’ di gare siamo molto veloci, quindi vedremo”.

Dovizioso potrebbe ancora matematicamente soffiare il quarto posto in campionato a Jorge Lorenzo, e di conseguenza anche il titolo di miglior rookie. A dire la verità, un’eventualità molto remota. “Se Andrea vincesse la gara e io dovessi ritirarmi, perderemmo il quarto posto – ha spiegato ‘Por Fuera’ – Difficile quindi perderlo: la quarta posizione nel mondiale è perfetta per noi, anche se ci interessa di più finire la stagione con un bel podio. La pista mi piace tanto, anche se non vi ho mai ottenuto grandi risultati, soltanto un secondo posto nel 2005. Poi, ci concentreremo tutti sui test di lunedì, che di fatto rappresentano la… prima gara del 2009!”.

A tal proposito, Jorge ha anche affermato di aver avuto vita facile a inizio campionato, quanto le Michelin erano competitive, poi la situazione si è ribaltata e sono iniziate le difficolt. Per questo motivo promette battaglia, convinto che con il monogomma potrà dire la sua sempre.

Parlando proprio del monogomma, Rossi ha cercato di immaginare come si svolgeranno i test di lunedì: “La prima cosa da fare sarà provare le nuove gomme sulla moto 2008, per capire quanto sono diverse dalle attuali. Dopodiché potremo provarle sul prototipo 2009. Credo in ogni caso che le gomme che utilizzeremo lunedì saranno soltanto una prima specifica di quelle che utilizzeremo nel 2009: la Bridgestone ci lavorerà sopra dopo questi test”.

Alberto Cani
feromoto
00giovedì 23 ottobre 2008 20:36
Marco: "A giugno ho pensato di smettere di correre"



Marco Melandri è giunto alla fine dell’incubo: domenica il ravennate correrà l’ultima gara con la Ducati Desmosedici, una moto con cui ha litigato “sin dal primo giro”, come lui stesso ha detto. Da quando Marco è salito sulla GP8, un anno esatto fa nei test dopo il GP di Valencia, è stato un susseguirsi di difficoltà.

C’è qualcosa che salvi in questa stagione?
“Non saprei, ho sofferto talmente tanto… Forse salvo l’aver capito quanta voglia ho di tornare a divertirmi guidando una moto, e l’aver capito che sono nato per questo sport”.

Nelle interviste hai sempre sostenuto di non voler mollare, che farlo sarebbe stato troppo semplice. Ora però puoi dire se hai pensato di cambiare, a un certo punto…
“Più che cambiare moto, a giugno ho addirittura pensato di smettere di correre! Dopo la gara di Barcellona la moto è effettivamente migliorata, e le cose sarebbero potute migliorare, ma mi è stata tolta ogni motivazione, non ero più padrone della mia vita. Come? Non sapevo mai se sarei salito in moto o no alla gara successiva, ho imparato dai giornali che la mia squadra stava provando un altro pilota con l’obiettivo di sostituirmi; e poi tutti che mi dicevano ora smetti, no, ancora no, continui… Sfido chiunque a trovare delle motivazioni in una situazione del genere. Però questo ormai è il passato, è inutile guardarsi indietro e chiedersi cosa si sarebbe potuto fare, chi ha sbagliato, eccetera”.

Guardandoti dall’esterno, però, è sempre parso che tu non abbia mai perso la calma, è così?
“E’ così, anche perché sono sempre stato consapevole di aver fatto il massimo: sono sempre andato a letto tranquillo tutte le sere, perché sapevo di aver fatto tutto ciò che era possibile fare”.

Cosa non ha funzionato, allora?
“Tante cose… sicuramente anche io ho fatto degli errori, ma non credo di essere stato l’unico. Ora però non voglio tornare indietro con la mente, né andare avanti: voglio vivere alla giornata, convinto di poter tornare a guidare come prima. Non penso che una stagione difficile abbia intaccato la mia guida: sono certo di poter avere ancora un futuro. E poi, nonostante sia arrivato spesso ultimo, ho avuto due ottime proposte, quelle di Gresini e della Kawasaki. Ciò dimostra che gli addetti ai lavori hanno capito i veri motivi delle mie difficoltà”.

Nessuno infatti sembra aver mai messo in discussione il tuo talento, hai percepito questo affetto nei tuoi confronti?
“Sì, ho comunque notato che la gente prova ancora affetto per me. In Australia sono stato applaudito tanto, e vedo anche sul mio sito come la gente mi stia ancora vicina. Tutto ciò mi fa piacere, sono contento che la gente si ricordi anche delle belle cose che ho fatto in precedente. Poi è anche normale e giusto che ci sia anche chi critica”.

Come spieghi le due belle gare fatte da Elias, salito sul podio?
“Come ho già detto la moto dopo Barcellona è migliorata e le cose sarebbero potute cambiare, ma non avevo più stimoli perché è difficile svegliarsi la mattina senza sapere se potrai salire in sella o no. Credo che questo aspetto abbia fatto una grande differenza sulla mia stagione. Per assurdo non sapevo neanche se sarei venuto qui a Valencia…”.

Perché hai continuato comunque fino a fine stagione, nonostante tutti questi problemi?
“E’ stato il mio orgoglio: quando tutto andava male il mio obiettivo era non mollare, anche se fossi arrivato ultimo in tutte le gare. Se mi avessero cacciato l’avrei accettato, ma scegliere di andarmene di mia volontà sarebbe stato troppo facile”.

Come affronti quest’ultima gara?
“Potrei dire che peggio di così non si può fare, dato che spesso sono arrivato ultimo, ma quest’anno ho imparato che può sempre succedere di tutto, non si può mai sapere… Come la affronto? Non so cosa aspettarmi, però non mi farò il sangue amaro se le cose non andranno come voglio”.

Contento che stia finendo questo incubo?
“Beh, sì! Un amico mi ha detto che è più lungo un minuto seduto su una stufa che una settimana in vacanza: io è come se fossi stato un anno seduto su una stufa! Questa stagione è sembrata lunga come dieci”.

In Ducati ci sono state almeno persone con cui ti sei trovato bene?
“Sì, con alcune persone sono andato molto d’accordo. Anche con la mia squadra non ci sono stati screzi: anche se il rapporto lavorativo non è stato positivo, a livello personale non c’è stato nessun problema. Credo che siamo stati tutti molto bravi a fare in modo che non ci fossero litigi o tensioni, vista la situazione che si è creata”.

C’è qualcuno che ti ha difeso, che ti è stato vicino?
“Io stesso, mi sono stato vicino da solo…”.

Stai lottando con West per non finire ultimo in campionato: sembra di sognare, parlando di un pilota come te… Non si poteva proprio fare meglio?
“Se anche solo un quarto del tempo che è stato speso per cercare di sostituirmi fosse stato speso per darmi fiducia, per cercare di farmi andare veloce, le cose sarebbero potute andare diversamente”.

Di recente hai detto che già dal primo test avevi capito che la Ducati era una moto difficile: quali sono le difficoltà principali che hai avuto da subito?
“Sì, me ne seri conto già al primo giro dei test di un anno fa qui a Valencia: la Ducati è una moto molto diversa rispetto alle altre, Honda o Yamaha. O ti piace la Ducati e non le altre, o viceversa. Sceso dalla moto dopo il primo run ho avuto un flash di una stagione difficile, e il brutto è che stato ancora peggio: ero sin troppo ottimista! Per quanto riguarda i problemi, non mi sono trovato a mio agio già dalla posizione di guida. Io ancora adesso proverei nuove pedane, una nuova sella e nuovi manubri…”.

Perché hai scelto la Kawasaki quando potevi tornare alla Honda, che già conoscevi?
“Ho deciso di seguire il mio istinto: non lascerò mai più che siano altri a decidere per me. Ho scelto la via più difficile, è vero, ma se combinerò qualcosa di buono lo avrò fatto io”.

Sei consapevole che dovrai lavorare tanto per rendere la Kawasaki competitiva?
“Sì, ma se lavoro per me sono il primo ad aver voglia di alzarsi presto al mattino. Quest’anno, invece, per chi ho lavorato?”.

Alberto Cani
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